102 RIVISTA POPOLARE stiche: gli uni e gli altri sono preoccupati da due fatti assai gravi. I clericali dallo allontanarsi sempre maggiore dell~ probabilità di un ritorno ad antico stato di cose; il governo 1 dalla agitaziane clericale, e dalle nuove energie politiche che, contro i suoi interessi elettorali, dispiega la Chiesa L' on. Giolitti tiene alla sua n:aggioranza; ed ognuno degli onorevoli che compongono la maggioranza dell' on. Giolitti tiene al proprio collegio. Di qui la povertà di argomenti dei sostenitori del provvedimento dell'onorevole Rava. • E' stato detto da qualcuno la mozione Bissolati è il tentativo di un blocco d'opposizione contro il governo. La sciocchezza è grande. Perchè contro il Regolamento Rava hanno presentato ordì ni del giorno, e parlato Martini e Fera; Fradeletto e Stopdato; Guerci e Salandra, Cameroni e Comandini si è conchiuso ad una, sia pure spontanea e momentnea, aìleanza dei vari partiti di opposizione contro il governo. Si è lontani, molto lontani dal vero. Il dibattito, specialmente per gli uomini di destra e di estrema sinistra è molto più nobile è molto più alto. • Gli uni si ispirano ad un concetto di sovranità dello Stato. Gli altri ad un concetto di indipendenzà de!la coscienza dei cittadini: cleric~ili e governo si, essi sono allea ti , essi pei quali la questione è elettorale anche più che politica; ed accendono per ciò un cero al tentatore ed un altro a Sant'Antonio. Non logici con la Chiesa e come la Chiesa, i deputati clericali, non logico i! governo il quale allontanandosi da quelli che furono i princi pii di Stato libero e furono proclamati ed attuati dalla Destra e dalla Sinistra storica rischia incongruenze enormi, e di accentratore che era, si fa in questa guistione, e per amore degli elettori clericali, il difensore di una decentralizzazione municipale che più infelice non potrebbe essere. E questo perchè a Giolitti piace il quieto vivere, perchè non vuol compromissioni, neppur con Dio specialmente poi quando Dio potrebbe pigliare _la forma modesta, ma per Giolitti importantissima, del bollettino di voto. Più volte ho lamentato il marasma parlamentare non già che io ~bbia finito per persuadermi che nel parlamento c'è il tocca-sana di tutti i guai sociali, m::iperchè da che una istituzione c'è, bisogna cercare di farle dare il maggior bene possibile; ebbene anche in questa occasio!!e, che avrebbe potuto essere solenne, la maggioranza parlamentare non ha voluto smentire se stessa. Parole veramente elevate non se nè sono udite che dalla sua avversa estremità della Camera. E da una parte come daltra logiche, Sarebbe troppo lungo riassumere qui, anche brebemente, quello che hanno detto gli oratori delle due parti avverse, ma concordi contro l'ibridismo del Regolamento Rava. Certo è che i loro argomenti che la maggioranza non ha voluti intendere sono della più alta importanza. Lo Stato non può, nè deve tollerare la intrusione di un altro potere nello svolgimento della propria opera.: e la Chiesa é unaltro potere. e quel che è peggio, un potere avverso allo Stato, ed alla Unità Nazionale. Questo hanno detto, affermato, ripetuto gli uomini di Destra. Ed hanno, anche, detto di più. Hanno affermato che il regolamento Rava non è tale da poter sussistere. E' necessaria una legge, ed ancora se una legge dovesse essere presentata essa non potrebbe avere orientamento diverso che quello dato dall'onorevole Coppino alla sua legge del 20 maggio '77. D'altra parte il Governo sembra non essersi reso conto di un fatto, arg·.!tamente rilevato dall' onorevole Guerci alla Camera, cioè che lasciare ai Consigli municipali il diritto e l'obbligo, d'impartire essi , quando la richiesta vi sia o essi lo credono opportuno, l' insegnamento religioso nella scuola è aprire l'adito alla più aspra discordia nel paese; è sottoporre l'insegnamento ad una serie la più assurda di vicinde politico amministrative; è renderlo soggetto alle mutazioni, tanto frequenti di amministrazioni municipali sovente diametralmente opposte le une alle altre. . Ma nella discussione, i clericali si sono limitati a combattere la mozione Bissolati. E' che in fondo essi sentono che il regolamento Rava non è che un palli I tivo escogitato dal Governo per chiudere l'adito al dilagare della agitazione anticlericale : nel qual palliativo essi hanno tutto da guadagnare; essi che, in fondo, non s'interessano molto che il popolo, sappia o no il catechismo, mentre s' interessano a che la Chiesa non perda su lo spirito delle masse, quella nefasta influenza politica, che ebbe fino ad oggi, grazie ali' insegnamento religioso nelle scuole. ♦ Ma, l'ho detto, il significato del dibattito è più alto; la mozione Bissolati, il discorso di lui, del1' on. Fradeletto, di Comandini, di Martini hanno portato la questione dal pantano ove voleva confinarla il Governo, al ciel sereno delle idee. Dato che ci sia chi crede necessario a se ed ai suoi l'insegnamento reiigioso, ha diritto costui ad esigere che questo insegnamento gli sia provveduto dallo Stato? E ~arisposta : netta, chiara, assoluta è: No, mille volte no. Libera la Chiesa di insegnare a chi vuol impararli, i suoi misteri: libera di teologizzar·e, quanto le piace: ma nel suo luogo : là dove la religione è impartita a chi crede. Nella scuola si deve insegnare ciò che può essere provato - poco o molto che sia. Nella scuola non c'è posto che per la scienza, elementare per i bambini, superiore per gli altri, ma sempre scienza, assoluta e positiva. Dio ed i Misteri hanno il loro luogo naturale ed è la Chiesa, ed è l' ediGcio del culto, poichè l'i nsegnamento religioso, tale quale è impartito dalla Chiesa - nè la Chiesa può impartirla diverso - è una forma ed una spiegazione del èulto. Questo è il fatto cui dovremo giungere: volente o tiolente i1 Governo; oggi o domani poco importa a questo dovremo arrivare: in scuola la scienza; in Chiesa la Fede, e non si dica che escludere lo insegnamento religioso dalla scuola è cacciarne via la morale: poichè è scienza il sapere obbedire, è scienza il sapere amare : è scienza il conoscere ed il praticare il proprio dovere : il conoscere ed imporre a volere rispettato il proprio diritto; è scienza che la Chiesa non insegna, nè può insegnare, poichè questa scienza insegna a discutere prima di obbedire: a sapere prima di credere, e discutere e sapere non si accordano con l'insegnamento religioso, non si accordano con la Fede: non si accordano con l'infallibilità del Papa e neppure col concetto della Divinità. Ora questo accennava la mozione Bissolati, questo hanno inteso dire, ed è giusto che fosse detto, quanti hanno parlato contro l'acefalo regolamento del Governo; e contro l'insegnamento di quella serie di assurdità che la Chiesa chiama religioso, ed è compendiata nel Catechismo. A. AGRESTI
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