182 RIVISTA POPOLARE non si muove, ed a cui debbono piegai:si tutti i Maometti grandi e piccoli. ·Vorrei ora che rispondesse Lei, a tutti coloro che ·stan sospesi , come sospesa sta l'infamia del patto dvile jnfranto. Ma in tal caso chi è lo spèrgiuro? IPER .•. /per... vuol conoscere il mio avviso; ma egli lo conosce già. Il giuramento nl'n può, non deve andare eh~ verso la patria. . li caso di coscien 1a esposto in questa lettera aperta indica una quistione morale nell'esercito, che non è quella, di cui si occupa la Commissione d'Inchiesta sul ministero della guerra; non è quella, che fa capolino continuamente nel Pensiero mi• litare di Ranzi e di cui la Rivista si occupò nel numero precedente. Quanti saranno gli ufficiali che intenderanno la quistione morale come la intende /per ... ? Vorremmo che fossero tutti; che fossero, almeno, molti. Ma temiamo che siano una sparuta minoranza. Intanto un certo sig. Ranzi - non Fabio - non ha potuto mandar giù la riduzione dell'attuale quistione morale neWesercito ad una semplice quistione di Stomaco e nella Vtta ha pubblicato un articolo solenne e compassato, che vorrebbe essere parecchio ironico contro di me perchè riduco la quistione morale ad \lna qufatione di slom,ico e che paragono, quasi sacrilegamente, ì} rischio professionale degli ufficiali a quello dei minatori e degli altri uomini, che esercitano pro - fessioni pericolose. • Non sono poeta, non sono romantico e perciò non mi curo della seconda parte di queste critiche, che muoveranno a riso gli uomini di ogni parte, che conoscono militari, medici, minatori ec. e i loro rischi che affrontano più o meno volontariamente. . _ Sulla prima, senza fare alcuna dissertazione sul determinismo economico, di cui pare non abbia alcuna notizia, il sig. Ranzi mi permetto qualche osservazione. E •che colpa ci ho io se non e' è un cane che dissenta da me sulla •identificazione della ques~ione morale nell'esercito colta quistione di stomaco? E perch~ prendersela con me e non con gli ufficiali che fan capo al Pensiero militare che invocano aumento di stipendio è rapidità di carriera? E perchè non protestare contro ìl Maggiore Di Giorgio, che ha dato la prova di tale identificazione? E pcrchè non riserbare i suoi fulmini contro la Commissione d'inchiesta che agli stipendi e alla carriera riduce la quistione morale? Questa e molte altre cose si possono rispondere al signor Ranzi; ~d alcune vado a dirgliele nella Vita. N. C. Ilvermlaetinsoivoltola ci) ( a propositodi Latini ed Anglo-sassoni di Colajanni) Il libro di Colajanni non ha trovato fortuna tra gl' Inglesi e tra i Tedeschi. I quali male tollerano che ci siano degli impertinenti, che pongano in dubbio la loro superiorità. Il meglio e il più che essi sanno fare è di tacere-salvo le rare ed oneste eccezioni, come quelle di Michels. E fu buon profeta Pietro Kropotkin, che annunziò che Latini ed Anglo-sassoni non sarebbero mai tradotti in inglese, per quanto non pochi vi abbiano pensato. Tedeschi ed Inglesi, però, non esitano ad accordare l' onore della traduzione a qualunque libro di nessuna importanza storica o scientifica , purchè canti le loro lodi. Sul libro di Colajanni tacciono; o se vogliono fare della critica, come _la tentò l'importante rivista di Londra, The nature, non sanno indicare nè un errore, nè un fatto, nè un idea erronea. Devono aftermare senza provare. . Qualche rivist'1. americana ha trovato il tempo di occuparsene con minore partigianeria e comprendendo abbastanza esattamente il pensiero del Co- (1) The latin worm turns. lajanni ; ma il suo orgoglio Anglo-sassone l' ha sfogato se non altro con un titolo offensivo pei Latini. Cosi The nation di New-York nel N. del 6 Febbraio consacrò un articolo, che dà piena ragione alla tesi fondamentale del Colajanni dandogli ·questo titolo: Il verme latino si voltola. . <è Sono esattamente circa dieci anni, essa scrive, da che un libro francese sulla superiorità anglosassone fece grande rumore. Edmondo Demolins scrivendo: A' quoi tient la superioritè des Anglosoxons non dubitò di fare cosa patriottica. La sua mira era di avvertire i propri concittadini su certi pericoli e di fermarsi sullo studio delle cause della forza delle altre nazioni. Ma un coro d'imprecazioni si levò sul suo capo in Francia. Egli fu considerato come un figlio snaturato , che rivela le debolezze della propria madre. Altrove, invece, egli fu lodato per la sua franchezza e pel suo giudizio filosofico. Un Latino non era mai apparso così coraggioso e nel confessare la propria inferiorità di fronte angli anglo sassoni. E già divenuto un luogo comune che i popoli del mezzogiorno di Europa ammettono da loro stessi la propria decadenza; e il libro di Demolins ebbe forse ad inspirare l' indiscreta osservazione di Lord Salisbury sulle nazioni che muoiono. Ma lentamente il verme latino si muove (Of late, however, the Latin worm has turned). Le razze del mezzogiorno di Europa possono essere moribQnde, ma rassomigliano a quello Irlandese che diceva, dopo l'accidente, che se egli fosse morto, egli non sarebbe stato conscio della morte. Diverse vigorose proteste sono state fatte da Spagnuoli, Italiani e dagli uomini del mezzoziorno contro i giudizi di coloro che non li conoscono o li disprezzano. Noi possiamo menzionare le letture di Guglielmo Ferrero in difesa della civiltà latina, fatte nell' Argentina, nel Brasile e nell'Uruguay e che sono stati calorosamente applaudite. Riassumendo nel Figaro le sue esperienze di conferenziere errante, però, il Ferrero ammette melanconicamente che l'impulso dell'origine latina cresce debolmente nell'America Latina, dove Roosevelt interessa di più di Augusto e il Giappone più delle Gallìa dei tempi di Cesare. Ciò nonostante Ferrero asserisce enfaticamente la sua vecchia tesi che mai come ora lo spirito latino fu più potente e che potrebbe essere molto utile la sua influenza nella civiltà degli Anglo-sassoni, dei Tedeschi o degli Slavi. - Più direttamente tratta questo punto un recente libro italiano, Latini e Angfo-sassoni. Il suo autore, Napoleone Colajanni, combatte valorosamente l'assunto prevalente che il futuro è interamente nelle mani delle razze del Nord. Egli rimpro'1era ai suoi amici latini l'avere accettato tale idea e procede a portare vigorosamente la guerra nel campo nemico. Egli contesta l' idea fondamentale, che ci sia qualche cosa di simile alla fissità nella gerarchia delle nazioni. Il primato è sempre mutabile. L' Inghilterra in varie epoche è stata tanto corrotta e spregevole, che è cosa ridicola il pavoneggiarsi da se stessa, per esempio, al di sopra della Spagna. La Spagna tenne l'egemonia dell'Europa nel XVI secolo e poscia cadde; ma chi può dire che anche all'Inghilterra nell' avvenire non possa accadere una simile calamità? E Colajanni afferma che l' Italia che ebbe una volta il primato del mondo nella politica, nelle lettere, nelle arti, oggi gradatamente va riguadagnando la preminenza in tutte quelle direzioni. Il suo libro è in tutto e dapertutto un documento di auto-affermazione valida della razza e della sua nazione.
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