20 RIVISTA POPOLARE le nari aride ; il mento impera ; e la stupenda testa, inclusa fra i guizzanti delfin, canta il peana della quadrupla immensa Urbe, la gloria feral d' Imera, e la doma Catana. Eeco a te il decagramma. A retro scalpita , coronata dal voi della Vittoria, la gran quadriga: e il saldo argento palpita )). Ed eccone un altro, saggio: delle ORE or SOLEdi Vincenzo Agostlnl, uno dei migliori fra questi troppi poeti : ~ La Chi mèra : - Gemere intorno a me odo lamento fraterno, e petti sospirare: In vano I E sui volti rivedo il mio tormento stesso, e il mio pianto nel gran pianto umano io sento. Passa la Chimèra e splende in alto, tra le sue fiamme , lontano : rapito, ebbro di lei, le palme tende ai suoi fulgori l' egro stuolo insano. Ed ella passa , e con le menzognere labbra qualcuno bacia su la bocca. Passa , e rosei volti e fronti austere piegano al fuoco che da lei trabocca. [11vano 1 Forse I ansano ; petti: intanto, la Morte da l'agguato i dardi scocca, le fronti intorno piegano nel pianto; giunge la Morte, e questo e qudlo tocca >). Ed ecco una « Lettera I tratta dalle Rnrn DELL'ADDIO,di Giovanni Valente (Torino, Soc. Tip. Ed. N;iz.): - « Cara (mai, dunque, mia!) sul far del giorno, mi converrà domani al mio paese , dopo lunga stagion, fare ritorno. Un desiderio questa sera intese il mio core : tornando alla mia sola stanza , ove forse non verrò più mai , dettar mi volle ancor qualche parola , queste parole che non leggerai. Addio , dunque. Mi fu 1grave portare chiuso in cuor tristemente il mio segret0 ; ma olo per le tue pupille care qualche attimo mi fu tenero e lieto ». Ed ecco ancora una bella levata di sole, che trovo nel LA R1NUNZIA,di Carlo Valllnl (Torino, Streglio): t< 'All'alba il mare cnlmo, dove ancora un gran raggio di luna si riflette, ha luci verdi ed ombre violette tra la bruma leggera che vapora. Poi sempre più s' avviva, si calora, sprizza barbagli di rubino, e mette fuochi fra l' onde, m.:ntre sulle vette brulle dilaga il rosso del!' aurora. Allora è tutto un nuovo vibramento , che con mille colori e mille forme trasmuta il piano dell'equorea mok: fino a che, tra una gloria d'c.ro, lento, come un incan• descente disco enorme, appare e sta sopra le rocce il sole •. Ma lo spazie è ormai esaurito , e la misura è colma, anzt trabocca. In fretta e furia, dunque, limitiamoci ad annunziare: NE L'ESTASI D.f L'ANIMAe A1'IMANOVAdi Marcus de Rubris, con ritratto preraffaelita dell'autore e col motto francescano , Scrivi, che ivi è perfetta letizia )>; LE SOLITARIE,d, Maria Ricciardi (Soc. Ed. Naz. come sopra), le quali solitarie verseggiano solo perchè &trocemente annojate di esserlo: ed han rag,one ; Voci , di Domenico Marino ( Roma , edizione del u Gran Mondo >): voci giovanilmente innamorate esse pure: auguri I ; LE ROVINEDELMARE,di Sebastiano Munzone (Venezia, edizione di tt Unica ») : promettenti prove giovanili anch' esse: aurore poetiche, a cui sarà lieto, se il sole non muterà strada, il meriggio ; F1L1PPOZAMBONre il suo poema « Roma nel Mille », conferenza di Elda Glanelll (Trieste, Balestra) ; L'AVVENIREDELLAMUSICAe dei musicisti, conferenza di Stefano Gentile (Palermo, Fr .Ili Vena) ; LA POESIAD'AMOREdi Giosuè Carducci, conferenza di Gino Belllncioni (Firenze, Ricci) ; LA PEDAGOGIAFRA LE DUEMORALI' due ottime conferenze antidogmatiche di Camillo Vaccaro ( Mantova , Università Popolare) ; GrnsEPPE GARIBALDI,commemorazione di S. V. Alfieri (Avola, Piazza); L'ACCADEMIADEGLIETEREI e il Tasso, nota erudita del mio antico discepolo e nuovn collega Rosario Granozzi ( Trapani, Gervasi); IL CARDINALED'HOHENLOHEnella vita italiana, ricordi e documenti di Primo Levi e finalmente: UNA POSTILLADANTESCAe AGGETTIVIDI MODA,note d'Enrico Grlmaldi (Napoli, Pansini). Il quale Pansini, nell'altra sua qualità di tipografo di questa nostra Rivista, m'invita premurosamente a chiudere, una buona volta ! Chieti. MARIO PILO Per assoluta mancanza di spa 1 io I siamo costretti a rimandare al prossimo numero l' importantissimo articolo del prof Enrico Presutti sull' Indennità di riscatto delle concessioni relative a servizii pubblici. ~IVIST A DELLE ~IVI.STE Henry C. Hyde: Il problema delle Filippine. - La questione delle Filippine è una di quelle che occupano e preoccupano quanti , in America , s'interessano di politica. Nella North American Review già altre volte scrittori e personalità note per il loro valore come uomini politici e com - petenti sul problema Filippino hanno espresso le loro opinioni. Il maggiore L. L. Scaman, l' ex- giudice James H. Blount , il senatore Franc..is G. Newlands, W. F Bryan tutti, con mag• giori o minori restrizioni propendono perchè sia riconosciuta la indipendenza di governo al popolo Filippino , e la introdu - zione alle Filippine della mano d'opera Cinese, vivamente cal deggiata dal Scaman. Ma queste soluzioni non possono essere accettate comi:! possibili, dato il momento attuale, di applicazione alle Filippine, nè da sole ognuna bastano a risolvere il problema. li maggiore Scaman non ha, apparentemente che una superficiale conoscenza dei Filippini, e manifesta per loro il massimo disprezzo. Egli li chiama , selvaggi Malesi >l, tra ditori , falsi, irriduttibili alla civiltà. Caldeggiando la mano d'opera Cinese ed avversando il governo del paese egli diehiara che non è possibile che • gli istinti di furberia e di tradimento che si sono sviluppati nel Filippino nella sua lotta secolare con le vipere e le tigri del paese, sieno risolti subi tamente a far di lui un ottimo cittadino ». Ma nel paese non ci sono nè tigri, ne vipere. Il Filippino ha i suoi difetti , è vero. È ignorante d'ogni dovere politico, del cittadino; non si preoc.;upa troppo d'istituzioni civili, non ama il lavoro come là sono obbligati ad amarlo i popoli che vivono in pieno fatili e generose regioni. Ha e legge poch: giornali , e durante la guerra praticò metodi di crudeltà che le nazioni civili condannano. Manca d' istinto creatore e d' ignoto per la letteratura; ma d'altra parte è sobrio , ospitale, amante della casa e della famiglia , ossequiente alle leggi , e se bene educato, pieno di graziose e piacevoli mani.:re. É facilmente influenzato dal sentimento. Quest'ultima qualità lo rende fa :ile preJa de i demagoghi e degli agitatori. Un introduzione di Cinesi non rimedierebbe ai mali. Prima di tutto si complicherebbe con la questh,ne economica dei prezzi della mano d'opera; poi non è giusto che se la emigrazione dei Cinesi-malgrado le amichevoli qualità che posseggono-è riconosciuta dannosa agli Stati Uniti non la debba essere. ai Filippini, e difatti il Scaman lo riconosce quando afferma che posti difronte ai Filippini ed altri popoli i Cinesi li vincono sul terreno economico. Introdurli alle Filippine sarebbe dunque arrestare d'un colpo il progresso che si fa, sia pur lento, nelle isole.
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