Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 19 - 15 ottobre 1907

l RIVISTA POPOLARE 529 KtVIST A DELLE KtVISTE Louis Bertrand: (IJ Polttlca soctallsta pr~t1ca. - Il partito socialista divien<: forte in tutti i paesi e i progressi compiuti in un quarto di secolo sono considerevoli. Esso è rappresentato nella maggior parte dei Parlamenti europei; i suoi oratori sono ascoltati e i loro discorsi esercitano una influenza diretta sull'opinione pubbliica. Un per,siero comune guida tutti i socialisti mentre la borghesia è divisa in diversi partiti : agrari, progressisti, conser vatori radicali. Per la forza propria e per la divisione degli avversari diventa di attualità il discutere se il partito socialista deve partecipare al governo. La dottrina e i mezzi per realizzare gl' ideali del partito socialista sono il prodotto di una progressiva elaborazione. L'i <lealismo, il filantropismo più o meno cristiano ne co!>tituì il fondo da principio; poi la realtà dimostrò che il materialismo storico e la lotta di classe si attaglia vano meglio al sojalismo. In quanto ai mezzi si credette per lungo tempo che la rivoluzione avrebbe condotto all'avvento del socialism0; ma l' esperienza dolorosa dimostrò fallact.: questo mezzo. Oggi si è convinti che la conquista del potere politico è il mezzo di realizzare il programma socialista. Ma come si farà questa conquista : di un sol colpo? o progressivamente? Il partito socialista è un partito rivoluzionario in quanto allo scopo che si propone : la sostituzione della organizzazione collettivista alla società capitalista attuale. Ma esso non è necessariamente rivoluzionario in quanto a' mezzi da impiegare per realizzare ~aie scopo. Quando un popolo possiede tuue le libertà politiche: libertà di stampa, di riunione, di associazione, il suffragio universale, esso possiede tutte le armi legali indispensabili per trasformare pacificamente l'ordine legale attuale e per sosti - tuirlo con un altro ord:ne sociale. Non vi sarà un solo uomo ragionevole che si rifiuterà di procedere pacificamente ad una trasformazione sociale, se la cosa è possibile, e la cosa è pos sibile, se la minoranza non fa ostacolo all' opera della maggioranza espressa nelle elezioni. St: la conquista del potere avvenisse con un colpo di maggio ranza elettorale o rivoluzionario improvviso non sarebbe temibile una reazione vittoriosa dei partiti avversi? Anche scartando il pericolo della reazione è certo però cht:: il partito socialista conquistando improvvisamente ;1 potere non sarebbe in grado di trasformare in un' ora il regime econo rnico delle società, il diritto di proprietà, l'organizzazione del lavoro, ecc. Questa grande trasformazione non potrà farsi che gradualmente. Ma la conquista del potere politico e il suo scopo finale la socializzazione dei mezzi di produzione deve necessariamente Farsi progressivamente, e non altrimenti. E allora perchè attendere che il partito socialista sia maggioranza? Perchè non collaborare al potere sino al giorno in cui divenuto maggioranza avrà la piena respo.nsabilità del potere e della trasformazione da compiere? Perchè non esercitare in parte il potere d'accordo colla frazione più avanzata della classe media , che ha un interesse alla trasformazione sociale? Del resto la collaborazione esiste di fatto nel Parlamento, nei Consigli comunali, in tutti i corpi elettivi. . La politica di partecipazione è una politica positiva e d 1 buon senso • essa esclude e combatte la politica dei pregiu -- ' . dizi. E cc ne sono state nel partito socialista. Fu un pregmdizio la teoria catastrofica ; fu un pregiudizio la legge di bronzo dei salari ; fu un pregiudizio quello delle inanità alla coopera7.ione. E furono superati. ( 1) Bertrand è uno dei deputati socialisti di Bruxelles. N. d. R. Lo sarà quello della partecipazione al potere ; la quale non può essere risoluta uniformemente dai Congressi internazionali per la diversità delle condizioni da paese a paese. Questa questione è esclusivamente politica e non di principio. Tutto ciò che si può domandare a' socialisti dell' inter · nazionale operaia- è di perseguire la realizzazione di una organiz·rnzione poli ica elettorale colla base del suffragio universale della rappresentazione proporzionale (Revue Socialiste, ottobre 1907). ♦ l,a nazionalizzazione delle forze ldraultche. - Una lettera progetto indirizzata dall' Ing. Azari al Presidente del Consiglio induce a discutc:re di nuovo dell'interessantissima quistionc; sulla quale ricordiamo qualche precedente. Quando Galileo Ferraris dimostrò che si poteva utilmente trasportare la forza elettrica a distanza in Italia si presentarono molte domande di concessioni di acqua , sia per sfruttarle direttamente, sia a scopo di accaparramento e di agiotaggio. Questo fu frenato da atti del governo forse non strettamente legali, per quanto assai utili, che presero le mosse da una circolare del ministro dei lavori pubblici Afan de Rivera (26 giugno 1898). Ma le ccncessioni a scopo di accaparramento sussistono ancora e lasciano tuttora inutilizzate c0n grave danno dell'economia nazionale forze idrauliche impo~tantissime. Lo Stato dalle concessioni antiche e da quelle che nonostante la circolare Afan de Rivera si vanno facendo si è spogliato e continua a spogliarsi di un enorme capitale e attorno ad esso si va da più anni intesst:ndo una vera e propria congiura per rendergli impossibile di venire ad una nuova legislazione od almeno per ritardarla quanto più è possibile. La materia delle derivazioni di acque pubbliche è sempre regolata dalla legge 10 agosto 1884 e dal regolamento 26 novembre 1893. Regolamento che come assai spesso avviene in Italia complica e peggiora una legge che r.onta ormai un quarto di secolo di vita, mentre statuisce in una materia che è in continuo divenire. Ora è da notare c hè la legge 1 884 per volge tutto il concetto giuridico della concessione governativa in genere , che è quello della revocabilità senza compenso, ad mutum, come dicevano i latini. Noi comprendiamo benissimo che in caso di un qualche affidamento ali' industriale che s~ accingeva alla spesa di un canale di derivazione e del macchinario, bisognava pur darlo ; ma si andò troppo oltre. Effettivamente mentre all' art. 2 della legge in vigore si dke che le concessioni di derivazioni in perpetuo debbono farsi per leggeJ il che escluderebbe nelle altre fatte per atto di governo la perpetuità, in realtà tutte le concessioni dell'art. 5, salvo il caso di non uso od abuso divengono per successivi periodi trentennali, perpetui. Inoltre per quanto la legge trascuri di specificare i casi di revocabilità è evidente che il determinare che nel caso del1 'art. 13 il concessionario non ha diritto a compenst,, implica che questo diritto esiste in tutti g;i altri casi. Per tal modo la iegge del 1884 non considerò che una qualunque spesa di impianto viene ad essere in un certo numero di anni ammortizzata e che anche gretto questo punto di vista il diritto a compenso nei casi di revocazione non ha nessun fondamento e quel che è peggio, non previde la possibilità di una utilità pubblica avvenire, a vantaggio della quale lo Stato nominalmente concedeva ma in realtà aliena va in perpetuo le sue acque col rispettivo dì un canone di L. 3 annue per ogni ca vallo di~amino nominale destinato a forza motrice. Per la riforma della legge 1884 si fecero larghi studi che nel 13 92 approdarono ad un primo progetto col _quale dell_a legge esistente si modificava la parte formale lasciando su_ss1stere tutti gl' incovenienti dei quali però non si era conoscmta la_gravità.

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