RIVISTA POPOLA.RE 665 riguardi, economici e finanziari allo Stato converrebbe sempre la soppressione del lotto, senza tener conto alcuno dt>lle condizioni del Bilancio finanziario, che poi frnirebbe dei vantaggi del migliorato Bilancio economico. Eppur, se mai non si volesse affrontare alcun danno apparente , proponeva potersi sostituire al monopolio del lotto alt1'i monopoli, e pricipalmente quello dei fiammiferi, e quello dell'assicurazione immobiliare obbligatoria. Le mie proposte furono combattute con apposito opuscolo (estratto dalla Rassegnapugliese, voi. XI, fase. 3.0 ), firmato Un Finanzie1·e Questi, fra le altre cose dice: 4: Il Pisani fa la stupefacenteproposta che sia sope presso il Monopolio del Lotto, sostituendovi quello e delle assicu1·azioni; e se fosse necessario, anche quello e dei fiammiferi, del patrolio, degli alcools, ec. •. Fui ritenuto un eccentrico ed un originale, per le nuove proposte, che nessun al'lri aveva fatto prima. Ma queste proposte non furono disprezzate in alto. Prima la Tribu,na nel u. 285 del 15 ottobre 1894 ne trattò in un articolo di fondo, intitolato Un monopolio da studim·e. In seno del Ministero Crispi-Sonnino se ne assunse lo studio l'ou. Ministro Saracco. E poi il Ministro delle Finanze on. Boselli, adottò nel 1895 entrambe le proposte, sui fiammiferi e sulle assicurazioni, sostituendone al monopolio la tassa (1). Questo non ha nociuto nè e.Il' industria dei fiamm;feri, nè alle compagnie di assicurazioni; ma ha nociuto agli assicurati, i cui premi sono stati aumentati del 20 per 100. appunto per non menomare gli utili delle rispettive Società (2). In ogni modo, a causa delle due leggi suddette, lo Stato dal 1895 percei-,it1ceparecchi milioni all'anuo, oramai quasi 13 (oltre le preesistenti tasse sui contratti vitalizi ) in conto e per conto della futuribile soppressione del lotto (3). Così storicamente è vero, che se la mia. stupefacente proposta non ci fosse stata ; i contribuenti oggi non soffrirebbero i snddett! aggravi ; òd almeno avrebbero potuto cominciare a subirli più tardi. È giusto che questi aggravi venissero compensati 1898 : La Missione della Ragioneria negli Stati moderni. 1901 : Trattato di Ragioneria generale. 1901: La Contabilità di Stato in rapporto al Prohlema finaziario. 1903 : 11 sistema tributario, e la quistione meridionale. 1906 : L' Iniziativa del Re , e i provv~dimenti agrari del Governo. (con la proposta di affidare nell' avvenire il monopolio delle a~sicu~a.zioni alla Cassa di previdenza degli operai , affinchè d1vent1 11 Lavoro l' assicuratore e l' amico del Capitale). (1) In seguito l'on. Luzzatti ha sostenuto doversi sostituire alla tassa il momopolio dei fiammiferi. (;2) _Per avere un'idea degli utili delle Compagnie di assicuraz1001, basti conoscere quali fossero stati i Dividendi, nel 1903, delle seguenti Compagnie , che non hanno avuto bisogno di versare più di 1/5 ai 2/5 del loro capitale sociale (senza tener conto dei loro fondi di riserva): La f!ation_ale_: Incendi. 84 °/o, Vita_ 21 °lo; I' Union 56 °/0 ; le Assrcura{tonz generali 60 °lo; la Riunione adriatica 19 °lo; l' Urbaine 76 °lo; l' A neona 45 °lo ecc. (3) Dal 1895 al 1907, dall' Erario è stato incassato, per le due leggi suddette: per la tassa sui fiammiferi circa. . . L. 97000000 per la tassa sulle assicurazioni circa • » 32000000 In tutto circa L. 129000000 dal ruggiu~gimen to delle finalità, per cui furono creati· Da ciò il dovere d' insistere per la riparazione al danno, (di cui sono stato concausa). Oggi che la Propaganda per la previdenza sembra che voglia farsi sul serio; la quistione della soppressione del lotto, deve riprendersi con eguale serietà. Hoc opus hic, labor.. Il capo-saldo della quistione si è: poter diminuire, per alcuni anni, di parecchie decine di milioni (trenta almeno) le entrate fin·anziarle attuali. È certo che oggi, con un Bilancio avente un forte avanzo, si può adempiere (senza alligare alcun pretesto) il dovere di renunciare alla truffa legalizz1t.ta, che oramai è durata purtroppo, in barba del Codice penale, scritto soltanto per le bische tenute dagli umili. Si dice che p'lrecchie decine di milioni dell' avanzo si vorrebbero destinare all'estinzione alllluale dol Debito pubblico. Per uno Stato, che deve dare ampio sviluppo alla debole economia nazionale , sarebbe grave errore diminuire il D. P. attuale. Imperocchè gl' interessi, che si vorrebbero risparmiare, potrebbero pagarsi cogli utili derivanti dalle riforme economiche sapientemente intraprendibili coi capitali non restituiti. E poi queste riforme contribuirebbero ad accrescere il credito dello Stato, che cosi verrebbe messo in grado di fare nuove e successi ve riduzioni della rendita , e di realizzare perciò economie maggiori di quelle possibili coi suddetti interessi risparmiabili. Se i suddetti parecchi milioni d'avanzo si destinassero invece a1la soppressione del Lotto; non solo si estinguerebbe un grave debito materiale e morale contratto verso il Paese, in nome della Civiltà moderna; ma inoltre si farebbe l'impiego più produttivo, pei van - taggi economici inestimabili , derivanti dal nuovo indirizzo della grande massa dei piccoli risparmi. Oramai non è più la quistione finanziaria, che si oppone alla soppressione del Lotto pubblico. Difatti il Ministro del Tesoro on. Carcano nella seduta del Senato del 2 luglio scorso, rispondendo analogamente all'on. Finali, Relatore e Presidente della. Commissione di Finanza, si è trincerato soltanto nel1' opinione che fosse di ostacolo a questa riforma la possibilità dell'incremento del lotto clandestino • . Ma quest' opinione è stata demolita dall' on. Paternostro, il q 11aleha det.to : e Ora a me pare che '}Uesto non sia un buon argoe mento, perchè se il lotto clandestino sussiste, lo è « appunto perchè si regola sull'estrazione ufficiale. Il e giorno in cui questo non vi fosse più, evidentemente e un' estrazione clandestina non affiderebbe tanto i e giocatori quanto l'estrazione, che ha la garenzia e dell'autorità. Questo dico in merito a questa que- " stione, ma non è ciò soltanto che volevo dire; questa e difficoltà è stata affacciata anche in altri termini e da uno dei più illuminati Ministri delle Ftnanze, che < abbiamo avuto, il Magliani. e Una volta discorrendo col Maglioni di questa quee stione, egli mi diceva: la difficoltà non sta nella e perdita pe1· l'Erario, perchè i 37 milioni (tanto mi .-pare che erano i proventi netti del Tesoro) si pos
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