RIVISTA POPOLARE 543 e che essa è dominata « dalle impulsività primordiali , esasperate dalle violenze mitingaie di linguaggio, che prendono il sopravvento sovra il ragionare calmo e diritto 11. Potrei continuare nelle citazioni; ma una sola mi dispensa di aggiungerne delle altre. Basta per tutte questa corrispondenza dell'Avanti, divenuto l'organo privilegiato dell'incoerenza, dell'equilibrismo più dannoso e più immorale tra la violenza e l'ordine, tra il socialismo e l'anarchia, nelle cui pagine gli scrittori anonimi - che perciò rappre3entano tutto il giornale - nei traGletti distruggono ciò che sennatamen te può scrivere in prima pagina il Bonomi-; nell'Avanti d.!l 18 ottobre, dico si legge questa corrispondenza 11 Torino, 17 - Ieri nel pomeriggio e nella serata la Camera del Lavoro divenne il campo di una follamai vista prima e conosciuta. Nel cortile della. casa i socialisti , impotenti, dovettero assistere alla rottura delk seggiole, dei tavolini e delle panche del Teatrino dell'Alleanza cooperativa, da parte di una masnada dei più volgari barabba torinesi. Tutti i più pregiudicati si erano dati colà convegno ». 11 Il movimento rimas1::nelle loro mani esclusivamente; i socialisti, a qualunque tendenza appartenessero, non ebbero più voce su quella folla briaca ». « I comizi che si susseguirono l' un dietro I' altro furono presieduti da anarchici e anarchici furono gli oratori ; ad onor del vero, però i migliori elementi liberali espressero anche essi il proprio disgusto >>. « Nella sera furono estrat,i ripetutamente i coltelli, provocando panico fra i compaoni ». . o « Il litografo De Alessi, indignato, dal balcone dell'Associazione 'gridò : bu.ifo11i incoscienti! » 11 Fu ti segnale l Una quarantina di individui salirono pre cipitosamente lo scalone per bastonarlo. Fu un momento ter · ribile, si videro lucc1-:are i coltelli ed il De Alessi con i pochi compagni che aveva vicino dovette· rifugiarsi in una sala del palazzo •. ~ « La turba inferocita lo appostò al di fuori, ma fortunatamahte riuscì a sfuggire loro, avendo cambiato il cappello •. -- ·Ma non sarebbe tempo di finirla con questa grande e vergognosa ipocrisia di attribuire ai barabba tutti quegli atti che dispiacciono e disonorano? E' pensabile che pochi mal viventi s'impongano ad una città di oltre 300,000 abitanti? Sulla massa proletaria, che consente a loro di potere imperare impunemente, non cadrebbe l'accusa di viltà superlativa 'I E' solidarietà coi malfattori soltanto quella atti!•a 'I e non è anche solidarietà quella passiva de-Ile centinaia di migliaia, che possono e non vogliono, impedire il male, che fanno le decine o appena le centinaia d' individni, i pochi barabba? con minore sincerità, sono stati costretti ad imitare i sindacalisti. Così è. Nel 1907 come nel 1904 abbiamo assistito ad una orgia anarchica ed al trionfo più schietto e genuino della violenza; ed ha ragione Labriola nell'affermare che tra i due scioperi c'è questa differenza: nel 1904; sindacalisti ebbero il coraggio di assumere intera la responsabilità dello sciopero generale ; nel r 907; i riformisti cercano meschine attenuanti e tale responsabilità respingono dopo averlo provocato col manifesto della Camera del lavoro (1). ♦ I fatti che da alcuni anni in quà, e particolarmente dal 1904 in poi, si svolgono nelle campagne e nelle maggiori città dell'Alta Italia, provano oramai a luce mèridiana che le masse lavoratrici del Settentrione sono tanto impulsive, violente e barbare quanto quelle del Mezzogiorno. Se a Minervino Murge nel 1898 fu assassinato un pacifico cittadino, non meno barbaramente fu assassinato un altro pacifico cittadino nella Capitale morale nel 1904; ed un altro scelleratissimo tentativo di assassinio si ebbe test è a Bologna contro l' Ing. Lambertini. Se nel Setten. si può ancora van tare qualche lotta tra capitale e lavoro che si svolge civilmente, come quella dei risaiuoli di Lomellina, in Sicilia si potè ammirare lo sciopero civilissimo di 10,000 zolfatai in Caltanissetta (2); se Milano ha fattola sua protesta per imporre il rispetto della vita umana a tutto beneficio della teppa, l' ha fatta anche Palermo a beneficio della mafia per protestare contro la uccisione di Pintauro. E il movente di Palermo era certamente più reale e più nobile di quello di Milano. Non si può spiegare, quindi, che col pregiudizio balordo della superiorità di razza la distinzione fatta in questa oçcasione da Claudio Treves tra l'Italia barbara e quella civile, tra i lavoratori del Nord e quelli del Sud. Pur troppo l'unità morale d'Italia si è fatta .... nel male. 11 regime. della violenza trionfa da Torino a Trapani, dalle Puglie alla Lombardia. ♦ Date le stessi! cause, salvo il caso di constatate interferenze di altri fattori neutralizzanti, non possono mancare gli stessi effetti. La violenza delle manifestazioni al Nord doveva provocare la violenza delle repressioni come nel Sud. Nel 1906 ali' indomani dei fatti di Torino, che provocarono le grottesche dimissioni del gruppo parlamentare socialista e il miserevole tentativo di Dopo le constatazioni del Grido del Popolo e del1' Avanti che daranno del traditore e del reaf_ionario a me che ardisco ripetere le loro parole, non si può che sorridere della compiacenza di Turati, ch_e ha affermato esserci stato un progresso nello (1) Mentre correggo in ritardo queste bozze leggo l'ultimo sc10pero generale del r 901 su quello del 1904 , per- numero della Critica sociale. Vi sono tre articoli bellissimi che i riformisti, sorpresi dagli aJJvenimenti, com'eali come forma e come forza polemica di Filippo Turati, nei quali d . h. 1· v i reazionari e alcuni critici sono staffilati a sanguo; ma non 1c tara, imitarono ad un bo-iornola manifestazione convincono sulla correttezza, sulla energia, sulla logica dei e, accettando il fatto compiuto - la proclamazione riformisti. Affatto, affatto! Turati lealmente confessa che si dello sciopero - e fare eseguire di tutte le paf_- commissero due gravi errori, dei quali egli personalmente non {_eschedecisioni ventilate solo quelle sensate e pratiche. è responsabile, che contribuirono molto, se non esclusivaForse a Milano l'opera moderatrice sua e di mente, a determinare la proclamazione dello sciopero. La riTreves ebbe un qualche successo; certamente a sposta ai ferrovieri intitolata: Il nostro tradimento, a me, Torino il fiasco dei moderatori non poteva essere che amo sinceramente Filippo TuJati e ne ammiro l'ingegno più completo. Comunque più che la compiacenza fortissimo e invidio le qualità letterario del suo stile, ha fatto di Turati, di cui è fuori discussione la rettitudine una impressione penosissime: mi è parso che fosse lo sforzo di mantenersi amici delle persone che egli non stima più; delle intenzioni, mi semba legittima e rispondente come nelle diverse lettere al Corriere della Sera, c'era quello alla realtà dei fatti, il mefistofelico sogghigno di di liberarsi da re::iponsabilità, che gli pesavano. Se petessi Labriola e di Marangoni, che nelle loro interviste convincermi di essermi ingannato ne sarei molto contento. e, _ne~li_artic?li non hanno risparmiato vituperi al- A1_1che Il Secolo del 15 Ottobr-e ~eplorò viva_mente.che nel l rnd_1nzzo d1 Turati ed hanno proclamato alto che mamf~sto della Camera del lavo~o s1parla~se da mo:u ... ~ c_hc ~fr~'°PIJ!:~~~:;;~~~~:: ::j::Yf ;E,t~j ;~~:: i i~ ~i:~:~;:;;~Zc;;~~;, t;;;,:~.~: ; ;;;;;.~ : ; e .che ~h avv~mme~tI .11 ?gg1 C?S~1tu1s~o~o la gm:IIPiano e Paolillo, ora si sono divisi e che la maggioranza vuole st1fìcaz10ne d1 quelli d1 1en; che 1 nform1st1, benche mettersi sotto la direzione di un prete.
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