Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 18 - 30 settembre 1907

496 RIVISTA POPOLARE scienziato, a proposito della Ginestra del Leopardi con voce profetica esclama: « Quell'infinito che dovrebbe servire a schiacciar l'uomo e la sua gloria, a svilirne il lavoro fino ad annullarlo, è un' iufinito falso, perchè è pensato non già come un limite sempre mobile, ma come una realtà fissa e compiuta. Il nostro pensiero e le nostre parole non hanno senso che nel finito , ne tempo, e lo stesso infinito· senza coscienza è nulla >. Alle prime avvisaglie di un certo idealismo 1·ealistico il Masci rispondeva col suo fortunato volume « Clementi di psicologia empirica•, ove i più ardui problemi di psicologia generale, di psicologia fisiologica e di psicofisica sono discussi con vedute originali, con vasta dottrina e con critica inespugnabile, e il libro, accolto dovnnque con sincera ammirazione, costituisce oggi il vademecum indispeneabile d' ogni insegnante secondario e d'ogni libero docente, ed è l'unico volume a cui attinge con àescente profitto ogni cultore di studii filosofici. E alla voce d'allarme contro l'invadente misticismo non è rimasto impassibile il direttore di questa Rivista, che da più di un trentennio combatte valorosamente per il libero pensiero e pei severi studi positivi riassumendo il suo luminoso programma etico-scientifico, dissetuinato iu una dozzina di poderosi volumi, nella splendida conferenza tenuta nell'aula magna del Collogio Romano, col titolo « P1·0 Fe1·re1· e cont1·0 il pe1·icolo cattolico >, conferanza , che dovrabbe essere ben vagliat~ da chi presiede ai Consigli della Corona e dai nostri legislatori, se l'ideale dell'Italia laica non si è del tutto ecrlissato nelle anime nostre, e se ci sopravvanza ancora un alito di fede nei grandiosi destini della Patria. E la minaccia misti.,o-idtalistica ha spinto parecchi giovani valorosi ad elevare una voce di protesta; e il Ranzoli scrive gli apprezzati studii col titolo: « n mode1·no idealismo; Sulle origini del moderno 'realilismo »; il Marucci si occupa brillantemente sul « nuovo 01·dinamento degli studii filosofici in l'lalia »; il Mondolfo tratta con vera genialità « Di olcuni p1·oblemi della pedagogia contemporanea >; illustrando il convegno filosofico di Milano, promosso dal valoroso ed infaticabile prof. Marabelli, che con tanto amore e con tanta competenza presiede all'Associazione Nazionale pe1· la cultu1·a filosofica. Il Cantala.messa s'intrattiene brillantemente sul problema di « Scienza e fede >; il Rotta discute con acume di critica intorno ad una « psicologia prammatica della credenza », e l' ottuagenario Ardigò, in meno di due anni, pubblica su la Rivista del Marchesini: « L'insegnamento liceale della filosofia - Monismo metafisifico e monismo scientifico - Anc01·a la scuola classica e la filosofia - La filosofia oggi nel campo del sapere - Atto 'rifiesso e atto volontario - 1 tre momenti critici nella storia della gnostica della filosofia moderna - Il sogno della veglia >. Non posso occuparmi, per ragione di spazio, degli altri Atenei d'Italia, in cui chiarissimi ingegni hanno elevato la loro voce di protesta contro la minaccia mistico - idea1istica; ma non è possibile passare inosservata la grandiosa figura di Giuseppe Sergi, onore e lustre dell'Ateneo romano, che simboleggia il lumi noso vessillo del libero pensiero, del pensiero scientifico, positivo, illnstrato cosi magistralmente in poderosi volumi, che certo non morranno , non che la mente eletta di Baldassarre Labanca , che tanto contributo ha arrecate alla storia delle religioni coi suoi vasti e pensati volumi, che fanno il giro dell'Europa, sempre ammirati ed apprezzati. E' da attribuirsi ali' intolleranza mistica il nuovo « Ooenobium > , Rivista Inte1·nazionale di liberi studi, che si pubblica a Lugano, e il cui programma, informato alla più ampia libertà di discussione e di critica, è stato accolto coi piu vivi sensi di simpatia e coi migliori auguri da ogni 1-- arte del mondo. La minaccia adunq ue mistico-idealistica è stata un bene; e se è stata causa dell' attuale rifioritura degii studi filosofici ; se ha svegliato tanti forti ingegni ad elevare la loro vece di protesta, è stata utile senza drrbbio, e noi positivisti l'accettiamo oome un guanto di sfida, e combatteremo, sicnri che dalla libera discussione sarà per nascere la luce del vero, quella luce, ch'è il simbolo vivente del progresso civile dell'umanità. Uniamoci adunq ue sotto il vessillo dell' illustre vegliardo dell'Università di Padova, e col potente ausilio del Masci, del Sergi, del Colajanni, del Làbanca, del Dandolo e del Marchesini, affrontiamo coraggiosamente la lotta pel trionfo della verità. PROF. F. PIETROPAOLO Eliodoro Lombardi Chi se ne ricorda più? Chi più rammenta questo poeta genialissimo, pieno di fantasia e di sentimento tùtto cuore ed entusiasmo, che ruggiva quando gli altri belavano, che per la patria, cantò soffrì e pose a cimento la vita ; che fu poeta, soldato e insegnante; che trascinò col suo poetico furore un popolo intero all'entusiasmo, alla battaglia, alla sua redenzione? Chi si ricorda più del festeggiatissimo Bardo de' Mille, che irraggiò su tutta la gente italica il fuoco della sua isola bella, che fece rivivere ne'canti i morti Numi di Grecia e d'Italia; che amò d'immenso ed incontaminato amore la natura e gli uomini, che primo cantò le miserie, le iniquità , l' uguaglianza sociali•, che inveì , pur facendola. contro la guerra e chiamò a combatterla l'amore? Chi si ricorda più di chi cantava allora di sè: « A noi l'aria, la luce, il mar selvaggio e pura E fida amica e madre questa immensa Natura, Che ci mantien pur saldi muscoli e nervi, e dorso Franco di basto e bocca libera e senza morso, E capo cretto e guardo sicuro, anima altera Che si frange, non piega, e coscienza intera. A noi salir la rocca faticosa ove stende Le man rudi la gloria a chi tenace ascende : A noi, nel pan stentato, dello stento l'ebbrezza Acre gustar, che a sensi alti l'anima avvezza, E parerci una reggia la squallida stamberga, Che ignudi è ver ma onesti, ma liberi ·ci alberga. Oh, la pingue opulenza I Oh gli onori fastosi I Ai mimi, ai mimi, ai lepidi Girelli; ai gloriosi Gingillini del tempo a i;ui l'utile è nume, E trafficar de' martiri fin l'ossa han per costume. A noi, grulli ed ingenui, basti e fia molto, il dire Coli 'occhio intento ai vigili astri dell'avvenire, Il dir fra le macerie e le infrante catene: La terza Italia è sanguo, sangue di nostre vene ?

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