156 RIVISTA POPOLARE datura all'on. Nasi. Ora occorre sapere: Girgenti e Porto Empedocle sone le due grosse, ma incor.ciliabili sezioni del collegio: una ha sempre votato contro il candidato dell'altro, Soltanto roichè quella di Girgenti è più numercsa di elettori, l'altra è nm::ista sonnolente. Gli ultimi esperimenti fatti ri • spettivamentc coi nomi del giovane avvocato Gallo e del professore Scaduto ne sono la riprova. Che cosa poteva s:gnificare il Nasi? Una nuova insperata probabilità di successo per la frazione in mi11oranza. Ecco, Jungue, il principale fattore della agitazione presente, la lotta feroce della minoranza che, raccogliendo i voti degli amici, dti commossi dulia sventura confida di raggiungere il trionfo. Che farà Colajanni ? Probabi 1mente -- ..:osì auguriamo - lascierà provare. Esprimiamo l' uugur10 pcrchè altra volta, per sentimento squisito di deferenza verso gh elettori, egli ha voluto, davanti uno di questi tumulti momentanei, inttrroga~e la volontà della maggioranza. Su J1 questa non può esservi dubbio. Sc::mbra poi ùavvtro civilmente utile non inacerbire, come una elezione farebbe, i ..:untrasti che ancora si palesano e che sono già minori· di qualchi; settimana fa, minori di quanto si fantasticava da pan:cchi .. Nar-oleone Colaj,rnni si deve sentire fortificato, oltre che dalla sua coscH~nza, dalla buona :,ompagnia in cui sì trova. Jn fondo il marchese di RuJinì, l'on. Di Trabia, Alessaadro Tasca hanno rice"vuto quasi gli stessi ri!J1proveri di lui. Ora, a chi si potrà tar credere lungamente che essi siano diventati i nemici ddla S~cilia? Unanobilelettera Tra le innumerevoli lettere e telegsammi pervenuti all'on. Colajanni da ogni parte della Sicilia, da sodalizi e da privati, da Rap1:;ardi agli umilissimi operai, e che non, possiamo pubblic'lfe' per motivi di delicatezza fadlmeote comprensibili , ne riproduciamo una per l'elevata posizione sociale di chi la scrive, per la sua grande notorietà, per la benehca influenza, che certamente eserciterà su tuta la ~icilia e con particolarità. nella provincia di Palermo; la pubblichiamo principalmente perchè non è di lode àll'on. Colajanni, ma insiste sui pericoli da quest'ultimo intravvisti. E' di Carlo Pintacuda, che non ha bisogno di alcuna presentazione. Onorevule Sig. Professore, Finisco di leggere tutto d'un tiato l'articolo a di Lei tirma, pubblicato nel 5.0 numero della Rivista popolare, e che conferma le idee già svolte in altro precedente numero dello stesso periodico.- Fra le insane manifestazione di molti che gridano e tumultuano, il pauroso silenzio dei moltissimi, che tacciono e lasciano fare, la di Lei voce solitaria è come un faro luminoso di schietta verità e di elevato coraggio civile. Quella lettura mi ha confortato l' animo, sollevandolo molto al di sopra del mare magno di transazioni codarde, quale è pur troppo ridotto il campo politico della nostra povera ltalia. Dove si vuole andare? Son forse cancellati i luttuosi ricordi delle funeste giornate di Palermo nel Settembre 1866? E quelli che seminano la zizzania, che spingono all'odio ed ai tumulti, hanno forse valutato le pcrigliose conseguenze, alle quali spingono le masse incoscienti ed impulsi ve? e non sanno che alla coda degli scolari schiamazzanti, dei malcontenti d'ogni specie, si agita e fermenta la marmaglia della mala vita, triste retaggio di tanti secoli di servaggio e di corruzione? Il giorno che i tumulti trascendessero in ribellione, e la repressione, per quanto leggittima, divenisse dolorosamente sanguinosa, i soli a gioirne sarebbero i nemici d'Italia, i nemici interni e gli esterni. Che Dio li disperda ! lo son d'accordo con Lei che la personalità di Nasi è per molti un pretesto, un'occasione per accattar facile popolarìta e farsene sgabello alla propria insodisfatta ambizione pet senale. . . Quante mediocrità che si atteggiano a difensori della Sicilia! Quar1ti oscuri Carneadi, che vanno in cerca di rinomanza. E cosi fra i volgari ambir_iosi che vanno in cerca di popolarità eJ i timidi ambir_iosi che hanno paura di perderla, il risult~~o è questo: che di fronte al mondo civile la Sic1ha noscra può sembrare rappresentata da qucst' orda di forsennati r Il processo avrà avuto un effetto buono, quello di rendere impossibile l'ascensione al potere d'un uomo pericoloso per la sua ambizione e per la sua temerità. Temo però che possa avere anche un altro etfetto cattivo, quello di dare un capo audace a~ una folla incosciente ed impulsiva, della quale e~h vorrà forse servirsi per fare, a danno della patria, le sue vendette. • Accolga, egregio Signore, questi miei sfoghi, che ho lungamente ~compresso nell'animo esukeratot questi sfogi d'un vecchio garibaldino del 1860, eh~ serba fede inconcussa nell'Unità della Patria, ne altro sogno che la sua libertà e la sua completa redenzione. Mi dico con distinta stlma. Ji Lt:i dev.m0 CARLO P1N1ACUDA Il~artrit~o~u~~licano è un~artnitor~~~s Roberto Michels nelle poche ed affrettate pagit~e dedicate, nel suo volume sul Proletariato e Borghesia nel movimento socialista italiano, al partito repub: blicano cade in non poche inesattezze deplorevoh in un lavoro che vuol presentarsi come un serio contributo scientifico allo studio dei partiti politici nel nostro paese. Egli , straniero e socialista , ha avuto il torto di circoscrivere il suo studio ad un lato solo del fenomeno politico italiano e di ser~irs~ esclusivamente delle relazioni, delle informaz1on1 e dei giudizi i dei suoi compagni di fede. Eppure ~e origini e lo sviluppo del partito :-;ocialista hanno tn Italia così stretta relazione col movimento repubblicano e mazziniano che, se non si voleva cadere nell'unilateralità, non si poteva studiare l'uno senza studiare anche l' altro. Ciò avrebbe impedìto al Michels di atfermare che il partito repubblicano conservò la sua forza principalmente nella p1~cola borghesia e che esso è di quintessenza numerica e psicologica spiccatamente piccolo-borghese: che nel programma repubblicano l'azione sociale fu sempre posposta alla politica; che il partito repubblicano è da qualche anno in manifesta decadenza. Mi permetto di confutare brevemente - come solo me lo consente il limitato tempo - le affermazioni del Michels. Benchè il Marx av.esse dimostrato sempre nei suoi scritti un'affettuosa deferenza verso Mazzini, e benchè un noto socialista tedesco, il Kend, avesse affermato che nessuno aveva, come Mazzini , scritto in pro del salariato ed avesse invitato i socialisti di tutto il mondo a leggerlo ed a studiarlo. pure, in Italia, i socialisti si rifiutarono fino a pochi anni addietro-ed in parte si rifiutano anche oggi, spe-
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==