Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 16 - 31 agosto 1907

RIVISTA POPOLARE 425 L'antimilitarismo ~erv~aisStatutt~art Il settimo congresso socialista internazionale si è tenuto a Stuttgart con grande solennità. L'importanza sua intrinseca deriva dagli argomenti all'ordine del giorno, dal numero dei convenuti e dalla loro qualità. Passiamo sopra alle persone, constatando, come un indice della forza del partito, che i sindacalisti italiani non potendo farvi intervenire i loro migliori, Labriola e Leone, si fecero rappresentare da due tedeschi, Weiss e Michels; ed occupiamoci delle questioni in discussione. Importantissime e che saranno lungamente di attualità quella sull' herveismo e l'altra sui rapporti tra socialismo e sindacalismo. Dalla seconda avremo agio ad intrattenerci altra vo'ta; preme la prima. L'abbiamo denominata: questione dell' herveismo e non dell'antimilitarismo per non ingenerare equivoci e per distinguere cose sostanzialmente diverse. Anche noi siamo antimilitaristi, ma rifuggiamo dall' herveismo. Il militarismo che noi combattiamo ha questi caratteri : 1 ° rappresenta una casta ed una organizzazione, i cui capi si sovrapposero sempre al potere civile ed alla volontà nazionale, riuscendo ad un potere dispotico personale; 2° non tiene conto delle condizioni economiche di un paese, si sviluppa e si mantiene sul suo corpo parassitariamente; 3° riesce colla sua educazione di caserma, al pervertimento intellettuale e morale di coloro che la subiscono; 4° rappresenta un organo che cerca istintivamente di esercitare la propria funzione, la guerra contro tutto e contro tutti , senza preoccupazione alcuna della giustizia o della iniquità della causa, che la determina. L' esercizio di questa funzione fa sviluppaie sempre di più l'organo, il cui parassitismo economicamente diviene ognora più esiziale, alla società umana. Il nostro antimilitarisimo, che non è di nostra invenzione, ma che deriva direttamente dalla dottrina spenceriana, però, vuol provvedere alla difesa della patria, della nazione, in attesa del giorno - ahimè quanto lontano I - in cui non ci sarà più da temere di un'aggressione straniera, perchè tutte le nazioni saranno nelle condizioni identiche di sviluppo e di avversione al militarismo. A questa difesa necessaria nel regime antimilitarista nostro si dovrebbe provvedere con un sistema in cui verrebbero eliminati tutti i pericoli e tutti i danni del militarismo attuale. Il sistema nostro non è un desideratum ipotetico, utopistico; ma è una realtà incarnata nella organizzazione della difesa nazionale della Svizzera e venne sessant'anni or sono riassunto nella formula semplice e meravigliosamente espressiva di Carlo Cattaneo, che abbiamo tante volte rievocata: tutti militi, nessuno soldato. .1....'antimilitarismo herveista combatte il militarismo per le stesse ragioni economiche , politiche morali nostre; ma va più in là, perchè non tiene alcun conto della nazione, della patria. Si direbbe che esso guarda di buon occhio al militarismo ... degli altri per l'odio che nutre contro la patria, contro· la nazione, nella quale scorge la sintesi della or-,· ganizzazione economica presente a benefìzio della\ classe capitalista. Per colpire il capitalismo, quindi l' herveismo nega la patria, nega la nazione, di cui non consiglia la difesa, ma che vorrebbe abbandonata al nemico. Hervé, perciò con una logica spietata ai lavoratori chiamati sotto le armi nel caso in cui si trovassero di fronte al nemico, che invade il suolo della patria consiglia di adoperare le armi contro i propri ufficiali e non contro i soldati stranieri. Il suo pensiero oggi ha sintetizzato, per riuscire intelligibile e senza dar luogo ad equivoci, in queste frasi caratteristiche: Abbasso la repubblica! Viva il Marocco! La bandiera di Wagram sia gettata nel letamaio ! + Anche nel nostro antimilitarismo potrebbe trovar posto il grido di Viva il Marocco! come espressione della protesta contro una politica ingiusta ed aggressiva, che mira a soggiogare e sfruttare i popoli in condizioni di coltura diversa dalle nostre col pretesto di incivilirli. Il disprezzo verso la bandiera di W agram potrebbe rappresentare il nobile desiderio di non rievocare il ricordo di glorie militari, che alimentano lo chauvenisme in casa propria e provocano la reazione presso i popoli, che da quel ricordo vengono umiliati e che l' umiliazione subìta vogliono cancellare colla rivincita perpetuando le guerre e ipertrofizzando il mili tari smo. I Francesi vendicarono Rosbach con lena e i Prussiani cancellarono il ricordo di lena con Sedan. I comunardi del 1871 a Parigi animati da siffatto elevato sentimento antichauvinistico fecero saltare in aria la Colonna Véndome, che ricordava le glorie militari della Francia e l'umiliazione delle altre nazioni. Per noi, Jaurès che nel congresso di Nancy, investì tanto fieramente l' Hervè, non seppe distinguere ciò che di buono e di bello ci può essere nel desiderio di vedere la bandiera di Wagram nel letamaio e che ebbe pat,1ra,. per ragioni elettorali probabilmente, ·come gli rinfacciò il suo avversario, di ferire lo chauvinisme francese. Ma nulla può giustificare lo scellerato consiglio di Hervè di tirare c0ntro i propri concittadini e di lasciare libero il passo al nemico invasore. Questa -tattica fratricida si potrebbe intendere nella ipotesi che i sold iti dell'esercito nemico la seguirebbero del pari. Questa ipotesi suppone un uguale grado di evoluzione morale, politica e intellettuale tra tutti i popoli almeno di Europa. Se uno solo di essi è alquanto più arretrato e più militarista del vicino che fosse aggredito, la sua conquista sarebbe molto più facile. Colla conquista fallirebbe completamente l' ideale herveista, poichè all'oppressione economica e politica del capitalismo indigeno si sostituirebbe e probabilmente si addizionerebbe quella più pesante del capitalismo straniero. L'odio contro il capitalismo nazionale, che indurrebbe a non difendere la patria, in ogni modo, si potrebbe esplicare in un modo meno selvaggio di quello consigliato da Hervè mettendo in pratica la Tolstoiana teoria della non resistenza. gjLa disuguaglianza nel grado di evoluzione, nel campo della possibilità contemporanea, si può scorgere cti leggieri con tutte le sue conseguenze disastrose guardando alla ipotesi di un aggressione della Germania contro la Francia, di un aggressione della Russia contro la Germania, di una terza dell' Austria-Ungheria contro l'Italia. Certamente la nazione praticamente herveista sarebbe battuta da quella ,.che lo fosse meno ; e la nazione battuta con -_molta probabilità si terrebbe sul collo il capitalismo nazionale e pagherebbe le spese a quello straniero. 11 tolstoismo, più umano ma che riuscirebbe alla stesse conseguenze dell' Herveismo, è stato mess~ in pratica da secoli inconsciamente in Cina, e tutti

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