... R1VISTA POPOLARE 35 nunzio, ma che abbastanza umiliato dichiarava che il successo era stato molto minore di quello annunziato. + Gabriele D'Annunzio non è un qualunque scrittorello e poetastro; si comprende quindi, co~1e an-: che nelle sue peggiori cose possano es~ervi_ v~r.s1 bellissimi 1 situazioni interessanti 1 lampi art1st1ci; nella Nave ce ne sono, sebbene meno certamente che nella Figlia di Jorio. Ma l'opera d'arte 1!1-ancainteramente; pe_rchènon ci può essere quando Il lettore dev~ metterci t~tta 1~ sua buona i_ntenzione per andare m cerca dei punti da ammirare· non ci può essere quando la incarnazione estetic; non è intelligibile e il simbolismo varca i confini del . idi colo. La inintelligibilità diventa difetto mastodontico quando lo scrittore coll'opera d' arte spera, pretende esercita~e un'azione politica, eminentemente nazionale; d_es_1~erea_vuole suscitare l'entusiasmo della collett1vita, sprngere un popolo tutto a cose grandi. E grandi davver~ dovevano essere le gesta auspicate se la Nave dei Veneti viene battezzata Totus mondus .... Nessuno immagina che D'Annunzio possa essere Tirteo Petofi o Goffredo Màmeli. Egli non potrebbe mai l;sciare le delicatezze e i levrieri della Capponcina per brandire un_ arma a difesa della pa-: tria,per farla grar:-de; chi lo sospettasse capace d1 tanto e lo annunziasse sarebbe ammazzato da una gigantesca sghignazza!a_,, che agirebbe più fulmineamente della elettncna colla quale sulla famosa sedia di New York si eseguono le pene di morte. Ma o-iacchè questo imperialismo, questo irredentismo dannunziano voleva essere soltanto verbale, ultra rettorico per ottenere un minimum di eff~tto doveva essere intelligibile. Alfieri, Berchet 1 Nicolini Giusti Carducci fecero della poesia e della rett~rica co~ intenti nazionali 1 ma si volgevano ao-li italiani e dagli italiani si facevano comprend~re • e credo, che si faccia comprendere Rudyard Kipli'ng dagli Anglo-sasso~1Ì suoi c?nnaz~o~ali; dei quali esalta _la brutale v10lenza 11:1penahsta. Un popolo non s1•eleva, che sotto _lostimolo _della p~- rola viva· non può essere eccitato col linguaggio dei morti' che non parla nè al cuore, nè alla mente. Ma Gabri~le D'Annunzio ,ur ricorrendo alla rettorica più smaccata, _non percn~ si si~ incapsulato n~l più astruso simbolismo ultra 1bsemano, ~a semph-: cemente per la lingua che. ad?pera, per 1 _caratt_en che presenta, per le situaz10111 che ~rea ~1esce incomprensibile ai riù, non_ potrà_ mai, m~1, sper::-·e di far penetrare 11 pensiero simboleggiato ne;., 1 • Nave nella mente del popolo, dal quale dovrebbe essere compreso per incitarlo alle grandi cose e renderlo degno d' imbarcarsi sul T?tus 1:iundus_. .. Ecco quindi mancato lo s.:opo, che 1 suoi ammiratori hanno attribuito a Gabriele D'Annunzio. Dico che o-liel' hanno attribuito i suoi ammiratori perchè per parte mia sono convinto che egli non abbia avuto altro fine se non quello di far ·denaro, anzi di scroccare denaro al pubblico credulo, com~ ne scroccò a Milano con quella sua commemoraz10ne Carducciana, di cui qui ste_sso Floriano Del Secol0 fece la spietata dissezione cadaverica. . E lo scopo suo egli lo ha pienamente raggrnnto si dica ciò che gli spetta. + E' noto che io non m'intendo d'arte e di critica letteraria· non mi arrischierò quindi a fare l'esame della Na;e dal punto di vista estetico. Farei sbelliccare dalle risa non solo il Direttore del Marzocco ma tutti quanti gli amici lettori della Rivista. . Prudentemente, perciò, ricorrerò ai competenti per giustificare ciò che ho detto. E avverto che non voglio intrattenermi del conten~to moral~ della Nave· mi limiterò a notare che v1 campeggia una Basiliola, eh' è la degnissima sor~lla •di. Corrado Brando. La protagonista della Nave e un~ laida sgualdrina avida di sangue e di vendetta spietata. (« Il rosso », dice Romualdo Pantini? - un competente - è il tono dominante: rosso dz sangue frate1·no rosso di fuoco, che divora un volto) (I) degna di st~re non solo nella Fossa tuia, ma nel più basso lupanare, frequentato dagli ultimi str~ti soci~li ~! una grande città marinaresca; come 1eroe d1 ~iu che l' amo1·e è un biscazziere ladro ed' assassrno deo-nissimo di ga1era. Altri personaggi la mentilità di 0D'Annunzio pare che non sappia creare per le sue tragedie. Non può mancare il mal costume. Corradini suo caldo ammiratore dice: « Basiliola l . • • <, si è già astratta dai consangurne1 per occupar?1 « soltanto di sè medesima e di ciò che deve,· d1- << ciamo simboleggiare: la fiamma della lussuria <, accesa 'in merz.o al popolo dei Profughi. M~ questa <e fiamma fiammeggia ancora nella Fossa Fu1a_e a~1- « cora nella danza incanata del secondo ep1sod10. « E' troppo. E rammentatevi ~~cora de~ monac~ « Traba il quale paragona Bas1hola a Circe e poi <e a Bibli a Mirra, a Pasifae, a Elena, a Dalila, « a Iezab~l, a Hogla; e poi, dopo, aver molto altro <e detto di consimile, aggiunge: ((Ovunque publicò le giaciture (< Mise il giaciglio sulla piazza e in capo ((di strada, lungo il molo e sotto il portico « nella taverna e nell'accampamento. (( seppero gli omicidi il suo guanciale. (< Seppero i ruba tori la sua coltre. 11 Seppero i mercenari le sue schiume. « E' troppo, troppo, troppo ! E non sono due pa- " gine nè dieci; ma quasi tutto il volume è così : è <( stracarico di amplificazioni che sono ridondanze « nate da suggestioni di letture specialmente biblJ- <, che. Di rado c'è la riflessione artisrica, lo spogl10 <, del lavoro durato nel tempo, il buon gusto insom- <, ma della moderazione e della misura che dice:-- « Basta! - C'è l'orgia della m~ta~·ora bibiica ». . E l'altro ammiratore, che 1111 tirera le orecchi~, come l'altra volta, per gli irreverenti commenti, Gaio - al mondo Angiolo Orvieto, aggiunge: « il <e balletto delle sette danzatrici altocinte troppo ras- « somiglia ad un qualun9 u~ ballett? di ballerin: « succinte ... >> Ecco perche 11 pubblico gross, dei cancan e dei Moulin Rouge applaude ... E resto a cercare nelle colonne del Marzocco1' organo più autorevole dell'intellettual_ism~ e_1el Dannunzismo-la giustificazione del mH? grnd1~10. Dissi che gli ammiratori di D'Annu~z10 nel_s1;1"!- bolismo della ]Vave scorgonr lo scopo irredentistico ed imperialista. Lascio dimostrare a_ll'ami_~oCorradini, imperialista antico ed autentico, c10 che ho affermato. Eo-li scrive nel citato numero del Marzocco: b . <e La Nave appartiene al vero ~ proprio t_eat~o <e eroico e con lF sua visione eroica sta sohtana <e in me~zo alla vita italiana contemporanea. E' cc nello stesso teatro del D"Annunzio la prima trace gedia eroica. La Gitta morta ha lo sfondo er~ic? ! cc ma il fatto è domestico ; la Francesca da Rimini « ha il quadro medioevale guerresco, ma il fatto è « domestico. Qui invece, nella Nave, lo stesso fatto « si ricongiunge con le origini di una città, le c~- <, lebra in forma di tragedia, tutta questa trage:!.1a <e è come ebbra dello spirito eroico_ da cui _la ~ittà cc sarà animata in futuro. La tragedia porta 111 se un (1) Mar;;;_occo 19 gennaio 1908.
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