106 RIVISTA POPOLARE linguaggio delle epoche passate e quello della nostra. Tempo fa lessi nella Vita internazionale in un articolo di Crespi, questo periodo: << 1-' on. Turati << si sente in dubbio se augurarsi che il modernismo « si diffonda o se preferire cbe la religione resti « da noi. la cosa grottesca che è ». A me pare che anche Lei pensi un pò così. Il Papa, Lei dice, è logico. Si è logico dal suo punto di vista; dal quale non vede che lasciando la Chiesa come la vuole lui sarebbe tra poco cosa mo1ta. E Lei forse desidera che morta sia. Ma è altret-· tanto logico, che coloro che l'amano, lottino per ricondurla sul binario dove potrà andare innanzi e liberarla da ciò che le impedisce di essere sorgente di bene sociale. Ella non lo crede; ma lo credono i cattolici cristiani. 11 Cattolicismo dovrebbe essere una Chiesa cristiana universale. Ciò che Gnora non fu mai. Ma giudicando dalle correnti moderne che ora attraversano tutte le Chiese cristiane e dalla simpatia crescente in seno del protestantesimo pel movimento modernista, mi sembra che incontrandosi sempre più queste correnti, da tale incontro possa uscire la vera Chiesa cattolica degna del suo nome e del suo scopo. I protestanti sono come tanti emigrati che furono costretti a lasciare la loro patria perchè questa era troppo povera e sembrava loro troppo stretta. Emigrarono, ma restò in loro l'amore nostalgico verso la vecchia patria e appena questa ha migliorato le proprie condizioni sociali e in modo da poter loro dare un posto, essi tornano in massa arricchendola ancora vieppiù colle ricchezze e colle esperienze acquistate fuori. Insomma loro commettono un grande errore nell'insistere a voler considerare e .:hiamare veri cattolici coloro che restringono e rinchiudono in una setta decrepita la loro Chiesa; e non cattolici coloro che coll'amore e colla fede nel· suo avvenire ne scoprono e denunziano i difetti e le danno µuova vita. Ma la storia giudicherà quali saranno stati i suoi migliori figli. Di questa tendenza nuova nel protestantesimo verso r unione delle Chiese cristiane si ha una prova nelle parole di un prete luterano Carlo Konow pronunziate in una conferenza tenuta per invito degli studenti dell'Università di Cristiania sulla Chiesa t! la tolleranza nell'autunno scorso. Egli disse: <e la meta sarebbe quella di poter avere una santa « Chiesa univJrsale; perciò dovremmo liberarci dalle <e confessioni ed uniti lavorare per poter arrivare cc alla verità. Uno sforzo in questo senso si fa ora e< vivo entro tutte le Chiese e verrà il giorno in « cui questo movimento trionferà e distrurrà le « mura che separano le confessioni ». Per dimostrare come la stessa lotta del modernismo si combatte tra i protestanti ricorderò che lo stesso prete protestante a proposito delle lotte che si combattono in seno del cattolicismo, soggiungeva: « E' la medesima lotta che viene combattuta « tra noi protestanti. In questa unità nella lotta tra « il vecchio ed il nuovo, protestanti e cattolici, « notiamo anche nei giorni nostri, che la santa Chiesa « universale , in realtà è solo una. La lotta è da- « pertutto intesa a poter ritornare o arrivare colla « religione e per la religione alla vita, in guisa da « poterla fare giovare realmente agli uomini. Il « compito è grande e difficile. Può trovare soluzione << da sè stesso soltanto se coloro nei quali vive il « cristianesimo, vorranno vivere anche la cultura del e< tempo. Allora la nuova fusione di cultura e di cri- « stianesimo, che secondo la mia opinione è neces- « saria e alla cultura e al cristianesimo, si farà da « sè stessa. E' nell' intimo animo di ogni uomo che << il cristianesimo p_rima deve formarsi ed esser pro- « vato. Questo è quel compito che sta innanzi a « noi preti e che ci aspetta. Se il crisianesimo si << separa dalla cultura si rende inutile da sè stesso « e tradisce il suo compito >>. , Durante la lotta, alla quale prese parte anche Biornson, in difesa di questo giovane sacerdote Carl Konon e che ha veramente ridestata la vita del Cristianesimo in Norvegia, si lesse nel Daghbladt di Cristiania che la sua teologia era quella dei giovani preti cattolici italiani e venne citato un lungo brano dell'opuscolo « Quello che vogliamo (lettera a Pio X) ». Il giornale norvegiano osservava che si è formata una doppia corrente tra il clero e il laicato italiano e che la più forte delle due correnti è di un genere interamente politico e sociale; chiede il diritto di riconoscer.: e di farsi interprete del movimento attuale dei lavoratori; si raccòglie intorno al Sacerdote Don Romolo Murri, un uomo ardente di entusiasmo per la Chiesa e per la causa del popolo e che ha fondato La lega democratica nazionale a difesa delle esigenze del cristianesimo e dei lavoratori ad un tempo. E del Murri cita parecchi brani. L'altra corrente è di un genere più. largo, quantunque nel suo insieme condivida interamente le vedute del Murri sul compito dei cristiani nella lotta sociale del tempo nostro, si occupa pure dello stesso insegnamento nella Chiesa ed è fortemente influenzata dalle ricerche della storia dogmatica del nostro tempo e pensa che la Chiesa deve rivedere il suo sistema d'insegnamento e metterlo in armonia coi progressi del nostro tempo. Poi segue nel Daghbladt un entusiastica lode al Rinnovamento ed esprime lo stupore che sia stato sospeso a divinis ·il Murri, ch'è una forza per la Chiesa. Ciò che mostra che lassù nel Nord si è verificato un cambiamento nel giudizio sul cattolicismp che sinora era considerato come cosa da medioevo e per fanciulli. I Farisei protestanti, vescovi preti infallibili, fanatici, hanno cercato di spingere questo giovane prete fuori della Chiesa di Stato ; ma non sono riusci ti perchè la simpatia attorno a lui cresce sempre. Anche il Re di Norvegia ha mostrato la sua approvazione al Konow, biasimando la intolleranza e la mancanza di liberalismo dei vescovi. Su di una rivista norvegia na, poi, il Konow ha scritto un articolo entusiastico per l'Italia, in cui, dopo aver citato gli scritti di Murri e parlato della sua azione, si occupa del Rinnovamento, che considera come il più coraggioso combatwnte per la trasformazione interiore del cattolicismo. E dopo avere esaminato il movimento analogo degli altri paesi e manifestata la propria ammirazione pel Tyrrel l'articolo termina così: «L'impressione che « ci rimane della conoscenza di questi riformatori <e cattolici itali ani è di un profondo rispetto per il « popolo i_taliano e, nonostante tutto ciò che si « può rimproverarle, anche per la stessa chiesa cat- <c tolica che ha potuto produrre tali uomini di una <e cultura così vasta, così puri di carattere e così ideali nei loro sforzi • . Io che mi sento. italiana di cuore esulto quando leggo queste cose, che vedo ripetute spesso nei giornali e nelle riviste dell' estero - dovunque si parla di questo movimento e dei suoi capi. Quest3 nuova Italia non si conosceva fuori e non la si credeva nemmeno .possibile ! Pel bene della sua nazione, perciò, io credo che gli uomini che hanno promosso tale movimento devono essere incoraggiati ed aiutati. . Lei non crede alla capacità di rinnovarsi della
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==