160 RIVISTA POPOLARE tenta di assassinare Robepsierre, e con Carlotta Corday, che il I3 luglio 1793 finì di pugnale Marat. Questa figura di donna che a venticinque anni arma la mano omicida è invano rievocata dall'arte potente di Enrico Corradini tra le platee ignare, ma trova riscontro nelle giovani martiri della rivoluzione russa. L'esaltazione della :onna quando le febbri de! cervello, lo spasmo nevrotico, la pulsazione violenta nelle ore veementi di passioni sconvol-. gono ogni fibra , tutti travolgendo nell' orgasmo rivoluzionario, è il più efficace indice dei rivolgimenti della psiche colletti va. Nel processo per l'assassinio dello ézar Alessandro II risultò che la vera organizzatrice del regicidio fu la Perowskaja. La c~ratteristica del regicidio nei tempi nostri è il perfezionamento della macchina infernale adoperata da Fieschi nell'attentato contro Luigi Filippo il 28 luglio 1835. Certo non mancano oggi gli attentati con mano armata di pugnale, ma il maggior numero dei regicidi i viene progettato con la bomba, quale strumento di distruzione più perfetto e più potente. Ne siano esempi la Russta e la Spagna, dove l'uso della dinamite è continuo. Gli esempi di regicidi dovuti quasi tutti ad anarchici, tra i più recenti, falliti e riusciti, sono quelli di Passannante, che attentò alla visa di Re Umberto nel 1879, ferendo il ministro Cairoli; del Guiteau, che nel 1881 assassinò il !"'residente degli Stati Uniti d'America; di Lega, che nel 1894 attentò alla vita di Francesco Cris?i; di Caserio che a pochi giorni di distanza dall'attentato del Lega assassinò il presidente della Repubblica Fraricese Carnòt; di Acciarito che attentò_ alla vita di Re Umberto; di Angiolillo che nell'agosto del 1896 pugnalò Canovas del Castillo di Bresci che ammazzò Umberto nel 29 luglio 1900; di Luccbeni che nel 1902 scannò · in Ginevra l' Imperatrice d'Austria Elisabetta; di altri sconosciuti fu opera l'assassinio del ministro Plewhe in Mosca, nell'agosto 1904- E' recentissimo il ricordo dell'attentato contro il Re di Spagna, in Madrid, in occasione del suo matrimonio. E' morto di recente a Buenos Ayres il Carra, che ammazzò il duca di Modena. • L'attentato con la dinamite è di più difficile riuscita, per quanto possa illudere il reo di strage più sicura e completa. Gli anarchici, perciò, preferiscono il coltello, che richiede rare qualità di delinquente, nell'::iffrontare la vittima. 1 caratteri dei regicidi, secondo il Regis, sarebbero: un fondo di squilibrio ~entale, con misticismo religioso-politico; nel compiere l'attentato s'aggirano attorno ai tren t' anni , di poco avendo! i sorpassati appena qualche volta; la maggior parte di essi passano da un mestiere all' altro, da un·occupazione ali' altra, dimostrando irrequietudine e volubilità; ordinariamente sono letterati e qualche volta colti; credono che la loro vita sia dovuta a una missione da compiere, a un'impresa da tradurre in effetto; soffrono allucinazioni e vanno soggetti al delirio di persecusione di cui l' aggressività è, a nn certo momento, l'effetto; desiderano e cercano una certa ·teatralità nel momento che colpiscono la vittima, tra la calca del pubblico, ostentatamente; si compiacciono .dei giornali, dei giudici, e perfino di coloro che li hanno in consegna, godendo di vedere che interessano; spesso compirono delitti anteriori. Pare scartabile la teoria !ambrosiana del suicidio indiretto; i regicidi vogliono attuare la uccisione a cui si credono destinati, e se il colpo fallisce tentano di porsi in salvo. Di fronte e fìgure così lugubremente trag.iche, la natura volle po ·re, al solito, la caricature: i falsi rigicidi. Così di Mariotti che nel dicembre 1885 simulò un attentato contro il ministro Freycinet, per obbligarlo a rendergli giustizia di suoi pretesi diritti in un giudizio intentato, null'altro desiderando che di richiamare su di sè l' attenzione. Lo stesso dicasi di Perri n, che nel giorno dell'apertura dell'esposizione tirò a vuoto sulla vettura del Presidente, per attira re l'attenzione e arrivare così a farsi rendere giustizia. Concludendo, il regicidio più pericoloso è quello cbe si compie quando c'è grande fermento politico, perchè allora genera morbose correnti di simpatia per il delitto, contgo le quali nulla vale. (1) Due regicidii ai tempi nostri, recentissimi, pur profondamente di versi, si assomigliano sotto un certo aspetto: quello della Serbia e quello del Portogallo. Re Alessandro e la Regina Drago ammazzati prepararono il trono a Re Pietro dopo che il paese fu agitato e subì i più gravi rivolgimenti e sconvolgimenti della pubblica coscienza ; don Carlos e il fìglio caddero vittime delle aberrazioni di Jào Franco, per cui tutta la politica di oggi può, dal punto di vista dell' cx dittatore, dirsi un'apologia del regicidio. Resta pur vero il fiero monito di Rastignac all'indomani dell'ultimo regicidio: • Il delitto politico .. comincia là dove comincia la lotta diretta tra il « capo dello stato e il popolo, là dove il capo dello " stato e il popolo non sono più due idee, ma due "personaggi armati, l'uno contro l'altro, nel fine • di difendere l'uno le prerogative, l'altro le libertà • ed affermare nel trionfo l'autorità e il prestigio « di un nome, l'autorità e il prestigio di un delitto >. Ma, per quanto grave possa essere la provocazione il delitto resta delitto, prima di tutto per ragioni intrinseche e sopratutto per l'a:-gomento sovrano in materia di regicidio: argomento mai abbastanza illustrato, mai abbastanza ripetuto. Non è ragionevolmente possibile che un uomo tenga in pugno i 1 governo: egli non può essere che un indice, un esponente di un assai complessa necessità storica. In tutta la storia del mondo mai nessun colpo di pugnale, nessun piombo di carabina, nessuna esplosione di bomba valse a restituire la libertà a un popolo serl'o: il regicidio lascia sempre , a conti fatti, il tempo che trova. Il regicidio dà alla monarchia l'aureola del martirio: l'assassi1,io è passato, e i Braganza restarono. La posizione logica che consenta l'esame del re gicidio è questa: è un reato, un delitto, un assassinio condannevole si o no? Ma non è razionalmente possibile il sistema di Cicerone che chiamava boni quelli che la pensa vano come lui e mali gli altri. E chiudiamo col Calvi: " A noi rimane da ~ affermare ora e sempre, che l'assasinio è sempre .. assassinio, chiunque lo commetta, qualunque la « causa che lo determina e qualunque l'intento che " vogliasi raggiungere con quello. -- Ahimè il tro- < varsi ancora a discutere tale quisti,me dice quanto • siamo tuttavia poco progrediti. Con i nostri bene • levigati costumi, con tutto il nostro cristiane·simo, « siamo ancora come centauri della favola, mezze e belve dalla cintola in giù, - e forse siamo anche e pegg10 >. O. B. ( 1) Le precauzioni al passaggio dello Czar (Rivista penale, gennaio 1904): norme di polizia, 16 luglio 1903. l< Quattro giorni prima si devono visitare tutte le case entro il raggio di un chilometro dalla strada che percorre lo czar. Le case non abitate sono chiuse e le porte inchiodate fino a che non sia seguito il passaggio - Ventiquattr'ore innanzi gli agenti si re..:ano in ogni casa e fanno in-:hiodare le finestre che guardano sulla via - Quattro· ore avanti al passaggio si schierano i cordoni , e la polizia arre.Ha tutte le pt!rsone sconosciute.
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