R I V I S T A PO P O L A R E 631 trovava impiego sempre più largo io quelle industrie meccaniche che la tariffa bismarckiana volle proteggere. Progredirono cosi le industrie meccaniche predisponendosi alle più utili applicazioni dell'elettrotecnica, in cui la Germania ha raggiunto un elevatissimo grado di perfezionamento. La tariffa tedesca del 1879 colpi con miti gabelle i lavori più grossolani della siderurgia, ma gravò la mano sui prodotti di più elevata lavorazione, pei quali il dazio raggiunse financo le 75 lire per quintale. Sin d'allora alle macchine elettriche venne applicata la gabella di L. 6,25 per ogni 100 chilogrammi, gabella certo non lieve, tenuto specialmente . conto del peso assai grande di tali macchine, e tenuto conto del fatto che la materia prima era ottenuta in paese, con poco costo. Nella stessa tariffa, i Ct'trdie le guarniture di macchineper cardare , che trovano tanto impiego alle industrie tessili, pagano il dazio di 45 lire per quintale. E non voglio io parlare del materiale ferroviario, anch'esso protetto in forte misura. Il trattato di commercio stipulato colla Svizzera nel 1891, non seppe ridurre questi dazi, nei quali era fortemente interessata la vicina Confederazione. Il massimo che potè ottenere la Svizzera fu quello di vincolare i dazi esistenti , si limitò cioè a garentirsi contro ogni elevazione futura di quei dazi, per tutt'a la durata del patao. Il rifiuto opposto <ialla Germania ad ogni attenuazione di regime riguardante le merci della meccanica meglio non potrebbe provare la gelosa cura con cui lo Stato credette di dovere tutelare e promuovere lo sviluppo dell' industria. Se poi ci avvi(:iniamo alla 18a categoria dell'attuale tariffa troviamo una cosi minuta specializzazione di voci e cosi notevole rialzo di gabelle per moltissimi prodotti meccanici ed elettrici da restar proprio sopresi cirrn l' insistenza <li coloro i quali o negano che la Germania abbia voi uto proteggere tale industri,t o che sostengono essersi l' industria ·sviluppata ad onta della tutela daziaria. Fatto è che anche in questo ramo della produzione manifatturiera tedesca, grande fu l' influenza esercitata dal regime doganale. Alcuni vorrebbero attenuare tale influenza, altri - più abili - negano addirittura che protezione vi sia stata. La rapida corsa attraverso le ultime tarifle germaniche meglio non avrebbe potuto provare quanto sia falsa questa ultima affermazione. D'altra parte, lo sviluppo meraviglioso delle industrie di quel paese conferma che la tutela daziaria ha raggiunti gli scopi per cui era stata istituiti. • Ma vi è ancora una leggenda che bisognerà sfatare. Si dice che la Germania , prima ancora dell' attuizione della politica protezionista, era asportatrice cli merci manifatturate. Questo fatto dovrebbe dimostrare cµe la protezione è stata perfettamente inutile, perchè anche senza di essa, si avrebbe avuto ,quel _r~pido progresso industriale, che noi tutti oggi amnunamo. Osservo che l' esportazione , anche modesta , di 111erci manifatturate è ineapace a provare che una· più ampia industrializzlzione si sarebbe avuta anche .all' in fuori della dogana. Qualche speciale ramo di industria - come quello del ferro - era sorto in Germania, da gran tempo. Le eccellenti condizioni di ambiente ·ne aveano aiutato lo sviluppo, il quale però si mantenne sempre modesto sin verso il 1878. L' industria siderurgica era divenuta esportatrice, è vero, ma di quali prodotti ? Di prodotti grossolani, ove non era ombra ,.Ii perfezionamento tecnico evoluto, ove meschinissima era la parte rappresentata dal lavoro intelligente dell'uomo. Si trattava di produzione rudimentale. La meccanica era necessariamente trascurata. La concorrenza inglese, da ben altre lotte addestrata, non ne consentiva lo sviluppo. Quando Lt tarifia del 1879 ne permise il perfezionamento, si moltiplicò I' unità delle merci di più squisita fattura. Questi, come quelli, erano prodotti dall'industria, ma quale diversità di lavorazione e quanta diflerenza nel valore degli uni e _degli altri I Dire, dunque, che la Germania , anche prima della èra protezionista esportava merci delle fabbriche, significa poco o nulla. Qui è questione di qualità, oltrechè di quantità. Bisogna poi intenderci circa le merci che la statistica tedesea comprende tra le maoifatturate. Os- · servo, così di passata, che quella statistica comprende tre sole categorie: 1.0 materie prime; 2. 0 materie alimentari; 3.0 prodotti fabbricati. Non tiene conto speciale delle merci semi lavorate, le quali nella gran parte, sono comprese nell'ultima. Ne viene che questa rimane ingrossata da merci che ad essa non apparterrebbèro a stretto rigore. Un esempio : L'Italia è grande produttrice di sete. Buona parte delle merci seriche esporta a:lo stato grezzo, altra parte esporta addoppiate e torte. Quest' ultima specialmente ha su bìto un processo di lavorazione industriale, non è, dunque, materia prima; ma non è nèmmeno una merce fabbricata, poichè allo stato in cui si trova, non potrebbe essere direttamente consumata. In Italia le statistiche tengon conto delle merci semilavorate e quindi la seta addoppiata e t(lrta viene compresa neìl' apposita categoria. Ma siccome la statistica tedesca non tien conto di questi prodotti semi lavorati , essi per lo più, sono compresi tra le merci fabbricate, la cui categoria notevolmente s'ingrossa di prodotti che non han subito completa tr.1sformaz10ne. Procedono, dunque, con poco•accorgimento coloro che, basandosi ciecamente sulle statistiche tedesche che precedettero l' èra protezionista , ne traggono conseguenze assoìute circa l'industrializzazione della Germania. Fatto è che, in quell'epoca, la Germania era asportatrice di merci semi lavorate, le quali impropriamente eran comprese tra le industriali. Il paese appariva dunque più manifatturiero di· quanro non fosse io realtà. Il protezionismo ebbe il merito di sottoporre ad ult riore lavorazione tali prodotti, spinse cioè le tabi,nchè vèrso quel perfezionamento tecnico, che tutti oggi vorrebbero imitare. In Italia si ha una specie di feticismo per ciò che all' estero si scrive. Ora dovremmo persuaderci una buona volta che anche al di là dei nostri confini si affermano cose non del tutto· vere, le quali dovrebbero sottoporsi a rigoroso controllo prima d' importarle nel bel paese come oro d'incomparabile purezza. L. FONTANA-Russo
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==