l RIVISTA POPOLARE 55 potere di costringere un' uomo ad uno stato d'incoscienza nel quale poteva compiere molti processi mentali e fisici che gli sarebbero impossibili allo stato normale ; sta non nell' ipnotizatore ma nell' ipnotizato, che l' ipnotizatore non è che l'agente che mette in moto certe facoltà segrete giacenti nella forma inerte che gli è dinanzi. Ed ora per la prima volta, si ebbe la constatazione scientifica del!' influenza del la suggestione non soltanto nel regno del pensiero, ma anche in quello della materia. Lo psicopatologo non è ancora riuscito a spiegare i varii fenomeni dell'ipnotismo, ma le sue ricerche hanno rivelato fatti che promettono di rivoluzionare il nostro concetto, non soltanto della mentalità; ma anche della natura dell' uomo. Mentre che lo psicopatologo non consente nelle dottrine dei ricreatorii psichici (i quali dichiarono che la personalità della quale un' uomo è normalmente conscio, non è che una parte d'una personalità più vasta, della quale egli s'accorge softanto in momenti di esaltazione, ispirazione o cri se) egli però è stato condotto ad insistere sulla complessità e instabilità della personalità, ad ha trovato dei mezzi per renderla se non meno complessa almeno più stabile. Questo è il punto importante per quanto riguarda la lotta conrro le malattie nervose e men - tali. Malgrado una opposizione accanita lo psicopatologo va facendo da vari anni I' applicazione pratica delle sue teorie basate su la influenza che ha la suggestione su la psiche umana. La più importante di queste teorie é quella della attività mentale sub-cosciente, la teoria della « disassociazione 11 e quella della « riassoci azione n. La prima afferma 1 'si;;tenza di stati di coscienza sussidiari la secc . presume che sotto l'influenza di grandi emozione preoccur1azioni, eccessi di lavoro può avvenire un disturbi psichico che porta alla disassociazione delle correnti princi pali della coscienza , una parte delle quali degenera in una corrente sussidiaria, e la terza afferma che con la suggestione applicata scientificamente vi è speranza di riassociare le correnti principali della coscienza restituendo al paziente l' equilibrio perfetto a meno che la dissassociazione abbia fatto tanto pregresso da produrre la distruzione cellulare. Praticando l'ipnotismo, l'ipnotismo e la suggestioue pura e semplice, medici quali Pierre Janet. Baris Sidis, e Marton Prict: hanno ottenuto delle guarigioni straordinarie. Ma, si doman:.i~rà, quale garenzia ci offre la psicopatologi-' di essere vantaggiosa alla razza offrendole il mezzo di superare i pericoli inerenti alla civiltà mondana? La garcnzia è eh! la psicopatologia ha provato che può trarre dalla profondità della coscienza umana una forza latente atta a rinvigoriie la mentalità ; e questa forza risenerativa viene sempre dall'interno non dall'esterno. La psicopatologia non ha che da evocarla. E' questo che ci da la speranza che si sia finalmente trovato il mezzo di superare e vincere le devastazioni della pazzia. E' soddisfacente notare che per quaneo sia esiguo il numero dei psicopatologhi cominciano ad essere apprezzati sopratutto in Francia ed in Germania; negli Stati Uniti, al contrario, sono quasi ignoti: nessun paese è più pronto a riconoscere in modo volgare il valore della suggestione , come è dimostrato dal fenomenale sviluppo della J scienza cristiana » che sì basa, appunto, sulla forza della suggestione. Però il corso d1 conferenze date dal Prof. Pirrre Janet liel Collegio di Francia alla scuola di medicina di Harward permette di sperare che i medici di questo paese vorranno mettersi al corrente di questo nuovo ramo della scienza. Bisogna sperare che si fonderanao dappestutto case per questo campo della medicina, e il danaro speso in queste case. darà ali' America dei cittadini migliori. Non si può sperarne la eliminazione della pazzia; perchè il psipntologo si riconosce impotente quando la dissassociazione è passata dallo stadio di disturbo funzionale a quella di disordine organico, ma molta creduta pazzia è stata dimostrata suscettibile di cura. In ogni caso non vi è ragione di dubitare che quando l' eredità avrà avuto il tempo di operare su un numero sufficiente di individui rinvigoriti per mezzo della psicopatologia la resisten-za della razza alla pazzia , ed agli distu:-bi nervosi sarà tale che essi liminuiranno notevolmenll:. (Nort Amedcan Review - Gennaio r 908). ♦ Wolfgang Heine: Come combattiamo noi ll mllitarls1no - fl discorso, tenuto in Parlamento dal deputato Noske, è stato causa della discussione sul militarismo al con - gresso sosialista di Essen, Noske aveva detto che l'avversione al militarismo non implica avversione alla difesa del paese. Il militarismo è condannabile in quanto esagera la disciplina , degenera in maltrattamenti e sevizie contro i soldati, crea una casta speciale di ufficiali che non condividono le idee del resto della nazione e serve di istrumento per mante nere la supremazia delle classi possidenti sul proletariato. fn questo si compendiano i motivi antagonistici tra socia - lismo e militarismo; ma fino a che le nazioni non si spoglieranno del des;derio di conquista perdurerà sempre la necessità di preparare il popolo alla difesa del proprio paese onde conservarne l'indipendenza. Noske aveva ricordate le parole di Bebel: i Se vi fosse bisogno di difenaere la Germania da veri pericoli è naturale che i socialisti preuderebbero spontaneamente il fucile n e queste parole suscitano vivaci polemiche, perchè gli intransi - genti le considerano come una menomazione del programma, in quanto Bebel verrebbe per tal modo a sacrificare l' interesse di classe all'inleresse comune. Il benessere di un paese è inseparabile dalla civiltà nazionale; la difesa della nazionalità val quanto la conservazione dell'indipendenza , perduta la quale , rimangono danneggiati tutti gli interessi sia economici che morali ; e, malgrado il loro internazionalismo, il Lassalle, il Marx e l'Engels hanno cetcato sempre di tenere filto nei socialisti i 1 sentimento di nazionalità tedt:sca. Il socialismo tedesco è giustamente nazionale perchè esso tende a sviluppare sia dal punto di vista materiale che mo raie la civiltà tedesca. La minaccia da una invasione straniera farebbe sorgere in armi tutta la Germania per impedirla, e le classi lavoratrici come le più interessate, sarebbero le prime a muoversi, perchè l'invasione e la guerra, con le loro inevitabili conseguenze di d1ssocupazione, di miseria e di fame verrebbero per primo a colpire il prol~tariato. Anche se la guerra scoppiasse unicamente per colpa o insipienza del sovrano, i socialisti dovrebbero difendere il paese non per altro almeno per evitare le disastrose conseguenze di una distatta o, quel che è peggio, di una invasione. Durante la pace il socialismo deve adoperarsi con ogni mezzo per tenere a bada la guerra; ma una volta essa dichiarata e inizieta , uno sciopero milìtare è assolutamente impossibile, come sempre e dovunque ha dimostrato lo stesso Bebel. Non è vero che tutti i figli del popolo nutrono avversione per la vita militare, anzi molti la guardano con simpatia ; e per questi una propaganda ostile sarebbe grave errore; perciò è necessario dresentare ad essi il servizio militare come una garenzia dell'indipendenza nazioeale. Così facendo questi soldati comprenderanno che è conciliabile il dovere di difendere la patria c;ol rimanere ad un tempo socialisti. E neppure é benfatto insinuare antipatia alla vita militare nei giovani che tra breve dovranno entrare in caserma , perché ciò non servirebbe ad altro che a rendere a loro più difficile e doloroso il servizio militare; è necessario invece coltivare e sviluppare in essi l'educazione e l'intelligenza, p erchè non è mai acca-
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