Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 20 - 31 ottobre 1907

RIVISTA POPOLARE SOMMARIO: Glf avvenlmeut;f e g-11 uomini: Noi: (1 socialisti veri conservatori della monarchia - I socialisti imperiali di Trieste contro Labriola - Il giornale quotidiano repubblicano. La Ragione - La riapertura· del Parlamento Francese - Amici cari : borsa del pari - Per la crisi e per la circolazione - La ques tione marocchina · Pel consumo del carbon fossile. Le risorse mondiali - I risultati delle riforme postali in Francia-Le strade ferrate negli Stati Uniti- Le chiacchiere del!' Aja - Cose Inglesi -A. A.: La qnestione fèrroviaria Inglese) - Dott. Napoleone Colajanni : ll regime della violènza. A Luigi Lodi - V. Canl: Calabria disgraziata. Provvedimenti radicali-Francesco Simonelli: Convitti laici-- Mario Pilo: La Settima Esposizione d'Arte a Venezia - Dal (1 Bollettino italiano dell'Ufficio del lavoro 11 (Mese di Sett.)- ltivlsta delle ltlvlste: Ciò che è i! giurì. Ciò che dovrebbe essere (Revue polilique et parlamentaire) - Il crol- lante impero dei Mori (North Arnerican Review) - Le multe alla Standard Oil Company (North Arnerican Review). 6LI ftVVENIMENTI e 6LI UOMINI I soolallsil veri oonservatorl della monarohta. - Gli ultimi fatti di Milano non hanno trovato difensori che tra. i soli giornali socialisti; anche quelli simpatizzanti che per lo passato direttamente o indirettamente facevano con loro causa comune questa volta o li condannano esplicitamente o appena appena invocano le circostanze attenuanti. Tipico il caso del Secolo: il suo direttore on. Romussi fu tra i famosi firmatari del telegramma all' on. Giolitti, che fu p'1bblicato .... e non mandato, e che ha contribuito ad eccitare gli aniMi ed a fare proclalllare lo sciopero come onestamente ha riconosciuto Filippo Turati ; ma il suo giornale invece biasima vivamente lo sciopero e i metodi selvaggi degli scioperanti .... Del resto anche i quotidiani socialisti, eccetto L'Avanti, la cui crd,nerie non ci pare sinceramente sentita, tengono un linguaggio molto umile· e dimesso. Tra gli innumerevoli giornali che si sono scagliati contro la massa lavoratrice-sarebbe una comoda, ma disonesta. finzione riversare ogni responsabilità sulla teppa-di Milano c'è stato Il Gi&nale di Sicilia, che in nn breve 1:,telloncinoha pronunziato un severo giudizio, di cui crediamo giusto riprodurre una parte. Scrivendo dello sfacelo dice: (( La verità è proprio questa; ché le attuali istituzioni politiche e !>Ociali,ed il governo che da esse promana sono oramai alla mercè delle organizzaonì prole~ arie , e di chi le dirige. La Monarchia si regge perchè ancora lo vuole il grande e multiforme per quanto caotico , partito operaio socialista anarcheggiante , il solo e vero partito dinastico e conservatore dell'ora presente. Sem brerà un paradosso, ma tale non è. Infatti , quando si ha la forza di colpire in pieno le istituzioni politiche e sociali ad un tempo , e questa forza non si dispiega a tal fine , si ha ben diritto di essere chiamati i soli conservatori di tali istituzioni.» • In molte città, ora , non si è scioperato, perchè non ne valeva la pena dopo il fattaccio di Milano provocato da teppisti massacratori di poveri krumiri affamati rinvia.ti ai loro paesi in seguito alla vittoria dei gassisti; e poi perchè la pa - rola d'ordine non è stata data. Ma non hanno forse scioperato i ferrovieri del compartimento di Milano ed il governo è adesso impotente , malgrado una tassativa disposizione di legge , a punirli? Sciopererebbe altrimenti la intera classe e le ferrovié di tutta Italia rimarrebbero inattive , mentre per solidariP-tà proclamerebbero lo sciopero generale gli operai di tutte le italiche regioni. Il governo, dunque è alla mercè delle masse organizzate, e quando dico governo intendo l' ente perchè al punto in cui sono lè cose qualunque governo si trovert!bbe di fronte ad una situazione che non ha l'eguale nel più anarcheggiantè dei paesi del mondo, tanto meno poi delle repubbliche di Francia e d' America. Buon per noi che ; Turati, i Ferri, i Braccia larghe e compagni-forse perchè tanto loro quanto i loro capi delle varie organizzazioni pseudo proletarie, vedono che se sarebbe facile demolire e apportare il caos, non sarebbe altrettanto agevole ricostruire - si mostrano ll fatti, benchè n0n a parole, degli t!ccellenti monarchici. Altri menti, ditemi, che cosa sarebbe di un governo che non dispone più delle ferrovie e che , non potendo mobilizzare le truppe, non è in grado di fronteggiare una insurrezione derivante dal preordinato sciopero generale in una intera nazione? (( Il peggio, o il meglio, secondo i diversi punti di vista, sta in ciò che il rimedfo non può oramai venire dall'alto , dove non si dispone più dell'autorità e della forza necessaria. Una soluzione potrà attendersi soltanto dalla coscienza medesima dc:i cittadini reagenti contro gli eccessi. A Bologna, a Torir..o, a Milano ai è veduto qualche sintomo ». Che i socialisti i;iano stati i migliori puntelli della monarchia in Italia abbia1110sostenuto anch~ noi non poche volte. Veritas, del giornale di Palermo oggi lo sostiene da un altro punto di vista; ma non è il meno vero. Tra. le ragioni che possono i11d,1rre i socialisti a tollerare la monarchia, non ostante che i sedit:i milionetti della Usta civile dovrebbMo sembrare rm buon boccone ai ferrovieri, però, cn,<i_iamoche non ci siano soltanto quelle elevate attribuite a Ferri, a Turati, a Braccia.larghe - che questa volta, a dir vero, non ha figurato in prima linea,-un' al tra deve esserci stata: quella di non costringere le istituzioni a spiegare tutta la energia di cui sono capaci. I socialisti comprendono che se essi volessero cacciare il Re, il buon padre di famiglia, che come tale noi amiamo, finirebbe col fare entrare in azione il suo esercito. E allora farebbe caldo. Meglio, quindi, usar prudenza; tanrn più che i socialisti pensano e dicono che la repubblica sarebbe più severa e più energica nel mantenere l'autorità dello Stato e i diritti della collettività. + ~ I soclallstl imperlali di Trieste contro Labrlola. - Abbiamo nel numero precedente fatto cenno della grave accusa forrnu1ata da Artnro Labriola contro Pittoni , deputato sociali ta µer Trieste nel Reichsrath di Vienna, e cioè: ehe egli se la i nten desse coll'Imperiale Luogotenente. Siamo ora nel dovere di avvertire i lettori che il Pittoni ha risposto con un lungo articolo del Lavoratore. Noi che non abbiamo alcuna simpatia per le idee politiche di Labriola e meno che mai per le sue qualità morali , o per meglio dire per la sua amoraìità, dobbiamo confessare che nello scritto del Pittoni ci sono molte insolenze ed anche qualche verità, che può colpire il Labriola; ma manca la difesa vittoriosa del proprio operato; manca la risposta alF accn!,a precisa contro il deputato i:;ocialista di Trieste d' intendersela coll'Imperiale Luogotenente Austriaco. Qualche poco di bene può venire al Pittoni dalla lettera dei signori Vi van te e Puecher , proclama.ti da Labriola due galantuomini e d11e buoni socialisti, che con lai si dichiarano solidali, ptu riaffermando il loro dissenso sulla quistione delle funzioni delegate, che il Governo Imperiale Austriaco tolse al solo Municipio di Trieste per punirlo dei suoi sentimenti italiani: Questa loro solidarietà mostra una cosa sola: che essi sono di facile contentatura e che perdonano facilmente al compagno Pittoni le sue predilezioni imperialiste. + Il giornale quotidiano republicano. La Ragione. - Verso la fine di dicembre , diretto da Arcangelo Ghi3leri, comincerà a pubblicarsi in Roma l'organo quotidiano del partito repubblicano. In que8ti ultimi tempi e' è stato un risveglio notevole del sentime11to repubblicano e si è sentito mago-iormeute la necessità di tale pubblicR.zione; d' onde ~no spontaneo concorso di volenterosi che hanno fatto rnpid1.tmente accrescere le fila degli abbonati ed anche degli azionisti. Avvertiamo in proposito ch(1sinora non

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