RIVISTA POPOLARE 437 zione odierna. - Generalmente le organizzazioni pro orfani hanno anzitutto fondato un convitto unico, posto, per comodità, nel centro d'Italia. Dalla sola ubicazione dello stabilimento derivano rilevanti mali. I giovani del nord e del sud devono superare enormi distanze per visitare le proprie famiglie; molte di queste preferiscono avere un magro sussidio, coercendo magari le aspirazioni dell'orfano, per tenerselo più vicino; altre, per lo _stesso motivo, invocano e ottengono borse di studio e affidano l'orfano a preti o speculatori. Inoltre quei convitti, che talvolta non racchiudono una cinquantina di alunni, assorbono una buona metà dei mezzi disponibili per spese dl manutenzione, di locali, di suppellettili, di personale ecc. Sperpero umiliante quando si pensi che negli annuali concorsi ai posti vacanti, centinaia di infelici si contendono le otto o dieci piazze libere. Circa l'ordinamento interno riporto qui quanto ebbi a scrivere altra volta: Il principale difetto è il fabbricato, unico per tutti gli alunni, e che ostacola in tutti i modi lo svolgimento d'un piano qualsiasi di sana educazione civile. Vi si accolgono giovani dai sei ai venti anni e si sottopongono tutti alle medesime disposizioni; si obbliga il bambino delle elementari a star curvato ogni giorno sul proprio banco quattro o cinque ore, oltre quelle della scuola, come i grandi: e se questo bambino, che ha solo bisogno di moto e di pane, dà segni di vita, alza la testa, parla al compagno, si priva anche della ricreazione. Ciò è enorme, ma reale e regolamentare. Nessuna diversità di trattamento far piccini e grandi, perchè ciò creerebbe delle esigenze negli altri l Per costringere ad una vita così innaturale e irrazionale si fa sfoggio di autorità e di disciplina militare, si basa il proprio valore sulla paura che si incute ai soggetti. Così, con la coercizione della vivacità naturale e dei caratteri, si fomentano i vizi sensuali e l'ipocrisia; vizi incarnati nella vita dei convitti e che nessuna buona volontà potrà svellere senza mutarvi gli ordinamenti e, prima di tutto, il fabbricato. La riforma propugnata con maggior calore in questi ultimi anni, e quella che nella sua semplicità par destinata a riparare sì gravi mali, è indubbiamente la divisione degli alunni in tre gruppi o sezioni: piccoli, mezzani e grandi, ciascuna con regolamento proprio e con indirizzo adatto alle età. Ma per poterla attuare con efficacia negli attuali convitti unici, sarebbero necessarii altrettanti felic.i atrentati anarchici quanti sono i convitti da riformare per distruggerli completamente e togliere a qualche pseudo-educatore la possibilità di tentare di correggerlì nelle costruzioni con inutili spese. Le sezioni dovrebbero costituire altrettanti convitti veri e proprii, ben distinti e del tutto indipendenti gli uni dagli altri, nonchè ad una certa distanza per la libertà dei movimenti. Per conciliare poi questo bisogno del1'educazione coi mezzi finanziarì, occorre ancora di avere almeno trecento giovani ; ciò che oggi non abbiamo in nessun luogo. Altro inconveniente delle odierne istituzioni pro orfani sta nel fatto che il contributo governativo, dato come privilegio esclusivo delle grandi classi organizzate, e in misura del tutto arbitraria e disuguale. assume l'aspetto di ingiustizia. Invero il denaro dello Stato dovrebbe tornare ai contribuenti con vantaggi generali, o andare a profitto dei meno abbienti per un doveroso equilibrio sociale. Nel nostro caso, lo Stato ha l'obbligo sacro di soccorrere i figli degli umili e benemeriti suoi collaboratori contro l'ignoranza, l'analfabetismo,le malattie, contro i nemici esterni ed interni della patria, ecc.; ma aiutando questi contrae l'obbligo imprescindibile di fare altrettanto per tutti gli altri non meno benemeriti, nè meno sventurati. Per cui le somme relative dovrebbero andare a beneficio di tutte le classi che vogliono usufruirne; anzi, servire d'incitamento alla L1manitaria organizzazione. Ma perchè il contributo governativo possa spandersi sul campo riarso dalla sventura, aumentando man mano col crescere della ricchezza sino al completo dissettamento, è necessario che quelle istituzioni non siano più opere private di gruppi egoistici, sibbene emanazione unica della famiglia italiana. Istituzione unica ehe tenda le sue poderose braccia a quanti, vesti ti ael camiciotto, della toga, della smagliante divisa militare o di una giubba qualsiasi, ricorrano a lei in nome dei poveri figli del dolore. ♦ Enumerando i principali mali, gravissimi, del sistema attuale, cioè sperpero di denari in tanto bisogno di aiuti, dis~a~~o i~umano e .dis_astr_o~o dalle famiglie, imposs1b1hta d1 educare, rngmst1zia nei contributi dello Stato, ho Gnito coll'additarne il rimedio: unione. E' il solito elementare aforisma, mai smentito dalla storia ; ma è necessario eh' io non sia frainteso e mi spiego. Qualche anno addietro un giornale scolastico della capitale portava la no_tizi~ che fosse ~ntenzi?ne d~l Governo di porre tutti gh orfanotrof 1 sparsi per 11 Regno sotto un' unic.a direzione, r~ccogliend? . il personale in uno speciale ruolo orgamco. La notizia, per guanto infondata, rispecchiava il bisogno di una cooperazione più diretta, più intensa, più intelligente e più amorosa da parte dello Stato nell'edu: eazione degli orfani. Ma tale raggruppamento d1 istituti, se tende a rafforzare l'opera educatrice esistente non risolve la questione, nè aumenta la forza pr~duttrice di quegli stabilimenti. pifatti ciascuno di essi continuerebbe a prosegu1re Ja sua via isolata coi mezzi e colle vedute proprie, indipendentemente dagli altri; le varie forze lungo il cammino perderebbero gran parte_ de_lla lor<? potenzialità, incorrendo in tutti i d1fett1 matenah e morali suddescritti dei convitti unici. Non è dunque il rago-rùppamento burocratico del personale che può nZettere le istituzioni degli orfani poveri su basi più naturali e più efGcaci, bensì la fusione degli orfani stessi. Io penso pe:c~ò che ciascuna società, pur conservando e ammm1stran10 separatamente il proprio capitale, pur contmuando a provvedere ai proprii orfani in quelle f<:>rme che esse credono più conveniente. (~erchè l' rnteres~a~ mento diretto, il vedere ogm giorno le n.ecess1~a urgenti e la soddisfazione del provvedervi costituiscono una molla potente per lavorare ad accrescere le forze), debbbano fondere gli alunni che esse destinano ai convitti, versando nella cassa dell'ente federale una quota annua per ciascun orfano. I vantaggi sarebbero rilevantissimi. - Anzitut~o nell'unione si realizzerebbe una grande economia di forze in modo che ogni società potrebbe soddisfare più largamente ai pro~rii bisogni_; - l'Istituzione federale diventando d1retta funzione riparatrice dello Stat~ con vaste proporzioni, aumentando ogni giorno la propria forza per l'incremen~o che vi porterebbero le classi nel loro naturale sv1_luppo, raccogliendo offerte, elevando gradatamente _11co_ntributo dello Stato col crescere della pubblica ncchezza e col nuovo necessario indirizzo nelle pubbliche amministrazioni, e dimi.·iuendo di conseguenza la retta individuale da pagarsi per o_gni orfano? offrirebbe presto ad ogni sventurato 11 mezzo d~ sollevarsi; - i duemila giovani attualme?t<: educati nei convitti di classe, divisi in tre gruppi di quattro convitti ciascuno, (per i piccoli, mez~a~i, g:andi e per le femine) e posti nelle tre parti d Italia, ver-
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