nostro risorgi mento , Cm·lo Cattaneo. Eppure la. vita di questo grande pensatore e valoroso soldato é l'epilogo di qnello splendido periodo storico , che va dal 1815 al 1850 e che vale quanto parecchi secoli. Eppure nei suoi scritti si rileva uno dei più profondi pensatori dell'epoca nostra! Difatti in politica ebbe concezioni davvero geniali, é, se attuate, sarebbero state la salvezza d'Italia; ed oggi l'Italia non avrebbe dinanzi da risolvere ll pro.:. blema del mezzogiorno. Ma non fu inteso perché per gli italiani in quei tempi, dice Alberto Mario, tutto quanto non era unità significa va di visione e cosi pel timore del disgregamento e àella impotenza si lasciarono inchiodare nel; l'accentramento ed incorniciare nella monarchia.. Egli elevò l'economia pubblica nelle sublimi ragioni della filosofi.acivile e politica , ponendo l' intelligenza. come principio di ricchezza. Restano ancora insupe_r~-~~ i suoi scritti per profondità di concetti con_i ·qùali. si ribellò alla teoria di Federico List, e difese la. libertà del commercio come sussidio di ogni altra libertà. In filosofia ha combattuto il buddismo ontologico di Gioberti e psicologico di Rosmini , richiamando gli ingegni sulla strada del Galilei. Nelle discipline speculative può dirsi essere stato in Italia il fondatore della scuola positiva.. • I suoi scritti non mancarono di combattività per renderlo popolare. Basta ricordare tutto quanto scrisse , per sostenere l' armamento nazionalei pensando che ii militarismo divorasse in tempo di pace ogni alimento di guerra - e perciò interessò il senatore Matteucci, allora ministro di istruzione pubblica , per introdurre l' insegnamento della guerra. non solo nei collegi militari, ma anche nei licei, nelle università e nelle scuole industriali. Ebbe parole di fuoco contro la cessione di Nizza e Savoia ai Fr_ancesi , fulminando di incompetenza quel Parlamento che rappresentava solamente due quiLti della Italia nel dhiporre per sempre del patrimonio della intiera nazione. Elevò forte la sua parola di protesta contro la tassa del macinato perché colpiva le classi povere, contro la pena di morte, e contro tutto quanto a lui sembrava ingiusto ed immorale. • Fu anche uomo di azione, e basta ricordare le memorabili cìnque giornate. Visse lavorando, romito, povero; mori qual visse, libero ed in libera terra8e questo fu l'Uomo, perché dunque di lui poco si parla, e le sue opere più non si leggono, specialmente dai meridionali'? Le cause sono divarse: 1. 0 Anzi tutto perché il concetto della federazione così profondamente radicato aell'animo del gran pensatore, tanto da concepire :financo i popoli di Europa uniti nel patto federale, non è da noi compreso. E si che ormai il movimento federale si estende e si sviluppa, in America, come in Australia, come in Europa, perchè questa parola federazione, che tanto ci spaventa, trova il tipo del sistema nel nostro organismo, come il grande pubblicista Maglhaes Lima annunziò nella importante rmmone dei pubblicisti a Parigi. 2.~ Per~hé il Cattaneo passò molti anm all' ester0:, dove mori. 3.0 Ma· sopratutto perché il nostro partit-o non ha curato di fare intorno al suo nome ed alle sue operé, che palpitano sempre di attualità, quella propaga1_1da. neçessa:ria per renderlo popolare. Si inizii perciò una serie di conferenze sulle opere di Carlo Cattaneo, perchè da esse il nostro parti~o possa acquistare maggiore forza per la conquista dell~ libertà vera .e del completo benAssere sociale. : E con questò augurio che noi mandiamo un saluto -a Colajan'ni1 a Ghisleri, a quanti sono rimasti fedeli continua,tori della politica del Grande Maestro, Cai·lo Oattaneo,. •• Avv; PoNz DE LEoN : Un easo di eos.eienza • • Lettera aperta ali' Onor. Deputato N. Colajanni Onorevole Signore, Alcuni ufficiali mi hanno dato l' incarico di far sciogliere a Lei - confessore di libere, coscienze - un dubbio che, appena sorto, ha subito preso form~ e co.nsistenza. · • Noi andammo alla Scuola Militare, completamentè, consci dei nostri doveri, ma anche dei nostri diritti; fummo ad essa attratta dalla grande mis- ~ione educativa, n·on certo dall'idea di guadagnarci un. pane. Sapevamo a memoria, ed avevamo lungamente ponderato il giuramento che, spontaneamente andav:amo a prestare; ed esso sintetizzava perfettamente le nostre idealità; giacch~. nell'ultima parte, riunendo in un solo tutti i ,doveri è detto <<••• e di adempire tutti i doveri del mio stato al solo scopo del bene inseparabHè del Re e della Patria ». Dato questo stato di cose, se Patria e Re non camminano d'amore e d'accordo, verso •quale dei due enti si deve dirigere il nostro giuramento? La domanda strana nasce dall'anormale stato d_i cose che comincia ad insinuarsi , e che Ella dal forte ingegno induttivo, ha certamente compreso, per quanto io non trovi parole chiare abbastanza per spiegarmi come vorrei. Quando noi adunque pronunziammo felici, nello albore della gioventù la solenne formula del giuramento, tutto quanto ci aleggiava intorno era laico e nc>i sapevamo il Vaticano nemico del Quirinale e difendendo questo « colui che detiene >>- come estrinsicazione della Patria - facevamo all'altro il viso d' ai mi, riconoscendo in esso un covo di nemici, non della forma di governo, non della famiglia regnante, ma di tutta l'Italia, resa sempre per esclusiva colpa del prete, ludibrio di Francia e di Lamagna, non donna di provincia, ma femmina di bordello. Il giuramento nostro filava sicuro con le nostre coscienze, quando, un mal compreso pericolo rosso avvicina due forze dapprima divergenti. Se di bel nuovo gli albori giovanili fossero per sorgere - dato l' orientamento pretesco - molti di noi andrebbero nelle libere università, per non cementare tale ibrido connubio. Ora se domani la monarchia , che ha paura del popolo - il vero piedistallo naturale -:· si appoggi_a loiolescamente, accompagnata da santi e da santini, all'eterno nemico d'Italia, il nostro giuramento verso quale delle due forze - patria e re .- dive_- nute contrarie, ci deve attrarre? Io ho risposto: Verso la Patria, montagna che
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