Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 7 - 15 aprile 1908

180 RIVISTA POPOLARE tt Questi d!sse che, come non avrebbe votato I' ordine <lei giorno Cabrini, non intende votare neppure quello Pasella, perchè gli sembrava anarchico e non socialista. L'anarchico Ceccarelli, però, volle affrettarsi a rivendicare - e fece bene e fu veritiero - la ci vilta nel fine e nei mezzi del suo ideale, dichiarando che egli voleva la soppressione del krumiraggio con la propaganda serenamente redentrice, non con la violenzu, con la soppressione dei krumiri, addirittura invocata dai sin· dacalisti » . Questo dettaglio e questa conclusione del dibattito intorno al krumiraggio, al boicottaggio , al sabotage - senza te'ner conto di tutto i 1 resto - bastarono da soli ( e noi lo notiamo qui solo per incidenza) e porre in evidenza cornei oramai i sindacalisti alla Pasella e alla De Ambris siano , non più un'ala estrema del nostro partito, ma un partito dal nostro distinto, lontano e col nostro in molti punti in antagonismo oramai irdducibile. E noi pensiamo che di questa constata - zione di fatto, che ogni giorno più gli avvenimenti precipitano, qut,'.11che sono socialisti per davvero debbano alfìne trarre le conseguenzt: pratiche ». Superfluo aggiungere che quanto gli altri sindacalisti sella e dai De Ambris. . . non sappiamo come e si difrerenziino dai PaSull' efficacia dello sciopero generale come freno agli eccidi il giornale socialista nota : « Nel settembre 1904 ci fu lo sciopero generale e fu grandioso, concorde, quindi capace di esprimere tutta la efficacia del tt mete do », che i sindacalisti proclamano ineffabile. Ebbene, quali furono le conseguenze, anzi le conquiste di quello sc10pero generale? Lesciamo pur da parte la decimazione del Gruppo parlamentare socialista e l'annesso e sconnesso svigorimento deil'opera del nostro partito nel Parlamento e fuori 11, Ma, poichè lo sciopero generale si era proposto lo scopo di imporre al Governo il rispetto della vita dei cittadini , quale fu il risultato? Ecc0lo nella eloquem:a di poche cifre : Dal 1901 a tutto ìl 1904 vi furono 1 2 eccidi - tre in media ali' anno - con un complesso di 32 morti senza contare i feriti l). « Dal 1905 ai nostri giorni gli eccidi avvenuti sono 15, con un complesso di 47 morti - cioè 5 recidi all'anno! >>. « Eppure per protestare contro questa infamia san~uinaria dell'Italia moderna, oltre allo sciopero del 1904, vi fu quello dell'anno scorso ... e a nulla è servito 1>. « A nulla è servito? No - ma a ben altro! ». • Lo sciopero gent!rale, secondo , sindacalisti, non è solo gesto trionfale di protesta, ma mezzo irresistibjle di crmquista. Ne sanno qualche _cosa i poveri ferrovieri, i quali si lasciarono allucinare dalla .... pirotecnica sindacalista I Essi partiti ,n guerra per arrotondare il bottino strappato nel 1902, se lo idero invece decimato dopo lo sciopero del 1906 , il quale Vbbe per risultato quel tale articolo 56 che a sua volta ·ha eato neI!'altro sciopero ferroviario, dell'ottobre 1907 il risuldato di ... 5000 puniti, senza per nulla riuscire ad attenuare a frequenza degli eccidi, che generosamente li aveva spinti al sacrificio delle loro posizioni , . « Queste, è il bilancio consuntivo drgli scioperi generali, .. l). Non sono stati meno brillanti i risultati delle dimissioni - imposte al gruppo nel famoso convegno. Sentiamo in proposito l'Avanti: t< Nel 1906 su proposta Bissolat1 - un altro ... addomesticato, traditore etc., secondo i sindacalisti - il Gruppo parlan:ientare socialista si dimise: per suscitare nel paese un'agitaz1one atta a porre fine agli eccidi ». t< Risultato: il nostro Gruppo tornò dècimato alla C-1mera, poichè Rigola , Pereira e Ben :ini perdettero il man Jato ; Governo e borghesia n: approfittarono per rnterpretare l'avveni mento come un indice dcli' ostilità del paese contro il no~tro partito ... e gli eccidi divennero più frequenti che mai : Vt! ne furono 1 3 da quei giorni sino a S. Severo ! ». t< Ma ta 1volta gli scacchi parziali di una classe di lavoratori o dì un gruppo sul terreno politico sono compensati dal1' etevament0 generale dt!le condizioni politiche e sociali del p~~se, e il loro sacificio è il prezzo fruttuoso di grandi conqutste sul terreno della libertà e della giustizia. Ebbene, nep pure questo conforto arride alla tesi sindacalista ! •. Tutti gli scioperi generali, dal settembre 1904 ad oggi e le dimissioni dei nostri deputati, non ebbero che questo risultato notorio : indebolire l'azione socialista e rafforzare la resistenza conservatrice nel paese. Dopo lo sciopero generale -del settembre I 904 le elezioni generali produssero il blocco clericomonarch ico; i successivi scioperi del 1906 e 1907 hanno rafforzato nel paese le Consociazioni proprietarie e le hanno molttplicate, e in Parlamento hanno determinato una polariz zazione giolittiana di gruppi antiproletari. Mai come in questi ultimi tre o quattro anni l'ambiente generale della nostra vita pubblica fu così poco prop=zio a quello svolgimento di politica democratica e proletaria, che i sindacalisti p·etendono essere ia conseg11enza immed:ata dell'applicazione del loro metodo >). « 11 quale , a nostro avviso , nei suoi risu tati almeno , è quanto vi possa essere di p: ù sostanzialmente reazi0nario, perchè indebolisce, smaga e logora nelle mani del proletariato, in una serie di vani conati, un' armJ formidabiie per le fasi risolutive della sua emancipazione: lo sciopero generai<:. E questo significa su I serio tradire il proletariato, perchè or - mai ogni sciopero generale in Italia è u11a pasqua della reazione - d1 quella reazione che a noi è fun,sra, perchè mentre quelle del 1894, del 1898 moltipli-:avano intorno alle .bandiere ctd pro:etariato i proseliti e !e simpatie, b.1più recente si svo!ge in coincidenza della ostilità generale del paese verso la no:.tra causa stessa I ». Abbiamo detto che sentivamo il bisogno di riprodurre i brani succenna ti dell'Avanti ad edificazione degli altri e per nostra soddisfazione legittima. Certamente proviamo una vivissima soddisfazione leggendo, riprodotti con parole diverse - forse più eleganti, ma non più chiare - i nostri pensieri tante volte manifestati. Però notiamo la soddisfazione non per vanità, ma perchè essa serve a convincere coloro che, pure stimandoci, non poche volte dissentono da noi perchè i giudizi nostri parevano loro qnelli di onesti conservatori. Che sia divenuto organo dei conservatori l'Avanti? I sindacalisti lo dicono. Nor PerCarCloattaneo ci) (Unaingiustifledaitmaenticanza delP.R. I.) Non c'è paese d'Italia di qualche importanza, in CLH ogni anno dai partiti de nocratici, non si senta il do vere di commemorare l'irnniversario di G. Mazziui. Ed è giusto che ci0 si faccia, perchè egli col martirio sublime creò una nuova coscenza, inalzando il vessiHo del nuovo diritto ; perchè sfidando atroci persecuzioni seppe col suo grido ridestare la Italia dal sonno dei secoli , perchè mori senza avere sconfessato una sola parola della sua dottrina, non ancora st1perata , della s~a vita, mai contaminata. Ma è nel contempo doloroso dovere constatare che si trascuri del tutto una delle più grandi figure del (1) L'avv. Ponz de Leon ha ragione nel deplorare che Carlo Cattaneo non sia conosciuto e studiato in Italia e specialmente nel mazzogiorno. Noi lo ricordiamo spesso e pubblicheremo sempre volentieri qualunque studio ci verrà sul grande pensatore Lombardo; noi a prezzi ridotti abbiamo offerto da due anni in quà le opere sue. Se Cattaneo è meno popolare di Mazzini ciò si deve alla vita diversa dei due uomini: il primo si rivelò uomo di azione - e l'azione attrae a preferenze J 'attenz;one delle masse - solo in un momento della vita per quanto quel momento sia gloriosissimo; pel aecondo invece tutta la vita - per oltre quarant'anni - fu azione I In quanto a commemorazioni di date, di ricorrnnze, ec. dichiariamo per parte nostra che abbiamo per esse una profonda antipatia, uguagliata, se non superata, da quella per i festeggiamenti in occasione delle varie feste per none di oro, di argento e che tra non guarì saranno anche di stagno e pei Numeri unici. Sappiamo che anche que1ti sono mezzi per fare della propaganda; ma non sappiamo adoperarli. Perciò lasciamo passare inosservate le Jate della morte di Cattaneo, di Mazzini, di Garibaldi, di Bovio, di Cavallotti , d' Imbriani. di Fratti ecc. per quanto pt!r essi professiamo un vero culto. La Rivista

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