Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 21 - 15 novembre 1907

566 RIVISTA POPOLARE lo ha visto volentieri , e lo ha anche applaudito , ma, in questo c' entrano insieme cortesia per l' ospite che giunge , e ammirazione d' un bello spettacolo. Guglielmo II è sempre una bella cosa a vedersi. Prova, e non lo nasconde, tanto gusto a fare effetto sul pubblico che si adopera sempre a non mancare mai a quell'effetto. Ma quanto a politica è un'altra faccenda. Diciamolo subito; la politica della Germania e dell'Inghilterra non è tale che le due potenze, ora e per lunghissimo tempo, possano essere amiche. I loro interessi commerciali che si svolgono ed operano su gli stessi mercati le obbligano a guardarsi in cagnesco. Ciò che la Germania guadagna è in massima parte perduto dall'Inghilterra e viceversa; le influenze politiche e commerciali dell'Inghilterra sono quelle che la Germania utilizzerebbe volentieri per se: è qui l'antagonismo delle due potenze. Pericoli di guerra ? No. Nè l'una potenza, nè l'altra sentono di po\er giocare il grande a tout delle armi; l'Inghilterra perchè l'esercito suo è nulla di fronte al formidabile esercito della Germania, questa perchè di fronte alla flotta Inglese la sua flotta è poco più che zero. Eppoi il commercio delle due nazioni ba bisogno di pace. La lotta economica che combattono i due rivali, lotta disperata e feroce, ha bisogno di tranquillità ; anzi esaminando bene la rispettiva posizione economica delle due nazioni si può dire che non ci sono due popoli nemici che abbiano altrettanto desiderio, bisogno e amore di pace. E che la politica delle carnei lerie non entra nel viaggio di Guglielmo lo prova il fatto che Bulow è rimasto a casa e che Sir Edward Grey viaggia nelle sue terre. Mirabile accordo. Resta dunq ne la visita familiare. Ottima'· cosa pur qnesta inq uan tochè delle antipatie dei due sovrani si giovavano abilmente i guerrafondai dei due paesi, per preparare e trarre le due nazioni ai loro scopi Zio e nipote avranno agio di appianare alcuni screzi che avrebbero potuto diventare parte intagrante , e dannosa, nella politica dei due paesi. Guglielmo , che si è accorto che l'opera diplomatica dello zio non è negli• gibile, cercherà con la sua abilità , di smussare gli angoli alla politica troppo rude dell'Inghilterra, e certamente otterrà che la pericolosa rete che Eduardo gli serrava intorno, lasci aperta qualche maglia, perch' egli possa illudersi ancora d' essere un grande politico. E sarà bene anche per la pace Europea; poiché avrebbe potuto darsi nn giorno che il Kaiser fosse stato tentato di rompere quella rete con la violenza e allora la tanto mal sicura pace sarebbe davvero, malgrado tu"tte le Conferenze e le Aje , andato a finir male : ma la visita dell' Imperatore Guglielmo a Eduardo. VII ha. dissipato le nubi più nere: il buon resultato ed il significato utile di questa visita è que sto; e non è - sè non lo si considera bene - un piccolo resultato, Il Ta.rtarin imperiale intanto dopo aver provato che le sue spacconate hanno prodotto l'isolamento della Germania, metterà, giudizio? (1). 2.0 Quatfro pm·ole di Oampbell-Bannerman. -Ali' insediamento del nuovb Lord Mayor (sindaco) di Londra il primo ministro Inglese ha tenuto come sempre un discorso. Ne rileviamo due passi interessanti. Egli ha detto dapprima della meravigliosa marina inglese. Quasi ad ammonimento all' imperatore Guglielmo egli ha notato che .finchè la marina Inglese si manterrà forte quale è ora, parlare di una invasione dell'Inghilterra anche da parte della Germania è una scioccliezza ed una cattiva azione. L' Inghilterra vuole la pace e e la sua fllotta-q ueste sono le parole del P1·emier~ è tale da togliere a chi che sia il pensiero d'una guerra contro l'Inghilterra. > E' chiaro? Si vis pacem para bellum. ( r) Sul fallimento della politica tedesca si legga nella Rivista delle riviste l'articolo di Reybel tratto dalla Revue. Poi quasi ad attenuare l'asprezza della assolnta dichiarazione ha parlato della Conferenza dell' Aja ed ha detto che e è spiacevole che un risultato più conforme ai desideri dell'Inghilterra non sia stato raggiunto ; ma l' idea lanciata · dall' ottimismo Inglese è destinata a dare i buoni suoi frutti e li darà. Non bisogna mai dolersi di essere troppo ottimisti. > 3.° Ferrovieri inglesi e fer1·ovie1·i italiani. - Come i nostri lettori già sanno lo sciopero dei ferrovieri Inglesi non si farà più. Ed è bene. Sarebbe staio un male gravissimo per il paese e tutte le volte che un male può essere evitato bisogna felicit,arsene. Le compagnie sentirono q nello che noi avvertimmo nel nostro numero scorso: che se lo sciopero fosse stato inevitabile i ferrovieri inglesi lo avrebbero fatto compatti e risoluti e sarebbe stato lungo e dannoso. Forse il Parlamento sarebbe intervenuto ; certamente l' opinione pubblica sarebbe stata contro le Compagnie. Esse hanno pens~to bene di cedere ed il Bell , trattando per i ferrovieri, non volle, e forse pcteva, stravincere. Adoperò il buon senso e di ciò i sindaca ti lo lodano e non lo tacciano di traditore , pur sapendo eh' egli non ha neppur cercato di ottenere tutto quello che essi desideravano. Impareranno da questa condotta dei ferrovieri Inglesi non diciamo i soli ferrovieri, ma tutti gli operai Italiani ? Tra la condotta dei ferrovieri italiani e quella dei ferrovieri inglesi c' è lo stesso abisso che separa Bell da Ilranconi: un uomo colto e ragionevole il primo, la negazione della cultura e della ragione il secondo. Ma sulla q11istione dei ferrovieri avremo agio di ritornare appena avremo un poco più di spazio. + Per la Rivista delle riviste. - I nostri lettori avranno trovato deficiente m·gli ultimi numeri la 1·ivista delle 1·iviste, che tanto li interessa. La defi- -cienza in parte è derivata dalla mancanza di spazio; in parte dalla mancanza dei riassunti ctelle riviste tedesche. Queste ci mancarono perchè l'egregio signor Felice Ferrero che ce le mandava ha lasciato definitivamente Berlino. Abbiamo provveduto per la sostituzione e dal numero del 30 novembre in poi non mancheranno. · In questo numero abbiamo riassunti due interessantissimi articoli della Revue sulle condizioni politiche ed economiche della Germania. Il riassunto è riuscito lungo più del solito; perciò non abbiamo potuto darne altri dalle riviste francesi ed italiane. NOI Emmanuele Gianturco. - La catastrofe preveduta sin da quando :;i tieppe che dopo la prima estirpazione del tumore sublinguale i segni della infezione avevano reso necessaria l' asportazione delle glandole del collo e del le ascelle si è verificata : Emmanuele Gianturco é morto il giorno 10 novembre. L'esito letale dette piena ragione t1.1ladiagnosi e alla prognosi dell'illustre professore D' Antona; l'illustre giurista era stato colpito da un morbo che non perdona: il cancro. La scomparsa sua, per quanto prevista, ha prodotto dapertutto una profonda, dolorosissima impressione. Così doveva essere. . Emmanuele Gianturco potè avere avversari; non nemici. L' uomo politico potè prestare il fianco alla critica ; ma il giurista, l' insegnante, l' oratore parlamentare, l'avvocato, l'artista, il cittadino, l'uomo non poteva che inspirare bÌmpatia ed :;i,ffetto.Egli ora buono, generoso, disinteressato - specialmente nello esercizio fortunatissimo della professione. Non si poteva osser-- varlo in famiglia., tra i suoi figli che adorava e n'era adorato, accanto alla sua bnona e gentile Remigia, al pianoforte o nell'intima conversazione, senza rimanere

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==