Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 4 - 29 febbraio 1908

RIVISTA POPOLA.RE 111 di vista pratico. La loro ti patria 11 è uno dei paesi politicamente più arretrati e difficilmente difendibile da uomini che aspirano alla libertà. Anche i riformisti italiani ai quali nessuno potrà rimproverare una troppo grande inclinazione pei metodi rivoluzionari hanno dichiarato spesso di non essere pacifisti e legalitari nel senso dei sedicenti marxisti tedeschi. Essi non ovrebbero saputo sopportare come i socialisti tedeschi, le bru - tal ità della reazione e la soprre3sione pura e semplice del su ffragio universale con tanta evangelica rassegnazione. Queste furono specialmente le dichiarazioni di Turati al Congresso di Bologna e di Modigliani a quello di Roma. I socialisti tedeschi hanno una responsabilità particolarmente grave poichè è da essi che dipende il cammino della libertà e la pace d'Europa. Il campo della loro azione è precisamente it cuore stesso della reazione perchè essi vivono nel solo paese ove il militarismo è incontestato; per cui sono sotto il regime di una corte suscettibile di turbare la pace internazionale. Se essi avessero avuto il sentimento della loro parte nel socialismo internazionale i socialisti tedeschi avrebbero potuto pen - sare aIl'influenza esercitata dalla loro condotta troppo moderno style sullo sviluppo dell'Internazionale. Nonostante la sua decadenza, sono ancora molti coloro che subiscono il suo ascendente sia per abitudine, sia per compiacenza, sia per ignoranza ( 1). Se dunque un al partito che è in una situazione tanto privilegiata avesse preso di fronte ali' antimilitarismo la sola attitudine degna del socialismo avrebbe esercitata una azione salutare sul cammino delle idee e dei fatti. Praticamente il patriottismo esasperato dei socialisti tedeschi mette gli altri partiti socialisti di Europa in una situazione criticissima. Esso dà armi pericolose alla borghesia dei divt:rsi paesi contro la propaganda socialista. Esso è dato come esempio ai « senza patria 11 di tutti le nazioni, ai rivoluzionari pei quali la lotta di classe dev' essere una realtà vivente. Bisogna dirlo: il socialismo tedesco paralina oggidì i progressi del socialismo in Europa. La conclusione di tutto ciò è che il socialismo s'ingolfa sempre più in una crisi inestricabile. fl glorioso movimento che aveva nel corso del secolo scorso risvegliate tante speranze rischia di incamminarsi al più triste fallimento. Ecco che ac canto al socialismo operaio e rivoluzionario pullulano una quantità di socialismi strani dd imprevisti. Abbiamo il socialismo èli Stato, il municipale dell'acqua e del gas, il socialismo massonico, l'integrale e integralista e tutta una serie di variopinti aggettivi. È stato ufficialmente difeso dal più grande partito socialista il socialismo patriottico. A quando il socialismo capitalistico ? Al socialismo operaio è riservato di tener la bandiera del socialismo rivoluzionario. Anche supponendo - senza concederlo, beninteso - che Marx si sia sbagliato su qualche legge dell' economia politica, ciò non attenuerebbe per niente il nostro profondo convincimento. Del\ 'inalterabile verità delle sue regole di filosofia sociale. La storia ci ha convinti dell'eterna verità dell'assioma mar-, xista : lo Stato n.on può essere altro che il comitato esecutivo della classe dominante e che la patria non è che la maschera più vergognosa e menzognera sotto la quale essa si nasconde. Una volta penetrato da questa nozione fondamentale, non l I) Per mostrare fino a qual punto giunga tale egemonia posso citare un esempio. Al congresso socialista internazionale di Stoccarda il delegato di una sezione itaFana regolarmente iscritto al Partito socialista italiano e dimorante in Italia trovò difficoltà a farsi ammettere al Congresso colla delegazione italiana perchè aveva scritto articoli critici contro il socia - lismo tedesco. Parecchi delegati italiani avevano paura di 1 concedere l'ospitalità n - l' espressione non è mia - ad un compagno che aveva osato di criticare i tedeschi I è più difficile di fare giustizia di tutte le deformazioni per le quali l' interesse efimero dei partiti politici cerca di addomesticare if movimento operaio. ( Mouvement socialis!e, I 5 gennaio 1907). Avvisiamo i nostri abbonati che i seguenti libri di premio non possiamo più mandarli perchè esauriti: Ferrari - Rivoluzioni e Rivoluzionari Marchesini - La teoria dell'utile. Lombroso - Nuovi studi sul genio. La/argue - L'origine e l'evoluzione della proprietà. Niceforo - L'Italia barbara contemporanea, Sombart - Socialismo e mov. sociale-: Ferraris - Materialismo storico. Gatti - Agricoltura e socialismo. Spencer - Istituzioni domestiche. Marino Luigi - Dalla schiavitù alla libertà. RECENSIONI F. CoRRIDORE- L' istru 1ione in Italia (dal 1971 in poi). Parre ta L'analfabetismo. Torino, Paravia, 1808. Il prof. Francesco Corridore si propone di fare uno studio statistico sulle condizioni ddl' istruzione pubblica nel nostro paese, e ci fornisce un ;,rimo saggio sull'analfabetismo. Dopo un capitolo preliminare sulle leggi che regolano la istruzione obbligatoria, esamina l'analfabetismo secondo i risultati del censimento, secondo gli atti di matrimonio e secondo !e relazioni delle leve, che sono, appunto le tre fonti alle quali si possono attingere le notizie per questa materia; dedica, 1nfine un breve capitolo ai raoporti fra analfabetismo , delin quenza ed emigrazione. Lo studio è condotto con diligenza, e le cifre sono eiabo - rate con molta cura e raccolte opportunamente in diversi pro spetti, che mostrano a colpo d'occhio la distribuzione cronologica e geografica di questo doloroso fenomeno. Solamente la ricerca delle cause appena accennata nel primo capitolo , avrebbe meritato una maggiore estensione. Non basta dire che i comuni non curano l'applicazione della legge sul l'istruzione obbligatoria, non basta ancora criticare la legge Orlando 8 luglio 1904 , tacciandola di ger.nanesimo , per trovare una spiegazione alla scarsa frequenza delle scuole pubbliche. Era necessario, secondo noi, ricorrere alle condizioni storiche di alcune regioni e interrogare il f.:,ttore economico per illuminare pienamente le cifre dell'analfabetismo. Qualche menda di metodo potrebbe pure essere rilevata : in divus1 prospetti, l'autore trasforma i numeri iniziali e quelli finali in numeri - indici per farne risaltare le variazioni, ma questo procedimento non è reso con quella chiarezza che sarebbe necesseria, tanto che chi non· ha pratica del metodo non sa rendersene esatto conto. Ma anche così come si presenta lo studio del prof. Corridore sarà letto e consultato con interesse; e certamente egli avrà la possibilità di svolgere le sue cognizioni e di approfondire l'analisi nelle altre part·i del suo lavoro, nelle quali l'abbondanza del materiale gli consentirà anche una più rigorosa elaborazione. F. V1RGILII L. BARZINI - La metà del mondo vista da un automobile, con prefazione del principe Scipione Borghese , con 126 il - lustrazioni nel testo, 13 tavole fuori testo e una carta itineraria - Milano, Hoepli, 1908. L. 7,50. Seicento anni dopo che Marco Polo aveva traversato le steppe, gli altipiani cd i deserti del l'Asia, con le carovane di cavalli e dt camelli, che lo avevano portato fino a Pechino, una macchina ansante e veloce ha con inverso cammino portato, attraverso gli stesti deserti e le medesime steppe, da Pechino fino a Parigi il principe Scipione Borghese, accompagnato dal suo meccanico Guizzardi e dal giornalista Barzini. Allora un nobile veneziano, ora un patrizio romano hanno portato attraverso l'Asia lo spirito e la favella d'Italia. Ma allora sulle carovane di Marco Polo alitava solamente

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