Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 21 - 15 novembre 1907

R-1V I S T A P O P O L A R E 569 W. Lawson : The Chapters that bave gane before of Frenzied Finance; e cento altri articoli ed opuscoli e libri la cui lettura ci fa domandare: ci ' . . sono degli uomini onesti nel mondo finanziano nord-americano ? non dobbiamo considerare come borsaiuoli nel senso piu spregevole della parola, gli uomini, i capitani di ventura, i grandi briganti contemporanei, che imperano nel regno delle Borse? (1) II. Non possiamo dilungarci nella storia anche sommaria delle crisi e dei Kracs piu celebri di Europa e di America. L'Italia ba avuto le sue crisi; le piu antiche come altra volta abbiamo ricordato, si sono ' svolte attorno all' infausto 'Banco di Sconto e sete di Torino ; la prima rimonta al regno Subalpino; l'ultima al 1900. Cominci,tte a Torino o a Genova ebbero una influenza estesa in tutta Italia quelle del 1866, del 1873, del 1887-91. Da circa due anni se ne va maturando una, iniziatasi tra Genova e Torino, che ha prodotto alcuni fallimenti di case importanti e per molti milioni, ma che sinora non ha avuto una ripercussione vasta e profonda sulla vita economica della nazione. La crisi che imperversa in Italia però è un nonnulla rispetto a quella da cui è a:ffiitta la grande repubblica nord-amaricana, che potrà avere ripercussioni indiretti buone e cattive sull'Italia in quanto potrà determinare un arresto della nostra emigrazione ed un eccezionale ritorno di emigrati ; ma che ne ha anche un' altra diretta , come su tutto il resto del mondo in quanto alle sue attinenze coila quistione monetaria e colla circolazione in_ternaziona1e. La solidarietà nel bene e nel male s1 va facendo sempre più stretta nella economia tra le pi~ lontane nazioni; e come un abbondante raccolto d1 grano o una carestia nella Russia e negli Stati Uniti produce le sue conseguenze benefiche o malefiche in Italia e in tutto il resto di Europa, cosi pure le convulsioni di Wall Street e la crisi della Borsa di New York esercitano una disastrosa influenza sulle borse di Londra, di Parigi, di Genova, di Torino e di Milano. Ci sembra conveniente, perciò, dire prima della crisi degli Stati Uniti, anche perchè essa presenta alcune cause ed alcuni caratteri comuni colla crisi italiana (2). + Ciò che siano le Trust Company, che rappresentano una parte importante nell'attuale crisi, che si svolge a New-York non spetta a noi di esporre in un articolo assai comprensivo come questo; esse sono Istituti fin:rnziari , non sottoposti alla sorv:eglianza dello Stato, che si esercita sulle cosidette Banche nazionaìi ; nè possiamo dire dei precedenti non remoti di quest' ultima crisi ; essa è in forma- (1) Per tutto ciò che e' è di losco e di putrido nel mondo finanziario, capitalistico degli Stat; Uniti, eh' era stato denun - ziato da Henry Georges, si riscontri: Latini e Anglo-sassoni di N. Colajanni. Cap. XXIV_ Paragrafo 5. (2) In questo articolo ci serviamo di un ari colo di Paul Leroy Beaulieu ; di tre articoli di Arturo ·Raffalovich nell'Economiste Europeen (25 ottobre, 1. novembre), di Luigi Luz zatti e d1 Luigi Einaudi nel Corrriere della Sera e nella Stampa, e di Maggiorino Ferrarts nella Nuova Antologia (16 ottobre) e dei dìversi numeri dell'Economista di Firen,e, dell' Economista d'Italia e del Giornale dei lavori pubblici di Roma. zione o in evoluzione continua da qualche anno. Più direttamente si connette alla caduta dei fratell 1 Heinze, arditissimi specutatori e della United Coppe, (Unione ramifera). Il punto culminante , appariscente , ed anche s1 potrebbe dire emozionante e teatrale della crisi, s1 ebbe col run della KnickerbockerTrust Cornpany. Questa banca godeva di una grande riputazione rappresenta va l' aristocrazia tra gl' istituti del genere. La KnickerbockerTrutst Company, con un capitale di 1,200,000 dollari, aveva 21,000, depositanti, ai quali, secondo la situazione al 1 ° luglio, doveva 65 milioni di dollari. A quella data aveva anticipato a termine 33 milioni, a scadenza immediata 47 milioni ; possedeva un portafoglio di titoli e teneva in cassa 11 milioni di dollari. Essa invocò lunedi l' aiuto del comitato delle Banche associate con un prestito di 3 milioni, che le furono rifiutati dopo l' esame de' suoi registri. . Il 'J.{_un è l' affollarsi febbrile , pazzesco dei creditori a vario titolo , specialmente dei depositanti, agli sportelli di un istituto per ritirarne i depositi ed avere pagati i propri crediti. Nelle sue proporzioni gigantesche non ne abbiamo un' idea in Italia. Il 'J.{_un rappresenra la crisi di credito e può essere determinato da manovre sleali di avversari, che spargono voci allarmanti contro un Istituto che può anche essere solidissimo, ma che non può resistere alle richieste di restituzione dei depositi se questi, come accade e come deve accadae, sono investiti in imprese varie di produzione e di commercio. Il Times cosi descrive il 'J.{_un della Knickerboker. « Tardi nella sera del 21 ottobre la 'J3mca nazionale del Commerc.io informò l'Associazione della Clearing house di New-York eh' essa cesserebbe di essere responsabile per gli cheques della prima. Gli amministratori dellla Knickerbocker si riunirono ; Barney dette le dimissioni da Presidente e fu sostituito da Higgins. Gli amministratori di altre Banche si riunirono contemporaneamente in una stanza vicina a quella in cui deliberavano quelli della prima. Le Banche avevano promesso di aiutarla sino a concorrenza di 10 milioni di dollari. Perciò il 22 al mattino la Kni kerbocker annunzio il mutamento del Presidente ; la decisione di pagare essa stessa ai proprii sportelli gli chèques e di non servirsi più come di un suo agente della National-'Bank of Commerce, e la promessa ricevuta di tutti i soccorsi necessari in denaro per fare fronte ad ogni eventualità ». Ma queste notizie e questi affidamenti non rassicurarono il pubblico. Lo stesso giorno 22 quando si sperava nella calma e ricominciava la fiducia il Run divenne vertiginoso agli sportelli del Knickerbocker, che pagò in poco tempo 8 milioni di dollari; ma che a mezzogiorno e mezzo fu costretta a chiuderli di fronte a 300 depositanti , tra i quali molte donne, che tentarono anche la violenza per essere paga ti. La crisi allora si allargò e divenne allarmante ; il denaro si dava coll' interesse immediato del 60 al 90 per 100. La casa Mayer et C.ie fallirono con un passivo di 30 milioni di lire ; tutte le imprese del W estinghouse si trovarono a mal partito per le compromissioni personali del direttore negli affari rarniferi; e la Societé génìrale di Parigi che aveva co-

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