.. RIVISTA POPOLARE 641 amplissimo il varco alla propaganda fra coscienze formate ; ma quando si tratta di coscienze in forma,ione; è un altro paio di maniche I E quando il Gentile crede di far prova d'un 1iberalismo impeccabile sostenendo che nelle scuole ptimarie dove la filosofia non puo entrare, deve entrare la religione, e che si devono tollerare le scuok professionali di qualsiasi genere, egli obbedisce evidentemente sempre alla medesima suggestione di quel preconcetto deplorevole che lo inde:::e ad aprire al sacerdozio le porte della scuola secondaria laica. Lo spirito laico può regnare senza pericolo e deve regnare in modo assoluto nelle scuole primarie e secondarie, perchè ogni esclusivismo è, in massima, estraneo all'indole 1'-Ua: perchè esso non imprime profondamente nella ·coscienze se non il marchio della tolleranza, lasciando aperta la via a ogni maniera di possibilità, a qualsivoglia futura foggia di indirizzo ntellettuale maturato autonomamente. Ma appunto per ciò deve essere ;,recluso l'adito alla spirito confessionale che non può non imprimere un marchio d'indole dogmatica ed esclusiva, con spiccato carattere d' intolleranza, preoccupando e accaparrando addirittura il terreno in cui dovrebbero svolgersi i fecondi contrastì della libera propaganda. Appunto perchè vuol promuovere e assicurare il libero affermarsi e diffondersi di tutte le opinioni, di tutte le dottrine, il liberalismo gcmuino non può esigere chP. siano tollerate e rispettate se non quelle veramente proprie di chi le professa, sia in quanto si manifestino come frutto di una elaborazione compiutasi nella sua coscienza, sia in quanto risultino accolte dai di fuori spontaneamente, in seguito a libero apprez,:amento e quindi fatte proprie. Sicchè, se la logica non ha da essere ridotta a rubare il mestiere ai contorsionisti da caffè concerto, bisogna conchiudere che chi è veramente imbevuto di sincero spirito laico e liberale deve lottare per l'esclusione dell'insegnamento religioso dalle scuole primarie e secondarie, e tanto più per la soppressione delle scuole professionali. E particolarmente quanto ai sacerdoti insegnanti in una veramentd laica, la logica non consente che due ipotesi : O sono cattivi sacerdoti, o sono cattivi insegnanti ; e ad ogni modo sempre cattivi uomini, pere he coscienze non integre. Dunque, siamo intesi. La scienza, la storia, l'etica come vogliono modernamente essere intesi e professate nella cerchia. della scuola laica, non possono essere tollerate dalla religione in quanto ha un contenuto dogmatico. II sacerdote, pertanto, non può professarle senza mettersi in deplorevole contraddizione cogli imperativi fondamentali della propria coscienza; e e quindi, se è veramente uomo. nel senso eletto della parola, egli non può insegnare nella scuola laica. Nella efricace sorveglianza dello Stato una lunga e non lieta espt::rienza ci vieta di riporre la benchè menoma fiducia; e ad ogni modo ripetiamo che se si vuol creare nella scuola laica un ambiente elevato, non solo dal punto di vista intellettuale, ma anche dal punto di vista morale, non è possibile aprirne i battenti alle mezze coscienze che ben potrebbero adagiarsi comodamente nell'incoerenza in vista di un selvag gio· materiale, e adattarsi a far buon mercato della propria dignità. Che le coscienze non integre, i caratteri avariati, le anime incoerenti e flaccide si possono trovare a dovizia anche fra i laici, nessuno contesta. Ma a quest' alea sciagurata che Sf deve affron.tare, pur troppo, in tutte le"~ umane faccende, sarebbe imperdonabile follia aggiungere il malanno della triste certena offerta dalla fattispecie del sacerdote insegnante. Conchiudendo: L' esclusione dei sacerdotl dall'insegnamento è una imprescindibile conseguenza implicita nella concezione stessa della scuola laica quale è stata disegnata proprio da pensatori meno sospetti di sentenze settarie. La formulazione esplicita di questa conzeguenza poteva, pertanto, non essere assolutamente necessaria; ma ad ogni modo è affatto illogico censurarla come una manifestazione d'incoerenza o d' illiberalismo; mente non può, se mai, essere criticata se non come un successo di sincerità. Eccesso che può ben aver fatto pia. cere in modo speciale agli affigliati alla massoneria, senza che per ciò possa essere indotto chi non è massone ma non offre, d' altra parte di biliose antipatie traviatrici , a modificare un giudizio suggerito dai più. elementari dettami della logica. (Ri vista di filosofia e scien:re affini, dicembre 1905. ♦ Ioaquin Miller: li rovinoso costo della esclusione Cinese. - A che vale che la mano d'opera riesca ad ottenere un salario più alto oggi che l' anno scorso , se il costo della vita si è elevato in proporzione? Eì è giusto che l'operaio della città, mandi in rovina l'operaio della campagna? L'anno scorso l' autore ricavò dalle sue terre, affittate per lo più a cascina, una discreta rendita : i fittaiuoli acquistarono il fieno a sette dollari la tonnellata: quest'annp costa quindici dollari ed anche a questo prezzo trovono difficoltà ad ottenerla; quantunque vi sia stato più fieno quest'anno che negli ultimi venti decorsi; e migliaia di tonnellate di foraggio marciscono sui campi, perchè mancano le braccia per la raccolta, e quest'inverno il bestiame morirà di fame ed il prezzo della carne e del pane aumenteranno ancora. La soluzione di questa difficoltà sarebbe di abolire la legge che escluJe la emigrazione cinese. Tempo fa fui pregato di scrivere un'articolo su la esclusione dei Giapponesi : il mio parere è che non solo è impossibile una legge per la esclusione della emigrazione Giapponese ; ma la legge già passata contro i Cinesi deve essere abrogata. Anni addietro il più grave insulto che poteva essere fatto ad un individuo con il chiamarlo antischiavista, oggi l' insulto di essere un pro' cinese, in California. L' opinione pubblica cambierà in quest'ultima coso, come ha cambiato nel primo. Un dispaccio ufficiale da Washington dice che i can1.ieri in Mare Island e Bremerton producono meno di ciò che potrebbero perchè mancano loro le braccia; e che nell' ovest vi è tale carestia di mano d'opera agricola che i braccianti guadagnano sei dollari (L. 30) al giorno. Tornando recentemente da un viaggio di tre mesi nell'Oregon, nel Washinghton e nel Idaho, l' autore dice che ha veduto tonnellate di frutta che marciscono nei campi : e nei campi di grano , enormi mietitrici tirate perfino da trentasei cavalli , impiegate a sostituire gli uomini mancanti; ma malgrado tutti questi sforzi gli agricoltori debbono lasciare senza mietere migliaia di ettari di terreno coltivato a grano : a pensare che vi è la carestia Cinese, e che migliaia di cinesi muoiono di fame per l'assenza di questò pane che l'America non riesce a raccogliere. L'Amedovrà finire per dire: Vengono a loro occorre il lavoro, a noi la mano d'opera. Il loro lavoro non farà concorrenza al lavoro dei bianchi• Ora, per esempio vi pagano quattro lire , per dieci chili di farina: prima della esclusione dei cinesi si pagavano settantacinque soldi ( L. 3.75) per v1mticinque chili. Questo è dovuto al riaizo del costo della mano d'opera. Que&ta specie di lavoro non fa concorrenza al lavoro industriale. Gli opera . delle città ncn desiderano tornare ai campi : ma i Giappones 1 ed i Cinesi non chiedono di meglio che darsi al lavoro agri -i colo,, e non tarderebbero a riportare· il pane ai prezzi nor-i mali. L' esperienza tipica dell' autore fu la seguente. Alcun anni fa egli acquistò alcuni ettari di terreno che piantò a frutteto,· cominciò cogli operai :portoghesi che pagano L. 2 a giorno; ma qnesti non tardarono ad avere giardini proprii e àd abbandonarlJ; poi tentò con i vagabondi che cercano di riabilitare, ma ne ebbe dei risultati disastrosi; poi 11 incontrò
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