Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 23 - 15 dicembre 1907

RIVISTA POPOLARE 639 1 •oratoria sacra porge frequenti esempii del passaggio dal discorso al dialogo. e dal dialogo al piccolo dramma. Un ingegno, la cui forma fondamentale è !' epigrafe, e che tutto condensa in frasi smaglianti o riduce ad antitesi , ha, senza dubbio, nella_ sua tendeuza, qualcosa di artificioso, che impedisce alla sua parola di riuscire del tutto soddisfacente, e la priva della divina semplicità. E questo vizio s'insinua, a dir vero, per entro I' opera di Giovanni Bovio, prosatore ed artista; ma non l'investe tutta, nè troppo profondamente, è non è tale da paralizzarne le molte e grandi virtù letterarie. Le quali desteranno in ogni lettore spregiudicato viva ammirazione; e dovrebbero ormai far passare il nome del Bovio dai circoli spesso poco letterarii del!a democrazia , al mondo ddla letteratura e dell'arte italiana, in cui esso .è rimasto finora presso che ignoto, o è stato riguardato come quello di un semplice oratore Ja i.::ornizie di uno scrittore da propaganda politica. (La cl"itica 20 novembre 1~07). + ludex italicus: Per l'indipendenza della Magtstratnra tn Italia (1). La giovine magistratura, con costanza ammirevole, da qualche anno combatte le più simpatiche battaglie per la riforma g(udiziaria ed invoca in ispecialj modo garanzie morali, che le consentano vera indipèndenza nel compimento dei suoi difficili doveri. Le condizioni attuali della magistratura sono dolorosa men - te note. All'esame che più superficiale l' attuale ordinamento giudiziario si mostra deficiente per raggiungere lo scopo che esso dovrebbe raggiungere, la indipendenza di caratter~. La gerarchia schiacciante, le info,·ma 1 ioni segrete sul per - sonate giudiziario, i molti gradi da percorrere l' arbitrio uella concessione delle sedi, sono ordegni di ubbidienza, che tendono più a rendere docili e pazienti che liberi e fieri magistrati, quali dovrebbero essere. La indipendenza è oggi eroica , mentre dovrebbe costituire qualità elementare dei giudici. E davvero edificante per l'indipendenza di carattere giudicare da pari con superiori per sentirsi ad ogni momento ricordar e che si è dipendenti e subordinati. Il più elementare buon senso dovrebbe rendere sospetta una sentenza pronunciata da magistrati non uguali di grado, Zanardelli lo aveva bene intuito e tentò di provvedervi. .. Eppure I' orJinamento giudiziario italiano ha oggi ancora a tali anomalie !... Nelle mani dei capi v' è un' arma terribile, avanzo della santa inquisizione, con la qnale si rovina un magistrato dipendente, senza consentirgli neppure la più semplice difesa rionosciuta ai delinquenti comuni. La gerarchi a schiacciante, la molteplicità dei gradi di car riera, le note segrete caratteristiche bastano da sole a distruggere ogni velleità di indipendenza in qualsiasi magistrato, che non possa ad ogni istante gettare la toga alle ortiche. Quando la carriera rappresenta il pane quotidiano non si affrontano ogni giorno lotte, nelle quali si sa già prima di dover rimanere soccombente e si finisce col mollare prima ancora che l'ordine o il cenno arrivino. Interessano troppo oggi la benevolenza dei capi e !e note caratteristiche segrete, base delia carriera giudiziaria. Se ali' onorevole del luogo o ali' elettore capo influente, o al signorotto , o al capoccia mafioso o eamorrista non garba ( 1) Conosciamo il nome dell' egregio magistrato che pubblica questo articolo. Associandoci alle sue idee deploriamo solo che egli non abbia firmato come fece in questa rivista il chiarissimo Galante, anche lui magistrato. N. d. R. lo spirito indipendente del magistrato locale troveranno tutti facile il mezzo di sbarazzarsene, sollecitando il potere discrezionale dei Guardasigilli, i guaii alle volte non suppongono neppure quali disastrose conseguenze possa a vere un provve dimento immeritato. Ma la realtà è questa: il potere esecutivo può disporre a suo beneplacito del potere giudiziario , traslocando un magi strato da una sede ali' altra, da San Remo a Cannicatti, da Como a Lusurgiu senza bisogno neppure di motivare i suoi decreti !... E tanto lil>cra la povera magistratura che in città civili quattro o cinque potenti possono vantarsi di disporre delle sue sorti e naturalmente pretendono di esserne i padroni e ad alto prezzo fanno pagare la pretesa influenza ai poveri clienti I Ai magistrati onesti e coraggiosi, specie nelle sedi doco civili, ove la p9bblica opinione non è illuminata, manca il punto di appoggio morale per compiere i proprii doveri. Per deficiente solidarietà i magistrati assistono indifferenti .all'olocausto di un onesto collega, come non fanno nè farebbero i più modesti" operai. I superiori poi, salvo casi rari ed ammirevoli, se intuiscono che v' è pericolo a sostenere un dipendente lo abbandonano, ove non facciano peggio. Molti casi potrei enumerare per mostrare quale parte oggi tocca ai magistrati indipendenti , specie ai pretori , in paesi ove la pubblica opinione è a zero o ridotta a semplici lamenti e dove i signorotti sono alleati nello esercizio delle quotidiane prepotenze contro classi più deboli. Nelle grandi città in generale i magistrati vivono vita più tranquilla, ignorando del tutto alcune lotte, dalle quali si esce spesse volte sconfitti, senza neppur-: il sorriso, il plauso, l'incoraggiamento di chi dovrebbe vigilare ali' onore della magistratura, ma che per ragioni di piccole opportunità è costretto a chiudere gli occhi ed a lasciar correre. Per migliorare le condizioni dei magistrati non basta aumen• tare loro soltanto gli stipendii. La maggiore agiatezza da sola non può formare caratt;iri indipendenti, finchè i' ordinamento giudiziario resterà ancora com' è finchè la carriera fiaccherà le anime più nobili. Per le camerille e per le consorterie se i magistrati affer - mano sul serio che la legge deve essere uguale per tutti divengono ribelli. Quindi per domarli sono magnifici istrumenti la incerta carriera, la gerarchia , le note segrete il potere discrezionale nella c,)Ocessione delle residenzè. Migliorato il sistema di reclutamento occorre riconoscere come sacre nel magistrato, sin dal giorno in cui comincia ad esercitare le sue funzioni , la indipendenza , la sincerità , la fierezza di carattere. La prima, essen:riale riforma quindi è l'abolizione di quel1' avanzo inquisitorio delle note segrete, che servono pr~prio a deprimere la indipendenza , la fierezza e la sincerità , doti cardinali di giudice. Tutte le altre garanzie sono nulle, finchè si potrà demolire moralmente un funzionario nel segreto , con un tratto di penna, senza motivazione, senza contraddittorio e senza pubblicità. Abolite le note segrete occorre ridurre la gerarchia al minimo, con diminuzione di gradi. Sopratutto questa gerarchia deve essere abolita dove si -attenua la libertà di giudizio. Pochissimi gradi in magistratura dovrebbero essere più che sufficienti e per eliminare i fiacchi e gli indegni I ove ve ne fossero. Un tribunale disciplinare quale quello che intende proporre alla Camera S. E. Orlando e da tempo propugnato dalla giovine magistratura, sarebbe sufficiente.

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