Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 4 - 29 febbraio 1908

96 RIVISTA POPOLARE mandini si danno la mano e questa è la migliore giustificazione che noi siamo proprio dinanzi ad una opinione scientifica, che non consente altrimenti la possibilità di un battito, se si vuole restare nelle serene regioni della scienza e dei principii e in quello, che tutti noi, e modestamente anche io, abbiamo imparato alla scuola. E cosi mi pare che più religiosi di voi siamo noi, che diciamo che nella scuola dello Stato non deve darsi codesto insegnamento, ma nella chiesa a chi lo chiede e dalla persona adatta a codesto ministero. Ed è chiaro: nella scuola oltre che si violerebbe il diritto dei non credenti, si istituirebbe un insegnamento (e di ciò tutti sono convinti) male dato e che non conseguirebbe gl'in · tenti auoi, Non è lo Stato che si può fare banditore o maestro in m;tteria di religione: egli non ha alcuna competenza a ciò. Lo Stato deve avere il suo ambiente, preparato a che tutte te religioni e tutti le fedi possano avere per loro stessa iniziativa la loro piena attuazione e il loro completo svolgimento. E qui ricordo, a cagion d' onore, un nome di un grande italiano e credente, il nome di Bettino R1casoli, quando in una celebre lettera, inviata prima del 1870, a proposito della libertà di coscienza e di religione nello Stato sovrano, diceva così ~ Sor gano pure associazioni di fedeli e sia lo Stato il ,Pantheon di tutte le fedi. Dail'attrito sorgerà il vero e renderemo uo vero servigio a Dio. Accanto alle chiese cattoliche sorgano le chiese anglicane, le sinagoghe ebra;che, le assemblee métodistiche, tutte liberamente discutenti e preganti il loro lddio nella one• sta e santa libertà delle rispettive loro fedi e in mezzo ad esse imparziale, giusto ed equanime, ma sovnmo lo Stato ! Ecco la libertà vera, ecco l'intento cui in una discussione, come questa, tutti dovrebbero ugualmente mirare. È questo che non abbiamo detto nel nostro ordine del giorno, q~esto e non a[tro, perchè questa è la:dottrina costituzionale, perchè questa è l'essenza dello Stato laico , di quello Stato laico che per la nostra storia e per la nostra resurreziont politica ha cominciato la sua grande opera di redenzione fino dal 1861 a Torino, quando venne deliberato il celebre ordine del giorno che fa palpitare nei nostri ricordi, di legittimo orgoglio, l'anima di tutti noi. Chiesa libera nello Stato libero , si è detto ; più tardi si è sostituita l' altra formula : Chiesa libera nello Stato sovrano. Sono affermazioni che si fanno gradualmenoe nella via gloriosa della Ubertà. E in questo pensiero ci confortano mirabilmente due autorità scientifiche di primissimo ordine: il La veleye e il Minghetti. Il primo insegnava: « Stato libero è Stato laico, ed è laico per_chè libero , ed è laico quando è sciolto da ogni vincolo confessionale. La missione di questo Stato consiste innanzi tutto nella protezione del diritto , ed in secondo luogo nella cura di quegli interessi veramente generali ai quali nè i cittadini nè le loro diverse associazioni saprebbero provvedere. Per veruno di codesti titoli (udit~) lo Stato può intervenir1in materia di religione , dal momento che egli ha cessato di essere l' organo di una credenza rivelata e riconosciuta vt:ra e leggittima. « Lo Stato moderno , tutte le opinioni lo proclamano unanimi, non professa alcun dogma 11. E il Minghetti, maestro e duce del quale tutti ci onoriamo di essere discepoli , ha scritto pagine immortali in ordine ai rapporti della Chiesa con lo Stato. E su questa importante questione che qui si dibatte , ha insegnato così : (badate che è un'autorità questa alla quale tutti voi, che avete parlato diversamente da me dovreste rendere omaggio, e, scusate la parola, ravvedervi). Udite : << Lo Stato deve insegnare la religione, aprire semi - Hari, istituire facoltà teologiche? No, per il principio che lo Stato non ha competenza alcuna in materia di religione. tl Inoltre i motivi per sussidiitre la pubblica istruzione col mezzo del denaro comune , non arrivano fino a codesto inse - gnamento, tutto speciale, che ciascuno può ricevere, a quella sorgente che egli crede salutare >1. È così limpido il pensiero , è così limpida , come sempre , l'espressione e la forma, che deve commuovere anche voi. E sulla questione spt:ciale della scuola elementare, della così detta scuola primaria, il Minghetti insegnava: « Un punto rimane ancora a trattare , di tutti gli altri il più difficile ed i 1 più delicato. Si deve o no insegnare dallo Stato e fare che si insegni religione nelle scuole pubbliche primarie o secondarie ? E risponde : • La logica conseguenza del principio della in competenza dello Stato in materia di religione conduce di ne cessità a rispondere che lo Stato non può nè deve insegnare il catechismo nella scuola primaria o &.econdaria. « E quando io dico lo Stato - aggiunga il dottissimo maestro - quando io dico lo Stato intendo parlare altresì delle provincie e dei camuni ,. Ah I già abbiamo guadagnata la partita! Ah l contradditori nostri, voi siete perduti. ... Se non altro dinanzi a questi nomi e a questi ricordi, « codesto sistema - continua il Minghetti - deve tenersi fermo specialmente per le peculiari disposizioni del nostro paese, dell'Italia, e da questa separazione giuridica rifiorirà il vero sentimento religioso mercè la privata iniziativa dei cittadini. Questo è ir principio costituzionale; questa la verità scientifica; questa l'applicazione alla questione che qui si dibatte, e che alcuni ,piriti profondamente perturba. Questa· è la verità: volete arrendervi? entrerete davvero in paradiso; volete restare in drrore ? è una questione della vostra coscienza nella quale non posso e non devo entrare. Veniamo ora alla questione legale, e non sarà meno rapida la dimostraziòne che io farò. Perchè noi abbiamo discorso qui tutte queste giornate? perchè ci prepariamo a discutere ancor~ altre giornate con così comune interesse e diletto? Quale è lo stato, di fatto? Oh, lo stato di fatto è semplicissimo: tutto questo che io ho detto è veramente un ricordo accademico e niente altro I E perchè, colleghi egregi? ... Perchè l'insegnamento religios 1 nelle scuole primarie non esiste più; perchè !\insegnamento religioso nelle scuole primarie è stato abolita ed è stato per virtù ·di legge sostituito da un altro inse~mamento. E non è vero che sia dh enuto facoltativo, perchè non si dà e non si attribuisce un carattere obbligatorio o facoltativo ad un insegnamento di Stato con un ordine del giorno. Oh! se gli ordini del gi( mo potessero avere questa efficacia, noi rovesceremmo il mondo! Quanti ne scriviamo tutti in occasione delle leggi che vengono presentate dal Governo ?I Dunque, tutto quello che è avvenuto, onorevoli ministri, dal 1877 ad oggi; tutti quei famosi regolamenti che hanno te date del 1888, dal 1895, del 1904, sono tutti illegali, tutti arbitrati, tutti incostituzionali I Voi avete dato disposizioni a norme per regolare veri e propri attributi di Stato che non potevano essere regolati e' disposti che per legge e siete con regolamenti penetrati in un campo nel quale l'unico petere competente era il potere legi - slativo. Ma, è questa cosa seria? Eccola la situazione vera ! E del resto che sia così il primo ad essere convinto, io credo che sia lo stesso onorevole presidente del Consiglio. Giolitti. Questo poi no! Che per trent'anni non vi sia stato un ministro, che abbia capito la legge, questo io non lo posso ammettere. Fan i. Ma è così, disgraziatamente è così. Quando l' errore comincia ad impadronirsi dell'anima di un ministro, è fatale. Ma vdiam o Se! questo insegnamento è stato effettivamente

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