Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 4 - 29 febbraio 1908

RIVISTA POPOLARE 89 brevemente nel Congresso magistrale di Milano (Set• tembre 1906). 1° In Italia il bisogno urgente è quello di dotare la scuola delle centinaia di milioni, che le mancano; e questa lotta farà diminuire le forze per ottenerli. 2° L'insegnamento religioso non s'impartisce in quasi tutto il mezzogiorno, in Sicilia e in molti paesi del Centro e del Settentrione; temo forte che la mozione Bissolati servirà a farlo introdurre quasi dapertutto. 3° Abbiamo provocato una lotta sul terreno religioso di cui non si sentiva il bisogno senza che l'Italia vi fosse preparata. La lotta di Combes, <li Briand e di Clemenceau avrà esercitato una influenza suggestiva sull'animo di Bissolati; ma egli dim!!nticò che l' Italia ..... non è la Francia! Comunque, sarei rimasto anche soddisfatto della sconfitta numerica, se i 1 voto sulla mozione tosse servito a delineare le parti. Ma l' intervento del governo, colla infausta soluzione intermedia, non ha servito che ad accrescere la confusione e a provocare altre esplosioni d'ipocrisia e di _0dardia politica. Ho chiamato infausta la soluzione, cm e pervenuto il governo pe_rchè spostando le responsabilità e le decisioni dal centro ai Comuni, i corpi locali smetteranno le lotte intorno ai problemi economici e si accapiglieranno maledettamente intorno alla quistione dello insegnamento religioso. Noto inoltre che il fenomeno preveduto in uno stelloncino nel numero precedente della rivista si è gia verificato. Se alle elezioni si dovesse venire tra breve, il più grande blocco temuto e deriso da Turati , verrebbe colla piattaforma religiosa. Fani, Rudini, Martini, e pochi altri non sono stati con noi nel combatter le proposte del governo e della parte reazionaria della Camera? Non ci s'imporrebbe la loro alleanza? • Posta, inopportunamente, la q uistione da Bisso lati non ci poteva essere dubbio, che quanti sinceramente parteggiano per la libertà dovevano sostenerla. E constato con piacere, che mai come questa volta la Estrema sinistra si è mostrata numerosa, unita ·e compatta. Sono ferman. ~ te convinto che l'insegnamento religioso non debba essere impartito nella sc·uob perche si viola la libertà di coscienza di quan1 • non 'r, rit siderano. Si potrebbe impartirlo senza cara~1..ere confessionale ; e all' uopo i più adatti sarebbero sempre I doveri dell'uomo <li Mazzini. E non è confessionale in molti degli Stati dell'Unione americana ; e non lo vogliono confessionale i non conformisti inglesi. Ma questo rnsegnamento non confessionale certamente non è quello che desiderano i cattolici italiani. Alcuni dei quali - come rilevo da un telegramma a me diretto - vogliono addirittura che tutti ricevano obbligatoriamente l'insegnamento cattolico. E poi hanno la sfacciataggine di parlare di libertà di coscienza I Riesce assai arduo dare un insegnamento non confessionale; e in questo tutto dipende dalle attitudini degli insegnanti. Ma comunque e da chiunque dato sono fermamente persuase, che esso si risolverebbe in una inutile perd ·ta di tempo, in un atto d'ipocrisia dell'insegnante, in un vano sforzo mnemonico da parte dell'alunno. Esso non creerebbe il sentimento religioso se non c'è; non potrebbe servire che a deformarlo se c'è. La scuola se non educa - e credo che non possa educare come dimostrai in una prolusione detta due anni or sono nell'Università di Napoli sulla Forza dell'educazi@ne-molto meno può instillare nell'animo dei fanciulli il sentimento religioso. E su questo punto rimando i lettori alle osservazioni di Martini e di Fani. • A parte il lato intrinseco della questione si deve tener conto del valore e della sincerità dei cattolici, che si sono affaticati per imporre l' insegnamento religioso nella scuola. Poche osservazioni valgono a dimostrare che sono scar. t'uno 1.; l' altra. I cattolici del mezzogiorno invocando il rispetto della legge Casati hanno dato prova della loro ignoranza: la Legge Casati, come notò Francesco Nitti, non venne mai promulgata nel mezzogiorno e in Sicilia. I cattolici delle stesse regioni vogliono mantenuto l'insegnamento religioso. Ma se non c'è mai stato ! E si (HlO accor i della sua necessità dopo tanti e tanti anni, solo ora che Bissohti li ha svegliati colla sua mozione ? . Ma e' è di piu- Se fosse davvero necessario che ]' insegnamento venisse dato nella scuola si dovrebbe convenire che tre quarti, giusto il 75 °/0 degli italiani del mezzogiorno, circa 11 60 °/ 0 del Centro, circa il 35 nel Veneto, sono privi di sentimento religioso, perchè in tali proporzioni imperversa l'analfabetismo in quelle regioni; cioè tanti vi sono gli Italiani che non frequentarono la scuola. E il mondo non è cascato ... Non sarebbe questa la prova delle inutilità non solo dello insegnamento religioso nella scuola, ma anche dello stesso sentimento reI • • ~ 1g10so. • Tra coloro che hanno invocato l'insegnamento religioso ci sono i volterriani , che non credono forse in Dio, ma che lo ritengono utile; utile come freno politico; utile come freno morale contro lo invadere della delinquenza. Nulla di più errato, di più fantastico. Con o senza insegnamento religioso, tra cattolici e tra protestanti, le rivoluzioni sono avvenute lo stesso quando esistevano le condizioni politiche e -,04.·i, r che le rendevano inevitabili. Si ribellarono i glao .Jn con Spartaco , gli schia • l on E uno sotto ii paganesimo. Furono innumt .....voli le rivolte e le rivoluzioni quando il catrolicismo imperava sovranamente: tipiche le Jacqucries dei tempi di Carlo il Malvagio in Francia; spaventevole la rivoluzione degli anabattisti in Germania sotto la inspirazione di un esaltato -:!d ardente sentimento religioso. Nè vanno dimenticate le gesta delle orde capitanate dal Cardinale Rufio. E potrei moltiplicare gli esempi: ma mi basterà aggiungere che al Vangelo per molti secoli ed anche per buona •parte del secolo XIX s'inspiravano i rivoluzionari a tendenze socialistiche. E' inutile e ridicolo, q indi, come ben disse Ferdinando Martini, contrapporre la religione di classe alla lotta di classe ! Si trovano in con izioni più disgraziate ·oloro che sperano nello insegnamento e quinGi nella creazione del sentimento religioso, come freno interiore al mal fare, alla delinquenza.

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