Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 21 - 15 novembre 1907

R1v1sTA PoPÒLARE DI Politica, Lettere e Scienze Sociali Direttore: Prof. NAPOLEONECOLA.JANNI (Deputato al Par1amento) Esce in Roma il 15 e il 30 d'ogni ·mese ftalia: anno lire 6; semestre lire 3,50-Estero: anno lire 8; semestre lire 4,50 Un numero separato Cent. 30 l\ mministrazione: Co1·so Vittorio Emanuele, n.0 115 - NAPOLI A11110 Xllt - Nnm. 2l ABBONAMENTO POSTALE Roma, llJ Novembre 1907 A gli a1nici e abbonati della Rivista La Rivista Popolare col I 908 entra nel suo quattordicesimoanno di vita. La sua azionebeneficanella vita pubblicaitaliana oramai è riconosciutadagliamici politici e dagli avversari e non c'è bisognoche la mettiamo in evidenz..naoi. Essa è stimata da tutti per la sinceritadei suoi giudizi, per la sua imparz..ialitap,el coraggiocon cui affronta le quistioni piu scabrosesenz..apreoccuparsmi enomamentese incontrera il plauso o la riprovaz..ione dei lettori. La stima grandedal pubblicoviene alla Rivista Popolare precisamentepercbe essapossiedele qualita, chemancanopiit ordinariamenteagli Italiani; perchèla Rivista Popolare è la nemicairreconciliabildeellaipocrisia,dellamenzogna,dellarettoricad, ellacodardia. La Rivista Popolare , che non ha avuto mecenatigenerosi, che nulla ha chiestoagli amici politici , i quali spesso l' hannofrodata dell' abbonamento , non ha mezzi pecuniariper fare la' :rèclame ,moderna,chepure e la sola che assicurail successo;essanon la ricevenemmeno dai vari giornali settimanalidel partitorepubblicano. Ma per la sua diffusione essa conta esclusivame11te sulla cooperazione di coloro che la conosco110 e l'apprezzano altamente. Gli amici, adunque,ci procurinonuovi abbonati,e buoni indiriz..zidi Clubs, di Casini, .di Associazioni ecc. A loro saremogratissimi;ed essifavorendola diffusionedella Rivista siamo sicuri, chefaranno operabuona e favoriranno quella educazionesana e positiva, che in Italia manca. ~ ' Chi procura un abbonato, che paga anticipatamente, riceveràrin dono uno o più libri ed opuscoli per lo importo di lira una da scegliere dall'elenco speciale, che viene pubblicato nelle ultime pagine della Rivista; . chi ne procura due o tre riceverà a scelta uno dei seguenti libri: CoLAJANN:r Il Socialismo (2a Ed. Italiana o Ediz. francese di Giard et Briere: L. 4) ; COLAJANNI: La politica coloniale (L. 3); C1ccorr1 : Attraverso la Svizzera (L. 3,50 con illustrazioni); RENSI: Gli « anciens règimes » e la democrazia diretta (L. 2,50); CoLAJANNI: Razze inferi ori e razze superiori. (Edizione spagnuola in tre volumetti L. 3). Chi lo desidera può dedurre l'importo del premio dal prezzo del proprio abbonamento. Gli abbonati nuovi e vecchi che pagheranno anticipatamente l'abbonamento aggiungendo L. 3 per l' Italia e L. 4 per l'Estero potranno ricevere franco e raccomandato l'ultimo libro di Colajanni: Razze inferiori e razze superiori o Latini e anglo-sassoni (un elegante volume che costa L. 6); aggiungendo L. t per l'Italia e L. 5 per l'Estero potraono ricevere lo stesso libro nella elegantissima edizione francese della Biblioteq u ~ scientifique internationale di Alcan (Paris) legato in tela e oro che costa L. 9.

562 RIVISTA POPOLARE SOMMARIO: Glt avvenimenti e gli uomini: Noi: (Il regime della violenza - Il processo Nasi - La scomunici ai modernisti - Repubblica docet. La militarizzazione dei ferrovieri in !svizzera - La violenza al Nord e al Sud - Glamici dell' Imperatore - Per una lapide rimossa in Alessandria d'Egitto - La terza Duma - La futura elezi0ne pre~ia denziale Nord-Americana - Cose Inglesi - Per le Riviste delle Riviste - N. C. Emmanuele Gianturco). - La Rivista: La Crisi. (Nel regno delle Borse e dei borsaiuoli) - Dott. NapoleoneColajanni : L'anarchismo mistico di Tolstl)i - Gino Prosperi: - Il femminismo e la questione sessuale - ltivista delle ltlvlste: La tempesta imperialista in Germania (La ~evueJ - Un nuovo progetto per una circolazione monetaria elastica (The Outlooh) - Alcuni enigmi del Giappone (North American Review} - Ricreatori per bambini poveri a Londra (Weekley Times) 6LI ftVVENIJvlENTI e 6LI UOMINI Il regime della violenza. - L'articolo sul regime della viole11za pubblicato nel numero precedente della. Rivista ha prodotto una. enorme impressione tra i socialisti e tra i loro avversari. E ciò si deve soltanto ai pochi pregi ch'esso presentava: alla logica e alla sincerità. Giusto Calvi nel Grido del Popolo e Ivanoe Bonomi nell'Avanti hanno risposto con serietà 8 garbatezza - e sopratutto con grande rettitudine d'intendimenti. Con loro verrà ripresa la. discussione utilissima nel prossimo numero della Rivista. I più rumorosi. socialisti di Napoli, mvece, hanno battuta. altru via, ed alle ragioni, ai fatti, hanno risposto per mezzo del loro giornale , con qualche contumelia e con qualche bassa insinuazione. Non ce ne meravigliamo ed avevamo anche preveduto di peggio. Il sacco dà la farina che ha: essi, che proclamarono traditori tutti i socialisti, da Turati a Ferri, da Morgari a Costa a Prarnpolini, che non parteggiano pel loro sindacai ismo ri voiuzionario , possono ..ingiuria.re, ma non sanno e non possono discutere. + Il processo Nasl.-Lo svolgimento del processo Nasi attira l'attenzione degli Italiani ed un poco - con poca soddisfazione della serietà e della dignità della Nazione - quella degli stranieri. Noi, come abbiamo fatto pel processo Murri e per quello Pal izzolo attenrliamo la. fine per dare il nostro giudizio che sarà, eosi speriamo, improntato alla mas • sima serenità e imparzialità. Il processo Nasi ha continuato a dare occasione alle controversie sul Nord e sul Sud. Nella polemica intervenne il prof. Cesareo dell' Università- di Palermo, che esagerò alquanto i torti dei settentrionali e dette quasi ragione a coloro che della quistione Nasi vorrebbero farne una quistione essenzialmente siciliana. Il grave errore che commettono costoro venne qui altra volta di,nostrato; ma in q nesta occasione venne richiesto telegraficamente dal Gio1"1wled'Italia il parere del nostro di rettore, che lo mandò in una lettera chiara , nella quale si tenta va di mettere le cose a poe~"- Tale ' tera ha fatto il giro della stampa italiana; ma. nel • _erirne la conclusione, ch'eril. assai importante, alcuni giornali hanno fatto dire a Colaj<1.nnil'opposto di ciò che egli aveva detto. Il nr stro direttore riferendosi agli articoli sulla prosperità cresciuta della provincia di Bari , dopo il 1887 affermava eh' esiste già una granr13 solidarietà economica tra. i1 Nord e il Sud; i giornali, dalla Perseveranza al Corriere di Catania , gli hanno fatto dire che tale solidarietà non esiste e bisogna crearla, per farne scaturire la solidarietà morale. La differenza, come si vede, non è piccola. + La scomunica al modernisti. -Pio X segue la sua via con la inflessibilità logica di chi sa ed ha la coscienza di rappresentare un movimento venti volte secolare. Niente conciliazione fra religione e scienza: niente discussione su i miracoli, niente revisione biblica ed evangelica. La chiesa è santa e la scienza è satana; i mir11colinon possono essere discussi senza distruggere il principio stesso della fede: infatti a credere ciò che è provato, provabile ed evidente non c'è bisO'gno di fede: basta. il buon senso; la Bibbia è rivelazione divina; i Vangeli, il quarto compreso, sono opera che non deve e non può essere messa alia. prova della critica storica! O con la Chiesa, ha detto Pio X, ed allora. si deve accettare la Verginità di Maria dopo il parto; il miracolo di Giosuè, la resurrezione di Lazaro, le nozze di Cana e la Transustanziazione; o contro la chiesa. ed allora si può discutere se ]' uomo invece di essere stato fatto e fahbricato con del fango da Dio, sia una. evoluzione del pitecantropo, e si può negare la presenza di Gesù nell' ostia consacrata , e si può dire che i sei giorni della bibbia sono sei Jom e rappresntano sei epoche geologiche di milioni di anni ognuna; si può tutto questo ed altro ancora ; ma io, Papa, io custode supremo della. rivelazione, della tra.- dizione, del dogma; io che credo e debbo e voglio far crederE1alla Genesi come rivelazione divina, ai miracoli come opera dell'Eterno, ai Vangeli come continuazione, in tutta la sua integrità della prima rivelazione, io Papa, scomunico. Tolgo il frutto marcio dal grembo della chiesa: taglio dall'organismo vegeto e vivente, il membro putrefatto, e vi scomunico modernisti, e poichè voi non osa.te dichiararlo, per voi io lo dichiaro: Voi non siete cattolici; e vi colpisco I • Questo il ragionamento che scaturisce dalla Enciclica Pascendi , dai provvedimenti al Vescovato , e dalla recente scomunica. E chi oserebbe dar torto a Pio X? Noi comprendiamo bene che i modernisti si trovino ora in cattive acque; ma noi che siamo amici e partigiani di sincerità non possiamo che plaudire all' operato del Papa. O per la chiesa ed allora, tornare indietro . negare la scienza, accettare l' assurdo - del resto il credo quia absurdum è appunto, il fondamento della fede - e tacere: dire la messa, l'ufficio dei morti, e raccontare alle madri che Maria , dopo fatto un figliolo era più vergine di prima: o uscirsene dalla chiesa: perchè la Chiesa è quella e non altro; afferma non ragiona; crede non discute. E ci piace anche perchè l' atteggiamento netto e chiaro di Pio X taglia le gambe a molti vagellanti che nel modernismo trova vano il modo comodo di accendere un cero al diavolo e un. altro a Sant'Antonio. Si stava creando ora un movimento neo-cattolico di molto dubbia sincerità. Ci si trovava di fronte, sia detto senza alludere affatto a Don Romolo Murri, a Tyrrel , a Loisy , ci si trova va ad aver che fare con dei fìlosofastri che trovano comodissimo per stare di quà e di là, accordarsi al modernismo e sotto la veste di modernisti d'avanguardia. , o di scorta, cacciavano una terribile confusione di definizioni, di discussioni, di metodi nella politica e nella filosofia; e non c' er più mezzo di discutere perchè non si sapeva , nè si riusciva a sapere con chi.J si~aveva ·a che fare: scacciavano via da tutte le parti cattolici a mezzo ; mezzo protestanti: agnostici di quà, teisti di là: Pio X

RIVISTA POPOLARE 563 rimette ora le cose ai dovuti posti: o con noi o contro noi, egli dice: e può darsi che di questo atteggiamento non si avvantaggi la chiesa nel 1nmero dei suoi fedeli: ma bisogna ricordare anche che un savio proverbio afferma: meglio soli che male accompagnati: e Pio X ha ,·oluto, finalmente, sbarazzare i cattolici della mala compagnia. Ai modernisti la scelta: o rimanere nella chiesa e tacere: o mandare il cattolicesimo al diavolo. Il dilemma è chiarissimo ed è tutto merito di Pio X di averla posato. Anzi hà un grande valore proprio perchè è stato un Papa ad averlo posato. + Repubblica docet. La militarizzazione dei f'errovleri in Isvlzzera.- E' il titolo opportunissimo di un articolo che l' Ing. Emilio Gerli manda alla simpatica Libertà di Ravenn!i,-la sola città italiana che ha un giornale repubblicano quotidiano. Si occupa della nuova legge militare della Svizzera che nel refe'rendum ha avuto 325 mila voti favorevoli sopra 592,199 votanti. La votò l' 80 °/o degli elettori. Riassumiamo : Il Gerli comincia col notare che la legge è voluta dal popolo in grande maggioranza, e non da una maggioranzi. di deputati, che rappresentano, come in Italia, appena il 7 °/o della nazione. Se il popolo sperimentasse cattiva la nuova legge pel diritto d'iniziati v~ basterebbe una petizione firmata da 50000 cittadini per farla mutare. « Colla nuova legge militare svizzera la durata del servizio delle reclute è prolungata di qualche giorno, ma in compenso sono ridotti i corsi di ripetizione, cosicchè il nu:nero totale delle giornate di servizio rimane pressochè invariato, col vantaggio che il servizio militare viene coucentrato negli anni più giovani ; colla vecchia legge il militare doveva prestare servizio attivo fino all'età di 44 anni, mentre colla nuova legge esso ne é liberato al quarantesimo anno. Durante l'intiero periodo dai 20 ai 40 anni il cittndino deve fare secondo la nuova legge 173 giornate di servizio, tutto compreso,· scuola di recluta, corsi di.ripetizione, ispezioni e manovre ; la legge vecchia gliene imponeva 165. Questo per la fanteria: la al tre armi hanno un servizio alquanto più lungo•. « Nella violenta campagna contro la legge abbiamo letto sovente dei raffronti cogli eserciti di altri paesi ed in tali raffronti si concludeva che il bilancio militare svizzero ha sublto, negli ultimi decenni aumenti proporzionali maggiori di quelli di altri stati -.. « Si è vero ; la Svizzera spende proporzionatamente di più di altri paesi per la sua milizia. Ma qual'è 1a ragione? Se l'aritmetica non è un'opinione gli ottanta centesimi al giorno che l'amministrazione militare paga al milite durante tutto il servizio, oltre al vitto ed all'alloggio, valgono già otto volte di più .dei miserabili due soldini i quali bastano appena al nostro soldato per appestarsi quotidianamente la bocca coll'acre sigaro toscano; se è vero che l'aritmetica non è un'opinione, le somme che la Federazione s'impegna a pagare, ed effettivamento paga, per gli infortuni toccati a militi in servizio od alle famiglie dei militi bisognosi: devono pur uscire da una voce qualsiasi di bilancio ,. . e Disse bene dunque il Forrer, il democraticis!:iimo consigliere federale, che la maggior parte della somma spesa dall' amministrazione militare si riversa come una pioggerella minuta ma continua, nelle tasche del popolo svizzero tutto iutiero; non va, aggiungiamo noi a gonfiare le tasche ed a riempire i forzieri degli innumerevoli succhioni, pensionati, agenti,. appaltatori, teste piumate e compagnia brutta. >. Il Gerli poteva aggiungere che la magg~ore spesa. proporzio natamente alla popolaz10ne - che lasciò increduli alcuni amici ·nostri, quando fu da noi affermata-deriva. anche dal fatto che la Svizzera ha. un maggior nu~ero di uomini. che in caso di bisogno possono essere mquadi:,ati, bene armati e ben provvisti di tutto. « Dice l'articolo 21 della nuova legge militare : La Confedln-azione assicura i militi contro le co11seguenze economiche delle malattie e degli infortuni; ed aggiunge l'art. 22: Le famiglie dei militi le quali in conseguenza del servizio militare cadessero in bisogno saranno sussidiate in misura sufficiente. 1.ali sussidi non devono avere il carattere di una cariUi; ed un altro articolo incalza che nelle chiamate pei corsi di ripetizione delle diverse milizie si terrà conto dalle necessità agricole od industriali delle popolazioni, nell'intento di portare il minimo àisturbo possibile allo svolgimento della vita economica dei singoli e della collettività>. E' cosi che il popolo svizzero cerca di ridurre al minimo il male necessario e quando una legge militare proclama principi come quelli sopra enunciati si può ben affermare che il popolo approvandola non è venuto meno ai sentimenti democratici e repubblicani , nè parrà fuor di luogo l'esclamazione nostra. : Repubblica docet I> Nella nuova legge militare svizzera c'è poi una novità che il Gerli non rileva, ma cue è di grandissima attualità. La nuova legge contiene un grave articolo, che le avrà procurato non pochi voti contrari ed è quello che permette di sottoporre alle leggi militari i funzionari , impiegati e operai ddl' Amminisfrazione militare, nonchè quelli delle Amministrazioni pubbliche di frasporto. In somma la nuova legge in previsione di possibili scioperi nelle ferrovie e negli altri servizi pubblici ha stabilito la militarizzazione dei funzionari. E in Italia l'articolo passa inosservato ! Notiamo infine che una commissione parlamentare inglese nella scorsa està andò a studiare in !svizzera· il sistema militare, Tornò entusiasta del medesimo. A quando in Italia uno entusiasmo simile nel mondo• ufficiale? A quando la realizzazione delh.. formula di Carlo Cattaneo : tutti militi nessuno soldato? + La violenza al Nord e al Sud. - Ci scrivono e pubblichiamo senza commenti : Bologna 11 Novembre '907 Signor Direttore, Ndl' articolo sul Regime della violen,a pubblicato nel N.0 precedente della 11 Rivista , si paragonano i due omicidi commessi nei moti del 1898 a Minervino Murge con quello di Milano nello sciopero del 1904 e col tentato assassinio dell' Ing . Lambertini nell'ottobre scorso. Mi permetta che ricordi qualche differenza. A Minervino Murge venne ucciso il ricco propri<!tario signor Barletta ; ma l' ira del popolo contro di lui era spiegabilissima ; egli, mentre comincia va ad infierire la carestia , aveva fatto celebrare una messa solenne in ringraziamento a Messer Domineddìo che aveva fatto aumentare il prezzo del grano oltre le L. 30 al quintale. L' altro ucciso fu il Dott. Brandi, un galantuomo che amava il popolo; ma egli poco prima con un colpo di revolver aveva freddato uno dei dimostranti. A Milano nel 1904 venne assassinato freddamente, barbaramente, senza alcun motivo il Dott. Godola, che non aveva commesso altro reato, se non quello di sorbirsi uua tazza di calle mentre gli anarchici avevano proclamato lo sciopero generale, come la 11 Rivista i) stessa aveva constatato nel Num. del 30 settembre 1904. (L'Estrema net[' imbara:r:ro). A Bologna del pari nel 1907 si tentò di assassinare con premeditazione l'Ingegnere Lambertini solo perchè di opinioni conservatrici. Sono nativo delle Puglie, ma vivo a Bologna, dove la cittadinanza in genere, sia de!to ad onor del vero, non manifesta mai delle antipatie o simpatie a carattere regionale; ma tac - cio il mio nome, perchè una certa paura me la impongono i fanatici _partigiani_ dello sciopero generale. Mi creda · Suo dev .mo x. y. + La bancarotta _dell'assolutismo. - ~A proposito dell'assoluzione di Harden , denunziatore delle

564 RIVISTA POPOLARE turpitudini della Tavola Rotonda, Vincenzo Morello nella Tribuna ha pubblicato uno dei suoi brillanti e acuti articoli di cui c'interessa questa sua conchinsione « Le forme di geverno che non hanno per base la.l.ibertà " portano in sè stesse il germe dell' errore e .la respon- « sabilità della colpa. , E' la confusione degli attributi alla potestà regia , cogli attribuiti della potestà parlamentare che, nel- ' l' assenza dell' eroe intellettuale , rende possibiE gli e equivoci nell' azione di governo , e dietro la figura e del Re rende possibili gli intrighi della Corte • . In queste savie parole e' è la condanna della campagna che lo stesso Morello (Rastignac) fect, contre il regime parlamentare e che noi a suo tempo biasimammo. La verità si fa sempre strada l + Gli amlol dell'Imperatore. -Francamente non possiamo che compassionare quel povero imperatore di Germania che , in fatt.o di amici, casca dalle padella nella brac~, come lo sfortunatis_si~.o fra. i pesci. S'egli fosse un privato quelle sue am1c1z1e fìrnrebbero per fargli nna fama tutt' altro che invidiabile. Ricordiamo l'affare Krupp. Con tutta la violenza e la virulenza dell'amico che difende l'amico ingiustamente offeso, egli prese la difesa della memoria di Krupp accusato di omosessualismo. E l'autorità dell'Imperatore parve pesare enormemente a favore dell'accusato e mondarlo da ogni macchia ..... e venne fuori la storia di Capri. Ah I Capri ! E' lo scoglio contro il quale na~fra_garono insieme la innocenza di Krupp e la sagacia imperiale. Pareva però che quello fosse un' episodio i~olato, e si cominciava a dimenticarlo , anzi alle accuse del Brandt a Iltìlow un lieve sorriso di confutamento per Brandt increspava le labbra dei lettori : quand'ecco Harden e lo scandalo della Tavola Rotonda. Qui non è più un pederasta. solo che passa sotto ~e forch_e caudine della Zukunft, ma sono, uno dopo 1 altro, 1 favoriti dell'Imperatore, il principe _di_Eulemb~r~, il ~o_nt~ Moltke, il generale Hulsen eppoi 1 loro am1c1 famd1an di corte, e cortigiani. Leydet, Hohenhau, Brunwer ed a.Itri che la Zukunft ba nominati a fascio , mettendo accanto i pesci piccoli ai pesci grossi, i tenenti di cavalleria., sopra o sotto i generali ed i principi , tal quale nei gabinetti privati. Eppoi , ~opo t~tt~, sono i soldati speciali dell' Imperatore , gh ufficiali e sotto ufficiali della Guardia dei quali si viene a saper p0I mondo che soffrono di malattia non troppo virile. Povero Imperatore! è sfortunato con gli amici, auzi a guardar bene, è sfortunato nelle sue cose più care. Manda il fratello in Cina sopra una corazzata che pareva formidabile, gli fa un bel disco~so, g_li ~ugur_a di rinnovare il va.lore e le prove degli antrnh1 navigatori nordici; ed ecco che il Dentschland si rivela es• sere una indecente marmitta che si ferma a mezza strada · combina dei matrimoni ( 'l uello della Luisa di Cobur~o per esempio) e vanno a rotoli: piglia le ~ifes~ d' un amico ; e vien dimostrato che a quell' amico s1 adatta meravigliosamente il titolo della XII delle epodi di Orazio; e::;alta i militari, fa dei milita~·i, e dei nobili militari i ti pi ed i simboli della nazione , e, ohimè! Harden gli scaraventa contro Eulemhurg ,. la Tavola Rotonda e il tenente Heyse che burla le te- ' . . . nerezze del patrigno pei-..... ohibò fermiamoci; q_ms1a~o dove il fango incomincia ad imbrattare; ferm1arnoc1 a tempo. Povero imperatore f Finisce male il periodo eroico del suo regno. Male, molto male: disgustosamente. Nel N. del 15 ottobre dimostrammo come alcuni recenti matrimoni, e foghe, e manifestazioni amorose di donne dell'alta aristocrazia non sieno in fondo altro che_ la rivelazione di ùna profonda degenerazione nella classe che dal principio del Medio-Evo, al princ1p10 della Rivoluzione Francese dominò in Europa. Il recente processo Moltke-Harden dimostra qualche cosa di peggio. Tolto l' Eulemburg tutti gli altri accusati di omosessualismo non appartengono alla aristocrazia antica : dimostrano essi che la corruzione· delle corti e delle classi alte è piu rapida oggi che nel passato ; e più in Germania cbe in Inghilterra, e più in Inghilterra che in Francia. Fortunatamente gli Italiani sono ancora maschi ed amano le donne. Si è detto a pro· posito della Tavola Rotonda : Costoro sono una eccezione. La buona società è di versa, il popolo tedesco è tutt'altro. Noi ci guardiamo bene dal pensare che il popolo tedesco, che ogni popolo anzi, abbia i vizi dei propri dirigenti e governanti , ma quando leggiamo che anche a governatori di provincia ; a generali di divisione lontani da Berlino sono state fatte, specialmente, certe raccomandazioni: quando un Brandt confessa cinicamente, in pieno tribunale, la propria malattia, e dichiara non essere solo a soffrirne, a goderne e che gli sono compagni di sfortuna - egli dice di gioia-molti alto-locati nell'esercito, nella amministrazione, nelle arti , nelle lettere, nella politica; noi non possiamo a meno di pensare e calcolare che la degenerazione in Germania ha raggiunto un punto inaudito, ha raggiunto quell'acme, oltrepassato il quale la decadenza si manifesta. rapida, rovinosa evidente anche agli occhi più orbi, ed agli animi più disposti all'ottimismo. Altro che superiorità Sassone ! L' Imperatore di Germania, il quale dà prova, da numero dei figli , di non essere un omosessuale deve essere tristamente impressionato del fatto che la corruzione è arrivata fin alla soglia del trono, e diciamo arrivata, chè se ci assalta il pensiero che di là, forse, è dilagata, allora non è sola la politica tedesca che ci si rivela mal collocata, e in cattive mani affidata; ma è il popolo tedesco stesso-l'esempio dei grandi è terribilmente contagioso - e il popolo tedesco stesso che ci sembra roso dal più dissolvente dei veleni l' emascolini ta. Poichè le passioni innaturali -- psicopatie complicate di malattie organiche - mettono l'uomo che ne è afflitto in condizione d'inferiorità, e per un esercito che tiene le polveri asciutte e- la spada affUlata per fare, a traverso il mondo, il diavolo a quattro quei capi là, con quei certi malanni e quelle tali debolezze son tutt'altro che indicati per essere i condot tieri dei possibili uomini futuri, i quali, almeno a leggere Marce!Jino Conte erano tntt'altro che omosessnali ! + Per una lapide rimossa in Alessandria di Egitto. - Nel collegio italiano di Alessandria era stata collocata una lapide in onore di Garibaldi. L' iscrizione era inspirata al vibrante patriottismo anticlericale, che distingue tra tutte quella colonia italiana. I governanti italiani la trovarono irriverente verso la religione cattolica e la fecero rimuovere provocando lo sdegno della grandissima maggioranza dei nostri concittadini , che riuniti in comizio hanno protestato contro l'offesa arrecat,a allo schietto sentimento italiano del la .colonia. Noi ci associamo toto corde a quella protesta e vorremmo per la dignità e pel buon nome italiano all' estero che ali' on. Titton~ non si potessero dedicare quelle iscrizioni ferocemente ironiche che un giornaletto umoristico locale propone che vengano sostituite a quella anticlericale, che in omaggio ai nemici d'Italia e con evidente offesa al nome di Garibaldi venne tolta per ordine del governo italiano. + La terza Duma. - Dunque Stolypine ha ottenuto almeno nelle elezioni la Duma che egli ed il suo imperiale padrone desideravano. I reazionari vi predo- .

.. RIVISTA POPOLARE 565 minano insieme ai modernisti. Sono eletti 19 di destra a monarchici, 128 ottobristi e moderati , 4 della rigenerazione pacifica, 41 cadetti, 15 nazionalisti polacchi, 6 musulmani, 14 democratici socialisti, 28~di sinistra, 6 indipendenti. Diciamo, almeno nelle elezioni, perché niente prova che i moderati non vorranno esercitare sul serio il loro mandato legislativo, non apµena la Duma sarà messa in condizioni di funzionare. E il dissidio fra la burocrazia e il parlamento: fra l'aut0_irazia e il popolo si rivelerà una volta ancora, irriducibile. I cadetti hanno presentato e discusso su i loro giornali una. lunga serie di riforme radicali : e fuori di dubbio che essi vorranno farle approdare; ed è anche fuor di ogni dubbio che se queste riforme riuscissero l' autocrazia sarebbe spacciata. Bisogna considerare; essi vogliono, fra altro, che i ministri sieno responsapili dinanzi alla Duma, che i Governatori di Provincie possono nell'opera loro essere controllati dalla Duma; e che le quistioni di finanza dipendono direttamente dalla Duma. Tanto dire di mandare a spasso tutta la burocrazia. Ma vogliono anche di più. Essi dichiaranoe nessuno può dar loro torto - che la Costituzione non è mai stata applicata, anzi che non è stata ancora data : essi vogliono dunque che lo Tsar accetti dalla Duma i proprii ministri, or questo è quanto dire allo Tsar «Voi non sarete più l'autocrate-Voi non sarete più Tsar li. Intanto il popolo aspetta dalla Duma un 'opera seriamente fattiva. La promessa dello Stolypine , provvedimento strappato dalla paura all'egoismo, della di, visione e partizione gratuita delle terre ai contadini, non ha avuto, nè può avere effetto : il denaro manca al governo, manca anche per far fronte alla crisi economica, od alla miseria agraria che si presentano acutissime. Ed i rivoluzionarii acuiscono la loro attività. Si direbbe che di quà e di là si affilano le armi per l' ultimo scontro , per l' ultima decisione certo. E la recente rivolta di Wladivostock non pare venuta proprio apposta per rafforzare la fiducia dello Tsar e dei suoi nell'esercito I Che farà questa terza Duma? Posta come fra l'incudine ed il martello: fra lo Tsar che non vuol cedere; ed il popolo che vuole serie, profonde, radicali, riforme; fra i burocratici che intendono perpetuare il loro dominio ed i rivoluzionarii che vogliono vederla finita che farà questa Duma? Gli elementi che la compongono sono meno estremi, tanto a destra come a sinistra, di quelli che componevano la Duma che la precedettero; ma appunto r,er questo sembrano più determinati a volere non essere delle semplici comparse nel gioco della politica interna della Russia. Assisteremo ad una conflagrazione ? Questo è quanto vedrem_odelinearsi fino dalle prime discussioni, fino dai primi atti di questa terza Duma: intanto, ora che appunto la Duma inaugura i suoi lavori ci piace riprodurre un breve ma significativo passaggio dello Slovo , che non può esser tacciato di estremismo, e il governo si ricordi che ove non si con - cedano efficaci riforme al popolo, ove non si provveda ~ con rimedi duraturi alla crisi agraria che di nuovo mcombe, ne avverranno agitazioni funestissime per l'economia nazionale e la pace interna del paese li. Il che per un organo ufficioso è dir molto , e rivela che la situazione cui va incontro questa terza Duma e tutt'altro che chiara .. + La futura elezione presidenziale NordAmerloana - Sarà o non sarà 'reddy '? E' vero che l'elezione presidenziale non avrà luogo che a Ottobre d~ll'~nno J?ro~simo(1908) ma la campagna elettorale è già mcommciata , e già si sono fatti nomi di candidati, fra i quali quello dell' eterno candidato Bryant, 'e si fanno previsioni e si scontano probabilità ed oro-- scopi. Sarà o non sarà Teodoro Roosevelt ? Poiché essere rieletto Roosevelt o essere eletto un altro in suo luogo significa un cambiamento radicale nella politica, specialmente interna, degli Stati Uniti. Si è detto, ed è sembrato esatto: se fosse eletto Taft invece di Roosevelt la politica interna, l'atteggiamento della Presidenza di fronte ai Trus8, e sn la questione di alcuni ritocchi alla costituzione sarebbe lo stesso, poiché Taft è creatura di Roosevelt, ed è Roosevelt che lo presenta quale suo successore. Ecco: che Taft sia una creazione - non diciamo creatura -di Roosevelt è un fatto , che sia anche seguace della politica del presidente, e sia stato non indicato ma supposto presentato da Roosevelt stesso è anche un fatto ; ma che egli possa rimaner tale dopo che sarà andato ad abitar~ a White House questo è ciò che ci semb_ra poco probabile e quindi la politica potrebbe mutare. Ma poiché appunto sembra a Roosevelt che la sua politica sia la più opportuna per il bene degli Sta~i Uniti egli si ripresenterà, e la sua candid&.tura sigm• ficherà, come la sua presidenza significa, lotta a coltello contro la plutocrazia, contro i miliardari, contro i Trust. Lotta per una moralizazione del sentimento pubblico, traviato, corrotto reso egoista dalla mania feroce del- !' arricchimento a tutti i costi. Non c'è esempio peggiore della insolenza del danaroso; o non c'è politica più pericolosa e dannosa di quella che è fatta a base d' interessi per il semplice arricchimento d'individui. La nazione dove il plutocrate è, come agli Stati Uniti, il padrone del Parlamento, del Senato, della stampa, delltt. Banca ; dei corpi e delle coscienze ; dove il miliardario può comprare il giudice, come la sigaretta, è una nazione perduta ; e Roosevelt che sa questo, che ne ha la prova evidente sotto gli occhi lotta per strappare il potere al le mani dei padroni dei trusts. Ma riuscirà? Questo è il grande problema. . Intendiamoci; la candidatura non è ancora ufficialmente proclamata , nè per legge può esserlo ancora. Roosevelt potrebbe voler rispettare la consuetudineche non è legge - che nessun presidente ha chiesto mai di essere rieletto per la terza volta; ma bisogna notare che il momento è speciale: la lotta che Roosevelt combatte è eccezionale. I Tr11:-;t,specialmente ora che la Standard Oil è stata condannata a pagare una multa di 146 milioni, e che multe consimili minacciano altri Trust, non disarmano , anzi ; la crisi di Borsa, alla quale Pierpoint Morgan spaventato dai terribili risultati ha messo un'argine, è stato provocato da loro oltre che della deficienza di moneta circolante; mentre d'altro lato Taft, che parla, ora, a nome di Roosevelt dichiara: « Lo stato deve sottomettere a se i Trust, e la presidenza ri11scirà, per il bene dello Stato a vincere i Trust li. Ma riuscirà, Teddy, a farsi nominare ancora per vincere? Questo è il problema. • Cose Inglesi : 1. 0 L' Imperatore Guglielmo in Inghilterra. - Dunque ~io e nipote, Eduardo VII e Guglielmo II, si sono incontrati. Dopo l'aspra tensione degli spiriti, seguita al famoso telegramma del Kaiser a Kruger prima della guerra Anglo-Boera, alle irri verenti parole pronunziate da Guglielmo a proposito della Regina Vittoria, e a qualche scherzo-di cattivo gusto - dell'Imperatore a proposito di Re Eduardo, pareva doversi concludereinunairrimediabile contesa fra Germania ed Inghilterra. Tanto più che gli interessi delle due grandi nazioni, sono assai di frequente antagonistici, e che nou si può dire che fra poµolo Inglese e popolo Tedesco regni la più grande simpatia del mondo; anzi anzi gli inglesi, e come popolo, e come individui detestano ·cordialmente i tedeschi e viceversa. Certo Guglielmo non è stato male accolto nè a Portsmouth, nè a Londra, nè a Windsor, la popolazione

566 RIVISTA POPOLARE lo ha visto volentieri , e lo ha anche applaudito , ma, in questo c' entrano insieme cortesia per l' ospite che giunge , e ammirazione d' un bello spettacolo. Guglielmo II è sempre una bella cosa a vedersi. Prova, e non lo nasconde, tanto gusto a fare effetto sul pubblico che si adopera sempre a non mancare mai a quell'effetto. Ma quanto a politica è un'altra faccenda. Diciamolo subito; la politica della Germania e dell'Inghilterra non è tale che le due potenze, ora e per lunghissimo tempo, possano essere amiche. I loro interessi commerciali che si svolgono ed operano su gli stessi mercati le obbligano a guardarsi in cagnesco. Ciò che la Germania guadagna è in massima parte perduto dall'Inghilterra e viceversa; le influenze politiche e commerciali dell'Inghilterra sono quelle che la Germania utilizzerebbe volentieri per se: è qui l'antagonismo delle due potenze. Pericoli di guerra ? No. Nè l'una potenza, nè l'altra sentono di po\er giocare il grande a tout delle armi; l'Inghilterra perchè l'esercito suo è nulla di fronte al formidabile esercito della Germania, questa perchè di fronte alla flotta Inglese la sua flotta è poco più che zero. Eppoi il commercio delle due nazioni ba bisogno di pace. La lotta economica che combattono i due rivali, lotta disperata e feroce, ha bisogno di tranquillità ; anzi esaminando bene la rispettiva posizione economica delle due nazioni si può dire che non ci sono due popoli nemici che abbiano altrettanto desiderio, bisogno e amore di pace. E che la politica delle carnei lerie non entra nel viaggio di Guglielmo lo prova il fatto che Bulow è rimasto a casa e che Sir Edward Grey viaggia nelle sue terre. Mirabile accordo. Resta dunq ne la visita familiare. Ottima'· cosa pur qnesta inq uan tochè delle antipatie dei due sovrani si giovavano abilmente i guerrafondai dei due paesi, per preparare e trarre le due nazioni ai loro scopi Zio e nipote avranno agio di appianare alcuni screzi che avrebbero potuto diventare parte intagrante , e dannosa, nella politica dei due paesi. Guglielmo , che si è accorto che l'opera diplomatica dello zio non è negli• gibile, cercherà con la sua abilità , di smussare gli angoli alla politica troppo rude dell'Inghilterra, e certamente otterrà che la pericolosa rete che Eduardo gli serrava intorno, lasci aperta qualche maglia, perch' egli possa illudersi ancora d' essere un grande politico. E sarà bene anche per la pace Europea; poiché avrebbe potuto darsi nn giorno che il Kaiser fosse stato tentato di rompere quella rete con la violenza e allora la tanto mal sicura pace sarebbe davvero, malgrado tu"tte le Conferenze e le Aje , andato a finir male : ma la visita dell' Imperatore Guglielmo a Eduardo. VII ha. dissipato le nubi più nere: il buon resultato ed il significato utile di questa visita è que sto; e non è - sè non lo si considera bene - un piccolo resultato, Il Ta.rtarin imperiale intanto dopo aver provato che le sue spacconate hanno prodotto l'isolamento della Germania, metterà, giudizio? (1). 2.0 Quatfro pm·ole di Oampbell-Bannerman. -Ali' insediamento del nuovb Lord Mayor (sindaco) di Londra il primo ministro Inglese ha tenuto come sempre un discorso. Ne rileviamo due passi interessanti. Egli ha detto dapprima della meravigliosa marina inglese. Quasi ad ammonimento all' imperatore Guglielmo egli ha notato che .finchè la marina Inglese si manterrà forte quale è ora, parlare di una invasione dell'Inghilterra anche da parte della Germania è una scioccliezza ed una cattiva azione. L' Inghilterra vuole la pace e e la sua fllotta-q ueste sono le parole del P1·emier~ è tale da togliere a chi che sia il pensiero d'una guerra contro l'Inghilterra. > E' chiaro? Si vis pacem para bellum. ( r) Sul fallimento della politica tedesca si legga nella Rivista delle riviste l'articolo di Reybel tratto dalla Revue. Poi quasi ad attenuare l'asprezza della assolnta dichiarazione ha parlato della Conferenza dell' Aja ed ha detto che e è spiacevole che un risultato più conforme ai desideri dell'Inghilterra non sia stato raggiunto ; ma l' idea lanciata · dall' ottimismo Inglese è destinata a dare i buoni suoi frutti e li darà. Non bisogna mai dolersi di essere troppo ottimisti. > 3.° Ferrovieri inglesi e fer1·ovie1·i italiani. - Come i nostri lettori già sanno lo sciopero dei ferrovieri Inglesi non si farà più. Ed è bene. Sarebbe staio un male gravissimo per il paese e tutte le volte che un male può essere evitato bisogna felicit,arsene. Le compagnie sentirono q nello che noi avvertimmo nel nostro numero scorso: che se lo sciopero fosse stato inevitabile i ferrovieri inglesi lo avrebbero fatto compatti e risoluti e sarebbe stato lungo e dannoso. Forse il Parlamento sarebbe intervenuto ; certamente l' opinione pubblica sarebbe stata contro le Compagnie. Esse hanno pens~to bene di cedere ed il Bell , trattando per i ferrovieri, non volle, e forse pcteva, stravincere. Adoperò il buon senso e di ciò i sindaca ti lo lodano e non lo tacciano di traditore , pur sapendo eh' egli non ha neppur cercato di ottenere tutto quello che essi desideravano. Impareranno da questa condotta dei ferrovieri Inglesi non diciamo i soli ferrovieri, ma tutti gli operai Italiani ? Tra la condotta dei ferrovieri italiani e quella dei ferrovieri inglesi c' è lo stesso abisso che separa Bell da Ilranconi: un uomo colto e ragionevole il primo, la negazione della cultura e della ragione il secondo. Ma sulla q11istione dei ferrovieri avremo agio di ritornare appena avremo un poco più di spazio. + Per la Rivista delle riviste. - I nostri lettori avranno trovato deficiente m·gli ultimi numeri la 1·ivista delle 1·iviste, che tanto li interessa. La defi- -cienza in parte è derivata dalla mancanza di spazio; in parte dalla mancanza dei riassunti ctelle riviste tedesche. Queste ci mancarono perchè l'egregio signor Felice Ferrero che ce le mandava ha lasciato definitivamente Berlino. Abbiamo provveduto per la sostituzione e dal numero del 30 novembre in poi non mancheranno. · In questo numero abbiamo riassunti due interessantissimi articoli della Revue sulle condizioni politiche ed economiche della Germania. Il riassunto è riuscito lungo più del solito; perciò non abbiamo potuto darne altri dalle riviste francesi ed italiane. NOI Emmanuele Gianturco. - La catastrofe preveduta sin da quando :;i tieppe che dopo la prima estirpazione del tumore sublinguale i segni della infezione avevano reso necessaria l' asportazione delle glandole del collo e del le ascelle si è verificata : Emmanuele Gianturco é morto il giorno 10 novembre. L'esito letale dette piena ragione t1.1ladiagnosi e alla prognosi dell'illustre professore D' Antona; l'illustre giurista era stato colpito da un morbo che non perdona: il cancro. La scomparsa sua, per quanto prevista, ha prodotto dapertutto una profonda, dolorosissima impressione. Così doveva essere. . Emmanuele Gianturco potè avere avversari; non nemici. L' uomo politico potè prestare il fianco alla critica ; ma il giurista, l' insegnante, l' oratore parlamentare, l'avvocato, l'artista, il cittadino, l'uomo non poteva che inspirare bÌmpatia ed :;i,ffetto.Egli ora buono, generoso, disinteressato - specialmente nello esercizio fortunatissimo della professione. Non si poteva osser-- varlo in famiglia., tra i suoi figli che adorava e n'era adorato, accanto alla sua bnona e gentile Remigia, al pianoforte o nell'intima conversazione, senza rimanere

RIVISTA POPOLARE 567 ammirato e commosso dalla semplicità e della purezza dei costumi , che davvero si vanno facendo, sempre più rari e perciò più preziosi. La commozione cresceva quando lo si vedeva accanto alla vecchiarella adorata che gli fu illadre e che nella modestia dell' abbigliamento , mostrava si orgogliosa di segnalare l' 11 miltà dell'origine. L' affc1tto e la simpatia sapeva inspirarle anche a coloro che non dividevano i suoi sentimenti religiosi - sempre rispettabili e rispettati perchè sinceramente e apertamente professati. li suo sentimento religioso, però , non era bigottismo volgare ; perciò egli che tanto aveva fatto nel 1896 cor1e ministro della Pubblica Istruzione nel concludere il contratto tra lo Stato, il Municipio di Napoli e le provincie del mezzogiorno per i nuovi edifici Universitari, ~ra da ministro dei lavori pubblici fu il migliore cooperatore di Carlo Fadda, Rettore, per la esecuzione della legge e seppe dare la prevalenza al bene pubblico sul bigottismo volgare, che ha combattuto una .brutta battaglia contro gl' interessi dell'Ateneo nella quistione dei locali di B. Marcellino e della Chiesa della Croce di Lucca. Em1uanuele Gianturco colpito dal malore che lo condusse cosi rapidamente alla tomba, si può dire eh' è morto sulla breccia: le s11edimissioui da Ministro dei lavori pubblici non furono accettate che pochi giorni prima di morire. Ed egli fu miuistro dei lavori pubblici nel momento più difficile che poteva presentare quel dicastero - quando il passaggio dell' esercizio privato a quello di Stato, lo sviluppo straordinario del movimento delle merci e dei passeggieri, il malvolere dei ferrovieri, l'esposizione di Milano ecc., fe"ero proclamare l'anatema delle ferrovie italiane e per poco la loro anarchia non prodn;:;se dei tumulti. Assalito, non personalmente, ma nel suo Ministero, da ogni parte nel Parlamento egli seppe tener testa a tutti, pronunziò alcuni tra i suoi ll1igliori dil'lcorsi, nei quali l' eloq11enza ordina-ria era rinvingorita della chiarezza convincente dei fatti , bene scelti e megiio presentati. Come scrittore di cose giuridiche lascia non pochi 'pregevoli lavori, che giovanissimo gli procurarono fama e il posto d'insegnante di Diritto Civile nell' Università di Napoli, dove ebbe allievi numerosi , degni di lui. La prolusione ~rni difetti sociali del Codice civile, inspirato alle vedute del Menger, gli assicurò nna certa popolarità, nelle fila di coloro che più tardi dovevano costituire il partito socialista. Nessuna parola alla consorte degnissima, ai figli, ai congiunti inconsolabili, che voglia sembrare tentativo di conforto ... In quest'ora tristissima a loro si può dire soltanto: colleghi, studenti, clienti, amici, quanti cittadini conobbero ed amarono il vostro Emmanuele dividono il vostro dolore I N. C. %2 1\i nostri abbonati - Riceviamo continuamente dagli abbonati richiesta dei numeri della Rivista Popolare 11 e 12 dell'annata XIRammentiamo ai richiedenti che quei numeri costi. tuiscono il fascicolo speciale consacrato alla memoria di Gi1tseppeMazzini. In detto fascicolo la nume1·azione de_llepagine segue quella della Rivista, per comodità degli abbonati che fanno rtlegare in volume le annate. Abbiamo ancora dispon{bili pochi esemplari di detto fascicolo, di oltre cento pagine, riccamente illusfrato (lo diciamo pei nuovi ablxmati); che la nostra amminitltrazione può cedere a L. 1.50 ognuno. LA CRISI (Nel regno delle Borse e dei borsaiuoli) I. Da molto tempo in Ita!ia i giornali si occupano di dissesti; di ba11dent!re, che giuocauo ~1 ribasso;· di liquidazioni difficili; di fallimenti; \ ·-risi nel senso più generale della parola: crisi che alcuui dicono di capitale, monetaria, di produzione, di accrescimento, di credito, di speçulazione ec., ma che in fondo ha un pò di tutto i cennati caratteri sia per le cause che la determinano, sia per gli efletti, che ne conseguono e costituisce uno dei più importanti fenomeni della economia moderna, patognomonico - come direbbero i medici- del capitalismo odierno. Queste crisi cominciano nel regno delle Borse, che ha reso e rende grandi servizi alla produzione e alla circui:tzione delle ricchezze . e attorno alle quali si sviluppano i borsaiuoli o borsisti professionali, che ne rappresentano per cosi dire le inevitabili esaescenze patologiche o i parassiti, che albergano in qualunque organismo biologico sano e vigoroso. Quando si apprende che i tra i borsaiuoli ci sono dei morti e dei feriti in seguito ai loro intrighi e alle loro lotte più o meno criminose, che costituiscono nello insieme quel reato o gruppo. di reati, vago e indefinibile, che si chiama aggiotaggio ( 1) il grosso ·pubblico passa scrollando le spalle, anche compiacendosi, come di una guerra fra cani, che serve alla distruzione di esseri perniniciosi ; ma a lungo andare, però, l' economia di una nazione ne viene fortemente danneggiata e le ripercussioni ultime delle contese fra i borsaiuoli si hanno nella classe lavoratrice, che vede chindere opifici, ridurre la produzione, diminuire i salari e i consumi per risalire e diffondersi tra le Banche più forti e meglio costituite; la scossa che ne riceve l' economia nazionale naturalmente viene risentita presto o tardi per mille rivoli e per innumerevoli vie dirette e indirette dalla finanza e dalla economia dello Stato. + Le crisi , come alcune malattie dell' organismo umano, nella loro genesi primitiva hanno delle sedi di predilezione, che di ordinario sogliono essere le capitali degli Stati: Londra, Parigi, Berlino, Vienna ecc. La capitale finanziaria talora non coincide ccn quella politica. Cosi negli Stati Uniti le agitazioni di borsa, le crisi non scoppiano nella capita le federale, Washington; ma a New York, la metropoli vera dell'Unione, d'onqe si propagano negli altri grandi centri di produzione e di commercio. Chicago, Boston, Filadelfia, S. Francisco ec. Qualche volta il punto di partenza è periferico; ma in questi casi raramente la crisi raggiunge la massima acuzie e le maggiori proporzioni .. Nella stessa New York, poi, c'è un quartiere prediletto per le crisi, Wall Street, dove con vengono i più grandi borsaiuoli, i più grandi industriali, i miliardari. In Italia la vita delle borse con tutte le sue buone e cattive manifestazioni, è concentrata quasi interamente nel triangolo Genova-Torino-Milano. (r) Ce ne siamo occupati lungamente nei N. 6, 9, 10 del r .0 anno della Rivista·

568 RIVISTA POPOLARE Il Wall-Street italiano può scorgersi nella ricca e industriosa Liguria; Torino spesso precede o segue; Milano, si può dire che è presa fatalmente come in una tenaglia dalle due città sorelle. Una crisi che scoppia a Palermo, a Napoli, a Venezia, a Firenze si può paragonare ad un furuncoletto , che matura e sappura sul corpo di un uomo: nemmeno una febbre effimera, di ventiquattro ore, l'accompagna - appena appena un brivido si propaga per tutto il corpo. Si 'può anche domandare: esistono e funzionano dalle Borse in coteste città? Roma, la capitale del regno, quasi come una decorazione necessaria ha la sua Borsa; ma nella capitale, benchè vi risieda il Ministero del Tesoro, che potrebbe o dovrebbe esercitare in alcune circostanze una forte azione, la vita della Borsa è fiacca - è una vita di seronda mano, se è lecito adoperare questa espressione, che si svolge a seconda degli accidenti delle borse di Genova, di Torino e di Milano. A Roma gli agenti di Borsa l' altr0 ieri hanno potuto permettersi il lusso di fare sciopero col pretesto, che ne accusa la scarsissima vitalità propria, autonoma, che il Sindacato, che doveva operare· al rialzo, non si era fatto vivo! Noi non possiamo entrare nella tecnologia e nelle distinzioni tra agenti, courtiers, coulisses, differenze, compensazioni, operazioni a termine, per pronta consegna, piccola borsa, riporti, liquidazione a fine mese, e~. ec. che sono proprie di questo" organismo economico. Ma dobbiamo, riferendoci anche agli articoli pubblicati nel primo anno di vita di questa Rivista, dire poche parole sull'impronta morale, o meglio immorale, degli uomini e delle operazioni di Borsa. Tutte queste operazioni di ordinario si svolgono nel campo della immoralità; ma al magistrato competente anche il più rigido e più oculato raramente riesce di farle entrare nel campo del codice penale per tradurre direttamente dalla Borsa alla prigione i suoi habituès, i suoi eroi. Quande le operazioni sono lecite esse si rassomigliano a quelle di un giuoco di azzardo, in cui le probabilità della vincita sono pari a quelle della perdita. La esatta conoscenza delle condizioni di una industria o di un industriale , di alcune produzioni -- del grano, del cotone, del rame, dell' acciaio ecc. ecc. - che giustamente apprezzate fanno prevedere che sul mercato ci sarà abbondanza o scarsezza di quel prodotto ec., la conoscenza anticipata o la previsione di un dato avvenimento politico importante possono indurre a giuocare al rialzo o al ribasso sul prezzo di quei prodotti, di quel titolo industriale o di Stato. In questi casi che sembrano i più leciti, i più onesti, c'è sempre qualcuno che giuoca, che specula sulla ignoranza, sulla minchionaggine altrui : non c'è la parità nelle probabilità di vincere o di perdere. Si dice che in Italia ci fu un tempo in cui un sottosegretario di Stato comunicava ad un giornalista famigerato i dispacci politici più interessanti, che pervenivano al Ministero dell'Interno, prima che venissero pubblicati dalla Stefani e che quel giornalista a seconda del loro tenore andava in borsa a comprare o a vendere ai prezzi correnti i titoli di Stato. Cosi negli Stati Uniti da recente si scoprì che alcuni funzionari che ricevevano le notizie sul raccolto del grano e del cotone, le comunicassero agli speculatori di Borsa, che vendevano o compravano a colpo sicuro. Fece grande rumore in Italia poco tempo fa la notizia che l' Armani, amministratore dell' Avan# ! speculasse in borsa sugli articoli contro la Terni, che doveva pubblicare il giornale socialista; e che il corrispondente del Corriere della Sera da Genova, nello interesse del Comm. Ferrone, che giocava in borsa al ribasso delle azioni della Terni, abbia mandato le notizie sfavorevoli alle corazze fornite da quello stabilimento e provate nel balipedio <li Muggiano, per mezzo di un automobile per essere pubblicato nel momento in cui in Borsa si doveva fare la liquidazione del fine-mese. L'uno o l' altro caso - ricordiamo i più recenti e i più noti e nei quali la buona fede e la rispettabilità dei due giornali erano fuori di ogni discussione - dettero luogo ad un processo, che terminò, come sogliono terminare quasi tutti i processi di aggiotaggio: coll'assoluzione degli accusati; processi ugualmenti terminati si ebbero per la società delle ramifere, per la Palmer Savoia in Genova e contestazioni civili per una strana liquidazione della Fiat in Torino. A quei processi non fu estranea l'inchiesta sulla magistratura locale eseguita dal Barone Garofalo. La lotta tra borsaiuoli può essere condotta con mezzi e con armi più o meno sleali; chè non solo si fanno agire le notizie di fatti veri , anticipatamente conosciute; ma non di raro s'inventano di sana pianta le notizie stesse , che scoppiano in Borsa come bombe micidiali , mentre gli sciacalli consapevoli stanno appostati, in agguato per divorare le vittime. Ma la lealtà o la slealtà può brillare nella condotta dei vinti dopo la battaglia. Uno che ha giuocato ed ha perduto, può dare tutto il suo e passare da_llaricchezza alla miseria per pagare sino al limite del possibile i vincitori. Si dice che sia stato il caso di Ferruccio Prina, nelle battaglie attorno alle azioni della Terni; in questo caso ci troviamo di fronte al borsista che ispira simpatia anche a coloro che non ne nutrono alcuna pei freq uentatori delle Borse. Ma è più frequente il caso dei borsaiuoli che dopo avere intascato le vincite, si sottraggono con tutte le male arti immaginabili al dovere <li pagare i creditori quando perdono. Si dice che sia stato il caso di un noto deputato al Palamen to itàliano; e si può pensare se su di essi si concentri il disprezzo del pubblico. Ma in Italia tutte queste vicende criminose delle Borse e dei borsaiuoli sono appena rudimentali come vi sono rudimentali la grande industria, il capitalismo , lo sviluppo della ricchezza. Assumono pro· porzioni più colossali in Germania , in Francia, in Inghilterra ; raggiungono il f astigium negli Stati Uniti, nel paese in cui impera dispoticamente il Dio Dollaro , nel paese dei miliardari. Come nelle industrie si possano accumulare i milioni e i miliardi rivelò il romanzo della Ioungla , che ci fece sapere che anche i brandelli di carne umana possono essere insaccati come carne di porco; William Stead nel suo: If Christ cameto Chicago da tempo ci aveva rivelato le vergogne degli affaristi americani; poi è venuto il romanzo di :Bridge (James Hovard): The ]nside his,ory of-the Carnegie Sted Company. .A romance of-millions; poi gli articoli di De Norvins sul banditismonegli Stati Uniti nella Revue di Jean Finot; e piu da recente ancora il libro di

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