444 RIVISTA POPOLARE secondarie conservino anche immutato il vecchio tipo , non più rispondente ai bisogni dell' età presente. I giovani di intelletto vivace, di parola facile , di ingegno pronto, faranno bene a dedicarsi alla Facoltà di leggi ; ma gli altri - tranne che abbiano in vista le carriere più modeste, e oramai anche sfruttate, deJ procuratore o del notaio-sbagliano nel seguire una via cosi aflollata e così piena di spostati. I laureati in legge, che invano cercano impiego o collocamento, si contano già a migliaia in Italia, ed è un errore accrescere il numero loro, sopratutto nell' Itaiia meridionale. Consiglio perciò i· giovani licenziati usciti dalle scuole secondarie dovrebbero iscriversi alle Scuole Superiori di commercio di Bari, Genova e Venezia, alla Università commer- . ciale Bocconi di Milano od alla Scuola di scienza sociale di Firenze. Il grande avvenire, il campo quasi illimitato del lavoro umano risiede nelle applicazioni industriali e commerciali e si è perciò che si deve rivolgere di preferenza la maggioranza dei nostri giovani , ascrivendosi alle Scuole di commercio ed alle Facoltà di matematica e di ingegneria. Ma anche su tal via fa d' uopo che escano dalla angusta mentalità del passata, che rompono i confini ristretti di regioni e di Stati e che si educh~no alle battaglie della vita nel grande campo dell'azione mondiale. In Germania gli studenti sono di una mobilità notevole. Nel s~mestre d'inverno frequentano le Università delle grandi citta; in estate dànno la preferenza alle piccole cittadine ombreggiate, dove la natura è ridente e la vita gaia. Spesso accorrono in Università diverse per udirvi professori insigni nelle materie che coltivano di preferenza. È molto facile trovare a frotte gli studenti del nord nelle ·Università del sud e viceversa. Allorchè la Germaaia istituì a Strasburgo una nuova Università tedesca, vi accorsero, da tutte le provincie , giovani animati da un. sentimento di patriottico pangermanesimo. Un sistema simile darebbe alla nostra gioventù una visione assai più larga e più utile della patria e della vita ed aiuterebbe non poche provincie d'Italia a camminare sulla via del progresso e della ricchezza. A me fa pena il pensare che tanta parte della gioventù italiana trascorra un così lungo periodo annuale in modo ben poco utile alla carriera ed alla vita pratica , che ben tosto dovrà intraprendere. Alcuni , anche in vacanza , studiano ed acquistano cognizioni più o meno utili; la maggioranza dei giova11i vi rimane in ozio e spesso vi contrae abitudini viziose. Un po' di svago in vacanza ed in gioventù, è più che necessario; ma duole di vedere così ;;ciupati tanti mesi dell'anno, che sarebbero oltremodo utili alla gioventù itafiana per completare l' educazione deficiente deile scuole secondarie e delle Università. La maggiore debolezza dell'istruzione specialmente classica, in Italia e della istruzione universitaria , è lo scarso insegna· mento delle lingue estere, specialmente del tedesco e dell'inglese. L'ignoranza delle lingue moderne in tanta parte delle classi istruite d' Italia crea per noi una specie di isolamento intellettuale ed economico altamente nocivo al progresso scientifico del paese. A questa deficienza di istruzione e di cultura deve assolutamente sottrarsi la nuova generazione. Si è perciò che con - siglio caldamente ai genitori italiani di profittare degli anni in cui i loro figli sono alle scuole secondarie ed alle università per dare ad essi un insegnamento serio e proficuo delle lingue estere. Le vacanze estive offrono a tale riguardo la maggiore opportunità. · Tra i giovani poi ci sono i volenterosi e gl'ignavi. Non occupiamoci degli ultimi; ma dei primi che si possono suddi videre in due classi : i poveri e gli agiati. I poveri non si devono scoraggiare : con poche lire si possono comprare libri nei quali si possono imparare le lingue ; un pò di pratica riusciranno sempre a farla, agli agiati i loro parenti non dovrebbero esitare un istante a collocarli in estate, nel periodo delle vacanze, presso qualche buona famiglia od in qualche buono istituto rinomato della Svizzera, della Germania o dell'Inghilterra. Un viaggio all'estero in gioventù, costituisce uno dei piaceri più belli della vita, e mentre imprime nelle menti, ancora tenere, delle impressioni gradite ed incan cellabili , apre loro più vasti orizzonti di osservazioni e di esperienze pratiche, e le arricchisce di cognizioni che solo si imparano nel grande libro del mondo. Per lunghi anni l'Italia è rimasta addietro nella corsa mondiale del progresso ; così ci siamo trovati poveri ed ignoranti in mezzo ai popoli d' Europa, più di noi progrediti. Ora cominciamo a ridestarci. Un alito di progresso spira in tutto il paese: v' ha progresso nell' industria, nel lavoro, nella con• quista della ricchezza e del sapere. Tutto ciò è bello, è confortant ; ma ricordiamo· che siamo soltanto al principio e dobbiamo lottare con dei paesi , che sono più avanti di noi e che non paiono punto disposti a rallentare il passo per farci piacere. Più si allarga il campo delle concorrenze mondiali, dall'Europa agli Stati Uniti ed al Giappone, più dobbiamo preparare le giovani generazioni alle nuove condizioni della vita econo • mica delle nazioni. I Giapponesi, prima di vincere la Russia sui campi di battaglia, inviarono a frotte i loro figli, e persino le loro signorine, a compiere la propria educazione nei collegi dell' In ghi Iterra e degli Stati Uniti. Due uomini che nel campo pratico della vita raggiunsero i più grandi successi - Sir Cecil Rhodes e Carnegie - quando pensarono al modo migliore di disporre delle loro immense sostanze, istituirono un largo numero di borse di studio all' estero per alunni dei loro paesi. Nella pratica della vita, essi avevano appreso quanto ciò fosse utile e su questa via cercarono indirizzare i giovani, persuasi che in tal modo promuovevano la loro carriera ed il pro - gresso della patria. Un tale insegnamento non può andar perduto per l' Italia. Siamo un popolo nuovo che deve ancora conquistare il suo posto nel mondo: Prepariamo energicamente i nostri figli alle future battaglie della vita internazionale , e I' intera nazione salirà con essi sulla via del progresso e della ricchezza. (Nuova Antologia. 16 Agosto). ♦ I viaggi nei tempi passati. - Il grande desiderio di viaggiare che caratterizza i tempi presenti non ha preso l'uomo che molto recentemente , anche tra i tedeschi che pure sono tra i popoli più vagabondi. Quando nel XVI{ secolo una manìa per i viaggi, analoga a quella d' adesso, invase per un momento l'Europa e spinse ogni cavaliere che si rispettava a fare il suo giro dell'Olanda, dell'Inghilterra e dell'Italia, si diffuse così rapidamente un movimento di protesta tra le persone c6lte che la cosa presto passò di moda. Un po' furono delle considerazioni morali e sociali che persuasero la gente a tornare alla bell' abitudine di stare a casa, ma sopratutto furono seuza dubbio le difficoltà che rendevano ogni viaggio molto spiacevole. · Prima fra tutte, la difficoltà degli alberghi. Le lagnanze contro gli alberghi sono vecchie come il mondo e durano ancora adesso ; ma ciò che doveva tollt:rare un viaggiatore dei secoli passati negli alberghi è quasi incredibile. Già Tucidide descrive un albergo come una miserabile stamberga con molte camerette, dove ((i disgraziati che non hanno conoscenti in città debbono adattarsi ad alloggiare ». Plutarco chiama un albergo : un ca merone per gli uomini, una stalla per gli animali e una tettoia per i veicoli. Platone dice degli albergatori che non sono altro che ladri svergognati , che con audacia e disprezzo trattano
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