Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 19 - 15 ottobre 1907

520 RIVISTA POPOLARE Mazzini e la Sicilia Un articolo della << Tribuna>> 31 luglio 1897, N. 211 del signor Mario Menghin i; cc Ricordi Mazziniani » Verdi e il richi amv dell'esule; riducendo ad incompleta ero no logia l'opera di Giuseppe Mazzini, assottigliando a semplici manifestazioni personali le proteste che a favore di lui si mossero da ogni parte d'Italia; - dimezza la fìgura del Grande Genovese, muta il precursore, l'apostolo di un'idea in gregario di un partito, e la manifestazione che fu grido di coscienza nazionale in simpatie personali o semplice sentimento pietoso. E quello eh' è più lascia dimenticata, chi tanta parte ebbe in quella protesta, la Sicilia, e specie Messina. Non mi sento di potere tratteggiare come vorrei e come si è fatto in questa stessa Rivista la grande figura di Giuseppe Mazzini; mi sarà concesso, però, giacchè altri lo dimenticano, che la protesta in favore dell'Esule, su cui pesò la pena di morte non fu solo quella di Giuseppe Verdi; ma che un altra ce ne fu collettiva, solenne, efficace: fu quella di Messina. In Messina nel 1866 nel Collegio dell'Arcivescovato fu posta la sua candidatura e sul valore della medesima si devono rievocare questi giudizi caratteri; primo fra tutti quello di Giuseppe Garibaldi. Il quale scrivendo a Pancaldo Presidente del locale Comitato elettoral« diceva: cc Caro amico. Voi mi an- « nunziate la probabile riuscita di Mazzini nel vostro « collegio. Io la desidero di cuore perchè gl'f tali ani a h:mno dei doveri da compiere verso Lui che fi- « nora fu pagato con la ingratitudine, E' un fatto « questo non nuovo per la vostra terra pronta << sempre a riparare qualche nostra vergogna (feb- <c braio 1866) ». Su quella elezione più tardi Aurelio Saffì scriveva: « A Messina nè influenze restrittive, nè arti e « pressure di governanti valsero ad impedire la « giustizia che la forte città - memore delle ma- « gnanime lotte della sua storia contro ogni mala « signoria e conscia de' suoi nuovi doveri verso « la patria comune - s'apparecchiava a rendere al «.grande proscritto>> (1). Messina elesse ad unanime suffragio la prima voita il 25 febbraio 1866, a deputato Giuseppe Mazzini e Federico Campanella così ebbe a dire: Quella elezione (che fu annullata) « ... non rappresentava « il fatto isolato di un solo Collegio, di una sola « città, ma il voto di tutta l'Itai.ia. Il popolo si co- <.< stituiva grande elettore. La corruzione e l'intrigo cc trionfarono altrove: l'eroica Messina non si lasciò cc vincere. Essa si sentì degna di concentrare in sè « la grande anima dell'Italia, di farsi il magistrato « della Nazione e pronunziare l' alta sentenza. La « scure è spezzata, l' onta della Patria cancellata, cc condannate le ignominie del passato, schiusa la « via dell' avvenire. Gloria a Messina l » (2). Genova, Firenze, Torino, Palermo, esultavano confermando l'atto riparatore cd a Palermo a celebrare il nome del Grande Martire di Londra convennero per l' <e associazione dell'avvenire » tutti i delegati delle patrie Associazioni e i rappresentanti delle Democrazie straniere. I più illustri poi mandarono le adesioni (Vittor Hugo, Ledru Rollin, Carlo Blind, Langiewiez), Eduardo Pantano era il Presidente di quel grande Comizio al quale Mazzini dirigeva le seguenti parole: ( 1) Aurelio Saffi - Pre,emìo agli scritti di Mazlini volume XIV, CXCVIII. (2) 1 el Dovere di Genova, 3 Marzo , 66. cc A voi, a Palermo, fratelli miei di fede e di as- « socia~ione, io mand~ una breve parola di affetto cc che viene dal core. Stanco cd infermo io ho do- « vuto tacere la mia gratitudine a molte associa- <c zioni. Oggi atfen-o l'opportunità che mi offrite « per ringraziarvi tutti pubblicamente. Trasmesso cc da voi, siciliani, da voi che riuscisre il mio rincc graziamcnto avrà doppio valore. Io' debbo alla « vostra terra. Nè intendo soltanto dell' elezione « messinese, o delle molte prove d' affetto che mi cc vennero dei buoni delle vostre città. Voi foste cc più volte terra iniziatrice ..... ho fede in voi sici- « liani » (1). Ed un'altra lettera dirige, ai suoi elettori di Messina: cc Voi avete, con fermezza siciliana di volon ~à, « alzato eleggendomi a deputato, una generosa pro- « testa contro una sentenza, oggi non solamente ~ iniqua ma assurda, che mi danna nel capo per « avere prima d'altri, tentato l'unità della Patria ... cc ... La protesta vostra ha messo tra voi e me un « vincolo speciale d'amore, che durerà fìnch'io viva ... <.< Io posso accogliere la testimonianza d'onore che ccavete voluto darmi, non solamente come caro cc conforto all'esilio, ma come promessa - e ~gr:11 cc promessa che viene dalla terra delle nobili 1111cc ziative è germe di fatti - che quell'Idea vi avrà « sempre devoti e arditi seguaci ..... « lgnoro, mentr' io vi scrivo, ciò che la Camera « farà a mio riguardo: ma so ciò ch'io debbo fare, cc per morire in pace colla mia coscienza e non a indegno di voi ..... « Convinto più sempre, che l' istituzione dalla « quale oggi è retto il Paese è inefficace a fare « l'Italia una, libera, prospera e grande, come noicc voi ed io - l'intendiamo, darei, giurandole fedeltà, « un esempio d'immoralità politica ai fratelli ~i cc Patria e un perenne rimorso all'anima mia. Ab- « biatemi ora e sempre, fratello ed amico ricono- « scente i>. Alla Camera fu discussa la elezione di Messina; e benchè Zanardelli, pur devoto alla Monarchia, chiedesse che essa fosse convalidata poichè « era sacrilegio che Mazzini chiudesse gli occhi in terra straniera », le due sentenze di morte, la sabauda e l'imperiale, e le mire settarie del Governo fecero sì che essa fosse annullata. Messina il 6 maggio 1866 sempre vindice del Martire perseguitato rieleggeva la seconda volta il condannato della Monarchia. Per cui Mazzinì tornava a scrivere, ed a rivolgere parole del cuore ai suoi Elettori. cc Fratelli, cc Coll'anima profondameute commossa, io vi rincc grazio una seconda volta perchè ..... rieleggendomi « malgrado la mia rinuncia e non curandovi di « conseguenze immediate voi avete innalzato il dice ritto elettorale all'altezza di una vera missione- « perchè insegnaste voi soli agl'Italiani, che la co- « stanza è completamente d'ogni buona cosa, e che « una protesta a pro' del Giusto e del Vero deve cc durare e sollevarsi perenne sino al trionfo - « perchè intendeste che non si trattava or più di cc me, ma di provare a tutti, che il voto immorale « pronunziato dalla maggioranza della Camera è « respinto da voi - e perchè credeste debito vostro « di riconfermare un biasimo solenne a chi , alla « vigilia d' entra re in guerra in nome di Venezia e « dell'Unità Nazionale, mantiene una iniqua sena tenza di morte contro un uomo, che consacrò « l' intera vita al lavoro per l'Unità. Voi avete dato (1) G. Mazzini : Scritti politici, Voi. XIV.

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