M4 RIVISTA POPOLARE sciopero generale, l'Avanti con ingenuità quasi infantile esclamò : Anche nel Settentrione si incominciano a verificare gli eccidi del Mer.zogiorno ! E come no? Perchè Enrico Ferri non insegna ai propri collaboratori la legge generale della causalità? Ora date certe cause non possono mancare certi effetti. Non aveva egli sapientemente dimostrato che la barbarie, l'impulsività, la violenza dei lavoratori del Mezzogiorno erano i fattori degli eccidi, che si ripetono da tanti anni? Era naturale, era inevitabile anzi - a meno che i funzionari e gli agenti della forza che si mandano nel Nord non fossero fatti della stessa stoffa di quelli mandati nel Sud - che quando i lavoratori Settentrionali si sarebbero abbandonati alla violenza. all'impulsività, alla barbarie dovessero verificarsi nella Italia civile gli eccidi caratteristici dell'Italia barbara. Come controprova della genesi degli eccidi meridionali ricordai precedentemente perchè essi mancano tra i popoli più civili dell' Europa e mi valsi all'uopo della parola autorevole e non sospetta del Vorwaerts, di Ferri ·e di Michels. Ora la controprova negativa viene splendidamente lumeggiata dalla controprova positi_va; e cioè: in Francia, in !svizzera, in Germania~ negli Stati Uniti, in Inghilterra non appena i lavoratori ricorrono alla violenza provocano delle répressioni sanguinose, nè più nè meno come se si fosse nell' Italia barbara. Non mi fermerò alle repressioni della Svizzera e degli Stati Uniti; non ricorderò l'eccidio di Narbona come conseguenza delle violenze delle masse del mezzogiorno della Francia. Ma devo rammentare due casi .più tipici. A Norimberga nell'Agosto de! 1906 i lavoratori ìn isciopero, dimentichi delle tradizioni, contraddicendole, si abbandonano alla violenza. Quali le consegnenze? Come nell' Italia barbara ci fu una repressione sanguinosa con alcuni morti e molti feriti. Più recente, e più caratteristico . e più istruttivo il caso verificatosi nel Regno Unito. La Gran Brettagna è la terra classica degli scioperi; ci furono violenze in basso e in alto sino a quando questo diritto di sciopero e il diritto all'esistenza delle Unioni non vennero riconosciuti esplicitamente nel 1871-75; e i delitti di Sheffield dal 1867 al 1870 rappresentarono qualche cosa perfettamente analoga al sabotage. Ma quando gli operai inglesi ebbero riconosciuti esplicitamente sotto il ministero Gladstone i loro diritti; quan'do sotto il successivo ministero Disraeli furono abbandonati gli ultimi residui di repressione penale contro gli scioperanti; quando se non dalla legge, fu consentito loro dalle consuetudine il diritto di pacifico picketing -. il diritto cioè di picchettare gli stabilimenti e di persuadere i blacklegs, i nostri Krumiri, a non prendere il posto degli scioperanti - scomparve dagli scioperi inglesi la violenza e scomparve la repressione violenta..... Allora furono possibili: il grandioso sciopero dei Dokers di Londra - gli operai più brutali, unskilled, squalificati, dell' Inghilterra - che ebbe le simpatie di tutto il popolo compreso il Principe di Galles e il Cardinale Neumann e· formò la celebrità dell'attuale ministro John Burns; e l'altro sciopero non meno grandioso durato per sette mesi e che costò oltre quindici milioni della classe lavoratrice più intelligente e meglio pagata, quelle dei meccanici, senza che si verificasse il benchè menomo atto di violenza da parte degli operai e quindi nemmeno da parte delle autorità. ' Ma pochi mesi or sono a Belfast, in una Contea protestante çiell'Irlanda settentrionale gli operai in isciopero si abbandonarono alla violenza contro i blacklegs e contro gli agenti della forza che volevano impedirla. Quale la conseguenza? La repressione sanguinosa con parecchi morti e molti feriti nè più nè meno che a Norimberga e nell'Italia barbara di ieri e nell'Italia civile di oggi. Ben so che in questa enumerazione di fatti inesorabili la socialistaglia sciocca o maligna vedrà la giustificazione dei funzionari, dei carabinieri, dei soldati che sparano, feriscono ed uccidono; che si vedrà in essi, anche l'apologia degli eccidi. Ma io forte nella mia coscienza di amico sincero dei lavoratori e di propugnatore antichissimo del loro elevamento morale, intellettuale ed economico, disprezzo le calunnie e ripeto oggi ciò che ho qui scritto altra volta ed ho ripetuto in questa occasione in un giornale politico. I carabinieri, i soldati, i funzionari in Italia sono fatti della stessa stoffa impulsiva e ineducata delle masse proletarie; nulla quindi, di più naturale che es~i reagiscano nello stesso modo. Sarebbe assai desirabile che conflitti dolorosi non avvenissero; è deplorevole che si ricorra facilmente all'uso di armi micidiali. Ma è altreltanto deplorevole che ci siano le provocazioni e si creino le occasioni adoperarle. Quando i carabinieri, i soldati, i funzionari si prendono con santa rassegnazione gl'insulti e le sassate agiscono come umili, veri ed ignorati eroi; quando reagiscono contrapponendo la violenza alla violenza, sono semplicemente uomini. Date le premesse stabilite da Ferri e da Bissolati, non è una vera iniquità, una sfacciata partigianeria scagliarsi contro. i carabiaieri, che reagiscono e dimenticare gli operai che provocano? Nella bilancia la responsabilità degli ultimi supera quella dei primi. Si puniscano i funzionari colpevoli, come i carabinieri di Castelluzzo; si pu niscano, pure , se risulterà che spararono capricciosamente, i carabinieri di Milano. Ma non si lascino impuni ti i lavoratori che provocano , aggrediscono, lapidano, bastonano; l'impunità è premio, è incoraggiamento a malfare. Nè premi ai Centanni; nè impunità ai Branconi, agli Ercoli ecc. ( 1). ♦ Queste conclusioni nette e recise scaturiscono logicamente e inesorabilmente dalle premesse dei migliori socialisti - dalle constatazioni e dai consigli di Ferri e dj Bissolati precedentemente esposti. Ma la responsabilità diretta, piena ed assoluta delle masse lavoratrici si può desumere con evidenza matematica dal grido di allarme che in questa occasione han dato i socialisti - riformisti; rivoluzionari, integralisti - più onesti e più coraggiosi; dalla necessità urgente da essi proclamata di educare le masse lavoratrici. Ecco. alcuni saggi della preoccupazione presente e dell'urgente necessità di educare. . Filippo Turati che in questa circostanza ha creduto di rendere un servizio ad una buona causa intervenendo nello sciopero generale, ·per incanalarlo, attraverso a non poche contraddizioni riconosce che occorre soyratutto di educare la folla, come si sfor,ano di fare i socialisti, al maggior rispetto della for,a pubblica comandata al servi,io dell'ordine. (Pungolo di Napoli). Bissolati, di cui ci sono note oramai le esplicite dichiarazioni contro la violenza delle masse, deplorando e biasimando l'abuso delle armi da parte della forza pubblica, soggiunge « che anche da parte dei socialisti non si è sempre e compiutamente assolto il dovere di di- (1) Guidato dal criterio supremo del rispetto della legge mi associo pienamente ad uno dei tre articoli della Critica sociale, nel quale si deplora vivamente che non venga osservata la legge severa che punisce i funzionari e gli agenti della forza, che adoperano illegittimamente le armi.
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