652 RIVISTA POPOLARE educazione qon é l' opera di un giorno, ma che è « opera rude , lunga, faticosa , che abbisogna di anni ». E non ricorda egli i miei articoli di alcuni anni or sono sulla fabbrica delle coscienze in risposta agli entusiasmi spicciativi di Ferri? Ma se l' educazione non è opera di un giorno, ma lunga, rude efaticosa di anni non bisogna distrurre il merito e l'efficacia de1la medesima. La ferma convinzione della necessità e della lentezza della educazione riconosciuta in Scozia, diventa una farsa indecente, una ipocrisia deplorevolissima , se la si smentisce in pratica, se la si neutralizza colla predicazione di dottrine che non si adattano alla mentalità delle persone, cui vengono rivolte, che sono in contrasto assoluto col loro rudi men tale grado di educazione e che fatalmente devono condurre alle esplosioni della violenza perchè cadono come scintille di fuoco sul petrolio dovendo agire sui sentimenti e sulle tradizioni di odio, di risentimento, sull'ardente lagrima di vendetta, generati dalla secolare inumana oppressione. E' vana, per quanto sincerissima, la proclamazione del bisogno della educazione quando non si tiene conto delle condizioni psicologiche reali. Le buone intenzioni in questo caso s' infrangono fatalmente contro ben altre forze ed energie che messe in azione non si possono arrestare e vanno contro quelle stesse intenzioni. Egli è come di chi vorrebbe rinvigorire un corpo esausto ed anemico e lo mettesse immediatamente ad una alimentazione a base di bistecca , çhe non potendo essere digerita ed assimilata produrrebbe inevitabilmente l'accesso o il rincrudimento della febbre. · Ora il mio primo dissenso coi socialisti militanti data per lo appunto dal 1891, quando cominciarono a parlare di collettivismo e di lotta di classe alle masse proletarie del Mezzogiorno e della Sicilia analfabete, impulsive, inclini alla delinquenza endemica che nel suo contenurn può anche non ess~re immorale del tutto;-è il caso di tutta quella delinquenza che ha oriRini storiche in venti secoli di mal governo, che riabilitarono anzi restaurarono il principio della giustizia privata, indivìduale, che è il principio costitutivo della mafia,- e sopratutto saturi di odio contro le classi dirigenti e che delle loro condizioni di animo avevano date prove eloguenti . colle f~equent~ sommosse e coi saggi di ;acquenes quali quelh delle orde del cardinale Ruffo alla fine del secolo XVIII, quelli della Basilicata, del Salernirano e della Sicilia nel 1848 e nel 1860, e in moltissimi episodi del brigantaggio. Poteva attecchire tra uomini siffatti una sana propaganda socialista a base di collettivismo , di lotta di classe ed informata al metodo essenzialmente educativo dell' evoluzione? Giammai. Così avvenne che in Sicilia il collettivismo dei Fasci s'intendesse come prossima ripartizione della terra sotto di auspici del Re ed anche di Crispi ; così avvenne che tra gli emblemi degli stessi Fasci figurassero crocifissi e immagini di Re, di Marx, di De Felice e qualche volta anche mie; così avvenne che l'educazione e l'evoluzione predicate da Barbato in Puglia fossero intese come rivoluzione, come rivoluzione imminente e liquidazione sociale che non ammette indugi. E se gli atti ispirati a quest' aspettazione non seguirono e non seguono chiari e terribilmente istruttivi, egli è che le stesse masse sono convinte di dovere attendere il momento favorevole in cui le truppe saranno impegnate in qualche ~rosso affare , interno o esterno, perchè spunti il dies irae. Ciò che resta di solido e di effettivo in questa propaganda socialista sono le istituzioni di quelle Leghe e di quelle Camere del Lavoro, che coi segretariati mantengono gli spostati della borghesia o i più fortunati figli del proletariato, che col magro stipendio credono di potere assurgere non alla dignità della buona borghesia, ma alla vita disagiata e fatta d'intrighi e di menzogne del 1a più magra e corrotta borghesia; che ogni opera ed ogni merito pongono nel promuovere uno sciopero, magari di solidarietà, per ravvivare la fede e rinfocolare gli entusiasmi, quando sembrano intiepidirsi; e la tiepidezza manifestano colla rarefazione dei contributi settimanali o mensili. Non mancheranno esplosioni di nuovi ignobili vituperi al mio indirizzo per questa riaffermazione delle mie vedute; ma esse non modificheranno la realtà, eh' è nota a coloro che s'indignano contro chi la denuda. Ma ciò che riaffermo oggi sulla propaganda socialista, già in parte documentai nell'articolo sul Regime della violenz.a colle confessioni dei socialisti ; e di peggio potrei ancora documentare colle altre dei giornaletti del partilo e dei giovani, che ad esso si dettero con tutta la sincerità della loro anima che si sdegnarono di fronte a certi spettacoli indecorosi, a certe conversioni miracolose e specialmente di fronte allo spettacolo della viltà degli avvocati, dei ragionieri, dei professionisti senza clienti che sospinsero le plebi alle manifestazioni violente, provocandone la uccisione e .i processi , e traendosi sempre in disparte nell' ora del pericolo. Oh! quanto diversi da costoro, amico Calvi, quei mazziniani, che predicarono sì la violenza, ma che della violenza rimasero essi vittime per i primi! « Date queste condirioni del proletariato meridionale e siciliano, si doveva adunque rimanersene colle mani in mano, buddisticamente, e lasciare che venisse continuata l'oppressione e lo sfruttamento secolare, per la paura che la propaganda socialista provocasse violenz.e e spiacevoli incidenti ? > Questo osservavami altra volta amichevolmente conversando con me Leonida Bissolati, che non negava gli inconvenìenti gravissimi; ma che pure nutre ardente il desiderio diviso da me di vedere iniziato il miglioramento economico dello stesso proletariato. Egli voleva ridurmi al silenzio collo imbarazzante dilemma o degli inconvenienti gravi della propaganda socialista o della continuazione, anzi ctella perpetuazione dello stato di abbiezione del proletariato, Eppure la risposta che spezza le corna del dilemma è sperimentale e viene somministrata dalla storia dell'Inghilterra. lvi la propaganda socialista, nel· mondo operaio, appena appena ora comincia a penetrare; ma le organizzazioni vivono da oltre mezzo secolo; da oltre mezzo secolo combattono; e senza lotta di classe e senza prospettiva collettivista si è visto elevarsi la condizione economica, intellettuale e morale dei lavoratori ad una altezza non raggiunta da quelli della Germania. Ed è noto il lamento del capitalista inglese, che al collega tedesco diceva: voi avete in casa il T.arxismo trionfante; • ma noi abbiamo di peggio: paghiamo i più alti salari ( 1). + Il sin qui detto serve a dimostrare genericamente che l' educazione socialista doveva faliire ed è fal- (1) Ricordando la storia del proletariato inglese Bonomi deve comprendere che ci tengo anche io, quanto lui stesso, alle conservazione ddle organizzazioni dei lavoratori. Quando il socialismo non era ancora forte e quando maggiori erano gli attentati contro le organiZ1azioni dimostrai che in Sicilia nel periodi dei Fasci dove le organizzazioni operaie erano salde non avvennero tumulti e non avvennero repressioni ( Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause. Palermo R. Sandron 1895).
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