Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 20 - 31 ottobre 1907

RIVISTA POPOLARE snella, d'una eleganza e d'una distinzione ineffabili, siede sur uno sgabello nascosto dall'ampio panneggio roseo della gonna, del quale sembra d'ud_ire il sediceo fruscio, e volge l' ignudo collo sottile, ·con una mossa rapida e serpentina, a guardare di scorcio lo spettatore: e nell' attuccio nervoso , nel profiletto delicato, dolce ed altero insieme, è tutta la donna odierna, il capolavoro della complicatissima civiltà d'oggi, il modello pre:iletto del nobile artista ispano-parigino. * A proposito I E com'è ben parigino il BouLEVARDnEs BATIGNOLLEsr,appresentato da Re~é Bil: lotte negli ultimi bagliori del crepuscolo, dei quah in fondo, in vetta al colle di Montmartre, ancora rosseggia fantasticamente l'eccelsa cupola del Sacro Cuore, mentre quaggiù , sotto la doppia fila anco~ pallida dei lampio~i, i pedoni e~ i fiacr~s e gh omnibus assumono già le parvenze mcerte d1 ombre e visioni notturne I * Gaston La Touche, nei PECCATCI APITALItorna al suo vecchio soggetto dei cabinets particuliers, dei viveurJ e delle demi-mondaines, delle mense imbandite, dei tavolini da gioco, dove, in un'atmosfera velata e dorata, alla luce falsa dei lampadari e dei paralumi, l'ozio, padre dei vizi, presiede la ~cioperata adunanza, e « Bacco, Tabacco e Venere nducon l'uomo in cenere >;: ed anche qui, seduti in poltrone od in seggiole, a tavola o al caminetto, in gran débrassé e décolletè od in bianco sparato ed infrack, c' è chi sgretola pastic~ini e chi trin~a c_ham_pagne, chi contempla beato 11 soffit~o. e chi v_tagg1a con l'occhio, sogguardando la . v1~1na se.m!nud~, pe_r bianchi emisferi cercando d1 gmngere a1 poh, chi, con sogghigno malvagio, va demolendo con ~arrazi_pni probabilmente fantastiche_ un' onest~ np~tazione, e chi s'ingegna, con occhio feroce, d1 rovinar l'avversario a macao ...... Ma che peccato commette (si chiedono tutti) quel povero diavolo in piedi, pallido e allampanato, che, solo in un angolo, raspa con tanta coscienza il violino? O forse è un simbolo? E' l'arte che resta pura in mezzo alla corruzione ? E' l'ideale che si apparta e che si sublima, astraendosi dal reale babelico e turpe? Mah? * L'occhio corre spontaneo! di qui, pe~ naturale associazione d'idee, al· magmfico busto 1n bronzo di BEETHOVENd,i Fix Masseau, che, appoggiata la gran testa alle mani serrate l'una nell'altra, si concentra in una meditazione profonda, e pare ascoltare dentro di sè, con gli occhi chiusi e le labbra contratte, gli spunti meravigliosi del « Set~imin? », della « Sonata a Kreutzer », o della « Nona S1nfoma »: altro che champagne! altr? che soffici neyi c_ircumpolari I Veduto _questo, m_1passa la vogha _d1 tutto: e non trovo più la rag10ne e la vena d1 parlare dei buoni piccoli bronzi del Bouchard e del Roger-Bloche, che pur sono molto e~caci e sincer! e sentiti; nè del busto-ritratto del pittore ZrnM, d1 Victor Joseph Ségoffin, dal profilo accentuato, dall'occhio bonario, dal pizzo caratteristico, dalla fisonomia personalissima i nè? infine, ~el bel va~o. decorativo, di bronzo, d1 M1chel Caz1n, a motivi forestali , col titolo PINI ' nè dei GIOJEI:LI ~ODERN_I, ormai celebri , di René Lalique , dove 11 pizzo , 11 ricamo , il velluto, la seta, il cu?jo, la !artar~g~, l' avorio , il quarzo , le gem~e , .I metal!• p~ez10s1, tutto s'unisce e si fonde e s1 amma e vive 1n una flora ed in una fauna meravigliose, ad ornar chiome bionde, fulve, brune, castane, ad armonizzarsi con epidermidi candide, rosee, ambrate, morate. X Ai.,Jemministi e alle femministe dedico l'esposizione complessiva dei ventun ·quadri ~i Anna Boberg ""'che son l'ornamento e la glona della sala svede~~, la IX La Boberg è infatti un' artista di prim'ordine, così nel pensiero come n~ll'esecuzio~e tanto nella poesia quanto nella te~ntca; una pittrice non meno aecurata che gemale , non meno modesta che forte, non meno completa che sobria. Deploro di non aver spazio abbastanza per dire di tutte queste mirabili tele, ad una ad una: ciò equivarrebbe ad un lungo e faticoso e pericoloso viaggio per le terre e pei mari del!' estrema Europa settentrionale, di cui questa eroina· del pennello ha affrontato tutti i rigori ed i rischi, i disagi e le uggie, per puro amore della bellezza più rara, della più inedita meraviglia. E con che successo! E come corrisposta ! Guardate per esempio, come ha sorpreso e fissato IL MOMENTMOI' STERIOSfOra il giorno e la notte iperborei I E' il maggiore di questi suoi qua1ri , e l'effetto è raggiunto giovandosi d'un ben. inteso divi-sionismo, applicato soltanto ~ove. appanva op: portuno, e applicando pel resto gh ant1cht ed usu_ah procedimenti: e n· è risultata, attraverso ~•eccez10-: nalità del soggetto , una sorprendente evidenza d1 verità: sotto l'occhio stupito, è un panor:ima f~~- tastico che si sviluppa: un panora~a ,. in _venta? prevalentemente notturno,_ C(:)Il questi d1rue1 aspn e nevi che scendono, anzi s1 gettano, tutti sporgenze e frastagli , nel mare , col piccolo porto acquattato laggiù fra le inospiti terre, col ma~e. eh~ si direbbe d'inchiostro, a vaghe lame, a sm1stn bagliori rossastri (ed è il giorno, nell' ult~ma Thule, quella s.anguigna fosforescenza I), col p_1ccolofaro lontano, che vi rispecchia la sua scintilla dorata, con in fondo le grandi montagne ghiacciate, appena un po' chiare fra tutto quello squallore. Guardate SoLE E NEVE: oh, quanta neve I oh, quanto sole I Come vie1;1giù, que~la,_a g_ran fioc~hi, fitta infinita, sulla scialba flott1gha d1 baleniere veleggiante . spettrale ~ul mare. grigio, qua e là chiazzato d1 qualche mcerto nflesso I O solleone trionfale d'Italia ! O allegra neve di Roma I O azzurro Mediterraneo I E L'AURORABOREALE 1 tutta veli, cortine, festoni e volanti di gas impalpabili e luminosi, tutta ~ampilli e razzi e ventagli di luce side~ea, tu!ta 1rra.-. diazioni e trasparenze e sfumature d1 zaffin, topazi, smeraldi e ametiste? E il SoLE DI MEZZANOTTEc.h,e splende sull' orizzonte glaciale, irradiato di gemme di mille colori, simile a un dio in mezzo a un alone stupendo, e lo sfiora un ist~nte per poi ripigliar la sua ascesa divina? E I W IKINGSMODERNcIo, n la gran vela temeraria sul mare torvo e grosso,· tra le montagne di ghiaccio natanti e !'ardue rupi sanguigne del fjord? E il CrMITERo,infine, così fantastico, così poetico, così ideale in riva al mare, sotto la pallida luna cerchiata d~ll' ampio anello così frequente lassù? O luna di Venezia che rimi così dolcemente, così idillicamente , con quieta laguna e con gondola bruna e con amorosa fortuna I * Carlo Larsson del quale ho se.ritto con tanto entusiasmo altra volta, quest'anno non giunge alla stessa altezza: ma la sua MARTINAè, sempre la servettina ideale , fresca come una rosa , linda come un uccellino, con due occhi limpidi e chiari c<?me acqua sorgiva; e reca alla mensa frugale e patnarcale, già apparecchiata m~ anc~r s~opolata, ~on ?n vassoio felicemente formto d ogm ben d1 D10, il sorriso e la gioja ,della sua giovinezza sana ed ingenua, che vale molti milioni e blasoni del nostro nevrotico mondo meridionale. E le sue FAVOLEsono sempre una gentilissima scenetta famigliare , che ha i~ s~l~ difetto d! sv~l: gersi in un vero quadro, anz1che m uno dei sohti piccoli deliziosi acquerelli : ad una gran tavola,

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