494 RIVISTA POPOLARE indegno appena è sospeso o solo traslocato quando un qualsiasi cittadino sarebbe rinviato dinanzi ai giudici penali; e) la tolleranza del frequente mercimonio che si fa dai funzionari di cancelleria e di segreteria, dagli uffiziali giudiziari, dai portieri; onde la minor cosa che si viola è il segreto delle deliberazioni e il minor danno commesso è l'aumento assai forte delle spese irripetibili. Spesso la violazione del segreto della camera di consiglio fa apparire effetto di corruzione o di raccomandazione il mutar avviso sopra una causa innanzi che ne sia defìnitivamente votata la decisione, quando, pensandovi su il primo avviso risultasse erroneo; . f) il perpetuarsi di certe consuetudini forensi assolutamente illegali sui differimenti , sulle testimonianze, sùlla durata dei dibattimenti, sull'orario delle udienze e degli uffizi giudiziari, sui procedimenti in cui gioca molto la discrezionalità del magistrato (es. i sequestri): le quali cose rendono tediosa alla masssa dei cittadini estranei al foro ed odiosa la giustizia e i giudici che l' amministrano; g) il pericoloso sistema degli informi fatti aggredendo i magistrati dovunque , nelle sale di udienza , nelle case , nelle strade , nei caffè. Una volta a me è capitato di trovare un informatore persino in teatro. E per licenziare bruscamente avvocati noti e reputati ci vuole un po' di coraggio; h) le piccole frodi frequenti a danno dello stato o di altre pubbliche o private amministrazioni: ad es. quella di non pagare i dazi o la dogana, facendo valere contro lo zelo delle guardie la propria qualità; quella di risparmiare le spese postali , avvalendosi della franchigia spettante alla corrispondenza di ufficio; l'altra di godere gli spettacoli teatrali senza pagare , en trancio nel palco destinato alla pubblica sicurezza; l'altra ancora di far viaggiare a tariffa ridotta parenti che non sono considerati come membri della propria famiglia, tacendoli passare per propri servi o serve ; i) le indecorose menzogne per le quali chi l'ha (e fa male) nega ai superiori di avere il libero percorso sui tramwa ys e sulle ferrovie private e seguita a goderlo malgrado i continui divieti fatti; l'assedio negli uffici di segreteria delle corti di appello per essere destinati a presiedere seggi elettorali fuori la città di residenza, perchè retribuiti, e le malattie o altri guai simulati per essere esonerati dalla presidenza di quelli della città di 1·esidenza non retribuiti; i ritagli fatti sulle spese di giustizia, giusti fìcan"doli con ricevute rilasciate per somme superiori a quelle effettivamente pagate (cosa però tanto rara nei magistrati quanto frequente nei cancellieri); gli accessi giudiziali ordinati con la più grande facilità, di ufficio o a richiesta di avvocati poco scrupolosi e senza alcuna necessità (per quelli che vanno a carico dello stato vi è una continua lotta tra i magistrati che l'ordinano e quelli che devono riconoscerli legali e disporne il pagamento) ; i piccoli regali di generi o di oggetti, graditi specialmente dalle rispettive signore e spessd pudibontemente ricambiati a uso delle monache o dei monaci che ricevano ma non danno e se danno danno poco; l' accettazione di gratuite prestazioni d' 9pera , specie professionale, in corrispettivo di perizie o di altri incarichi giudiziari. k) Sotto la stessa causa vanno riaddotti infìne i casi in cui risulta (e quello di Modena recentemente divulgato non sarebbe il solo) che magistrati relatori siensi rivolti ad avvocati amici e persino n;-{liavvocati vincitori della causa ( senza peraltro aver voluto commettere una ingiusta parzialità deciJcndo in loro favore) per farsi redigere la sentenza. Nè si creda eh' io esageri o. calunni (Dio me -ne guardi I). Tutti que51:i fatti, ci tengo a dichiararlo, sono quotidianamente resi pubblici da giornali di ogni colore dai quali li ho ricavati, ed hanno richiamato spesso l' attenzione dei superiori d~rett~ e del ministero provocando una vera colluvie d1 circolari. Se non fossero veri le circolari non ci sarebbero. Molti sono poi delle piccole miserie certa:nente? ma ci dicono il tono morale di chi cade 111 essi ed al popolo servono come elemento· di giudizio, oggi che il popolo non è più l' ignorante di una volta. Quali le cause? Sono complesse e di ordine generale. Essendo state in questi ultimi tempi rilevate nei lavori preparatorii della nuova legge di riforma dell'ordinamento giudiziario non occorre ripeterle qui. Non ultime sono il modo come si procede nella carriera e la bassezza degli stipendi: Perchè, quanto agli stipendi, è vero che non s1 possono pretendere altissimi, dato il numero di magistrati di cui lo stato ha bisogno, ed è vero pure che data la qualità media di essi, non si può dire che siano ora e saranno con l'attuazione della nuova iegge proprio mal pagati. Ma è ugualmente vero che la detta qualità rimane bassa in ragione dello stipendio e che questo, ove sia tenuto conto delle riduzioni che lo stato stesso vi fa sopra con le imposte, del fatto che i magistrati non hann~ come tanti altri funzionari dello stato altri lucn o altri proventi, del caro continuamente crescente della vita, è sempre ben poca cosa. Un giudice di tribunale, dopo r 5 anni in media di carriera, a 40 anni di età, ha ro lire nette al giorno: ne avrà 12 o 13 di qui a tre anni. Vi pare che possa una famiglia vivere decorosamente con tal somma e solo con essa ? E con ciò si potrà ancora negare che l' onestà media è dovuta in gran parte alla mancanza di bisogni impellenti? La carriera poi, che rappresenta il miglioramento progressivo su cui ciascuno fonda , è cagione di una continua agitazione per le promozioni e per le residenze. Non ci è cosa che turbi di più la serenità del magistrato quanto il veder ritardata la promozione, per causa estranea al movimento della graduatoria, o tenute in nessun conto domande di tramutamento, per preferire altri o meno anziani o notoriamente reputati non migliori. Si ricorre ai superiori e questi danno la colpa al ministero, si ricorre al ministero e questo dà la colpa ai superiori; da Erode a Pilato e da Pilato a Erode. Ed entrano di mezzo i deputati , gli elettori influenti dei deputati, gli amici dei deputati, e qualch~ volta, si è detto, anche il denaro. Il magistrato intanto non è buono a far nulla più, è distratto, scappa a Roma, impreca. E in questo stato demo- · ralizzatore al sommo grado rimane talvolta per anni; e questo stato ricomi_ncia alla nuova promozione, al nuovo tramutamento. Se allora il superiore fa intravedere la sua ferma volontà di -regolare un processo o di decidere una causa in un modo piuttosto che in un altro; se allora il deputato o l' amico del deputato o l'elettore influente ha una causa delicata , la bilancia della giustizia come funzionerà mai nelle mani dell' oppresso e dell'aspettante? I rimedi? Sradicare le cause del malcontento con norme precise e imperative sulle promozioni, con la scelta magari negativa, come si vuol attuare per la marina da guerra; aumentare ancora sennatamente gli stipendi; mettere i magistrati in condizione di poter seguitare a studiare, facendo, come si è fatto spesso per la marina , che i buoni possano seguire un qualche studio di perfezionamento,
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