Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 16 - 31 agosto 1907

426 RIVISTA POPOLARE sanno quali benefizi ne abbiano tratto i lavoratori cmes1 ( 1). + Il Congresso internazionale di Stuttgart ha avuto una specie di prova generale in quello nazionale francese di Nancy; ne~ quale fu condannato l'herveismo, ma colle circostanze attenuanti, che non trovò a Stuttgart. Gli argomenti adoperati nell'un~ e nell'altro Congresso contro l'ultimo travestimento dell' anarchismo, su per giù sono gli stessi. Che esso rappresenti, in ciò che ha d; speciale, un ritorno al metodo ed al pensiero anarchico, lo ha riconosciuto esplicitamente Enrico Ferri (Avanti del 20 Agosto); il quale per quanto non sia affatto un rivoluzionario, come abbiamo qui sempre sostenuto e come oggi riconoscono coloro che in altri tempi ci contraddicevano ( Calcante, cioè Arturo Labriola nel Pungolo di Napoli), pure rimane uno dei socialisti più avanzati. (2) Bebel e Jaurès insistettero sulla utilità della esistenza delle patrie , come mezzi meglio adatti per la evoluzione sociale e per la emancipa7ione dei lavoratori; Jaurès e Bebel affermarono che le nazioni rappresentano un prodotto storico, che ha la suà ragione di essere e che va rispettato. Ma l'uno e l'altro rispecchiarono l' influenza dell'ambiente rispettivo della nazione francese e della nazione tedesca. In Francia la libertà illimitata della repubblica - libertà che non trova altro ostacolo se non quello posto dalla legge - ha perme·sso da molti anni la propaganda contro il militarismo; ci sono quindi delle forze herveiste alquanto numerose colle quali si devono fare i conti specialmente in tempo di elezioni. Perciò al Congresso di Nancy la mozione della Yonne, che incarnava il pensiero di Hervè trovò in Jaurès, Guesde, Vaillant, Renaudel e in parecchi altri , degli oratori che la combatterono energicamente; ma la vittoria fu ottenuta dalla mozione della Senna _eh'era stata già votata nel precedente congresso di Limoges. Ora la mozione vittoriosa non implica una condanna esplicita dello herveismo, per evitare la rottura aperta col medesimo. Che sia essa una mezza misura lo confessano i socialisti italiani; e lo riconoscono quelli francesi non unificati, che non sottostanno, perciò, alla disciplina di partito. Dell'equivoco e della indecisione che si annidano nella mozione della Senna si avvalsero subito gli avversari del socialismo - Temps, Journal des Debats, ecc. - che lo accusano di far causa comune coll' herveismo. Laonde con ragione. La Petite Republique ( 16 agosto) ha affermato : 1( Lo dicemmo l'al- « tro giorno, e non è superfluo il ripeterlo oggi, i I Congresso tt di Nancy a cuor h:ggero ha singolarmente facilitato in que- « sta circostanza l'opera di denigrazione degli avversari del 1t socialismo e della democrazia. « Un partito che si cura innanzi tutto della propaga:1da « delle idee non poteva, in verità, commettere errore più ma- « domale. 11 Si dimenticherà presto l'eloquente discorso di Iaurès e la « coraggiosa confuta di Guesdè , per non ricordarsi che del ti fatto brutale : Hervè - apostolo della diserzione di fronte al 1( nemico - rimane nel partito e nel partito socialista si fanno (1) Fra breve pubblicheremo nn articolo sulla dottrina politico-sociale di Tolstoi. (2) Enrico Ferri in un articolo a congresso finito - li Con gresso integralista nell'Avanti del 28 agosto - dichiara che il riformismo ha in sè la verità incancellabile che il mondo sociale non si può cambiare di un colpo, catastroficamente, ma deve modificarsi gradualmente... E allora che cosa rimane dal su<• rivoluzionarismo verbale e del famoso apologo della illuminazione a luce elettrica, che si può sostituire immediatamente al lume ad olio ? « i conti con lui. Da questo a tentare di persuadere gli spi 1t riti semplicisti che tutti i socialisti dividono le opinioni di tl Hervè, non c'è che un passo e la reazione, siatene sicuri, tt lo farà n, Il regime imperiale tedesco non ha consentito una propaganda antimilitarista energica; i pochi h~rveisti che militano nel socialismo teutonico, perciò, non rappresentano che casi isolati. D' onde il vigore e la nettezza di Bebel - il Kaiser, l' imperatore, socialista, come lo chiamano i sindacalisti italiani - contro Hervè. Il quale si è difeso vigorosamente e non senza tratti di felice ironia contro il capo del socialismo tedesco. Il socialismo italiano si trova su per giù nelle condizioni del socialismo francese; perciò sebbene i suoi capi non abbiano alcuna simpatia per l'herveismo, pure hanno dichiarato di non essere tanto rigidi nelle c<;rndanne quanto vorrebbe esserlo Bebel e propugnarono una formula intermedia - mezzo termine, oh l'opportunismo 1- Il socialismo italiano del resto, almeno per quanto riguarda Ferri, che rispecchia il pensiero e la condotta della massa socialista più numerosa, - della sua desolante contraddizione rispetto all'antimilitarismo hervista ha dato prove numerose e luminose dando un colpo al cerchio ed uno alla botte, condannandolo nel Congresso di Bologna e sostenendolo, per quanto timidamente, nelle colonne dell'Avanti; respingendo la solidarietà aptrta col medesimo e scomunicando in pari tempo il povero Vittorio Piva, che nel suo Avanti della Domenica rappresentava nettamente il socialismo antiherveista (1). Se l'attitudine dei socialisti francesi, tedeschi e italiani rispecchia le condizioni dell'ambiente delle rispettive nazioni , essa alla sua volta - come in tutti i fenomeni sociali - reagisce su quelle stesse condizioni, che primitivamente l'hanno determinata e la rinvigoriscono. Egli è così che la intransigenza del socialismo tedesco verso l' herveismo mantiene immune la Germania dalle manifestazioni dell'antimilitarismo nelle fila dell' esercito. Invece l' inJecisione e le contraddizioni del socialismo italiano e francese fanno si che tra noi le reclute, almeno poche ore prima della loro incorporazione nei reggimenti, hanno dato prove relativamente frequenti del loro spirito herveista e in Francia coll' ammutinamento del 17° reggimento fanteria nella repressione dei pazzeschi movimenti del mezzogiorno vinicolo hanno rivelato che la teoria herveista si 'a vvicina a grandi passi alla pratica. + Noi in queste brevi considerazioni sulla quistione herveista discussa nel Congresso di Stuttgart non abbiamo inteso di farne intera la critica. Non vogliamo, però , porre termine alle medesime senza rilevare un errore che commettono alcuni sindacalisti italiani: essi affermano che l' herveismo incarna più schiettamente il pensiero marxista. Nulla di più erroneo. L' herveismo, comme venne rilevato, è il ritorno puro e semplice all' anarchismo ; ora basta ricordare il dissidio profondo tra Marx e Bakounine e la scissione della internazionale in seguito a tale dissidio per convincersi che il marxismo - almeno quello di Marx l - nulla ha di comune coll' herveismo. Contro l' herveismo la constatazione più schiacciante venne fatta da Bebel. Egli osservò che nelle ~lte sfere militari della Germania si segue con viva ( 1) Vittorio Piva è morto nel vigore degli anni in Roma il 10 agosto. Era buono, colto, coraggioso e la sua perdita lascia un vuoto nel giornalismo e nella fila della democrazia ita-, liana. Alla dc:solata famiglia vadano le sincere condoglianze della « Rivista » e quelle personali del Dire!tore.

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