Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 18 - 30 settembre 1907

486 RIVISTA POPOLARE mato a grande brutalità; ma susciterebbe una viv1ss1ma ripugnanza tr1 i popoli a civiltà latina. Comunque io credo che i fatti dicano chiar1mente che non è stata la severità del!e pene che in ItaHa h_a fatto diminuire gli assassini, ma l'apertura delle strade, la diffusione dell' istruzione, i contatti con gente ph\ civile , l' incremento della forza d' inibizione, la valutazione maggiore della vita umana; e la diminuzione si è ottenuta parallelamtnte all'attenuazione della severità repressiva. DoTT. NAPOLEONE Co1AJA~N1 A PROPOSITO degliornraelpeubblicano quotidiano Arcangelo Ghisleri col quale abbiamo comune non solo la fede politica, ma anche i metodi e vorremmo quasi dire la mentalità, nella Luce di Roma ha pubblicato due articoli severi relativi al giornale quotidiano del partito, che dovrebbe sorgere in Roma e pel quale si stenta tanto a raccogliere le 200 mila lire, che si reputano necessarie. In uno di essi, ch'è anche una specie di circolare agli amici politici, espone alcune anomalie geografiche sulla sottoscrizione delle azioni; nell'altro espone i criteri, cui dovrebbe informarsi un buon giornale repubblicano. Crediamo opportuno intrattenerci dell'uno e del1' altro; e cominciamo dal secondo. Sui criteri che si devono seguire nel compilare urt giornale repubblicano l'amico Ghisleri fa proprie le seguenti osservazioni di Dario Papa: « Gli scrittori militanti per una idea nudrita nel loro cuore e nel loro cervello attraverso a singolari vicissitudini, e il cui stile ha spiccata impronta personale, non si continuano da alcuno. Perciò i giornali, che essi fondano, subito appariscono una altra cosa , non appena cessa di lavorarvi la loro penna. « Gli uomini eccezionali non si sostituiscono. E questa è la prima verità, di cui deve essersi ormai persuaso il nostro Partito, il quale non ripeterà (speriamo) l'errore d'incarnare in un uomo il destino di un giornale. « L'epoca dei giornali personali è finita, il giornale dev' essere un' organismo di cose i> « Com' è finita l' epoca della <e politica d' apostolato». <e Questa nuova concezione della politica - anche repubblicana - porta di per sè alla concezione di un giornale d' altro tipo. <e Non basta fare un giornale <e per i circoli e gl'inscritti i> ma occorre farlo leggibile e ricercabile da chi nulla sa nè vuol sapere di queste nostre interne faccende. <e Alle minute polemiche locali , alla cri tic a di persone e di cose, la cui efficienza non oltrepassa la cerchia di un piccolo comune o del mandamento; alla così detta <e cronaca di partito >> non trascurabile, ma confinabile in un supplemento domenicale, non potrà l'organo nuovo dedicare quello spazio, che troverà scarso quotidianamente per i fatti e le questioni d'interesse politico generale o che richiamano l' attenzione di un pubblico più vasto. <e Pur troppo un giornale <e di partito >> quale venne inteso generalmente in Italia (anche dagli affini e dagli avversari) doveva essere, come l' avvocato stipendiato di una Ditta, pronto a raccogliere ogni sua bega ed a sostenerla , a ragione o a torto, ne valesse o no la pena, con la verità o col sofisma, in qualsiasi evenienza e contro chicchessia. <e Pur troppo la vita, così rispecchiata dall'organo d'un partito, che non ha le mani sulla cosa pubblica, si riduce fatalmente alla vita chiusa dei circoli e delle associazioni o a qualche non frequente manifestazione de' suoi deputati od aderenti più in vista. <e In Italia, per lo più, chiamansi attive le associazioni più settarie, o le più numerose. Ma infelice il giornale, che deve esserne l'eco o il riflesso I Esso contenterà l'associato <e di partito i> e il lettore che manda i soldi alla <e sottoscrizione permanente ii, ma finisce col diventare stucchevole sino alla sazietà per quei lettori, che si fossero abbonati solamente per avere un informatore degli avvenimenti contemporanei o per sentire un'altra delle varie c mpane della così detta opinione pubblica. « Un giornale di partito. se così fatto, cioè colla preoccupazione di servire e di compiacere al Partito, invece di giovare, finisce col nuocere grandemente al Partito stesso. - Primo, perchè rende antipatica la dottrina e la tendenza politica che rappresenta. Onde si riduce a parlare sempre ai soli convertiti e non esercita alcuna irradiazione. La sua tiratura è perciò fatalmente stazionaria. - Secondo: perchè invece di correggere la naturale propensione dei partiti a rinchiudersi in dommi, in feticismi, in orizzonti quasi domestici e personali, ne alimenta e spesso ne adula questa trista degenerazione ... « Perchè, finalmente, bisogna dare ragione anche al pubblico, se considera il giornale come un articolo di consumo; onde bisogna saperlo allettare, con la quantità o la qualità delle informazioni, la prontezza, la probità, la varietà e con tutti quegli altri requisiti, che possono rendere un giornale stimato e ricercabile. <e Se c' è Partito il quale dovrebbe raccogliere intorno all' opera sua di critica e di studii, a mezzo d'un giornale ben fatto, simpatie in ogni ceto e in ogni regione d'Italia - questo Partito, è a parer mio, precisamente il repubblicano. Pel suo programm~ di governo a buon mercato e di controllo diretto in tutti gli ordini rappresentativi, giudiziari e amministrativi; di giustizia nei pubblici pesi, di provvide leggi a benefizio dei diseredati, di elevazione delle classi fino a qui più neglette e di sapiente impulso alla produzione nazionale; per la avversione imperterrita a tutti i parassitismi economici e politici, per le sue tradizioni di patriottismo, per la sua esigenza di libertà e di responsabilità per tutti, in alto come in basso, senza privilegi e senza dittature di classi - un organo repubblicano non settario, popolare ma non volgare, vigile, coraggioso, sincero sempre, il quale intenda le esigenze nuove dei tempi e -riesca ad esserne inteso, dovrebbe in capo a pochi anni , riuscire a conquistarsi le condizioni di una esistenza durevole nella sua propria diffusione i>. Questi consigli di Dario Papa l'amico Ghisleri ha fatto proprii ; e noi senza alcuna difficoltà li accettiamo integralmente, perchè abbiamo fatto più che accettarli; li abbiamo messi rigoro5amente in pratica in questa rivista da tredici anni sollevando lo scandalo dei repubblicani analfabeti e dei repubblicani settari. + Nell'altro articolo Arcangelo Ghisleri insiste giustamente nel dichiarare che senza giornale quotidiano oggi non ci può essere partito politico vitale, e che esercita un azione efficace ed è tenuto nel dovuto conto dagli altri partiti. Di accordo. Abbiamo adoperato quasi le sue stesse parole nel raccoman-

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