132 RIVISTA POPOLARE « del secolo XVIII, seguono le idee lanciate pel mondo dai li - « beri pensatori razionalisti loro predecessori, e disseminate • per l' Eu_ropa dai militi della Rivoluzione, ma sono apostoli « pacifici e miti, alieni da ogni violenza e quindi avversi al me - << todo ri,oluzionario e-tranne Fourier-fautori dell'opera e del- (< l'iniziativa governamentale infatto di riforme sociali. » Di questi apostoli, sopratutto, il Mormina si occupa in questa 1 _a parte dell'opera sua. Il torto più grave delle loro concezioni, egli osserva, fu appunto di essere apolitiche; come la Chimera, dipinta dal Moreau, slanciaronsi in gran parte nei glauchi abissi del cielo e in piccola parte, ma pronti a lasciarla, stettero sulla roccia, fer ma e sicura. Ecco Saint Simon che crede nel!' indefesso progressivo sviluppo, di generazione in generazione, della umanità; che pre, dica un nuovo Cristianesimo conciliante la Chiesa e lo Statoil dogma e la ragione; che crede sì potente lo spirito di associazione da poter fare sparire I' antagonismo dissolvente e. riunire tutte le forze umane e armonicamente rivolgerle al miglioramento universale del!' uomo; ma che di altra parte non sa elaborare che una costituzione teocratica con un potere nuovo spirituale e temporale a un tempo che giudica del merito e distribuisce le ricompenst: assegnando ai dotti il potere spirituale, agli industriali quello temporale: e inoltre, crede possibile l'attuazione delle vagheggiate riforme, con qualsiase forma di governo, anche con il monarchico! Ed ecco Fourier, ultra individualista; sagace demolitore, debole riformatore, F0urier che gli anarchici devono considerare lor capo e che credeva potessero le passioni libaramente svolte, render la umana gente felice, senza stato, senza autorità, senza alcun potere coercitivo e direttivo. E non si accorse che le umane propensioni sono atte a produrre il bene se dirette da uno spirito di sacrificio, il male se dominate dai!' egoismo. Pur, se il Mazzini rimprovera al sistema del Fourier di ricadere nel materialismo e di non tener conto dell'ideale che vivifica, i seguaci e i difensori del pensatore francese scorgono appunto nella morale a base di quel sistema la superiorità di questo sugli altri. Perchè, dicono essi, i! Fourier invece di porre la guida delle" azioni nostre in un principio astratto, in un libro o in una rivelazione, la trovò in ognuno di noi: non un Dio, un catechismo, un codice ci insegnerà quel che dobbiitmo fare, non la nostra coscienza, ma il nostro istinto, il desiderio nostro, la nostra attrazione. E l'uom nel suo desir suo dio si /ace, s1 potrebbe esclamare col Tasso ! E chi con tan~a compiacenza rimprovera al Mazzini l'idealismo, osservi quanto misticismo e occultismo orientale, quanta indeterminatezza è nella morale fourit:rista. Nella quale si fondono il sensualismo del Condillac con il positivismo del Taine, il teosofismo con I' esoterismo e nella quale si è potuto ritro vare e scovare financo la teoria dei corpi astrali del Levi e la forza psichica del Crookes? Con quello del Levoux incomincia l'esame dei sistemi che tengono nel dovuto conto la riforma po litica. Il problema morale è risolto ponendo a guida delle umane azioni la religione, una specie di Cristianesimo evoluto conciliante la tradizione con il progresso e non opponentesi alla ragione e alla scienza. L' Uomo è perfettibilt: ma solo come membro dell'Umanità che, per una serie di generazioni l'una più evoluta dell'altra, si avvicina al tipo eterno di perfezione e di gìustizia. Progresso e non rivoluzione: e tal concetto differenzia il Len,ux dal Mazzini pel quale le insurrezioni svi iuppano nel popolo la potenza di ir,tuizione e che son necessarie p.er abbattere la reazione monarchica imperante. Nella efficacia del progresso credeva il Buchez pel quale Dio propone e rivela in ogni epoca ali' Umanità un nuovo scopo. Il Mazzini combattè !e tendenze cattoliche della scuola de 1 Buchez, poichè quel Grande riteneva impossibile conciliare il dogma cristiano con la nuova fede nella Legge del Progresso. E combatte le idee del Blanc che credeva sì grande l'onnipotenza delle leggi da poter cambiare rapidamente le società e che lo Stato dovesse intervenire e sostituire, con nuova legislazione, ali' odierno regime individualistico il regime della Fraternità. Ecco il Proudhon , quest' ultra individualista , che voleva l'uomo affrancato dal lavoro, dall'educazione, dal governo: questo polemista virulento, avversario del socialismo, del comunismo, di tutti i sistemi, di tutte le riforme che tendono ad accn:scere le funzioni dello Stato, menomando la libertà; questo debolissimo edificatore che pone riparo ai tanti mali che travagliano la Umanità, la meschina teoria del mutuum o dello scambio in natura! L' odio contro I~ proprietà, accusata d' esser madre feconda di tutti i mali, di ~utti i vizi, che a guisa di erbe parassitarie si sono fortem1 nte abbarbicati nel\' animo dell'uomo, soffocandone l'istinto ingenito _del bene, lo si ritrova in tutte le concezioni comuniste che Mormina riassume, esaminandone molte, dalla Repubblica di Platone al Code de la Natu,-e del Morelly dal Voyage en /carie del Cabet a'la Dèclaration del Babeuf: riassumendo ed esaminando altresì quelle teorie che han creduto trovare il perchè la miseria si accresce in mezzo allo sviluppo della ricchezza pubblica e il perchè i pochi son felici e i moltissimi infelici. E in opposizione a tutti questi sistemi, o apolitici, o indetermi-- nati o materialisti, il Mormina pone, lumeggiandolo, il pensiero del Maestro. Per questo Fondatore di civiltà, il perfezionamento proprio tra gli altri e per gli altri era l'unico scopo della vita umana e non ai beni materiali devesi por mente, non alle pia~he del corpo, ma alla salute dell'animo che, abbandonato a sè e senza religione alcuna, si prostra alla materia sollevando sul1' altare, l'interesse. Sostituire alla formula : l'interesse di un solo o di una sola classe , l' altra del!' interesse per tutti era ugualmente deleterio e immorale. È questo il peccato fondamentale di tutti i sistemi socialisti: di esser tutti fondati sull'Utile, sul Diritto. Essi non vogliono riconoscere che ogni progresso si compie t: si fissa trasformando I' elemento in cui si vive e che per trasformare questo, bi.sogna cominciare la trasformazione del proprio animo e che la scuola de! Diritto non ha formato, nè può formare, che egoisti, preda del primo avventuriero che dica loro di guidarli alla conquista dei beni materiali' E quel Grande così riassumeva il proprio programma: « Educazione morale uniforme, universalmente diffusa, tra• ~ sformazione assoluta del sistema dei tributi - economia dello « Stato - aumento di produzione, abolizione progressiva dei « gradi intermt!dii, da quelli infuori che sono indispensabili alla (< circolazione, tra la produzione e il consumo - unione del ~ capitale col la ;·oro per mezzo delle associazioni - son queste << le condizioni de[ problema economico che il secolo e la de- << mocrazia rep~bblicana sono chiamati a risolvere, >> Quel programma aspetta anco, gli uomini che lo attuino: l'Umanità marcia tuttora indecisa, a tentoni, ma il Faro (Baudelaire chiama Fari i grandi precursori) è so !tanto velato e non spento. Quando questa epoca critica di arrivisti e di materialisti sarà passata, e sgombrata la nebbia dagli animi purificati, quel Faro riapparirà lucido, come Venere nei cieli sereni invernali, e quel programma sarà in gran parte attuato da un popolo degno di esser libero e che lo sarà per sempre. SAVERIO SANTJÀ PICHI Preghiamo vivamente i pochi abbonati che non hanno ancora pagato l'abbonamento scaduto il 31 dicembre scorso, di volersi mettere al corrente.
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