516 RIVISTA POPOLARE e tutto da guadagnare dalla scuola laica ispirata al concetto della educazione armonica delia vita della personalità. Più l' uomo si sentirà persona e più sentirà il bisogno di credere che il fine dell'universo è l' educazione di una società di persone. Coloro che non credono che la scuola laica cosi intesa possa di per sè condurre alla loro fede religiosa, confessano la debolezza della loro fede. Coloro che non credono che la cultura acuisca il senso del dissidio tr1,, il reale e l' ideale e non porti casi nnovo alimento ~ll' idealismo e alla religiosità non possono essere che dei credenti superstiziosi. Basta, per convincersene, pensare, che la cultura, ad es. comprende la storia_, la mitologia, la poesia. Cultura laica può voler dire escludere il nome di Dio dai libri d; testo: in tal caso, come leggere Omero come leggere Dante? E se non lo si esclude, il solo fatto che questo nome è fatto oggetto di tante acri discussioni, e cha ad ora ad ora è associato a gesta eroiche e a turpitudini infami, non basterebbe di per sè a costituire un problema, per lo scolaro più scettico del maestro più imparziale e sereno, la formulazione accurata dal quale, di per sè sola richiede immensa educazione e penetrazione religiosa? La cultura più pro ficua non è infatti tanto quella che dà cognizioni, come quella che affaccia problemi; e se cosi è, la sola storia delle concezioni e delle lotte d' indirizzi filosofici, metafisici, religiosi , basterà sempre a dividere in campi opposti gli spiriti , a secondo che essa sembrerà agli uni portar contributo alle correnti d'idee ad essi care nel loro mom~nto storico, ed agli altri appoggiare le correnti diamentralmente oppos~e. Non bisogna mai dimenticare che noi andiamo a frugare e interpretare il passato sollecitati da interessi attuali e che , in un certo senso, noi ci facciamo il passato che per questi interessi attuali più ci serve. In conseguenza rivivere il passato alla luce del presente porta a rafforzarne ciò che in esso vi è più incoraggiante per noi e a perpetuarle, epurandolo, in mezzo a noi. Ove qnindi il problema della laicizzazione della scuola sia considerato non come un mero espediente di lotta di partiti e di classi , ma come un corollario del concetto stesso di cultura - sviluppo armonico della personalità - esso cessa dall' avere quel carattere di rivendicazione rabbiosa, che, volere o no, in Italia, esso ha. Volere o no, altro è invocare la laicizzazione completa della scuola semplicemente per escludere il prete e la religione , ed altro è invocarla in nome dell' interesse generale della cultura e delle leggi che pre• siedono allo sviluppo organico della personalità, sì che la stes~m educazione religiosa vi prende, per cosi dire, automaticamente, il posto che la natura stessa delle cose le assegna, e invece di essere qualcosa di a parte da tatto il. resto è qualcosa che non può a meuo di svilupparai con tutto il resto e di coronare e completar l'edificio dell'educazione del senso della. vita. Nel primo caso si abbassa un problema d'importanza suprema al li vello superiore ove il probJema ha il suo ubi consistam naturale; nei due casi lo spirito dei eombattenti non può a meno di essere diversissimo. L'uomo è sempre migliore quando combatte in nome di un principio o da un punto di vista che lo eleva al di sopra di sè stesso. La causa della laicità della scuola guadagnerebbe assai se i suoi fautori invece di tirar in ballo la superstizione, l'inquisizione, i roghi, le scomuciche, Pio X, e le turpitudini dei collegi clericali, si preoccupassero di mostrare che essa è richiesta da ragioni pe1agogiche, che essa è conforme a un concetto sereno e imparziale di ciò che è cultura, e che la stessa educazione religiosa non solo non ha nulla da temerne, ma non può che tirarne vantaggio nella misura in cui essa è e sa proval'e di esdere cosa buona. Il disarmo degli avveraari, la riduzione delle loro ragioni o delle loro paure a nulla, è il primo passo per una vittoria efficace: per to~liere ai clericali ogni influenza su Ila educazione - sembrerà un paradosso, ma è pura verit.à - la prima condizione è di convincere il pubblico che è credente, intelligente e patriota , che mercè la scuola laica, ciò che loro sta più a cuore, è in condizioni assai più sicure che in mano ai preti, e di trarlo a sè; e, s'intende, è di convincerlo lealmente e sinceramente. L' atteggiamento apparentemente più conservatore è anche qui quello che alla lunga consente i progressi più rapidi e sensibili. Sfortunatamente i socialisti ..;ol loro principio della lotta di classe hanno messo di moda la tattica opposta quella dell'atteggiamento di ostilità as:3oluta e di denigrazione indi8criminata di tutto eiò che sta di contro , tattica che è certo la più intelligibile in paesi e per persone di scarsa. cultura, e che è cara sopratutto ai cervelli pigri amanti dei dilemmi precisi, degli aut .... . aut, fiera.- mente schivi delle sfumature, delle distinzioni e dei compromessi. Nei congressi dei varii partiti si discute tanto di tattica, e a nessuno passa mai per la testa che la questione tattica. più importante è quella del punto di vista da cui concepire, studiare un problema e presen • tarne la soluzione nel modo più attraente e meno al-· larmante per l' avversario. Sotto questo aspetto l'a.s - senza di senso tattico, che qui e sotto questo riguardo si confonde immediatamente con la -mancanza di senso pratico e di cultura, nella democrazia italiana, è sempre meravigliosa; sembra che essa abbia sempre paura di non insultar troppo e le persone sopratutto le idee e i metodi degli altri _e di esser contaminata dal solo sospetto di poter con essi - almeno a parole e di fronte alle masse avere qua.lcosa in comune. In conseguenza essa non riesce a dare un carattere obbiettivo alle sue rivendicazioni, in cui si possa dire che la co scienza nazionale si rispecchi : essa sacrifica troppo il punto di vista nazionale al punto di vista di partito o di classe; essa è troppo insanabilmente sottaria e così si preclude la via alla vittoria. A coloro che sono immersi nella lotta alcune di queste considerazioni possono parere paralizzanti; ma a distanza e di spazio e di tempo, la questione di metodo da noi accennato appare come la più fondamentale di tutte. Il problema del clericalismo è anche un problema legislativo e politico, ma è sop1·atutto un problema di cultura , ed è dal punto di vista degli interessi generali della cultura, sia laica, sia religiosa, e senza distinzione tra le due, che va aggredito. Ma perchè esso venga in tal guisa aggredito _occorre anzitutto che la democrazia .,
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