RIVISTA POPOLARE 217 Alla lettura dei suoi libri noi dobbiamo le più belle ore passate nei J?ÌÙ b~gli anni de_lla nost~a vita, perciò non lo d1ment1c_heremo,. e 11 suo ncordo tornerà come quello d1 un gen10 benefìco e tutelare. ENRICO GRIMALDT Per dar corso a tutto lo Sperimentalismo interessantissimo rimandiamo gli articoli: A CRESPI: L'opera di un ~roconsoleinglese; OANTINORr: I problemidel1' istruzionesecondaria, ed altri. "IVl.5T A DELLE ~IVl.5TE J . A. Cortina. - La moda della guert·a al vino ! La crisi del vino è quest'anno così eccezionalmente grave, e ci lascia intravvedere così problematica probabilità di saperla superata, per la probabilità dei nostri poveri agricoltori , che noi battiamo ancora su di essa. Alla crisi devono pensare deputati e governo ; ma devono anche pensare gli agricoltori. Parliamoci un poco fra di noi. Vediamo se, per l'iniziativa nostra , non ci saranno anche doveri ed azioni da compiere, affine di riuscire, tra tutti - se non a vincere totalmente sin da questi prossimi mesi il paradossico flagello dell'abbondanza - a rendere almeno il danno minore e più sopi ortabile. I nostri egregi collaboratori Dott. Cantono e Capitano Frignani , in due assennati articoli , che pubblichiamo in questo stesso fascicolo, illustrano qualcuno dd doveri che , nell' ora presente, incombono anche agli agricoltori ( r). Noi oggi incitiamo gli agricoltori ad una resistenza e ad una propaganda. Resistenza e propaganda contro la moda invalsa -- non possiamo chiamarla altrimenti che moda, ammeno che si preferisca dirla manìa addirittura - di non bere e di non lasciar bere vino , col pretesto della igiene , de Ila salute e della temperanza. Sempre si deve eccedere in Italia : confondere l'uso coll'a buso, travolgere in una sola condanna i tristi effetti dell'alcoolismo con la virtù corroborante e alimentatrice del vino. E tutto ciò per seguire ciecamente i precetti di qualche dottore di una sbagliata temperanza , che , se possono essere ottimi in qualche caso eccezionale, non sono certo generalizzabili a tutti gli stomachi e a tutti gli organismi. E tutto ciò, forse, per nuil'altro che per seguire una moda senza ragione. o per poter ripetere ai conoscenti: Sai, abbiamo ,messo il vino.•. E tutto ciò, forse ancora , per una falsa economia , o per fare inconsciamente il giuoco delle cosi dette società di temperanza, le quali, ottime nel pensiero di chi le ha fondate, saranno g·à anche da noi - come fu scandalosamente provato che lo sono quasi tutte in Inghilterra - sussidiate dai gross commercianti di the e di caffè , od anche dalle amministra• zioni delle Società anonime , che hanno appunto Io sfrutta· mento di qualche acqua minerale, o l' incarico di manipolare qualche sorgente ... artificiale, e che perciò - imbrogli.rini tutti quanti, perchè apostoli interessati - predicano contro l'uso del vino, anche se._.sano e bevuto nelle proporzioni oneste e normali. (Rivista agraria 16 aprile). (1) Negli articoli cennati il D.r Canton o consiglia di pensare alla riJuzione della produzione, al miglioramento della qualità alla sostituzione delle culture, alle ricerche di nuovi sbocchi, al credito alle cantine sociali, all'istruzione agraria .... Il Ca- ' .. pitano Frignani raccomanda di piantare meno nuove v~tt per vino e più per uva da tavola. La Redapone + Herman Basse: La politica di colonlzzaztone del g·overno prussiano net distretti polaccht. - L'ultimo progetto di legge sulla espropriazione delle terre dei Po lacchi mostra che la Prussia conquistatrice si era ingannata credendo di potere assorbire, in grazia di una civiltà superiore, una naz,one più piccola e poco progredita. Oggi essa ricorre a mezzi artificiosi dopo che ha adottato i principii democratici ed ha dato prova di una potenza di espansione senza esempH, I conservatori del principio del Secolo XIX erano animati da sentimenti più doki, più tolleranti e piu pacifici di quelli del governo al principio del secolo XX, nell' epoca dei Congressi della pace. E' nel carattere di una burocrazia simile a quella della Prussia il ricorrere a tutti i mezz, che la politic.i suggerisce per raggiungere il suo scopo. Sorprende quindi che essa non abbia adottato prima il procedimento in mo altrove, che nulla costa e che consiste puramente e semplicemente nel l'interdire l' acquisto dei terreni agli stranieri. Si sono votate quattro leggi per la colonizzazione nd 1886, 1898, 1902, e 1908 ; e I' ultima porta il n0me di legge sulle misure da prendere per rinforr_are l'elemento tedesco nella provincia di Posen t! della Prussia Orientale. Ma d'altra parte si pubblicarono tre leggi nel 2876, 1899 e 1904 sulla colon 1 i 1 a 1 iorie sociale che n..:utralizzarono le precedenti. L' e: ecuzione di queste tre leggi retta ad una Commissione che deve, senza spesa alcuna, dividere i grandi domini a beneficio dei contadini. Ora i Polacchi si avvalgono come gli altri delle terre· che distribuisce questa Commissione. Le contraddizioni e il fallimento delle leggi. prussiane risulta ev·dente da queste cifre. Dal 1886 al 1906, cioè in 21 anni, si sono comprati 326,000 ettari di terra e ne sono stati concessi 178,000. Si sono spese in queste operazioni 420 milioni. Nel I qo8 si erano creati 13,226 coloni. Contando i parenti, i domestici e gli impiegati dei coloni si sono trasportati in Polonia 100 mila tedeschi; ora questa cifra non rapresenta pel , Posen e per la Prussia ori·entale che dal 3 al 4 per cento della popolazione agricola 1 Si sono chiesti altri 375 milioni di lire; si sono edificati 315 villaggi, sopratutto a qualche di· stanze dalle città medie; se ne ne sono imgranditi 1 38. Il terreno acquistato con queste somme, aggiunto al resto ancora disponibile dal primo acquisto, si spera che farà raddoppiare il numero dei coloni. Intanto potranno fallire le previsioni in seguito all'elevamento del prezzo della terra da lire I ,250 a lire 1,750 l'ettaro. Bisogna aggiungervi le spese genarali delle Commissioni. Ma per dare un' idea della tutela _prussiana , ricorderemo che le leggi che pretendono favorire lo stabilimento volontario dei coloni cominciano coli' interdire sotto minaccia di prigioue, ogni altra forma di colonizzazione che non sia quella prevista nella legge. Segnaliamo infine un'altra disinganno dei liberali. Nel loro ottimismo essi credevano che certi strati inferiori della popo !azione diverrebbero involontariamente e in ragione della loro indipendenza i più fermi sostegni del governo, mentre i grandi proprietari ne diverrebbero gli oppositori. Così il governo gradatamente tendeva ad un regime più democratico. Ma i liberali si .sono ingannati, perchè i rapporti preparatori della legge di colonizzazione delle provincie orientali •dennnziano apertamente il pericolo che verrebbe da unà maggioranza po - polaca nei corpi amministrativi locali. Così invece di democratizzare questi corpi politici e di diminuire la feudalità nemica si domandano altri 62 milioni e mezzo di lire par trasmettere in totalità in altre mani le grandi proprietà fon- ·diaric 1 (Les documents du progrès aprile) + R. Calwer : Mercato del lavoro e tattica professionale. - Le informazioni oggettive e larghe sul mercato
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