Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 4 - 29 febbraio 1908

RIVISTA POPOLAR E 95 Discorso dell' on. Fani (nella Camera dei Deputati 22 Febbraio r908) Presidente. Viene ora l'ordine del giorno seguente: « La Camera sulla questione dell'insegnamento religioso: « Ritenuto che il princir io di libertà non consente che io Stato, rappresentando nella sua unità organica ogni ordine di persone e quindi, in materia di religione, ogni confessione e ogni fede, possa nella scuola, anche indirettamente, addivenire banditore o maestro d'una determinata dottrina e d'un determinato, preciso indirizzo. relìgioso, passa all'ordine del giorno. Fani, A. Di Rudinì, Di Scalca, Maresca ll. L' onorevole Fani ha facoltà di svolgere questo ordiue del giorno, Fanl. Onorevoli colleghi , abbiamo sottoscritto in pochi quest'ordine del giorno; ci pare quindi di essere un po' isolati; eppure noi crediamo che avremmo dovuto avere un consenso maggiore; dirò le ragioni per cui di questo sono profondamente convinto e mi auguro che la nostra proposta acquisti nel voto quel favore che sin quì non hà avuto nelle firme. Dico innanzi tutto una parola agli onorevoli colleghi di questa parte della Camera: io sono un poco mortificato di non trovarmi con essi d' accordo ed è la seconda volta che mi accade: la prima volta quando si discusse alla Camera l'ordine del giorno contro il decreto di legge; era una questione di libertà anche quella, ed alcuni di noi, ii nostro capo per primo, ci ribellammo; anche oggi pare a me si tratti di una delicatissima questione di libertà. L'ordine del giorno nostro ha per suo fondamento un principio di diritto costituzionale puro, nel quale tutti coloro che insegnano codesta scienza non possono non essere d'accord.>. Quì in questo recinto sono molti i valorosi che studiano. Vi sono qui professori che insegnano ed essi leggendo avranno dovuto riconoscere che quanto è qui scritto, compendia intiero il principio di libertà di cosci~nza, quel principio che essi in mezzo ai loro scolari e nelle loro scuole professano. E' di una semplicità propria unica il contenuto dell' ordine del giorno e la discussione che io ne farò sarà breve, perchè dopo tutto, molti oratori hanno parlato, alcuni dei quali, bi, sogna riconoscerlo, con grande autorità e grande successo. E questa discussione rimarrà davvero momorabile innanzi al mondo civile nei ricordi gloriosi del nostro Parlamento. Questa questione sotto il punto di vista costituzionale, ha ri scaldato le anime nostre, ha fatto meditare i nostri cervelli. Io procurerò questo solo , nella breve ora durante la quale terrò la parola: cercherò di non ripetere quello che voi nei vostri discorsi avete detto. Ma da voi, di ogni parte della Ca• mera, aspetto di essere ascoltato con un po' di benevolenza. Il quesito in cui è riassunto l'ordine del giorno è questo: Lo Stato deve nella sua scuola elementare insegnare il catechismo? Spetta allo Stato, per l'ufficio suo, l'insegnamento della religione? A me pare che dicendo sì o no, non si com• prometta alcuna credenza in materia di fede: si obbedisce invece ad una convinzione scientifica e nient'altro. L'artificio, invece, di molti cli coloro che hanno discorso è questo: che dicendo si o dicendo no, si potesse, in certo modo, violare il santuario della coscienza nei rapporti che ognuno può avere con la divinità. Invece dalla risoluzione di codesta questione comunque sia, rimane inalterato e nella sua naturale purezza ciò che riguarda il sentim~nto d1 religione. Lo studio dei bravi e forti contradittori nostri è stato quello di rimpicciolire e ridurre alle minime proporzioni possibili codesto grave delicato insegnamento: lo daremo, si è detto se i padri lo chiederanno: sarà di poco, di sole 32 ore all'anno; lo daremo ai soli fanciulli di tenera età, negli anni che corrono dai sei a nove e non più; lo daremo in un ora qualsiasi e lo affideremo a quella persona che capiterà fra mano, che il Consiglio scolastico giudicherà adatta a dare insegnamento religioso. Ora riducendo a queste proporzioni cosi minuscole un insegnamento che deve elevare l'anima dei fanciulli, non vi pare di avere arrecato alla religione la più grave delle offese, la peggiore delle umiliazioni? Ah dunque non è la vera e propria elevazione degli spiriti quella a cui voi mirate; - non è la educazione al sacrifizio e al dolore; - non è la preparazione assidua alla contemplazione di un mondo superiore quella cui voi intendete. E' invece una misera cosa quella cui costringete la missione del maestro. E che passione, e che convinzione, e che fede! volete che porti questo insegnante quando lo avrete qnasi aprioristica - mente esautorato nell'adempimento di cosi grave, di così delicato ufficio ? Ecco come pur di violare un principio di libertà, voi riducete alla minima espressione la sostanza vera di questo in - segna mento. Ed allora ha ragione di insorgere contro di voi il senatore Antonio Fogazzaro, e di dire a voi queste parole, che io ripeto per rispetto alla persona che le preferiva nella seduta del 2 luglio 1901, dinanzi al Senato del Regno: « Le idealità della morale ci vile non possono sostituire, quanto ad efficacia educativa, lt: idealità della religione. Con questo non intendo affatto affermare, neppure platonicamente, nè la efficacia nè l'opportunità di un insegnameato confessiò - nale catechistico nelle scuole elementari. Anzi per antica convìnzione vi sono assolutamente conrrario ». Badate, o colleghi egregi, che ponendo dinanzi a voi l'au - tori'fà e ii nome di Antonio Fogazzaro, io attingo in una que - stione come questa ad una fonte che per tutti, ma specialmente per molti dì voi è assolutamente incontaminata e purissima. E sempre per non ricorrere a nomi che possono in qualche modo destare preoccupazione e sospetto, udite quello che un. cattolico fervente. un credente scriveva giorno or sono a proposito di questa importante questione, Angelo De Gubernatis: « In nome della libertà io domando dunque semplicemente la separazione definitiva della Chiesa dalla scuola, lasciando a ciascuno la sua missione, che è quella, per la scuola di preparare utili ed onesti cittadini, per la Chiesa di innalzare l'anima verso una maggior perfezione spirituale. , Non so se la semplice voce di un vecchio maestro di scuola, indipendente, possa avere alcun peso, ma, fra tanta violenza di discussione, una voce pacata, può forse aiutare a rientrare nella calma e nella serenità, senza la quale non è possibile alcuna deliberazione giudiziosa n. Cosi il Fogazzano, cosi il De Gubernatis. Non parlo poi di quello che hanno detto ieri in una conferenza che è stata proprio da tutti ammirata, gli onorevoli Comandini e Ferri. Sono due nomi che fanno a qualcheduno venire il brivido addosso. ' Eppure uditeli, essi ripeterono in sostanza le opinioni riferite dal Fogazzaro e dal De Gubernatis, perchè conclusero precisamente così: (< I numerosi credenti sinceri dovrebbero desiderare che l' iusegnamento religioso avesse la sua sede nella chiesa, là, dove la fede ha il suo impero ». Non c' è cosa più corretta, più giusta, più onesta di questa. Dunque Antonio Fogazzaro, Angelo De Gubernatis, Enrico Ferri e Co_

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