568 RIVISTA POPOLARE Il Wall-Street italiano può scorgersi nella ricca e industriosa Liguria; Torino spesso precede o segue; Milano, si può dire che è presa fatalmente come in una tenaglia dalle due città sorelle. Una crisi che scoppia a Palermo, a Napoli, a Venezia, a Firenze si può paragonare ad un furuncoletto , che matura e sappura sul corpo di un uomo: nemmeno una febbre effimera, di ventiquattro ore, l'accompagna - appena appena un brivido si propaga per tutto il corpo. Si 'può anche domandare: esistono e funzionano dalle Borse in coteste città? Roma, la capitale del regno, quasi come una decorazione necessaria ha la sua Borsa; ma nella capitale, benchè vi risieda il Ministero del Tesoro, che potrebbe o dovrebbe esercitare in alcune circostanze una forte azione, la vita della Borsa è fiacca - è una vita di seronda mano, se è lecito adoperare questa espressione, che si svolge a seconda degli accidenti delle borse di Genova, di Torino e di Milano. A Roma gli agenti di Borsa l' altr0 ieri hanno potuto permettersi il lusso di fare sciopero col pretesto, che ne accusa la scarsissima vitalità propria, autonoma, che il Sindacato, che doveva operare· al rialzo, non si era fatto vivo! Noi non possiamo entrare nella tecnologia e nelle distinzioni tra agenti, courtiers, coulisses, differenze, compensazioni, operazioni a termine, per pronta consegna, piccola borsa, riporti, liquidazione a fine mese, e~. ec. che sono proprie di questo" organismo economico. Ma dobbiamo, riferendoci anche agli articoli pubblicati nel primo anno di vita di questa Rivista, dire poche parole sull'impronta morale, o meglio immorale, degli uomini e delle operazioni di Borsa. Tutte queste operazioni di ordinario si svolgono nel campo della immoralità; ma al magistrato competente anche il più rigido e più oculato raramente riesce di farle entrare nel campo del codice penale per tradurre direttamente dalla Borsa alla prigione i suoi habituès, i suoi eroi. Quande le operazioni sono lecite esse si rassomigliano a quelle di un giuoco di azzardo, in cui le probabilità della vincita sono pari a quelle della perdita. La esatta conoscenza delle condizioni di una industria o di un industriale , di alcune produzioni -- del grano, del cotone, del rame, dell' acciaio ecc. ecc. - che giustamente apprezzate fanno prevedere che sul mercato ci sarà abbondanza o scarsezza di quel prodotto ec., la conoscenza anticipata o la previsione di un dato avvenimento politico importante possono indurre a giuocare al rialzo o al ribasso sul prezzo di quei prodotti, di quel titolo industriale o di Stato. In questi casi che sembrano i più leciti, i più onesti, c'è sempre qualcuno che giuoca, che specula sulla ignoranza, sulla minchionaggine altrui : non c'è la parità nelle probabilità di vincere o di perdere. Si dice che in Italia ci fu un tempo in cui un sottosegretario di Stato comunicava ad un giornalista famigerato i dispacci politici più interessanti, che pervenivano al Ministero dell'Interno, prima che venissero pubblicati dalla Stefani e che quel giornalista a seconda del loro tenore andava in borsa a comprare o a vendere ai prezzi correnti i titoli di Stato. Cosi negli Stati Uniti da recente si scoprì che alcuni funzionari che ricevevano le notizie sul raccolto del grano e del cotone, le comunicassero agli speculatori di Borsa, che vendevano o compravano a colpo sicuro. Fece grande rumore in Italia poco tempo fa la notizia che l' Armani, amministratore dell' Avan# ! speculasse in borsa sugli articoli contro la Terni, che doveva pubblicare il giornale socialista; e che il corrispondente del Corriere della Sera da Genova, nello interesse del Comm. Ferrone, che giocava in borsa al ribasso delle azioni della Terni, abbia mandato le notizie sfavorevoli alle corazze fornite da quello stabilimento e provate nel balipedio <li Muggiano, per mezzo di un automobile per essere pubblicato nel momento in cui in Borsa si doveva fare la liquidazione del fine-mese. L'uno o l' altro caso - ricordiamo i più recenti e i più noti e nei quali la buona fede e la rispettabilità dei due giornali erano fuori di ogni discussione - dettero luogo ad un processo, che terminò, come sogliono terminare quasi tutti i processi di aggiotaggio: coll'assoluzione degli accusati; processi ugualmenti terminati si ebbero per la società delle ramifere, per la Palmer Savoia in Genova e contestazioni civili per una strana liquidazione della Fiat in Torino. A quei processi non fu estranea l'inchiesta sulla magistratura locale eseguita dal Barone Garofalo. La lotta tra borsaiuoli può essere condotta con mezzi e con armi più o meno sleali; chè non solo si fanno agire le notizie di fatti veri , anticipatamente conosciute; ma non di raro s'inventano di sana pianta le notizie stesse , che scoppiano in Borsa come bombe micidiali , mentre gli sciacalli consapevoli stanno appostati, in agguato per divorare le vittime. Ma la lealtà o la slealtà può brillare nella condotta dei vinti dopo la battaglia. Uno che ha giuocato ed ha perduto, può dare tutto il suo e passare da_llaricchezza alla miseria per pagare sino al limite del possibile i vincitori. Si dice che sia stato il caso di Ferruccio Prina, nelle battaglie attorno alle azioni della Terni; in questo caso ci troviamo di fronte al borsista che ispira simpatia anche a coloro che non ne nutrono alcuna pei freq uentatori delle Borse. Ma è più frequente il caso dei borsaiuoli che dopo avere intascato le vincite, si sottraggono con tutte le male arti immaginabili al dovere <li pagare i creditori quando perdono. Si dice che sia stato il caso di un noto deputato al Palamen to itàliano; e si può pensare se su di essi si concentri il disprezzo del pubblico. Ma in Italia tutte queste vicende criminose delle Borse e dei borsaiuoli sono appena rudimentali come vi sono rudimentali la grande industria, il capitalismo , lo sviluppo della ricchezza. Assumono pro· porzioni più colossali in Germania , in Francia, in Inghilterra ; raggiungono il f astigium negli Stati Uniti, nel paese in cui impera dispoticamente il Dio Dollaro , nel paese dei miliardari. Come nelle industrie si possano accumulare i milioni e i miliardi rivelò il romanzo della Ioungla , che ci fece sapere che anche i brandelli di carne umana possono essere insaccati come carne di porco; William Stead nel suo: If Christ cameto Chicago da tempo ci aveva rivelato le vergogne degli affaristi americani; poi è venuto il romanzo di :Bridge (James Hovard): The ]nside his,ory of-the Carnegie Sted Company. .A romance of-millions; poi gli articoli di De Norvins sul banditismonegli Stati Uniti nella Revue di Jean Finot; e piu da recente ancora il libro di
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