RIVISTA POPOLARE 121 Molte regioni d' Italia e tutti i partiti erano rappresentati nei due Comitati dei Cinque, che unanimi lo rinviarono a giudizio; e fu quasi unanime la Camera su tale rinvio. La Tribuna, il giornale ufficioso di Giolitti ha mostrato sempre la maggior benevolenza per Nasi; il Giornale d'Italia l'organo della opposizione a GiJlitti ha mostrato invece la più decisa avversione; avversione più sistematica e più aspra svoltasi dal primo sino al1' ultimo giorno nel Corriere della Sera, che nessun Capuana, nessun Perrore Paladini, nessun La Vaccara potrà gabellare come un organo che ubbidisce a Giolitti. A Giolitti si può muovere un rimprovero - a fatti compiuti - dai partigiani e dagli ammiratori di Nunzio Nasi: quello di non aver fatto comprendere ai parecchi Vitelli della Cassazione, eh' era doveroso di astenersi dal formulare quella sentenza che la disonora, specialmente per una delle sue motivazioui, di cui a suo tempo mi sono occupato. Ma astenendosi dal far sentire la propria voce ai Vitelli della Cassazione, che forse l'avrebbero ascoltata, egli fece il proprio dovere e fece cosa grata e desiderata ardentemente da Nasi, per ottenere la quale questi perturbò per quattro anni il corso della giustizia. Se fosse intervenuto jn senso contrari·:, e dello intervento illegittimo si fosse avuto sentore apriti cielo! Nunzio Nasi si sarebbe proclamato vittima delle infami manovre dei suoi nemici, che per disonorarlo lo invia vano in Corte di Assise come un volgare malfattore. Era animata da passioni politiche l'Alta Corte di giustizia? Nunzio Nasi volle, fermamente volle, es-- sere giudicato da un corpo politico. Fu ingiusta la sentenza di questo Tribunale di eccezione? E' il Tribunale eh' egli si è scelto, per ottenere il quale nulla lasciò d'intentato, che l'ha pronunziata. Il supporre poi che ottanta senatori sopra cento abbiano condannato, ignorando o volendo ignorare che parecchi dei 21 che assolvettero non erano nemmeno convinti del tutto della innocenza di Nunzio Nasi ; il supporre che il 99 per cento dei giornali italiani trovino giusta la condanna per fare piacere a Giolitti e per odio contro la Sicilia non è solo una semplice mostruosità politica e morale gigantesca, ma è l' effetto della più spaventevole aberrazione intellettuale. I pazzeschi denunziatori di Giolitti come nemico del Mezzogiorno e della Sicilia dicono in pri nto e in pubblico che a lui si deve se cadde il ministero Sonnino, che verso il mezzogiorno e la Sicilia si era mostrato ben disposto. Ma Giolitti mantenne i progetti del predecessore e se commise l' errore di non accettare l'avviamento graduale della scuola primaria allo Stato e l'esenzione dell'imposta fondiaria dete abitazioni dei contadini , ciò fece per preoccupazioni finanziarie. Del resto un deputato Siciliano, Angelo Majorana, fu colui che aiutò Sonnino nel volontario suicidio; e furono Siciliani e meridionali i deputati che costantemente votarono in favore di Giolitti. Sarebbe disonesto poi non ricordare che ministro Giolitti , o il suo delegato Fortis, con o senza Zanardelli , si è venuta svolgendo tutta una legislazione riparatrice in favore della Sardegna , della Sicilia e del Mezzogiorno; legislazione che si esplicò che con oltre quella denominata propriamente del Mezzogiorno, colla legge di Basilicata, con quella delle Calabrie, con l'altra per Napoli. ♦ Fra la marmaglia Nasiana si leveranno coloro che mi faranno carico di questa difesa di Giolitti. Se il difenderlo risponde a ciò che sento non trovo menomamente da pentirmi o da vergognarmene. Posso difenderlo io che ho avuto il coraggio di attaccarlo, quando tutti a lui s'inchinavano bassa• mente, quando perfino molti amici dell'Estrema mi abbandonavano. Lo attaccai allora senza ragioni personali; nelle stesse condizioni lo difendo ora. Del resto non difendo nè l' uomo , nè il ministro ; probabilmente l' uno e l' altro seranno seccati di questa opera . mia. Difendo sopratutto quello, che i Nasiani desilgnano come il mandatario del Settentrione ; com- ]batto coloro, che ·vogliono lo sfacelo dell'unità, che ;propugna~o paz_z:s~amente una autonomia , nel!a ~-q-u. ale oggi la S1c1ha non troverebbe che la propna 'rovina economica e morale. - Mi contraddico forse perchè non una, ma cento volte , ho difeso il Mezzogiorno e la Sicilia o ingiustamente accusati dai settentrionali o danneggiati economicamente dal regime unitario? Niente affatto. Rilevare i torti, invocarne la correzione è cosa doverosa. Ma, invocando la correzione di questi torti mai intaccai il principio dell'unità; insistetti sempre sulla convenienza della solidarietà economica e politica tra il Nord e il Sud. I miei libri, i miei discorsi alla .Camera, i discorsi pronunziati in diverse occasioni a Milano, a Brescia, a Bologna, tutta la collezione della Rivista popolare stanno ad attestarlo. Perciò non mi sento menomamente colpito dall'accusa .della Stampa, che del movimento odierno scorge gli antecedenti « nella insana propaganda alla quale ha visto porgere il conforto della loro parola uomini autorevoli, vuoi nelle lettere e nelle scienze che nella politica, uomini forti di tutto un fulgido passato patriottico, uomini che per la fede unitaria avevano speso il loro saugue generoso >>. La Stampa dichiara di non voler far nomi. Li faccia; è doveroso. Se hanno errato lo dimostri e li costringa al mea culpa. Sino a questo momento io credo di essere nel vero nella denunzia che, da parte mia, dura da oltre venti anni, del mal governo che si è fatto sino a poco tempo fa della Sicilia e del Mezzogiorno, del fallimento della unità sotto r aspetto della educazione politica e morale; fallimento le cui conseguenze dirette ed immediate si avvertono oggi in Sicilia, che furono da me previste e denunziate, e di cui sono responsabili quanti non hanno provveduto a tempo. La Stampa si attiene a facile compito denunziando 1~ preparazione colla propaganda insana; ma sarebbe cosa più giusta e più utile dimostrare che tale propaganda non aveva ragione di essere ed era poggiata sul falso. Per parte mia so che la vera propaganda insana coi fatti la fecero coloro che moralmente e politicamente pensarono di sfruttare servitori nel Mezzogiorno e in Sicilia e non di educare cittadini; coloro che invocarono il conguaglio provvisorio della fondiaria nel 1864 e poscia il nuovo catasto collo iniquo privilegio dell'acceleramento nel 1885, coloro che, organizzarono a potere elettorale, cioè a potere politico, la delinquenza dell'isola. Non conosco ancora un solo individuo e un solo giornale che abbia smentito ciò che el punto di vista politico e morale io ho riassunto in molti articoli, in parecchi libri e specialmente nel Regno della mafia; più che dal punto di vista economil:o ha dimostrato in altre pubblicazioni l'amico e collega carissimo Fran• cesco Nitti. Con sicura coscienza, quindi, non sento di dovermi pentire della parte di responsabilità che mi spetta nella propaganda contro l'ingiustizia e dichiaro altamente che starò sempre sulla breccia per continuarla. Ciò non m'impedirà, però come non mi ha mai impedito di dar torto alla Sicilia e al
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