492 KlVISTA POPOLARE dono che la religiosità è ,in attributo perenne e inestimabile dell'uomo, che ha le sue forme e leggi evolutive e i suoi periodi di crisi e ricostruzione come l'arte, la poesia, la politica, ecc.; e al quale io ho acce1111atoper mostrare soltanto che da questo punto di vista l'avvenire d'Italia appare assai più sorridente che da ogni altro; e che è sciocco ed assurdo in una lotta per tagliare le unghie al Vaticano sprezzare coloro che pure l'hanno per nemico, sebbene per ragioni di verse, irridere ad essi, considerarli senz' altro come nemici della stessa risma. Laddove, considerazioni di tattica non meno che di giustizia dovrebbero· consigliarci di averli uniti nello sforzo comune: essi non chiedono di essere aiutati nella loro opera riformatrice ricostruttiva: essi chiedono solo di poter essere rispettati e di poter - rispettati - partecipare a un'opera di promozione della cultura in generale da cui s'aspettano anche progresso nella cultura religiosa. Poichè, a che cosa si riduce il metodo da noi suggerito e che altri può indefinitamente precisare, sviluppare, se non ad un complesso di misure per creare una selezione morale intellett11al0 nella Chiesa sotto l'azione di tutte le forze della cultura moderna? In un altro articolo tratteremo del concetto e della natura di questa e mostreremo come anche la riforma della scuola e dell' educazione elementare in senso laico incontrerà meno resistenze se meglio intesa e sopratutto se più intelligentemente propugnata. Mi si permetta di concludere esprimendo l'opinione, espressa.mi da non poche persone coltissime e di larghissime vedute nel nostro paese, che il concetto puramente utilitario della vita, e la grossolanità di vedute morali che pervadono la propaganda socialista anche, non di raro, dei migliori, è una. delle ca.use per cui molti si rassegnano a veder piuttosto, come baluardo, perpetuata l'influenza clericale; cattivissimo ragionamento, ma che è un fatto nel cervello di molti. E la mia esperienza personale non conduce a diverse conclusioni. Il solo guardare con simpatia a coloro che sostengono un concetto etico idealistico dell'universo e della vita, il distinguere tra la funzione di una tendenza mentale e le istituzioni in cui, nei vari tempi e luoghi, più o meno imperfettamente si esprime, è stato sufficiente perchè io, adoratore impenitente dell'Ella.de, adoratore di Socrate e di Platone in ciò che essi produssero di più greco, razionalista sulle traccie di Emanuele Kant e..... di Goethe, sia parso poco meno che clericale od imbecillE>a qualche socialista rappresentante del paese! E' cosi che gli e3tremi si toccano sotto il fulgore del bel sole italico, del bel sole di Mazzini e di Dante I ANGELO CRESPI Oi gz·unge, mentre la Rivista è z'n macchina, una risposta del/' On. Barzilai, alle osservazioni· mossegli dal nostro Direttore nel suo ar#colo sull' i'rredenti'smo. La pubblt'cheremo nel prossimo numero. Il problemadella magistratura nell' ora presente I. Dei poteri costituiti questa è la volta della magistratura. Le comuni gazzette sono piene di porcherie e di porcheriole che sarebbero state commesse dai magistrati , di indiscrezioni e di resoconti sui risultati delle inchieste che per appurarle si vengono ordinando: altre gazzette sono appositamente istituite per raccogliere i fatti noti, incitare alla narrazione di quelli non conosciuti, commentarli con molto pepe e divulgarli: e la maledicenza spiccioa dei corridoi e delle aule dei così detti palazzi di giustizia ( che viceversa sono vecchie e sudice case) ha raggiunto il suo massimo. Smania morbosa di scandalo, mezzo di propaganda sovversiva? Credo che sopra un fondo di verità dolorose ci siano l'una cosa e l'altra e che da entrambe non sia immune la stessa magistratura, cosciente o inconsciente che sia. Valanghe di notizie a pubblicisti e direttori di gazzette le trasmettono proprio i magistrati, e alcuni di questi scrivono e sottoscrivono articoli ben violenti. E' questo un male? io reputo di no. E' male invece che i magistrati, prestandosi alla propalazione dei fatti, si covrano quasi sempre dell'anonimo, scovrendo così dolorosamente la pochezza del loro carattere morale, e che quelli stessi i quali affrontano il rischio di ciò che scrivono, si appalesano spessissimo elementi indisciplinati o turbolenti ed anche volgari, non adatti quindi all' alta e serena. missione del render giustizia disponendo degli averi e della libertà di tutti. Il ministro Orlando giustamente in una recente circolare, ha minacciato di punirli e avrebbe gia dovuto punirne parecchi. 1 Non è male che chi amministra giustizia debba dar conto di sè alla luce del sole, perchè deve innanzi tutto il giudice riscuotere la fiducia di tutti: chi giudica dev'essere, per sapere e per onestà, migliore di chi è giudicato : la funzione di stato che ad esso è affidata non si giustificherebbe altrimenti che pensando alla bruta coazione onde è munita. Invece la coazione spetta bensì alla manifestazione di volontà, ma in quanto essa sia, almeno normalmente, conforme alla legge, e in quanto perciò chi la manifesta sappia e voglia attenersi alla legge. Il doppio grado di giurisdizione e la collegialità servono appunto ad ottenere tale conformità normale della volontà del giudice con la volontà della legge. Non è male poi che un organo dello stato tragga dalla virtù propria, oltre che dalla potestà onde è investito, il proprio valore e il proprio vigore. E un organo in condizioni fisiologiche non deve nascondere in sè o mascherare, ma deve o uccidere o respingere ogni germe di infezione, mettendolo prima in evidenza, per poterlo sicuramente attaccare: la biologia insegni all' uopo alla sociologia. In ogni modo, ammesso che di male si tratti, proprio i magistrati non possono lamentarsene, avendelo essi voluto e provocato. Sono essi che hanno messo a nudo le loro piaghe, ordinando recentemente un congresso, che poi non hanno saputo tenere, e mostrando il bisogno d'invocare dalla legge quella forza morale che dovrebbero avere in se stessi per la loro indipendenza e nei propri consessi o nei propri capi per la epurazione degli inetti e dei corrotti. E con le proposte che avevano un fine apparente a voce alta proclamato, la indipendenza dei giudici e un fine reale dapprima dissimulato e poi con atto di gran disdegno negato, la risoluzione di
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