Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 16 - 31 agosto 1907

442 RIVlSTA POPOLARE come figli adottivi, un legame molto forte d'affezione qualche volta si stabilisce tra padrone ed apprendista. Esempì di straordinaria devozione ai padroni, o ai membri della sua famiglia, spesso sono riportati. Qualche volta il mercante fallito si ristabilisce in affari per mezzo dei suoi antichi impiegati. Qualche volta, invece, l' affezione d'un detchi può mostrarsi in estremi bizzarri. Nell' ultimo anno vi fu un curioso caso. L'unico figlio d'un mercanteun fanciullo di dodici anni - morì di colera durante l'epidemia. Un detchi di quattordici, che era stato molto affezionato al fanciullo morto, si suicidò poco dopo il funerale buttandosi sotto un treno. Egli lasciò una lettera , di cui la seguente é una traduzioue tollerabilmente fedele, - essendo i cognomi degli interessati assenti nell'originale. « Da molto lungo tempo, augusto aiuto ricevuto:- anche onorevole grazia , non esprimibile in parole. Ora andando a morire, infedele all'eccesso;- ma in un altro stato rinascendo , onorevole grazia ripagherò. Spirito ansioso solamente in pena della piccola sorella O-Noto;- con umile saluto, perchè ella sia onorevolmente assistita, supplico. cc Ali' augusto signor padrone, cc Da MANOYosHIMATsu » IV. Non è vero che l'antico Giappone rapidamente scompaia. Non potrà scomparire che tra almeno un altro centinaio d'anni: forse mai scomparirà completamente. Molte curiose e bellissime cose sono svanite; ma il vecchio Giappone sopravvive nel- , l'arte, nella fede, negli usi e nei costumi, nei cuori e nelle case del popolo : può esser trovato da per tutto da quelli che sanno cercarlo,- ed in nessun luogo è più facilmente che in questa grande città di costruzioni di navi, d'orologi, di birra e di filatura. Confesso che andai ad Osaka principalmente per vedere i tempì, specialmente il famoso Tennoji. Tennoji o, più correttamente, Shittennoji, il Tempio dei Quattro Re Deva, ( r) è uno dei più antichi tempii buddhisti del Giappone. Fu fondato al principio nel settimo secolo da Umayado-no-Oji, ora chiamato Sh6toku Taishi , figlio dell' imperatore Yòmey, e principe reggente sotto l' imperatrice Suiko (572-621 d. C.). Egli è stato ben chiamato il Costantino del buddhismo giapponese; perchè egli decise il futuro del buddhismo nell'impero, prima con una grande battaglia sotto il regna di suo padre, Y6mei-Tenn6, e dopo con ordinanze legali e col patronato dell' insegnamento buddhista. Il precedente imperatore , Bitatsu Tenno, aveva permesso la predicazione del buddhismo da monaci koreani, ed aveva costruito due tempii. Ma sotto il regno di Yomei, un Mononobé no Moriya , un potente nobile, e fiero oppositore della religione straniera, si ribellò contro tale tolleranza, bruciò i tempii , esiliò i monaci ed offrì battaglia alle forze imperiali. Queste , dice la tradizione, erano per essere respinte, quando il figlio dell'imperatore - di soli sedici anni - fece voto di costruire un tempio ai Quattro Re Deva se fosse stato vittorioso. Immediatamente al suo lato nella mischia torreggiò una colossale figura al cui aspetto le forze di Moriya battute fuggirono. La rotta dei nemici del buddhismo fu completa e terribile ; ed ( 1) Essi difendono le quattro parti del mondo. I loro nomi in giapponese sono: jìkoku, Komoku, Zocho, Bishamon (o Tamon). In sanscrito: Dhritarashtra, Virupaksha, Virud haka, e Vaisravana, - il Kuvera del Brahmanismo. il giovane principe , appresso chiamato Sh6toku Taishi, mantenne il voto. Il tempio di Tennoji fu costruito, e la ricchezza del ribelle Moriya devoluta al suo mantenimento. (continua) Gruuo DE GEORGIO A i nostri abbonati che non fanno la colle,rione della Rivista e che vogliono mandarci il N. 7 del!' anno IX, il N. 15 dell'anno X ed il Num. 1 di quest'anno daremo in cambio un libro del valore di cent. 50 da scegliersi nello elenco dei libri che diamo in premio a chi procura abbonati. ~IVIST A DELLE ~IVISTE Remy de Gourmont: Il nuovo sillabo. - Il Papa ha promulgato un nuovo sillabo. E' un idea eccellente. Questo documento sarà apprezzato dagli spiriti liberi, che non comprendono perchè si debba ammettere il miracolo ,.!ella risurrezione di Gesù di Nazareth, ammesso dai teologi più ragionatori, e non quello di Giosuè, che ferma il sole. E' ciò che il Papa fa ossersavare ai protestanti traviati nella sua Chiesa. Bisogna credere tutto o nitmte. La posizione di Lutero è la più assurda del mondo e quella dell'abate Loisy non è guari migliore. Perchè nell'ammasso di follie che costituisce il dogma cristiano fare una scelta? Ammettete l'incarnazione e disputate sui sette giorni della creazione del mondo? Credete ad un Dio che ha un figlio e negate le sette piaghe ddl'Egitto? Voi accettate quando vi si dice che il bianco è nero e vi ribellate quando vi si afferma che il rosso è bleu? Il Papa risponde a queste contraddizioni con una perfetta lezione di logica; nello stesso tempo distrugge per sempre la professione di cattolico liberale, quella di esegeta ortodosso e quella ancora di conciliatore patentato tra la religione o la scienza. E' alle due ultime professioni che si è attaccato il Papa di oggi; i cattolici liberali erano stati stremati dal Papa di ieri. E' Dio stesso che c'insegna le cose più antiscientifiche, afferma il Papa; e chi meglio del Papa è al corrente delle intenzioni divine? Pio X ci afferma dal pari che Dio è il vero autore della Bibbia. E' dunque un fatto incontestabile: Dio è uno dei migliori poeti e la sua opera va alla pari coi Vedase coll'Iliade. I primi libri della Genesi sono qualche cosa come le memorie di Dio. Come Cesare, Dio parla di sè in terza persone; ma nessuno si è ma, ingannato sul loro valore. Non c'è che Dio, che poteva pernu:ttersi nei suoi Commentari, tante divine contraddizioni. Un autore umano avrebbe messo un poco di ordine in questi racconti confusi che ricominciano di continuo e non finiscono mai. Egli avrebbe unificato il nome del suo eroe, mentre Dio colla disinvoltura di chi si sente al disopra di tutte le leggi, di capitolo in capitolo, si dà dei nomi differenti: quì è lohova, là è Elohim. Ora si dà come un Dio unico, tal altra confessa che vi sono molti Dei, ch'egli rappresenta Ah! Signore è un libro ben curioso la vostra Bibbia e voi in essa vi ridete di noi un poco crudelmente! E poi, veramente, questo codice della morale divina ferisce il pudore umano. Tra i popoli civili non si usa che un uomo parli in termini precisi degli organi sessuali della donna amate. Si dice generalmente: • Il tuo cuore! Dammi il tuo cuore I >l Ed essa ricponde: (l I/ mio cuore, la mia anima sono tuoi I 11 Ciò basta e si comprende benissimo, che nell' operazione che segue, non si tratta più nè di cuore, nè di anima, nè di alcun altra metafora. Signore, io non posso trascrivere qui, la parola, di cui vi servite nel vostro voluttuoso Cantico dei Cantici per esaltare la beltà segrete della vostra sposa favorita. San Girolamo

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