546 RIVISTA POPOLARE disonestà degli stessi compagni adoperati nelle lotte pubbliche come ho sentito rispondermi da Enrico Ferri nel 1905 ; non si può educare quando si danno ripetute prove di viltà morale e materiale; non si può infine educare quando non si ha il coraggio di distaccarsi nettamente dai compagni di cui si condannano le dottrine e i metodi. Il socialismo italiano nascente trovò il coraggio di staccarsi dall'anarchia a Genova nel 1892; il socialismo italiano che si sente forte ed adulto non sa distaccarsi dalla forma più insidiosa di anarchismo che trionfa oggi in quasi tutti gli scioperi. E non sa staccarsene nemmeno quando i compagni anarcoidi ostentano il massimo disprezzo verso i socialisti che chiamano addomesticati; quando i ferrovieri li hanno accusati ripetutamente , nel 1905 e nel 1907, di tradimento scellerato! E come le masse possono essere educate da persone, che non credono e non devono credere sincere, perchè stanno unite nell'azione, mentre reciprocamente si denunziano come ciarlatani volgari e bricconi matricolati ? Leggere per credere le polemiche recenti tra Ferri e Turati; tra Lazzari e Turati, tra Marangoni, Labriola, Turati e Ferri. In tali condizioni e con tante contraddizioni fallirà sempre e miseramente la educazione: ad essa mancheranno le basi incrollabili dèlla logicà e dell'esempio! L'educazione non si predica colle massime; si f'a colla pratica della vita, coi fatti. Do11. NAP. CoLAJANNl A ltaigi Lìodi tu mio buon amico, a commento e come chiusa della tua risposta alla parola, che ti domandai per fatto personale sopra un tuo eccellente articolo, in cui denunziavi la viltà di tutti come causa prima del1' attuale dolorosa situazione dell' Italia indicavi « cume un campo degno alla mia coraggiosa attivita « il suggerire un espediente, non di compressione, ma <e di pacificaz_ione per rendere l'ambiente italiano 1·e- « jrattario alle suggestioni così della violenza che « deIla viltà ». Così nella tua simpatica Vita del 24 ottobre. Il compito che mi assegni è tanto .grave e difficile da non potere essere assolto nè da me solo, nè da cento altri, che valgano più di me; perciò sarei tentato di giudicare malizioso il tuo appello, se non conoscessi che, attraverso a non rari e non piccoli dissensi, mi hai voluto sempre del bene. Comunque, senza pretenderla a Dulcamara possessore di specifici miracolosi, mi permetto di rimandarti all'ultima parte del mio articolo sul regime della violenza. Credo che nell'educazione, intesa nel senso più ampio della parola - educazione n-ella famiglia, nella scuola, nell'ambiente politico-sociale; educazione fatta di esempi più che di precetti - stia il mezzo più sicuro per rendere l'ambi ente italiano refrattario alle suggestioni così della violenza che della viltà. Ma quest'opera educativa ha bisogno del concorso di migliaia di uomini, della stampa, dei libri, delle istituzioni ; e quest'opera educativa, purtrvppo, non può compiersi nè in un giorno, nè in un anno : occorrono decine e decine di anni. Per parte mia ho la coscienza di esplicare come meglio so e posso la mia azione educativa nella Camera, nella Cattedra, nella stampa, nella famiglia; la compio cercando sempre di uniformare le parole al pensiero, gli atti alle parole, tenendo sempre come prir:nissimo elemento per la riuscita il carliliano culto per la sincerità. Ci metto tanto impegno e tanta serieta in questa funzione educativa in tutte le contingenze della vita da farmi considerare, anche da amici carissimi, come un noioso e ridicolo Don Chisciotte. E non mc ne offendo ! DoTT. NAP. CoLAJANNr Calabria disgraziata Provvedimenti radicali Ci arriva all' ultimo momento un articolo sulla Calabria disgraziata. Pubblicandolo non sentiamo il bisogno di aggiungere paroìe che esprimano il nostro profondo dolore per la nuova catastrofe che ha colpito la desolata regione. Esso può piuttosto essere immaginato anzichè espresso. Vogliamo però rilevare due circostanze di ordine diverso. Una è nota, pur troppo, e fa torto alle classi dirigenti calabresi ed al governo, che hanno permesso gli sperperi e le appropriazioni criminose delle somme raccolte, dalla carità pubblica. Si assicura che l'inchiesta fatta abbia assodato delle responsabilità vergognose. Il governo che non ha saputo impedirle o che deve assumere la sua parte dovrebbe almeno mettere alla gogna i disonesti pubblicando senza alcuna pietà i· risultati dell' inchiesta. L'altra è questa ed è stata trascurata dal signor Canì: riguarda i provvedi menti contro l'analfabetismo massimo delle Calabrie, eh' è una delle sue maggiori piaghe. Un provvedimento immediato, eh' è di semplice giustizia distributiva, è quello ✓ dello impianto in Calabria di una Scuola no ·male, di. un semenzaio di buoni insegnanti, forza più utile di un vivaio di viti americane. Questo argomento fu trattato nella nostra Rivista dal Prof. Mandalari, che ampiamente ed amorevolmente lo ha svolto di nuovo nei Diritti della Scuola. Ciò detto lasciamo la parola al signor Canì. La Redazione Il terremoto, che è l'incubo costante della derelitta Calabria, il 23 sera, ha funestato il Circondario di Gerace ( Provincia di Reggio Calabria) e specialmente il fertile e saluberrimo Comune di Ferruzzano che quasi interamente è stato raso al suolo sepellendo tra le macerie circa 200 abitanti. E tale flagello si è scatenato-oh ironia della natura ! - guando per nobile iniziativa privata si inauguravano due nuovi villaggi : Favelloni Piemonte e lvlartorana Lombarda distrutti dal terremoto dell' 8 settembre 1905. Il Paese, terrorizzato ed addolorato, con slancio fraterno à cominciato già a dare il suo obolo a pro' dei disgraziati superstiti, il Governo à messo a disposizione del Prefetto di Reggio Calabria tutto ciò che occorr~ per riparare i danni e soccorrere
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