548 KIVlSTA POPULAKt. Non parliamo, quindi, dell'impianto di vivai di viti americane, perchè ... perchè mancano i poderi l Dove sono, poi, le Stazioni di Monta e9 il deposito di macchine ed attrezzi di cui è cenno nel suddetto articolo 62 ? La mancata esecuzione di quanto sopra non è certamente attribuibile alle neghittosità meridionale; - ma una cosa ci fa bene sperare, e cioè l'assicurazione data. dell'on. Lacava che si provvederà a tutto ciò sollecitamente. Istituito a Reggio Calabria l'Ufficio Forestale Dipartimentale e modificata la circoscrizione degli Uffici distrettuali, nulla si è fatto relativamente al vincolo su tutti i terreni che han no bisogno di rinsaldamento per impedire le frane, al rimboschimento ed al regolamento del pascolo per il regime idraulico dei corsi d'acqua. E nulla si potrà fare sino a che non sia destinato in Calabria un numero sufficiente di ufficiali forestali che si devono occupare esclusivamente dei lavori stabiliti dall'art· 67 della legge, lasciando. agli attuali uftìci Distrettuali di accudire alle ordinarie mansioni stabilite dalla legge forestale. E qui cade acconcio di fare presente che i funzionari tutti da destinare in Calabria devono essere tra i più volenterosi e capaci, assicurando loro un premio · morale e finanziario onde vincere la riluttanza degli impiegati ottimi ad esercitare le loro funzioni nelle provincie meridionali ed insulari. ♦ Conchiudendo: che la legge per la Ca-labria si vada eseguendo - per la parte eseguibile - con deplorevole lentezza lo ha manifestato, il relatore, se non l'autore, di quella legge che è l'on. Bruno Chimirri. Infatti egli in occasione del terremoto del 2 3 corr. così ha telegrafato al Giornale d'Italia : « Le notizie del disastro che accumnlò nuove rovine ac·canto alle rovine antiche non ancora risarcite inacerbiscono il generale malcontento per l'indolente ritardo nella esecuzione dei benefici provvedimenti della legge per le Calabrie che sono intesi ad agevolare la ricostruzione dei fabbrica ti re~isten ti all' azione deleteria dello implacabile nemico >>. Eppure, egli, l' on. Chimirri, dopo di aver lavorato con affetto filiale alla compilazione ed approvazione della legge di cui si tratta, gongolante di gioia, ebbe a dire, in un'intervista, eh' essa legge era un::i.miniera d'oro che bisognava saper sfruttare. Miniera si, On. Chimirri, ma di difticile coltivavazione per le sinistre sorprese del sottosuolo, e di poco sfruttamento perchè i filoni auriferi son poveri! ♦ Ed ora dopo la rapida e malinconic'a rassegna sull'esecuzione della legge per la Calabria, ritorniamo al problema difficile cui accennammo in principio. Il passato ed il presente, pur troppo, èi ammae- • strano che anche quando i provvedimenti legislativi sin'ora escogitati vengono applicati ·totalmente ed energicamente, non si potrà evitare che alquanti paesi della Calabria) ad ogni tremito della terra, subiscano danni immensi. Ed in vero la posizione topografica di molti paesi, la natura geologica del terreno su cui sorgono, il sistema addirittura preadamitico col quale sono costruite le case, per non chiamarle topaie, sono tali che un movimento anche leggiero della teri:a li abbatterà, sepellendo sempre centinaia e centinaia di esseri umani. E poichè non è possibile domare questa forza tremenda che si sprigiona nell'interno della terra e la cui causa non è sempre spiegabile dalla scienza, umanit1 vuole che si avvisi) almeno, ai mezzi per mitigar.ne, quanto più sia possibile, i deleteri effetti. E come? Distruggendo, senza pietà, i paesi calabresi che si trovano nelle condizioni sopra enumerate. e ricostruendoli su terreni adatti e con sistemi tecnici mod~rni che valgano a fronteggiare l' impìacabile nemico. Dal lato tecnico nessun dubbio può nascere sull'efficacia di siffatto provvedimento. Basta conoscere le condizioni di Martorana, Favelloni e Ferruzzano e di altri paesi danneggiati, e viceversa, quelle di altri paesi sparsi pure sullo stesso epicentro che non hanno risentito punto o poco danni, per convincersi· della necessità e dell' utilità dello spostamento immediato di alcuni Comuni. E dove trovare i mezzi finanziari? Il concorso adeguato dello Stato, delle Provincie, dei Comuni, le contribuzioni dei privati la cui iniziativa deve sempre essere secondata ed integrata dal Governo (i villaggi di Favelloni Piemonte e di Martirana Lombarda insegnino), l'economia ingente che si avrebbe non costruendo tutte le strade rotabili lunghe e castose attualmente elencate ( 1) che ingoieranno centinaia di milioni senza che, poi, i Comuni abbia:io i mezzi o la volontà di mantenerle facendole ridurre - come tutt'ora con dolore si osserva per le strade comunali obbligatorie ed anche provinciali - in pessimi sentieri, tale concorso, tali contribuzioni e tale economia, ripeto, potrebbero formare un fondo rilevante per eseguire la costruzione delle case pei soli poveri, i quali migliorerebbero ~rnche dal lato igienico. E se ciò non bastasse, si ricorra pure ad un prestito Nazionale. Dopo tutto, si tratta di opera altamente civile ed umanitaria che bi~ogna com piere con tutti i sacrifici possibili. V. CANÌ \ (1) Limitatamente a1 C0muni che verrebbero distrutti. Convitti laici Gli scandali di Greco milanese, Varazze, Alassio e Roma hanno sollevato una tempesta d' indignazione co' suoi eccessi irragionevoli e teppistici. -La proposta dell' on. Dell'Acqua di fondare un gruppo di convitti laici ha, subito dopo, volta l'attenzione del pubblico al grave problema dell'educazione. Per scuotere l'abituale apatia -del popolo italiano,~ per richiamare gli intellettuali al doveroso studio della questione, per destare l'interesse delle famiglie, non ci voleva causa minore dell'avvenire morale dei nostri figli. La discussione sorse viva, ampia, feconda di bene, e non importa che fra le molteplici proposte, i consigli e le critiche, spesso sorgono idee vaghe, ineffettuabili concetti egoistici e interessi di classe. La Corrente di Milano si domanda: << I Convitti clericali sono pessimi, ma i convitti laici , che attualmente offre l' Italia, sono - castità a parte - inattaccabili ? E dovremo riformare i convitti che possediamo o crearne di nuovi ? E continueremo ad adoperare il tipo francese di Convitti-Caserma o imiteremo il costoso ed esigentissimo tipo inglese? Saranno queste fondazioni degli agglomerati enormi di ragazzi, o piccole città-giardino, fatte di ville sparse e abitate ciascuna da un piccolo numero di allievi? Ci accontenteremo di pensare al nord o faremo la concorrenza anche ai seminari del sud? >>
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