Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 19 - 15 ottobre 1907

RIVISTA POPOLARE 515 E le nostre mamme ·son troppo affettuose ed intelligenti per non divenir presto sollecite coadiutrici degli insegnanti. La scnola deve avere cura di tutto l'aspetto fisico nonchè ,:lello psichico, della vita dello scolare e, in quanto la famiglia lo trascuri, deve aver diritto di sostìt11irsele appieno e deve aver modi per far mettere tal famiglia. alla gogna. I benefici d' un tal i·égime non possono tardare ~ svelarsi agli stessi parenti, e a poco a poco l'influenza del maestro non tarderebbe ad esercitarsi sui parenti anche in materie di natura meramente intellettuale e morale. E' impossibile che bambini che sono abituati in i8cuola alla , . pulizia, al culto del bello, al rispetto di se, all'amore dell'ordine, e vi ricevono mille suggestioni e incoraggiamenti verso un alto e decoroso tenore di vita, non esercitino influenza alcuna sui loro genitori e per via di mille felici e feconde seccature non li obblighino a loro volta a introdurre più ordine, più grazia, più bellezza, più conoscenza in tutto il sistema delle loro vite e a sentirsi più responsabili. Certo, a tutta prima ciò si rivela sotto forma di aumento in ispese di educazione; ma l'effetto ulteriore e integrale non può a meno di essere una diminuzione nel numero dei figli, concomitante con un miglioramento_ nella qualita complessiva della popolazione. Ora a 0he· cosa giova in questo processo di formazione del carattere l'istruzione religiosa? Nulla. Essa è pei bambini un insieme di storie insignificanti per loro e spesso noiose in conf1onto di tutto un mondo di cose vive e interessanti. Non è certo il catechismo che educa l'emozione cosmica e il senso del mistero e del grandioso, poiche esso anzi pretende riso I vere tutti i misteri, e appunto per ciò diventa tedioso. Tutti coloro che hanno provato a interrogare bambini su ciò che intendano per Dio od anima, o su ciò che li interessa nel catechismo o nella Bibbia non possono a meno di esser scoppiali dalle risa alle stranezze passate per la loro testa e non possono a meno di essersi convinti della assoluta inefficacia morale di tale forma d'insegnamento. I soli effetti che essa produce sono quelli che si riassumono nella creazione di anticlericali. La condanna non può a meno di essere anche più severa, se la co_sa è riguardata dal punto di vista di persone in cui una fede religiosa qualsiasi si congiunge con un certo li vello d'intelligenza. Le formule iu cui sono registrate le credenze metafisiche e religiose non sono di per sè stesse queste credenze e non ne possono avere l'efficacia. Esse non ne sono appunto che la descrizione astratta. La forza viva del Cristian esimo non fu mai in esse ma nelle rappresentazioni della realtà, e nelle emozioni che queste creavano e facevano agire sulla volontà portando cosi a un più alto livello di abnegazione e di altruismo pratico. E' noto che una configurazione e concezione teistica ed etica della vita e del mondo porta alla vita morale in coloro che di questa vivono e in essa sentono il valore della vita, che crea leggende e formule alte, col sussidio dell'arte, a rievorare le emozioni necessarie per l'azione eroica. La verità religiosa è pertanto più affine alla verità estetica e poetica che alla scientifica, ed è snaturata quando è tradotta in proposizioni logiche a cui si attribuisca carattere di obbiettività scientifica. La sua verità non è relativa all'intelletto, ma alla volontà; essa è tale in quanto conduca ad azioni huone, . Se cosi stanno le cose , è assurdo pensare che sia possibile insegnare le verità etiche e religiose cosi come s'insegnano la fisica e la chimica. Esse sono il prodotto di una lunga elaborazione storica, il prodotto di una esperienza emozionale e pratica infinitamente complessa, e come tali non possono apparir ve.re che nella misura in cui ognuno di noi ripercorre tutti gli stadii dell' esperienza di cui esse furono il risultato nella specie, e 1 i su pera. La verità che l'uomo è superiore a tutti gli oggetti della sua conoscenza e a tutte le interpretazioni che egli si fa del mondo oggettivo; la verità che il mondo del pensiero e della bontà. è più vasto, è più addentro nel cuore del reale che il mondo di tutte le cose vedute, sentite e pensate e ne contiene il segreto e la legge, è una verità che si svela solo a chi, avendo percorso un vasto campo di conoscenze teoretiche e attraversata una vasta e dura barriera di esperienze pratiche, è assurdo a ideali di vita cosi alti e così ac11tamente sentiti, da non poter apparentemente essere soddisfatti nel mondo dei fenomeni, e da esigere, per poter essere eretti a norme di vita e rispettati di essere riguardati essi stessi, non come nna vana escogitazione suggestiva, ma come la rivelazione più sicura e piena della vera natura dell'uomo, del mondo e del destino d'entrambe. Solo dove la vita conforme all' ideale riesce a far di questo la luce che dal cuor delle cose emerge e ne guida parlando ai nostri cuori. solo dove una di vina insoddisfazione domanda per sè un divino complemento, e solo in tale misura, comincia la esperienza religiosa. Questa è quindi, se mai , il risultato ultimo di un processo educativo che miri al massimo e più armonico sviluppo della personalità: chi sente il valore infinito ed assoluto della vita della personalità, chi ha ideali per cui sarebbe eternamente lieto di combattere, chi sente che non v'è ideale che non esiga per sè uno sforzo infinito e che trascende la breve ora della nostra esistenza fenomenica , non può a meno di desiderare una vita eterna in significato, in valore, in energia, e non può a meno di cercare da qnal punto di vista essa sia possibile. O quindi la fede religiosa più pura scaturisce neces sariamente dall'educazione del senso della personalità, e in tal caso la miglior educazione religiosa è quella che consiste nel rivi vere eticamente, esteticamente, poeticamente, musicalmente, intellettualmente, l'intera vita dell'umanità, e coi poteri emozionali e intellettuali cosi acquisiti , interpretare la nostra età , il nostro mondo e trovare il modo di vibrare con essi all'unisono, e di vedere in essi il campo di attuazione dei nostri ideali; o questa cultura del senso della personalità non approda ad alcuna fede religiosa , e allora questa si dimostra inutile. Chi scrive propende per la prima alternativa; coloro che veramente sanno quale sia l'essenza della vita religiosa I non hanno nulla a temere

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