RIVISTA POPOLARE DI Politica, Lettere e Scienze Sociali Uirt~lt.orn: Prof. NAPOLICON I~ (;OJJAJANNI (Deputato al Par1ame11to) ---.-:>C>:?C>C=:><o>-+-1 --- Esce in Roma il 15 e il 30 d'ogni rnese Haìia; :1111ìu lir-: H; .,e111estre lire a,50- ~stJero; a111Jo_lire 8; semestre lire 4:,50 Un llll11lero sep;tf:llO Cent. ao A. mministrazione : Corso Vittorio Emmmelfl, n. 0 I ffj - NAPOLI ,\11110 XIV-~11u1. 7 ABBONAMENTO POSTALE u.oma, lti Aprile 1908 Preghiamo vivam':!nte i pochi abbonati che non hanno ancora pagato r abbonamento scaduto al 31 dicembre u. s., di voler mett::·rsi al corrente al più presto. SOMMARIO: Gtl .av~·,Hil111ontl.e ~li ll ◄ •Uilul: Noi: Gli ultimi m·ssecri - Fatti eloquenti e giudizi equanimi ,u) pr· b'erna Jd mezzog1orno-L'az:enda ferroviaria-La donna ameri~·ana-A. A. Una fase nuova della lotta economicaLt: riforme nella mace,lonia - I liberticidi - Le sciocchezze di Roosevelt. - La Rivista: Le condizioni 3el bilancio dello stato·- Noi : H·1bemus c0nfìtentern reum ... - Avv. Ponz de L ~Pn Per Carlo Cattaneo (Una ingiustificata dimenticanza 'd P. R. 1.) -· lper: Un caso di coscienza - Il vc::rme latino si voltola (a proposito di Latini eJ Anglo-sassoni di Co iaja1,ni) - L. FcntanaMRusso: SJgla!io ~ulk rivoluzioni Gino Bellincionl: Divagazioni sociali (La fami31Ia) - Mario Pilo: Stellrncini Lettera:, - Bivist.:-l delle H,lvb;(,e: Carlo Cattaneo (L,1 Critica) - l carabinieri del sindacalismo (Les Temps N,,1(1Jea11x) - Il probkma della Camera dei L.or,ls (Politica! Science Quarterly) - li dogma della infallibilità giLrnalistica (Nortfi A111erican Rewiev) - Lo sviluppo delle ferrovil! Britannich~: il Passato ed il Presente (Cassier 's Maga 1ine) - Il probkma Je:la Basilicata eJ il de~entrarnento amministrativo (Riforma sociale) -- Rcceuslont. GLI ftVVENI/V\ENTI e GLI UOMINI GLI ULTIMI A Sansevero prima e a Roma dopo sar.gue umano è stato di nuovo versato; e 11esiamo sinceramente, profondamente add<>lorati. Noi non abbi:rn10 bisogno di ripetere ciò che tante volte abbiamo scritto sulle responsabilità di questi tristi e d,)lorosi episodi. Sparano facilmente gli uomini, che rappresentano la forza pubblica ? Coloro che li comandano mancano del la necessaria calma? Hanno davvero sete di sangue? Puo darsi benissimo tutto ciò ; nè ad eliminare il dubbio serve il fatto, di cui si fanno forti i ministri ; cioè dei responsi del magistrato, che ha mandato sempre assolti i funzionari accusati come responsabili dei massacri. Noi abbiamo scarsa fiducia nella sapienza e nella imparzialità dei giudici italiani Riconosciamo, pure, lealmente che in questi casi, essi si sono trovati imbarazzati nello assegnare le responsabilità e in ... dubiis pro reo. Che in molti casi si,1 possibile evitare un eccidio risulta dalla circostanza che molte volte guardie, carabinieri, soldati, delegati subiscono gl'insulti e la sassaiuola senza ricorrere alle armi, senza versare sangue umano. Ma si può pretendere che tutti siano eroi ; che tutti non sentano la paura di essere sopraffatti da masse fanatiche, che il loro malanimo manifestano colle sassate, colle legnate ed ~nche colle coltellate? E non entra in conto la psicologia del momento? Chi ieri si mostrò freddo, impassibile - oggi per uno stato di animo diverso , sarà pronto alla reazione violenta ! Ma nessuno potrà e dovrà negare che la colpa degli eccidi ricade quasi sempre e in gran parte sulle masse popolari. Quando si rip~te che in nessun altro Stato di Europa sono così frequenti i massacri quanto in Italia, si dimentica di complet:1re la comp:trazione. MASSACRI Infatti non c'è nazione presso la quale le masse popolari siano tanto violente, tanto ineducate, tanto prive del senso della legalità qu,mto le italiane (1); non c'è nazione presso la quale ogni minimo fattole elezioni comunali, una predica del parroco, l'accompagnamento di un morto, la parola inconsulta di un funzionario alto o basso ecc. , un qualsiasi nonnulla - non provochi un assembramento, una protesta , una dimostrazione, un'aggressione, una violenza contro tutto e contro tutti. E' questa una verità che sarebbe da pazzi e da disonesti voler negare. Questa condizione di cose ci umilia, ci deve far vergognare, ci deve consigliare di non fare la voce grossa contro le autorità, contro i soldati, con-_ tro i carabinieri, che sono uomini, uomini, uomini come noi ; che reagiscono come noi; che come noi hanno paura e tengono cara la vita. Ma su queste masse popolari incolte, incoscienti, violente, anarchiche nel senso volgarissimo della parola - anarchiche anche contro i più convinti e sapienti anarchici, che consigliassero l'astensione dalla violenza - non esercitano un' azione eccitatnce le parole e la propagarida della lotta di classe e sopratutto l'antagonismo che oggi si va facendo sempre più grave tra socialisti di ogni risma e sindacalisti rivoluzionari ? Indubbiamente l'esercita; che l'eserciti risulta dal fatto che prima i fatti deplorevoli di cui ci occupi,11110erano molto meno frequenti. Quindi si tratta di una responsabilità relativa innegabile ; la quale oggi pesa più sui sindicalisti, che sui socialisti. ( 1) A. Serpieri nella Ragione ha pubblicato un buon articolo sul senso della libertà; dovrebbe integrarlo con un altro sul senso della legalità.
170 RIVISTA POPOLARE I socialisti, almeno teoricamente, sono ormai tutti di accordo nel riconoscere la immaturità delle nostre classi lavoratrici , il pericolo di certe predicazioni, la condanna dello sciopero generale. E per comprendere sino a qual punto su di ciò ci sia lo accordo tra le varie frazioni del partito socialista e quanto viva, e, crediamo, sincera sia l'intenzio~e di cooperarsi ad evitare i conflitti tra forza pubblica e le masse popolari basta leggere i resoconti sul Convegno dei partiti popolari pro amnistia; convegno fondamentalmente sbagliato perchè i principali oratori da Turati, a Rigola, alla Alto belli, a Cabrini, a Reina in fondo riconoscevano che le condanne - comprese quelle dei ferrovieri - erano state bene appioppate; che i metodi seguiti dai cond,mnati erano illegittimi, riprovevoli, dannosi alla stessa causa proletaria; convegno, riuscito, perciò completamente inutile. Per convincersene basta leggere nell'Avantich'è stato il più benevolo nel giudicarlo ! - il giudizio che se ne da nel N.0 del 3 Aprile, nel quale lo si paragona ad una festa di _villaggio, che all'indomani non lascia che le tracce di una baldoria festaiola sulla piazza in tanti pezzi di carta abbruciacchiati ecc. ecc. Il dissidio tra socialisti e sindacalisti oggi lo riteniamo più grave e pericoloso io quanto i secondi, quanto più gli altri diventano ragionevoli, tanto più essi divengono violenti per mostrare che i loro avversari: sono dei rinnegatr e dei traditori. E si badi: questa attitudine non è esclusi\? _dei sindacalisti italiani , ma è anche quella dei smdacalisti francesi, ai quali ha dato addosso magnificamente Jean Grave in una serie di articoli sui carabinieri del sindacalismo nei suoi Temps Nouveaux, nei quali dimostra che tutta la violenza dei sindacalisti non è che un artifizioso e rettorico espediente per discreditare i loro avversarii , per accaparn~rsi e assicusarsi la popolarita (1). Ma chi è questo gmdice severo dei sindacalisti ? Forse un reazionario ? Forse un socialista, di quelli presi di mira dal partito più avanzato ? Che 1 Egli è il più colto, il più geniale, il più serio degli anarchici francesi viventi! Avvertiamo per completare il nostro pensiero, che se domani i sindacalisti e gli anarchici italiani divenissero rinnegati.... come gli ex compagni socialisti, la psicologia delle nostre folle è tale che per qualche anno ancora esse continuerebbero a procedere come sinora hanno proceduto. Le folle si riderebbero dei consigli di calma dei sindacalisti, come_ si ridono di quelli dei socialisti. A che cosa sia ndotta l'influenza degli ultimi si può rilevarlo da questo: all'indomani del convegno balordo pro amnistia nel quale era stato sopratutto condannato lo sciopero generale e nello stesso giorno in cui l' A:vantt ne commentava aspramente i risultati disastrosi, a Roma avveniva un nuovo eccidio e veniva proclamato un altro sciopero generale ... Ma diremo che la nuova attitudine dei socialisti non sia valsa a limitate e diminuire la follia protestaiuola e scioperaiuola ? Saremmo ingiu~ti se ciò affermassimo. Non indurremo la benefica mfluenza della parola di Turati e degli altri socialisti , dalla tranquillità dei ferrovieri; lo stesso Turati nel Convegno famoso fece comprendere che le condanne e i (1) I lettori ne troveranno tradotti due nella Rivista delle riviJte. licenziamenti dei ferrovieri esercitarono un'azione più efficace di tutti i buoni consigli della Confederazione del lavoro, della Direzione del partito socialista e del relativo gruppo parlamentare. Ma è innegabile, che tranne a Bergamo e in qualche altro punto isolato , se non ci furono questa volta i tentativi di sciopero generale e le solite pro teste, ciò in gran parte si deve all'azione savia del partito socialista, alle sue raccomandazioni, ai suoi scongiuri. E ciò sopratutto è evidente guardando a ciò che è avvenuto ora ed altre volte a Milano, a Torino, a Genova, a Firenze, a Bologna eec. ecc. tanto più che in questa occasione potrebbe sembrare più evidente il torto dei funzionari e fu più grave l'eccidio. Ed hanno torto, perciò, a non riconoscerlo i conservatori. ♦ Ed ora uscendo dalle generalità, che si applicano a tutti i casi consimili poche osservazioni sull' eccidio del 3 Aprile in Roma. Riesce incomprensibile il linguaggio dell'Avanti in t. rza pagina. Ecco il suo sfogo di biasimevole rettorica : « La parola di protesta ci è inaridita nella sua fonte, nel cuore, dal sentimento della sua inutilità/ >> « O cittadini di Roma, oggi alla servilità ussequiosa della terza Italia per lo imperatore d'Asburgo, è stato dato in olocausto il sangue di varii lavoratori - e dai balconi dell' Am basciata d'Austria si poteva veder quasi ancora palpitare in una pozza di sangue la materia cerebrale di uno degli assassinati ! » « E' avvenuto che ad una folla che non sa dimenticare i fossati di Belfiore e il capestro Guglit:lmo Oberdan ed esprime il ricordo sanguinante ancora nella storia, capovolgendo i suoi vessilli della libertà, che si tinsero di rosso nell' epopea del nostro risorgimento - è avvenuto che su tale folla si è sparato senza coraggio e senza necessità, perchè l' Ambasciata d'Austria non patisse il segno memore del gran cuore popolare, perchè fosse chiara la premurosa viltà servile della terza ltalia ufficiale accovacciata ai piedi del Vaticano _ lustrante le scarpe d'Asburgo, delle quali porta per sempre le impronte nelle natiche ! • ~ Il -corteo funebre che oggi gli assassini monturati insan guinarono non è pur giunto ali' nitima dimura, o popolo di Roma, ed ha sostato per raccogliere i nuovi caduti, gli assas sinati. O popolo di Roma, rimettiti in cammino verso le nuove fosse e poi ritorna a lavare... come sai e come puoi le pozze di sangue ancor fumanti in piazza del Gesù ! » « La polizia - è voce generale - ha voluto vendicarsi oggi degli smacchi infl.ittile spesso, quando volle essere provocatrice ;n recenti occasioni. Ed ha tratto atroce vendetta di sangue. • 1< O romani, permetterde voi che la vendetta sia compiuta nei silenzii propiziatori di consuete impunità? Il. succo di questo sfogo fa a calci colla sostanza dell'articolo in prima pagina. Lo sfogo di rettorica . è stato condannato severamente, inesorabilmente, dai cinque articoli che Oddino Morgari ha pubblicato a commento dell'eccidio di Piazza del Gesù e nei quali è stigmatizzata la viltà dei socialisti, che non sanno denunziare i torti e le responsabilità dei proletari. Mai noi fummo cosi severi contro i socialisti come lo è stato l'integralista direttore del1' Avanti! E' poi addirittura incomprensibile che il giornale socialista abbia voi uto giustificare gli schiocchi e ripetuti tentativi di dimostrazioni contro l'am• basciata austriaca, quando sono proprio i socialistitutti, tutti! - a condannare tali dimostrazioni, che non sono innocue, ma che possono produrre gravissime conseguenze internazionali - specie in questo momento di tensione colla nostra alleata di oltre Isonzo. E che importa della patria e dell'irredentismo ai
RIVISTA PO P"OLARE 171 sindacalisti e agli anarchici, che la patria negano e che prE'dicano di tirare contro gli ufficiali e non contro i nemici in caso di guerra ? Ciò venne in parte osservato all'Avanti nella forma garbata che gli e propria d1l Saraceno nella Vita. E nello stesso giornale ribadì il chiodo il Texeira, ricordando le spiacevoli conseguenze , cui si andò incontro quando non si tenne conto delle suscettibilità austriache. Tutto ciò che sinora abbiamo detto ci conduce a dissent=re dai nostri amici repubblicani, che nella protesta non hanno voluto mostrarsi più tiepidi dei socialisti. Ma se essi hanno avuto torto a connettere direttamente il massacro colla forma monarchica, bene hanno fatto a rilevare che sinora la monarchia in Italia e venuta meno al compito altissimo dell'educazione popolare. E potremmo quasi incondizionatamente associarci alle parole pronunciate da Turati nella Camera il giorno 4 se non dovessimo protestare contro una delle solite frasi <:he talora gli sfuggono involontariamente, ma che indicano quale sia lo stato dell'animo suo. Egli volle spiegare la facilità colla quale si ricorre all' uso delle armi dalle guardie di città col fatto che tra loro sono numerosissimi gli individui impulsivi del Mezzogiorno. Orbene i fatti più evidenti gli danno torto sfacciato. Le guardie di città sono le stesse nel resto d'Italia dove non avvengono fatti tristi come quelli di Roma. A Milano furono i carabinieri a sparare e non è detto che fossero meridionali; e carabinieri sparano negli ecc.idii rurali e nessuno sinora ci ha indicato il loro luogo di origine. E in quanto alla impulsività meridionale non dimentichi l' onor. Turati che in quanto a questo l'unità è fatta .... Lo abbiamo dimostrato altra volta. Gli episodi del penultimo sciopero gener:de a Torino e a Milano; quelli gravissimi del primo a Genova, a Sestri Ponente dovrebbero imporgli silenzio. Che più? Mentre Turati denunziava l'impulsività meridionale alla Camera, la violenza impera va a Bergamo; la massima calma regnava a Palermo , a Catania, a Messina e in tutto il Mezzogiorno - meno Napoli, dove, i sindacalisti, quantunque non stimolati dalla concorrenza dei socialisti, sentirono il bisogno di protestare rumorosamente. Questa la verità , che s'impone a tutti e tutti dovrebbe indurre a malinconiche riflessioni. Rileviamo , infine , l' aridità del Presidente del Consiglio e la contraddizione del suo linguaggio alla Camera ed al Senato-giustamente deplorata! Di veramente buono non e' è stata che la condotta del Sindaco di Koma. Ernesto Nathan che ha fatto opera civile ed umana visitando i feriti .... Perciò l' on. Santini se n' è indignato e in nome de! Papa, della monarchia e della Regina Madre lo fulminerà alla riapertura della Camera ! + Fatti eloquenti e giudizi equanimi sul problema del mozzoglorno. - Raramente ci è capitato di leggere due articoli d'indole diversa e pubblicati ai due estremi d'Italia, che concordino meravigliosamente nel fine ultimo: nel dare ragione, cioè, al mezzogiorno. I due articoli, uno del sig. Bruccoleri monarchico e l'altro del sig. Mocchi repubblicano, sono stati pubblicRti nell'Ora di Palermo e nella P1·ovincia di Pavia. Per intendere esattamente il primo - Piemonte e mezzogiorno - si devono ricordare i rimproveri mossi dalla Stampa di Torino a Nitti; a Colajanni, a Fortunato, a quanti insomma hanno invocato la Hemplice parità di trattamento tra il mezzogiorno più povero e relativamente, più gravato d'imposte e il settentrione più ricco e pure tanto più favorito dall' azione dello Stato per oltre quarant'anni. La Stampa - e venne rilevato nella nostra Rivista ( Vento di follia. 15 marzo) -denunziava come a.ntipatriottica. ed antiunitaria la invocata giustizia. in pro del mezzogiorno e della Sicilia. Ora appena furono conosciuti i provvedimanti ferroviari annunziati dall' on. Bertolini e le partenze dei treni da Torino e da Milano stabilite dalla Direzioue delle Ferrovie, dalla patriottica capitale del vecchio Piemonte si levarono proteste vivacissime, e quali non si erano mai sentite nel mezzogiorno e in Sicilia per tante ingiustizie subite e per lo abbandono in cui erano state lasciate per circa mezzo secolo. Chi gridò più forte, più indignata, .più fiera più - antipatriotticttmente, secondo il modo di vedere della Stampa - fu proprio ... la Stampa di Torino. Quali le cause ella indignazione ... antipatriottica 1 Queste: i treni iu partenza da Milano direttamente per Roma guadagnavano due ore su quelli di Torino; nelle nuove costruzioni non era compreso il progetto di una .rf·,:·'.)via,che dovrebbe costare cento cinquanta milioni per congiungere Torino al mare ligure più rapidamente - cioè col guadagno di dieci minuti sulla linea attuale che unisce il Piemonte a Savona. e per il miglioramento della quale linea si faceva un preventivo di 115 milioni ... E il Bruccoleri commentava la proposta ricordando: che certe linee della Sicilia; come la Porto Empedocle - Castelvetrano, che deve riunire tra loro , regioni che non hanno altra comuniéa.zione, è stata votata da trent'anni ed ancora non è cominciata. la costruzione; che gli orari e i servizi ferroviari tra la Sicilia, il mezzogiorno, Roma e il settentrione sono semplicemente ridicoli ed indecenti. Il Bruccoleri in proposito avrebbe potuto rendere più efficace la dimostrazione aggiungendo: 1° in quanto alla rapidità delle comunicazioni a danno della Sicilia e del mezzogiorno ci sono le eloquenti dimostrazioni fatte da Maggi orino Ferra.ris nella Nuova Antologia e che noi a suo tempo abbiamo riportate; 2° in quanto agli orari e al servizio c'è la campagna iniziata da recente dal Giorna"led'Italia. Degna di attenzione l'opera del Ferraris e del giornale di Roma, perchè rappresentano difesa d' interessi meridionali fatta da uomini del Settentrione: ecco un' opera veramente unitaria! - 3° in quanto ai provvedimenti del governo relativi a ferrovie e a.d opere pubbliche rimangono inconfu tate ed inconfutabili le dimostrazioni de!Ja sperequazione nelle spese fatte da Nitti e c?e ci sembra opportuno riprodurre in questa occas10ne. SpesedelMinisterodei L. P. dal 1862 al 1897-8 Per 1000 Per un Spesatotale abitanti Km.quad. Italia settentrionale L. 827,711,812 59,398.77 7,946.46 Ferrovie . )) 1,137,323,370 81,617.28 10,918.91 In tutto L. I ,965,035, 182 141,016.05 18,865.37 Italia centrale . L. 445,979,55 I 89,743.3° 8,015.16 Ferrovie » 347, r68,578 69,86~·45 6,239.65 In tutto L. 793,166,130 159,606.75 14,254.81 Italia meridionale L. 450,187,284 53,630.69 5,849.02 Ferrovie . » 469,42 I ,2 I 5 55,922.64 6,098,91 ---- ln tutto L. 919,608,500 109,55i.73 11 ,947·93 Sicilia. . L. 168,632,061 46,799.20 6,551.36 Sardegna. » 90,369,5o7 I 17,961 ·35 3,753• 20 Ferr. per le 2 isole )) 286,778,324 65,633. 29 5,756.5 2 In tutto Italia insulare L. 545,779,893 124,909.47 10,956.48
172 RIVISTA POPOLARE E' evidente che tenendo conto della popolazione l'Italia in~ulare è stata peggio trattata d~lla Centrale e d~lla Settentrionale; in rapporto alla superficie peggio anche dell'Italia meridionale. E' dc,vero:c;nt1gg-in11gereche nell'Italia Settentrionale, 1~.Lig11ria è stata la più favorita; il Piemonte il meno. Le partite 8Ì riRtabilirebbero se a queste spese dal 1862 si ,mii-!='E'roq1;elle anteriori del Regno snbalpino; ed è giustizia riunirle perchè Cavour fece grandi opere pt1bblicbe nel Pie111onte - e ciò torna a suo onore - contraendo debiti, che pesano sull'Italia. In Aprile del 1859 in fatti nella provineie 8nbalpine c'f'rano 807 eh. di ferrovie in eserc:zio a 59 in costrnzione; 11el RPgno di N a.poli con una popolazione doppia 124 eh. in esercizio e 4 in costruzione; in S cilia O. Ora questa en(1rme differenza viene illustrata eloquentemente dalle cifre del debito pubblico che ciascuna delle parti d'Italia apportò nel debito complessivo consolidatosi uel 1862; Regno di Sardegna Regno di Napoli Sicilia L. e e 61,615,255 25,603,633 6,SOU,000 La popolazione del Regno delle due Sicilie era tripla quasi di quella del Regno di Sardegna; ma il debito di quest'ultimo era qnasi il doppio del primo! I calcoli del Nitti, che sono poi quelli uffiziali rimontano al 1898; ma la sµereq uazione ferroviaria dura come si può rilevare da questo prospetto, che togliamo dall'Italia Eco11omica. (Annuario pel 1898 pag. 268): Totale ferrovie Per 100 eh. Per 10,000 adrati abitanti Italia settentrionale K. 6,500 6,4 4,6 Centrai.! )l 3,630 5,r 5' I • Meridionale )) 3,640 5.6 4,9 li Sicilia » I ,480 5,8 4,2 n Sardegna )l 1,634 4,3 I 3,0 Totale 16,284 5,7 4,9 Colle Jeg~i per la Bai ~ata, per le Oalabrie e pel mezzogiorno; colla costruzume delle linee Castel vetrano - Porto ErnpPclor•le e Piazza Armerina - Assoro, cui si porrà mano fii 1ualcb(j mese, molte sperequazioni saranno tolte in quùsto punto, perciò noi abbiamo detto ripetutamente che da qualche anno in quà era mutata in meglio la politici:\. italiana verso il mezzogiorno e la Sicilia; e nel mutamento trovavamo un buon argomento per condannare il bestiale movimento del 11asismo. Ma le cifre su etJposte provano che c'era ragione a protestare e ad iu vocare la perequazione tra Nord e Sud. La. condott::t della Stampa, che aveva biasimato coloro cbe chiedevano giustizia mostra a luce meridiana che essa ebbe torto a biasimare e che i suoi biasimi oggi si potrebbero ritorcere contro di lei. Argomento di ruaggiore compiacimento trovammo nell'articolo del Mocchi: Al di là dell'agitazione siciliana pro Nasi. In esso si espone lucidamente e si commenta in modo sobrio ed opport11no la tela di una conferenza ten11ta dal ragioniere Pietro Usuelli. Noi siamo dolenti di non potere che accenuare apµena alla conferenza e all'articolo. Mai in giornale dell'Alta Itaiia e per opern di un settentrionale abbiamo trovato tirnta conor,cenza esatta della storia e delle condizioni psicologiche della Sicilia, che spiegano il movimento attuale del nasismo , nelle masHe popolari sincere e nou nei Huoi disonesti provoca tori e sfrnttatori. L' Usut>lli, il Mocchi insistono principalmenle ~ml sentimento regionale che fu senipre vivo nell'isola e che fo male avere compres8o artificiosamente coll'unità accentratrice; e sul falliwi,nto comµlbto dell'azio11e 111oraleed educativa della monarchia. La confereuza e l'articolo rispecchiano splendidamrnte ciò che in questa nostra onesta e modesta rivista abbiamo so stenuto per quattordici anni; ciò che in parecchie pub. blicazioni ha esposto sempre l' on. Oolajanni, che un pugno di svergognati vorrebbero gabellare Oflgi come nemico della Sicilia! Qnando nel Settentrione le conferenze e gli articoli come quelli dell'Usuelli e del Mocchi saranno più frequenti la Siciiia e il mezzogiorno sarauno meglio conosciuti e piu equamente giudicati. E con ciò si farà opera veramente pattriottica, che può cementare l'Unità morale, senza la q11ale l'unità materiale resterà un edifizio costruito sull'arena. + L'azienda ferroviaria. -Nonfurn.010 in tempo a pnbblicare nel numero scorso questa lettera che ci viene da un nostro amico abbonato conoscitore e studioso deligen te del problema ferroviario. La pu hblichiamo oggi promettendogli, che torneremo snl gravissimo problema, cui accenniamo anche oggi coll'articolo sul discorso di Sonni no. Noi per ora, dichiariamo di non consentire in tutto uel µensiero del Marsball citato dall'egregio sig. Fossati. Le ferrovie prnB::1ia11u non lo smentiscono ? Cogliamo questa occasione intanto per constatare che allR. direzione delle ferrovie si vuole prenrlere qualche provvedimento utile; ad esempio, si vorrebbero diminuire gli scandalosi sµerperi del cottimo nelle of. ficine. Ebbene: i socialisti subito ha.uno levato la voce a difesa di questi parassit,i, veri succhioni, del!' esercizio ferroviario ..... Male, male assai ! Ecco la lettera : Illustr.mo Signo,· Professore La benevole accoglienza di V. S. ad alcuue mie ossorvazioni dell'anno pas ➔ato mi sospinp;e a presentarle q neste altre, serupre intorno al personale delle ferrovie. Disse il Ministro: «....... la possibilità di nuovi mie glioramenti dipende sopratutto dal maggior rendie mento che darà all'azienda ferroviaria l'opera del e personale ...... :. Proposito nobile, sebbene esµresso cou locuzione della Meccanica industriale; ma nasconde giro VlZlf'SO. Considerata qnale un grande congegno, la massa d'uomini, le cui azioni devono coocorrere ad uno scopo economico, non può dare l'utile ma:3simo: 1.0) se eiasenna parte non abbia forma, posizione e funzioni ai.,- pr0p1·iate e ferme; 2. 0) He i collegamenti assorbano passivamente troppa energia, anzichè trasmetterne con efficacia dall'uno all'altro degli organi attivi. Si può affer1nare che l'azienda ferroviaria µos➔egga tali re· q uisiti? E ise non li h!l, è giusto, è utile concretare in forma di lagnanza verso il personale, la d1min11 zione evidente del rendimento di sua operar Sembra chg l'Ingegnere Bianchi voglia troppa imitare Marco A11relio, l'Imperatore Stoico che, se111µre intento a sacrificar sè ::1tm1so,non riusciva ad ottenere rendimento dall'opera degli altri ..... E lasciava !'ere dità a Comodo, il più bestiale dei tiranni. Dominati dalla moda di palleggi tre le re.➔ ponsabilità, par che ci si studii tutti di non ricercare la base di u11 ordinamento stabile delle ferrovie Si fa con.1e i Galli all' avvicinarsi di Ce~are : letigavano fra loro e ne faeilitarono la conquista; di elle egli stesso li derise. Ohi esamina serenamente vede bensì un'apparenza di ordinamento nella nostra azienda, ma nella realtà trova il di::1ordine più sconfortante; e ve·ìe le gare in· testine. le batracomiomachie più desolanti. Donde l'in debolimento del commercio e delle industrie, di tntto l'org,rnismo econo1nico del paese, di c11ile ferrovie sono arterie; e gli altri popoli indu,:,triali guatano la scon-• fitta ultima. • Precipitazione, tu111ultnarietà presiedettero al brnsco passaggio da.Ilo esercizio delle Uompagnie a. questo di SLato, allentando i freni a tutti gli appetiti di tutti
RIVISTA POPOLA.RE 173 quanti. Lasciamo le recriminazioni; rifacciamo daccapo, movendo da principii organici. Spogliati di qualunque pregiudizio, perchè i Vettori della Nazione non possono venire ordinati a sostituire le Imprese private dei trasporti. cosi come l'Esercito sostituiva le Compagnie di ventura? Intanto sia riconosciuto, confessate il marasma più grave: predominio di criterii cancellereschi, sovraµpo sizione di collega men ti passi vi agi i organi di energia attiva. Negli Uffici di Genova, ad esempio, dove erano fino al 1905 press' a poco 200 Impiegati, se ne trovano oggi oltre 700 ; e non bastano per i sistemi prevalsi. E' dunque troppo giusta la convinzione manifestata dall'Economista Mar:'lhall: « ....... that so soon as collectivist control had spread « so far as to cornsiderably narrow the field left for « free enterprise, tbe pressure of bureancratie methods « would impair not only the springs of materiai wealth, .. but also many of those highe·r qualil'ies of human « nature, the streugthening of which should be the e chief aim of social endeavour > (1) (Tbe Economie J ournal - Marzo 1907). E allora, percbè si lamenta il basso rendimento del personale? Illustrissimo Signor Professore, la situazione è grave; uomini come Lei dovrebbero considerarla. E perdoni se abusai della sua bontà. Genova 21 Mar{t' 1908 ♦ Suo devotissimo GIOVANNI FOSSATI La donna americana. - Le voci del prossimo matriu1onio ll'a il Duca. deu-li Abruzzi e Miss Elkins o hanno fatto venir di moda le osservazioni sulle donne americane. Su di esse molto si è seri tto fuori d' Italia: alcum ne hanno fatto un'apologia sperticata; altri ne hanno detto tutto il male possibile. Noi ci siamo ricordato di aver letto in proposito delle pagine intere~santi in un'opera di graude valore e di una indiscutibile serietà nell' Industrial Efficiency di Sadwell (2). Amiamo perciò riprodurre il parallelo che ha posto un' osservatore acuto, un grande industriale. « 0' è contrasto, scrive Sadwell, tra l'America e la Germania. In Germania si tiene conto della tradizione, dell'esperienza e della distinzione fisiologica. dei sessi che assegna a ciascuno nna differente sfera di attività; in America si trascura la tradizione e la fi::iio!ogia e prevale l'eguaglianza teorica. Nem111eno l'uguagliama; dominano le donne, auche come conHeguenza del rapporto tra l'offerta e la domanda perchè le donne in America sono meno rn1t.nerose degli uomi1ii In Germania le donne sono subordinate; iu America dominano. • e In Inghilterra la donna è più vici11a alla condizione della donna tede::ica che dell.'arnericana, quantunque il movimento è ver8o il tipo dolle donne americane. Le donne ingleoi che 11011 arna.110 ::ioLto.iietter::ii ali' nomo non ::;i maritano ... Quelle che rasscmigliaoo alle americane sono chiau:.iate henpecked (galline che beccano?) e non sono ammirata. Iu Germania la donna è ima cooperatrice (helpmeet); in America uuo stimolo. In Germania h donna rapprese11ta sempre e in tutto uu grande aiuto; in America un grande stimolo allo (1) (t a misura che il controllo collettivo si estende tanto considerevolmente da stnnget e il campo delle libere intraprese, la pressione dei metodi burocratici nuoce non solo allo sviluppo ddla ricd1ezza, ma peggiora anche a1cune delk µiù alte qualità della natura umana, 1i rinvigorimento delle quali dovrebbe essere la cura principale dello sforzo sociale ». (2) Lougrnaus et Gret.;n. Londra 19u6, Vol. 1° pag .. p a 44. sforzo, all'energia, all'intraprendenza. Entrambi i caratteri presentan•) grandi inconvenienti. Lo spoiling delle americane, qnantunque ciò ::;i traditca iu· lavoro dell'uomo (lhough it makes the men wodcs), non è buon0 per le stesse donne; rinforza di,;po:;i1.ioni e,;igenti, stravaganze, amore per l' ammirazione e i divertimenti, distacco dai doveri domestici, che in iebolisce la civitalità nazionale, la cui parola ha più valore di queila di nn romanziere o di un affrt.!tcato viaggiatore. » < Le donne inglesi sono lontane dai due eccessi e offrono spesso le virtù e i pregi del le a111ericane e Jel le tedesche: cooperano R stimolano. Ma c'è una clas-.,e di donne numerosa, che cresce, e eh' è una sorgeu te di debolezza. Esse sono ingnoranti, oziose, stravaganti; trascurano i loro i figli, le loro case; bevono e gi u0-:- cano; ce ne sono in tutte le cL1s.-;i della società. Nè in Ameri~a, nè in Germania, né in 4.ualunque altro paese ho visto le donne bere e giocare come in lnghi I terra » . Questi tratti differenziali ::;i !JO:-ìdOncompletare aggiungendo che le donne banno stabilito una grande solidarietà tra loro, specialmente 1: 1 t.nlile e che esercitano un vero potere tirannico s. uomo. Lo aveva osservato già I,l)rd Beresford, che nel do• minio del Dio Dollaro e d ,Jiù sfrenato seusualisLDo vide un segno della deca ,,1za àegli Anglo-sastwni. •·E in America l'uomo pare che non sia che un auimale destinato a fare quattrini, comunqne; e la donna una belva che in tutto i modi deve 8pend.erli. La donna non è che una sorgente di godimenti; niE:nte altro. Queste caratteristiche dei due :sessi ci spiegano le turpitudini del Wbite, la uua ucci:1ioue da parte del Thaw e la parte c, • ;u tutta la tragedia spiegò la bellissima N esbi t. Anche i giudici verso le donne mostrano una deferenza morbosa ; e le dou ne talora verdo le loro simili che hanno da rendere conto alla giudtizia spiegano un entusiasmo morboso, che se in minima parte venis.,;e spiegato dalle donne iLaliane, certamente spingerebbe i pm·itani del Nord America a designarle come degenerate undesiderables. Così un amico qualche tempo fa ci in andò un nu - mero del The New Y01 le bvening Journal (10 .Febbraio 1908) nel quale narra vasi elle una ragazza q uattordicenne ch'e aveva confessato un delitto commesso in Mineola ( Con tea di N assan) veni va visitata nella prigione da signore distiu te che vi auda vano in carrozza e le portc1,vano in dono fiori e confetti. Insomma la donna americana è la l::lorgente dei godimeu t1 e delle sventure degli uomini. Non è che una femmina rafiinatisl::lima, che non vuole più sapEirue di fare figli, perchè il fare figli ne dilllinuisce la bellezza e la condanna a cnre morali e materiali da cui rifugge. Essa non vuole t;he godere. All'uomo il dovere di pro• curargli oro, oro, oro. Perciò Roosevelt ha cominciato a staffilarle. NOI ,. Una fase nuova della lotta economica.- Gli appnltatori e proprietari dei cantieri di muratura a Pa_rigi hanno proclamato la serrata , coutro i loro operai. Da parte !oro i tagliatori e hworatori di diamanti ad Anversa hanno d1e,h1arato lo sciopero che dovrà durare fino al 6 1Uaggio, giorno nel quale essi presenteranno ai padroni la ricl..11esta di aumento del 20 °/ 0 del salario. E a Genova i facchini del porto ricominciano ad agitarsi perchè le bellne, le macchine scaricatrici fanno loro, una concorrenza d18a8tro8a, e che essi non potevano µrevedere quando 1ml 1904 1:irwarono il contratto, perchè le benne non c'erano. Ci sembra che q uedti tre epil::lodi del fenomeno so ciale che ora si r3v0lge merit1110 un po' d1 attenzione;
174 RIVISTA POPOLA RE anche perchè si svolgono fra uomm1 ed organizazioni potenti , evolute e conscie della loro potenza e delle loro responsabilità sociali. La serrata dei proprietari parigini è capitanata dal Villemin, grosso e notissimo appaltatore di costruzioni, anzi il più forte fra gh appaltatori parigini, e gl' industriali, quasi tutti, lo hanno seguito nella sua mossa contro il sindacato dei muratori. ~J' la classe propri~- taria che, finalmente organizatasi, intende fronteggiare le rivendicazioni degli operai a loro volta potentemente organizzati. Gli operai, dal primo grandioso sciopero dei manovali nel 1888, hanno sempre continuato la ascensione lenta dei miglioramenti nel loro lavoro, aumenti di paghe , diminuizione di lavoro , riconoscimento della loro organizazione, conquista di altri diritti minori. E fin'ora la classe padronale non si era trovata male dei miglioramenti degli operai. Ma un fatto nuovo è intervenuto : una forte crisi nella industria edilizia. Molti cantieri a Parigi erano chiusi già da sei settimane, da due mesi e più prima che il 6 p. p. gli appaltatori dichiarassero la serrata. Visto che dinanzi ad una minaccia di riduzione di paghe gli operai non intendevano dichiarare lo sciopero-che avrebbe aiutato gli industriali a superare la crisi , rovinando i lavoratori - la federazione dei costruttori della Senna ha chiuso i cantieri. Gli operai non se ne sono molto allarmati. Essi conoscono le condizioni dei proprietari, e là dove possono - poichè n()n tutti gli appaltatori hanno aderito alla serrata - lavorano. N aturahnente il Villemin ha uno scopo, che la Confederazione Generale del Lavoro, ha lnmeggiato subito in un manifesto. Il Villemin ed il Sulè sperano che la serrata rovinerà molti dei piccoli appaltatori , che sono il bruscolo negli occhi ai grossi industriali, e faciliterà a questi ultimi la formazioue di quel trust che è, nel loro sogno, la grande arma contro la organizazione operaia ed il mezzo di accaparrare tutto il mercato edilizio del dipartimento della Senna. Gli operai, conosciuto il gioco, non ci si prestano. Le organizazioni che per il loro carattere hanno rapporti con le costruzioni prenderanno misure atte a sostenere la passiva resistenza degli operai alla serrata. E già hanno votato i soccorsi in denaro .,Jr lo stabilimento di cucine comuniste a. favore dei serrati. Questi dal canto loro evitano ogni tumult.o, ogni atto , ogni violenza , anche parziale , che possa dare origine ad una qualsiasi repressione che spezzerebbe l'accordo dei lavoratori rendendo cosi possibile la vittoria dei proprietari. Gli operai diamantieri d' Anversa. hanno fatto essi lo sciopero : ma la ragione economica è la stessa che ha provocata la serrata padronale a Parigi , la crisi nella industria dei diamanti. I proprietari delle taglierie intendevano diminuire i salari dei loro operai, adducendo a pretesto la recente crisi, che è stata, in verità, asprissima. Sennonchè il periodo duro è passato e gli opera.i non intendono pagare essi lo scotto dei cattivi affari con perdite sulla loro mano d'opera. I facchini carbonai di Genova sono mossi dal medesimo desiderio di non eeisere sacrificati nella lotta economica; ed i minatori del Belgio hanno cominciato a sospendere il loro lavoro per un giorno la settimana a fine di non aumentare lo stock del carbone in depo· sito. Aumento che provoca poi le grandi crisi delle quali i proprietari profittano per tentare di togliere, e togliere agli operai i miglioramenti da loro con tanta pena realizzati. La nuova fase della lotta economica si accenna dnnque in questo senso: grandi organizazioni padronali ed operaie che si pongono di fronte, e mirano non più all'interesse immediato ; ma a conquiste a lunga sca- ,denza ed a mantenere intatti i diritti acquisiti. , Fino ad ora la lotta operaia si limitò alla organizazione ed alla conquista di miglioramenti immediati; aumento di salari, diminuizione di ore di lavoro, affermazione e conquista di diritti. Ora, la lotta diventa più alta, ed ha finalità più lontane ma più radicali. E q ·iesta lotta è combattuta dalle orgauizazioni più evolute, e finanziariamente, più forti non solo; ma anche al difuori di ogni tendenza ed ingerenza politica. Ciò che è, evidentemente un fenomeno nuovo nella lotta sociale, e degno di studio, poichè non bisogna dimenticare che le • Tr·ade- Unions Inglesi che per I ungo tempo adottarono e seguirono la tattica a-politica; sembrano ora volersi mettere su la via dalla quale le organizazioni operaie del continente tendono ad allontanarsi; mentre che i proprietari che fino ad ieri combatterono isolatamente, e con l'aiuto dei soli governi, gli operai; ora si coalizano ed hanno I' aria di volere lasciar da parte l' aiuto dei governi per ricorrere al1' arma, forse più efficace, deila pura lotta economica. Il che doveva essere segnalato. + Le riforme nella Macedonia. - Dnnqne la faccenda delle due proposte , la Inglese e la Russa, che parevano il'reconciliabili, è ormai definita. Il libro bianco pubblicato dal Ministero degli Esteri Inglese, constata che i due progetti s'integranv. Naturalmente, da gente pratica, gli Inglesi si preoccupano del denaro. Nè l'osservazione è superflua. Fiuchè non ci saranno mezzi per pagare il grosso contingente di truppe che la Turchia mantiene in Ma~edonia, le truppe stesse, dovendo vivere sul paese, saranno nn elemento di disordine. L'Inghilterra propone che garantita dalle potenze Europee !'.integrità della Macedonia e la sovranità della Turchia su questa provincia, la Turchia stessa ritiri la maggior parte delle sue truppe, e che il compito del mantenimento dell'ordine sia affidato ad un più numeroso corpo di gendarmeria , a quel corpo che sarà, ora, in successione al generale De Giorgia comandato dal Rob: llant. Là dove l'Inghilterra insiste sul mantenimento delle sue proposte è a proposito della riforma giudiziaria, che la Turchia non ha compiuto e non ha alcuna intenzione di compiere. Naturalmente gli A11striaci gelosi di ogni possibilità di preponderanza Russa nei paesi Balcanici caldeggiano l'accettazione della nota Inglese nella sua prima redazione , redazione che le potenze no11 in tendevano accettare. Tuttavia. la questione finanziaria, com' è prospettata dall'Inghilterra, dà molto a pensare. La Macedonia è, per natura, un paese povero; lo stato di disordine sul quale ormai da più di venticinque anni si dibatte l'ha. impoverita ancor più. Bande Greche, Bulgare, briganti Macedoni, soldati Turchi vi si danno costantemente battaglia, e chi paga lo scotto di tutte le ire e di tutti i conflitti è la popolazione Macedone. Su tutto questo Hilmi poscia, il bravo generale turco, sempre disposto - da buon fedele del Corano- a dar ragione ai ladroni cenciosi eh' egli comanda , contro i coni infedeli all'opera de' quali mette ad ogni istante bastoni nelle ruote. Una volta, molto tempo fa, fu ventilata l'idea di fare della Macedonia un principato quasi indipendente, ma l' idea era troppo bella e d'altronde la Turchia mal s'adatterebbe a .vedersi crescere intorno gli indipendenti alla reale autorità del Sultano. La nota Russa che accetta l'aumento della gendarmeria , che propone la creazione delle guardie rurali, e suggerisce la istituzione della Commissione delle finanze, e la estensione dei poteri agli agenti civili, ed agli agenti aggiunti della gendarmeria, dovrà forzatamente essere integrata dalle proposte inglesi , a proposito dei mezzi per pagare soldati , agenti , ge~- darmi e guardie rurali. E l'Inghilterra , che vede 11 vero ostacolo alle riforme , nella voluta spilorceria turca insiste su questa parte della sua nota , men tre per tutto il resto, conviene di essere d'accordo con la
RIVISTA POPOLARE 175 Rnssia. E la faccenda si accomoderà del tutto, almeno dal lato delle potenze Europee: quanto alle condizioni interne del paese; al vero stato delle cose uon è probabile che gli abitanti ne risentiranno grandi van• taggi. Hilmi pascià è li\ ad osservare che niente si faccia di serio, in fatto di riforme, per la Macedonia; perchè qnesto è, i11 fondo, l'interesse della Turchia e la volontà del Sultano. Note su note, progetti su progetti , proposte su proposte , finchè rimangono su la carta; sta bene; quanto poi al trad11rle in atto, no le riforme della Macedonia, la renderebbero troppo indipendente dal potere di Ildiz Kio8k, e il Su I tano che, non è uno stupido, non vuole che questo possa accadere. Dunque? Tempo perduto e carta sciupata, finchè i paesi Bal~anici non si decideranno a liberarsi, concordemente, uoa buona volta, della Turchia. Poiché questa sola è la soluzione reale : e le potenze Europee, lo sanno, ma non lo dicono e ritardano esse p11re l' aumento di questo stato di cose perchè ..... chi le sai ve rebbe poi dalle z11ffe,e <lai peggio che deriverebbero dalla inevitabile gelosia? + I llbertloldl. - Una breve notizia ha fatto il corso dei giornali « Un decreto dello T::;ar, h:-1.sciolto la Dieta finlande~e » Commenti; nessuno. Forse ciò è breve, poichè l' atto enorme non ne ha bisogno. La Finlandia, aveva pot11to fin ad oggi, con grande pena e sacrifici conservare la sua autonomia: quella. autononomia che le era stata concessa da Pietro il Grande, e riconosciuta poi da tutti i successori. Ora il man- • sueto Nicola (198 impiccati in due mesi) scioglie la Dieta, dopo avere riewpito il paese di sue truppe. E già se ne vedeva gli effetti. Nove deputati socialisti sono stati arrestati; si sono istituite le corti marziali, e lo stato d'assedio è stato applicato senza proclamazione. Il mansueto Nicola (1138 co· danne politiche in due mesi) spera di poter dire, prima di crepare: la libertà 1iella Finlandia è morta I I nostri graziosi amici e cari alleati Tedeschi procedono con eguale franchezza contro i polacchi, Nli Alsaziani e i Lorenesi. Il Reichstag ha approvato • legge che concede, soltanto per ancora venti anni l'uso delle lingue nazionali in Polonia, in Lituania, e nel1'Alsazia-Lorena. Fra venti anni la lingua di questi popoli, non dovrà più essere parlata da loro: essi dovranno essere in tutto e per tutto tedeschi. E non solo, ma per i Polacchi è anche questione di religione. L'agitazione nazionale, è per loro anche questione di fede. Essi non vogliono essere tedeschi e non vogliono essere protestanti. Bulow è ora a Roma, e vedrà il Papa. Fino ad oggi il clero Polacco è stato alla testa della resistenza alla germanizzaziene: si può star certi che dopo :1a visita del tedesco g,ll'ottimo Pio X questi troverà che il clero non si deve impacciare di politica. e che quindi la ragione del più forte diventa diritto e i Polacchi non hanno che da tacere. Il tedesco ha trovato il mezzo ai toglier loro le case, le terre il fuoco; toglie ora loro la lingua, e, con l'aiuto del Papa la Chiesa. La guarra alle libertà nazionali procede serr1:1.tae vittoriosa per gli oppressori. Fino a quando? + Le soiooohezze di Roosevelt.-1!,ino a poco tempo fa Roosevelt apparve come un' uomo serio. Un uomo dai saldi princip1, energico e forte , contro cui si spuntivano le armi dei trustaioli e dei ca'.'llorristi del suo paese Un uomo dalla volontà dura e diritta, e dalla parola meditatamente audace, risoluta, tagliente. Ma pare ora, che gli allori colti sul campo della eloquenza dal suo amico il Kaiser gli turbino i sonni, e anche lui si mette ora a parlare a sproposito. Ecco quà.: ora egli se la piglia con gli anarchici. Ci sarebbe da credere che, dato il passato dell'uomo, egli fosse venuto a dire cose nuove: ma no, disgraziatamente per lui, no ; egli rifrigge vecchie idee della vecchissima Europa. Nel suo nuovo messaggio al Congresso egli invoca leggi di repressione contro gli anarchici. Proibizione delle pubblicnzioni anarchiche: proibizione di riunioni di anarchici, rifiuto postale alla circolazione di stampa ti anarchici, e finalmente proibizione agli anarchici di sbarcare in America. C'è da dimandarsi se a Roosevelt non abbia fatto lezione, il ma.neueto Nicola di Russia. Roosevelt dichiara che dinanzi alla questione anarchica tutte le altre , di vantano secondarie ; la società. ha da difendersi contro la crimin~lità anarchica che è la più temibile di tntte; quindi: leggi eccezionali. Risultato pratico ? Non potranno sbarcare in America Kropotkine , Turner , Grave, Mac Dona.Id, Gori che sono pensatori, seri, calmi; filosofi; uomini la cui opera di critica e di studio è pure un contributo g1·ande al progresso delle idee nella umanità; nè potranno circolarvi i loro libri, i quali non predica.no la violenza, ma si fanno pensare : e potranno invece sbarcarvi e vi sbarcheranno indisturbati Tizio , Caio, Sempronio, sconosciuti, e fra qqaJi potrà anche trovarsi il fanatico o il delinquente che considera unica parola dell' Anarchia la tomba o il pugnale; e vi circoleranno liberamente gli opuscoli e giornali clandestiui i quali appunto come tutte le cose clandestine non rappresenteranno che il lato riprovevole dell'anarchia , quel lato stesso che i pensatori anarchici combattono. Anche Roosevelt, ora, si mette a predicare senza riflettere , e , naturalmente , dice delle sciocchezze. Peccato I a. a. Lecon~izioni ~el~ilancio ~-e110 Stato Da qualche t~mpo si elevano dubbi e timori sulla solidità del bilancio dello Stato. Quando colla conversione della rendita si credeva di averlo stabilmente migliorato per una lunga serie di anni si cominciano invece a fare sinistre previsioni per un avvenire prossimo. Alle sette annate grasse seguiranno tra breve le sette annate magre ? Queslo è il pensiero dell' on. Rubini, un finanziere rigido; e tale pensiero lo indusse a dimettersi dalla Presidenza della Giunta del bilancio dove stava degnamente da pochi anni. Nè diversa è l'opinione dell' on. Wollemborg, eh' è un acuto osservatore, cui si rimprovera un pessimismo generato dalla nostalgia del potere, ma che realmente ha dato pruova sempre di aver indagato con precisione le condizioni del bilancio. Ultimo è venuto, tra li uomini autorevoli e di reale competenza l'on. Sonnino; il quale col suo discorso veramente •importante pronunziato il 31 scorso ha ripetuto quel grido di allarme che nel 1894, mentre era ministro del tesoro, salvò la finanza italiana mercè i provvedimenli proposti e fatti votare da lui. Noi crediamo di fare opera doverosa riproducendo, talora integralmeute i punti principali della calma ma severa requisitoria nella discussione del bilancio della marina, che a nostro avviso avrebbe trovato sede più opportuna in un'altra discussione d' indole più generale ed essenzialmente finanziaria. • Un punto delicato toccato da principio dall'onorevole Sonni no è quello della forma scorretta come sono proposti alcuni aumenti di spesa, in sede di bilancio; forma scorretta, che, trattandosi di spese militari, alcuni credono che venga se_guita per ra-
176 RIVISTA POPOLARE gioni di politica estera; altri, invece, suppongono che vi si ricorra per fare ingoiare le pillole amare al paese senza che esso se ne accorga. Noi crediamo che il secondo motivo sia quello reale, non volendo supporre noi nostri ministri la ingenuità infantile di nascondere all'Austria, che noi cerchiamo di armarci senza farglielo sapere. [ bilanci di uno Stato, oramai non sono più documenti segreti e vengono studiati e comparati dagli altri Stati con una diligenza maggiore di quella che vi pongono i deputati e i giornalisti nazionali. Chi volesse poi nascondere le costruzioni navali, le fortificazioni nuove, le commissiorri di cannoni alla potenza che da tali prorvedimenti si credesse minacciato, rassomiglierebbe davvero a Pulcinella che volesse mantenere i segreti ... a tutti noti. Il governo italiano, che realmente ricorresse a tali espedienti per fare ignorare, cui interessa, che esso si arma; da un lato farebbe opera vana e dall'altro darebbe pruova di una mancanza di dignità altamente biasimevole. Forse l'ammiraglio Montecuccoli ha fatto un mistero dei duecento milioni chiesti ed ottenuti per rinvigorire la flotta austriaca? Forse ha ricòrso~ad infingimenti ridicoli nell.' additare l'obbiettivo da colpire, la flotta italiana, se quella austriaca dovesse essere chiamata ad agire? Noi pensiamo, quindi, che il governo italiano abbia aumentato il bilancio della mar1na alla chetichella e senza una legge speciale, come si era fotto per lo passato, per non allarmare i contribuenti italiani che non hanno alcuoa simpatia colle spese militari. • Di che gli va dato biasimo esplicito; cd ha avuto ragione l' on. Sonnino di chiedere al ministro del Tesoro ed a quello della marina , spiegazioni in proposito. . « Mi sembra procedimento scorretto, dice il deputato per S. Casciano, il modificare in sede di legge di bilancio le cifre di conwlidamento della spesa annua stabilita per una serie di esercizi da leggi speciali. Con questo m·etodo ogni consolidamento diventa assolutamente irrisorio, servendo soltanto a confondere le competenze dei vari esercizi anche in fatto di spese ordinarie, senza giovare affatto nè come stimolo alla economia e alla migliore amministrazione, nè come garanzia del sindacato parlamentare sulla situazione finanziaria generale >). cc Mi sembra inoltre procedimento scorretto l'impegnare in sede di bilancio una nuova ingente spesa per costru7.ione di due o più grosse navi, senza che la Camera abbia notizia alcuna, nè modo di deliberare intorno al come e al quando si provvederà alla relativa spesa >l. cc Una legge speciale deve considerare necessariamente l'insieme degli impegni di cui si tratti, esaminandone l'entità e l'importanza in relazione con tutta quanta la situazione fìnanziaria e col movimento generale degli oneri, sia normali sia straordinari, permanenti o transitori, che pesano sopra una serie di bilanci; - essa si occupa quindi, ove sia n~cessario, del reparto del totale della spesa tra le vane competenze annuali. La legge di bilancio invece non considera che una singola competenza e in relazione ad ogni spesa, nuova o vecchia che sia, non con tempia che lo stanziamento che ricade su quello speciale dello esercizio fìnanziario ». <<. J:>e,rqueste e consimlli ragioni la legge di contab1lita generale dello Stato prescrive che occorre una legge sp~cia~e per_ l'approvazione di qualunque spesa straordmana denvante da causa nuova e che ecceda le 30 mi la lire prima che detta spesa possa essere in tutto od in parte compresa nei bilanci ». « E quel che non è permesso fare per una spesuccia nuova di 35 mila lire, dovrebbe ora per la prima volte considerarsi corretto e regolare quando si tratta di mutare per diecine di milioni le cifre di consolidamento di un intero bilancio stabilite solennemente per una serie di anni da leggi spesciali? >> << In questa distinzione tra legge di bilancio e legge speciale sta pure racchiusa una importante garenzia delle funzioni di freno e di controllu che sono prerogative del Senato. Non occorre che io vi ricordi le vecchie lorte intorno alla questione del tacking in Inghilterra e nelle sue colonie, questione relativa appunto a procedimenti analoghi a quelli che qui vediamo praticati. I migli~ri scrittori di diritto costituzionale condannano questo procedere. Hallam nella sua classica opera sulla costituzione inglese considera il tacking come cc un espediente riprovevole,antiparlamentare, e che tende alla distruzione della cosrituzione ,J. << Io mi domando: perchè dobbiamo sempre voler fare in forma scorretta e non riguardosa delle buone regole parlamentari ciò che si può, senza andare incontro ad alcuna difficoltà maggiore, tare correttamente e lealmente alla luce del sole? La Marina serbi g!i stratagemmi e le sorprese pe::l giorno dei cimenti contro i nemici d'lta,ia. Verso il Parlamento varrebbe meglio usare meno astuzie e più sincerità; con che si desterebbe nella rappresentanza nazionale insieme con quella maggiore fiducia che proviene dal sicuro esercizio delle proprie facoità di sindacato, un senso più vivo di corresponsabilità e di solidarietà col Governo nell'efficiente ordinamento della difesa militare sia di mare sia di terra, a garenzia della incolumità della patria. E l'on. Sonnino dopo avere insistito sulla vanità del tentativo di nascondere all' Au_stria, che noi armiamo continua: « Questo guanto alla forma delle vostre proposte che trovo condannevole perchè crea un precedente pericoloso per l'efficienza del sindacato parlamen - tare sulla spesa, e perchè manca di sincerità in quanto vuol fare apparire consolidata la spesa per la marina militare nella cifra annua di 142 milioni mentre effettivamente ci s'impegna per almeno 18 milioni di più, dato anche che si voglia limitare nel triennio alle sole due grosse navi A. e C. ». Nè le interruzioni dell'on. Giolitti, nè i discorsi dell' on. Rocco e dell' on. Adotta - relatore del bilancio della marina -- poterono attenuare la impressione fatta dalle critice assennate dall'on. Sonnino su questa quistione di buona norma costituzionàle; critiche che hanno base incrollabile nella legge di contabilità e nella co~idetta legge di consolidamento della spesa per la marina. Se il consolidamento non si vuole più, lo si deve dichiarare ..... + In quanto alla sostanza, cioè alle condizioni reali del bilancio, non furono meno fondate le osservazioni dell'oratore del Centro, che col suo discorso ultimo si prese una buona rivincita di quello disgraziato sull'insegnamento religioso. « Gli stati di previsione pel 1908-09, presentati alla Camera dal ministro del Tesoro il 28 novembre scorso davano: un avanzo n.ella' Categ. r :i di milioni + 54,74 una defìcienza nella Categ. 2:i di milioni 13,11 una differenza attiva nella Categ. 3:i di milioni + 1,75 onde un avanzo totale di milioni + 43,38
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