Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 5 - 15 marzo 1908

130 RIVISTA PO POLARE periodo, in seguito ad una crisi che scuote e rinnova tutto il suo ristema osseo, digestivo, cutaneo e nervos,,, viene ad acquistare una nuova attività-l'attività sessuale - che strettamente lo avvince alla conservazione della specie: in lni, illuminati dalla fiamma dell'amore che si desta, i sentimeuti si colorano in modo diverso, le emozioni assumono un'altra forma, le passioni cominciano a risvegliarsi e la volontà è investita da tutto questo turbine di forze nuove che si scatenano nel fondo oscuro dell incosciente per poi prorompere irrefragabilmente. Ora se in questa età la scuola e la famiglia, i genitori ed i maestri premurosamente assisteranno e sorveglienmno i giovani, frenandoli , sollecitandoli, dominandoli, allora la persìnalità morale di questi si plasmerà a immegine e somiglianza di quelli, ed il loro carattere si temprerà sulla cote, per cosi dire, di una illuminata esperienza; ma se invece i giovani saranno abbandonati a sè stessi in balia di tutto questo fiotto di energie uuove e del primo che capita, molto difficilmente lo scarso viatico della scuola elementare servirà a premunirli contro tutti i pericoli della vita. E qut,sto hanno cosi bene capito le nazioni che, come la Svizzera, la Germania, il Belgio, la Francia , ci precedone sulla via della civiltà, che esse hanno fondato scuole obbligatorie i-,er gli adulti per provvedere con lezioni, ·con conferenze, esercizi ginnastici alla loro educazioue fisica, tecnica , morele e civile. In Italia invece in questo campo muoviamo ancora i primi passi: nel nostro paese, in cui si crede di aver dato fondo all' universo allorchè il popolo nei comizi ha approvato un ordine del giorno ed il governo ha emanato una. circolare ministeriale - a prescindere dalla circolare del ministro Gianturco del 1896 che caldamente raccomandava i patronati sc0lastici e dall'inchiesta ordinata dal Credaro e sepolta negli archivi colla morte del ministro Sonnino-Sacchi - abbiamo la legge del 9 luglio 1904, la quale autorizza ed incita i comuni a. iscrivere in bilancio somme per l'assistenza scolastica. Ma finora, eh' io mi sappia, nessun comune La peranco provveduto a c-olmare coll'istituzione dei ricreatori civili quella lacuna che dianzi lamentavo e ad appagare quel bisogno generalmente sentito di togliere i nostri giovani ai pericoli delle vie e di impartire loro quella cultura civile che non viene data nè nelle officine, nè nelle scuole medie, ove si insegna magari come era costituita la società ai tempi d' Omero , ma ove non si imparano a conoscere le nostre istituzioni civili ed i nostri liberi ordinamenti. Senonchè per la fondazione di questi ricreatori noi non possiamo affidarci nè all'iniziativa privata, nè tanto meno lasciarci sopraffare dall'iniziativa della Chiesa. Infatti mentre la prima, anche quando parti da cittadini volenterosi e benemeriti, si dimostrò insufficiente ed inadeguata; la seconda ha sempre avuto scopi partigiani e confessionali, perchè la Chiesa ha sempre cercato di attira.re i giovani nei propri ricreatori col pretesto del divertimento e della cultura, ma col deliberato proposito di insidiarne le coscienze e di asservirne le anime ai dogmi ed al credo cattolico. Uu ricreatorio invece, che sia mantenuto a spese del Comune e che dal comune dipenda, sfuggirà sempre a questi due pericoli, imperoccbè, mentre da una parte sarà continuamente alimentato dalle risorse comunali , dall'altra nel suo ordinamento rispecchierà sempre, qualunque siano per essere, la volontà e la opinione della maggiosanza dei cittadini. Per l' ordinamento del nuovo ricreatorio che nei suoi locali dovrebbe rac~ogliere nei giorni festivi e durante la sera nei giorni feriali gli alunni del corso superiore delle scuole elementari, i giovani delle scuole medie, gli operai dai 12 ai 20 anni, noi ci ispireremmo ad un criterio positivo, quasi direi sperimentale. Noi cercheremo in esso di dare vita a tutte quelle istituzioni che i giovani, indulgendo alle tendenze della loro età di loro iniziativa hanno cercato di fondare e che, per mancanza di mezzi, non hanno potuto attecchire. L'ordinamento del nnovo ricreatorio non dovrebbe essere qualche cosa di rigido e di immutabile, ma nei limiti della possibilità, dovrebbe cercare di adattarsi alle • esigenze dei giovani e di interpretrarne e di realizzarne le aspirazioni e i legittimi desideri. In tal modo, come i giovani in parecchie città hanno fondato società ginnastiche , società di cultura, società per lo sport' il foot-ball ecc., società per il nuoto, società filodrammatiche ec. etc. cosi noi nel nuovo ricreatorio vorremmo che si cercasse di provvedere alla educazione fisica, civile, morale ed artistica di coloro che lo frequenteranno, valendoci di preferenza di tutti quei mezzi che la pratica ci ha indicati come i più idonei per pe- . enetrare negli animi dei giovani. Essendoci la risoluzione del problema dell'ordinamento interno del ricreatorio designata dai tentativi, dai voti, dalle aspirazioni degli stessi interessati, di molto facilitato dovrebbe riuscire il compito, il quale si limiterebbe cosi a coordinare, armonizzare e sistemare organicamente gli esperimenti già fatti empiricamente e senza alcun concetto direttivo. I perni, intorno a cui si dovrebbe muovere l'ordinamento del ricreatorio civile saranno rappresentati dalla educazione morale e civile, dall'educazione artistica e dell'educazione fisica dei nostri giovani. Si dovrebbe provvedere alPeducazione dei giovani facendo loro conoscere mediante una serie di lezioni e di conferenze facili piane e popolari cosi i liberi ordinamenti che ci reggono e che i nostri padri sono ri u!!lcti a conquistare a traverso a tanti sacrifici di sangue e di pensiero, come le nuove forme della legislazione sociale che, innestandosi sul vecchio tronco del diritto comune, si è già seriamente occupata, sebbene ancora in via di formazione, di problemi sociali importantissimi, come quelli degli infortuni sul lavoro, degli operai invalidi, delle pensioni per la vecchiaia, del lavoro delle donne e dei fanciulli, della disoecupazione involontaria etc. etc. Accanto a tutte queste nuove forme del diritto sociale noi non non vorremmo che si dimenticasse anche di fare insegnare e conoscere quanto gli operai stessi nell'orbita della coopera~ione e della mutualità hanno saputo fare con tanto coraggio ed abnegazione per assicurarsi il pane· nei giorni della disoccupazione, della miseria e della vecw chiaia, senza andare a battere alle porte della pubblica,

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