Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 20 - 31 ottobre 1907

RIVISTA POPOLARE 555 di due PR1Nc1PINIDI SAVOJA, di Pietro Canonica; due espressivi RITRATTIMULIEBRI,in gesso, di Ezio Ceccarelli' il giovanetto SoNNAMBULo, d'Annibale De Lotto eh~ s'avanza nudo, dritto, con occhi sbarrati ; a cui vien fatto, istintivamente, di lasciar libe1 ro il passo, scartandosi; gl'incisivi e sicuri MEDAGLIONIvirili del belga Julien Dillens, un altro morto che ancor fa sentir la parola immortale del1' arte· le sei opere magistrali del dalmata Ivan Mest;ovic Gabrilovich, e specialm·ente il forte ritratto in bronzo di un innominato DRAMMATURGO SLAVO che somio-lia un poco all'energica testa di Rochefort; il gruppg in gesso di Saverio Sortini, LA MrnrnRA, o meglio una vittima di. essa, _inert~, mor~a o mo_- ribonda, portata a braccia dai ?uo1, curvi sotto 11 peso più del dolore e della sc1_agura_~he d~l fe-: ri to ; i vari i bozzetti in gesso, s1mpa t1c1 assa 1, d 1 Theodor Lundberg, svedese; le due MACCHIETTE evidentissime, statuine-ritratti in bronzo, di Raffaello Romanelli; e le tre piccole sculture decorative di Serafino Sudbinin, russo, ln1Luo, SATIRO E RATTO di gusto classico e di vivezza moderna, pure e' piccanti insieme, birichine e gentili. * Ma meritano invece un cenno a parte, anche se compresso nelle strettoie dello spazio misurato, alçune altre opere, che, per tecnica e per concetto perfettamente armonizzati , escono assolu~amen~e dall'ordinario: e sono: L'INELUTTABILE,d1 Anmbale De Lotto, ancora, gruppo in gesso al naturale d'un o-iovanetto annegato e della madre gettata disper~tamente attraverso all' es~mine, e che lo chiama lo chiama a o-ran voce, rnvano; LA MADRE ' ' 0 d. h ' DELL' ucc1 o altro gesso al vero, 1 uno e e m era sin qui sco'nosciuto, e che _qui i rivela maestro, Francesco Ciusa: una vecchia accoccolata per terra con le ginocchia fra le mani conserte, curva, grinzosa tutta concentrata nella sua tragica idea, con gli ~echi socchiusi privi. di sgu~rdo ,. co1:1le sottili labbra serrate in un ostrnato s1lenz10 , m una solitudine spaventosa; e, sopratutto , un vero, ,un metaviglioso capolavoro, dovuto allo s_calpel~o d un altro ignoto (a me almeno) Carlo Fa1t, 1tahan_o (e ne son lieto e superbo) malgrado il nome stramero: è un busto di donna, col titolo troppo modesto, troppo interiore al significato ~i gl:es!o m~rm,o mao-ni!ìco DESIDERIO:altro che desiderio, infatti! E martirio 'questo martirio di tutta una vita, oramai: martirio dei sensi, dei nervi, del cuore, di tutte le viscere di tutta l' anima; martirio di tutto un essere fatto per l'amore, per l'amore completo e perenne che n'abbisogna come del pane e dell'acqua, e che' ne soffre fino allo spasimo , sempre deluso, la fame e la sete. E qui danti nessuno ride, nes-: suno arrischia un commento sciocco, nessuno s1 sente di formulare uno scherzo sguaiato: perchè, l'ho detto, qui siamo di fronte ad un capolavoro, nel quale tutto concorre a destare un senso profondo ed austero di pietà e di rivolta ad un tempo: costei, che sarebbe stata, probabilmente, una sposa e una madre felice, appassionata, devota e fedele, guardate a che cosa è ridotta da tutto il bestiale e feroce viluppo di proibizioni e di coercizioni morali, sociali, legali e religiose l Attraverso alla pelle ottile, diafana, smunta, sentite le vene anemiche, le fibre arse, l' innervazione scossa, l'organismo perturbato, lo spirito anomalo dell'isterica i_. e non riuscite a indo.._vinarne l'età; non sapreste neanche dire se sia bella o brutta, buona o cattiva, intellio-ente od ottusa; perchè è esclusivamente, qui e per ~ra, femmina, e femmina insoddisfatta e bramosa, vibrante ed ansante: le sue braccia nervose si torcono, le labbra asciutte si tendono, gli occhi stravolti si spengono come per lenta agonia. E non la si lascia, che amareggiati e pensosi. X Nel « Bianco e ero >> c' è una dozzina di poderose acqueforti del Brangwyn, miste di realtà e· d'immaginazione, illuminate, come quelle itI1:mortali del Rembrandt, di I uci fantastiche, stilizzate d~ un senso vittorughiano del colossale e dell' enorme, così comunicativo, ere bisogna misurarle con la ma no, per persuadersi che siano davvero stampate su pochi palmi di carta anzichè largamente tracciate a carbone su intere pareti: segnalo particolarmente LA DISTRUZIONEDELLANAVE, VECCHIECASE,SA TA SOFIA,LA SALUTE,PONTEIN COSTEU· ZIONE. * E ci sono dei singolarissimi disegni d'Antonio Augusto Rubino: di lui ho già Jetto assai l'anno scorso, a proposito dell'esposizione di Milano; qui, a titolo di saggio, basterà di re di questo OMNIA MEA MECUM P::>RTO, che personifica, pare, il giornalismo dell'infima e pessima specie, in un individuo allampanato, elegantemente vestito di roba smessa da altri , coi calzoni sfilacciati e corti,· con le scarpe• scalcagnate e ghignanti; il cappello è in forma di casa, con la scritta « A louer >>; la testa è un teschio, macabramente spolpato e vuoto; delle mani, scarne e guernite di lunghi e sozzi artigli, la destra brandisce una clava, la manca porge una carota; e dalla tasca dello stifelius emergono carte sgualcite· e penne d'oca; e ai piedi del grottesco fantasma, gra:- cida enorme un rospo, con la corona sul capo. . * E e' è pure fra i non meno impressionanti disegni di Lorenzo Viani, dal titolo collettivo Gu OssEssr, un omaccione bestiale incatenato, che viene lentamente verso di noi, losco, lercio, pesante, passivo, condotto pel collo, come un cane, come un orso, come un bruto più bruto ancora, da un altro rospo simbolico, che gli èammina innanzi trionfalmente sulle due larghe zampe , sogghignando dalla bocca immane , fosforeggiando dagli occhi gonfi: è l' ossessione del vizio e della bassezza, della viltà e della poltroneria: come soggetto , è rivoltante; come arte, è sublime. Ancora una volta, rammenta il massimo artista dell'orrido e del mostruoso, Vietar Hugo. -x. E rieccoci nel salone centrale, dal quale, stanchi della lunga visita e delle troppe e troppo varie impressioni odierne, usciremo a riposare in giardino, al1' ombra, o a rifocillarci nell'artistico Ristorante, disegnato dal Mainella e decorato dal Pasi nelli : siamo a metà del nostro grato lavoro; e ci torneremo, in cerca di godimenti nuovi e d' aitre emozioni estetiche, fra due setti mane: abbiamo ancora i Belgi ed i Russi, la sala dell' a Arte del Sogno », e quelle regionali italiane: non rimarremo delusi l Chieti. MARCO PILO Dal 11 Bollettino talianodel/Uf#ciodelavoro 11 (Mese di Sett e1nbrc) Le condtzioui delle abitaz·lonl delle c)a!',Sl meno abbienti lu Padova. -Il Bo!!ettino del 'Ufficio del lavo,·o pubblica la relazione di un assessore del Municipio di Padova intorno alle condiz."oni delle abirnzioni per le classi' povere in quella città. Sebbene s; tratti di un cen~ro ove il fcnomi!nO dell'urbanismo non si pr..:senta a..:i.:..:ntuato·1e condizioni delle abitazioni sono estremamente miserabili. \\ Per una sola stanza vengono pagate fit10 a 14 lire al mese - s..:i:ive il relatore -e molto freyuentemente in quest0 ,unbiente abbiamo visto il focolare, il lavandino, il cesso e qual'clte conduttura di latrina dei pia11i superiori, che attraversa il muro, coperto (1) Pubblichiamo con ritarJo questo riassunto per la solita tirannia dello spazio.

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