Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 16 - 31 agosto 1907

RIVISTA. POPOLARE 427 att~nzione la campagna antimilitarista francese colla buona speranza di vederne indebolito l'esercito della repubblica. Ma che importa di ciò ad uno scellerato pazzo come Hervè? Purchè la patria francese venga distrutta, vada pure di nuovo la cavalleria tedesca a calpestare il suolo di Parigi e paghino pure nuovi miliardi i lavoratori francesi alla imperiale Germarna. • E tanto meglio se il suo grido di : Abbasso la repubblica! troverà la sua solenne sanzione pratica nel trionfo di qualche degenerato dipendente delle cadute dinastie ... La Rivista Nota. - A Stuttgart venne votato un lunghissimo ordine del giorno, che volle essere un farraginoso termine medio tra la debolezza della mozione della Senna votata a Naucy e la rigida condanna di Bebel e dei socialisti tedeschi. L'interesse della mozione di Stuttga,·t, votata per acclamazione, nonostante le fiere proteste di Hervè su proposta d1 Vandervelde relatore, sta in questo it1ciso: t< Il Congresso <1 vede nell'organi:na rione democratica di un sistema di mi1< lizie, desti11ate a rimpiaz,rare gli eserciti permanenti, una <( garanzia reale, che renda impossibile le gue: re agg,·essive 1< e che favorisca la scomparsa degli antagonismi na,rionali 11. Ma tutto questo non è che il programma repubblicano democratico, e pare formulato da Carlo Cattaneo. Quasi contemporaneamente si conosceva sull'argomento il pensiero del socialismo inglese. Quelch, direttore della Justice, ad uno dei più convinti marxisti dell'Inghilterra, :olui che per la violenza del suo linguaggio contro i diplomatici dell' Aja venne espulso dalla Germania durante il Congresso di Stuttgart, ha diretta al Times una lettera nella qualc, a proposito del I" antimilitarismo, ricorda: 1° che nel programma del Socia! Democratic party (marxista) è proposta l'abolizione dell'esercito permanente e la costituzione di milizie nazionali ; e che il popolodecida della pace e della guerra; 2° che tutti i socialisti sono antimilitaristi ma non nel senso di Hervè: essi riconoscono la necessità della organizza zione militare per la difesa nazionale e pel mantenimento delle libere istituzioni; essi desiderano che questa organizzazione militare sia quanto più è possìbile democratico ; domandano che tutti i cittadini siano istruiti netl' uso o.elle armi per pntere essere chiamati in caso di bisogno, ma non ammettono il servizio militare com'è attualmente inteso e i soldati professionali, desiderano che ogni cittadino sia soldato e che ogni soldato sia un cittadino; 3° che anche l' Indepe,;dent Labour party, una sezione dal quale su questo punto è opposta all'intero ffil•vimento in ternaziouale socialista, nel recente Congresso di Manchester votò a grande maggioranza :m ordine del giorno in favore della nazione armata. Il Quelch adduce altre manifestazioni della Trades Union in tale senso. La lettera serve a dimostrare che tra i socialisti inglesi, e non tra i soli Unionisti, prevalgono le idee di Cattaneo. LE MALAT1'-IE PROPESSJONALI e l'assicurazioneoperaia Quando si discusse la legge sugli infortuni del lavoro più volte si fece notare la necessità di estendere l'assicurazione obbligatoria alle malattie professionali o quanto meno di assimilare agli infortuni alcune di esse più gravi e pel modo con cui sì manifestano e per le conseguenze loro. In questo senso riferì pure nel 1902 (dìscuteudosi ancora alcune modificazioni da apportarsi a detta legge) l' On. Celli relatore della Commissione che nel dicembre 1901 era stata nominata dall'On. Baccelli allora Ministro d'agricoltura, industria e commercio, per studiare gli elementi statistici e causali delle malattie professionali. Ma per non frapporre ostacoli alla legge sugli infortuni ormai da tempo trascinantesi di sessione in sessione, pur riconoscendosi universalmente la necessità di provvedere alle malattie professionali la Camera decise di rinviare la questione e di promuovere intanto i necessari studi preparatori. Notiamo però che nel frattempo il Tribunale di Napoli ammetteva che tra gli infortuni dovessero pure classificarsi un caso di peste ed un caso di carbonchio contratti sul lavoro. La Commissione intanto continuò i suoi stndi e per raccogli.ere i dati necessari vennero diramate circolari a tutte le autorità sanitarie e mediche competenti e ven11ero formulati questionari per ciascuno dei principali gruppi di industrie che furono ridotti a dodici. Circa i risultati di questa inchiesta tolgo dalla relazione del Comm. Magaldi al primo Congresso Inter nazionale snlle malattie del lavoro quanto segue: « Il 1.111merdoei questionari spediti fo di 21000: ogni questionario risultò composto di due parti, la prima delle quali co~prendente una doppia sorta di domande uniformi per tutti, veniva in certo modo a costituire la parte generale di ogni singolo questionario. La prima serie di tali domande riguarda.va la generalità dell'opificio, cioè: la sua denominazione, I' oggetto dell'indmJtna, il nome della ditta e le condizioni igieniche dell'opificio stP.sso dal punto di vista dell'ubicazione, del clima, dell' acqua pota bi le, della fognatura ecc. Le domande invece della seconda serie riguardavano essenzialmente il personale occupato, richiedendo esse il numero degli operai, il numero delle ore di lavoro, tanto diurno che nottt;rno, le mercedi, il numero e la dnrata delle interruzioni del lavoro ecc. Tale parte generale si chiudeva poi con una nota colla quale si chiedevano informazioni intorno al tenore generale di vita degli operai fuori dell'opificio, specialmente iu riguardo ai diversi fattori che possono influire sulla loro salute e cioè circa le abitazioni , il vestiario, la pulizia in generale ecc. Alla parte generale del questionario faceva poi se• guito una specia.le comprendente una serie di domande non piu uniformi ma distinte per ogni genere di industria circa le malattie che gli operai contraggono a causa dei diflerent,i lavori che compiono >. Ma ai 21000 questionari solo 6500 risposero e mentre sono dettagliati nella parte ge11erale riferentesi alle condizioni igieniche degli stabilimenti e rivelano tanto le immancabili deficienze quanto i lodevoli progressi compiuti nell'igiene in molte industrie per iniziativa spontanea degli industriali; nella parte speciale riferentesi cioè alla morbilità e mortalità specifica dei lavoratori, essi sono insu:fficientissimi. Infatti tali risposte mancano affatto in molti dei 6500 questionari e quelle pochissime fornite sono espresse sotto forma di notizie generiche e negative o ~ttenuate da molte restrizioni e talora e si è potuto anche notare che parecchi stabilimenti analoghi si erano messi d'accordo pee rispondere con una formula unica evasiva o sibillina mentre si trattava appunto di indu.strie che sono ritenute fra le più pericolose per -la salute dei lavoratori >.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==