436 KlVlSTA POPùLARt ,ratutto una formazione progsess iva dello spirito sociale, che >ra trova le sue condizioni di sv ilupp6 in un centro, poi da ~uesto si comunica ad altri, ove altre condizioni ne favori- ;cono lo sviluppo ul~eriore in alt re direzioni , e così via da Tebe e Babilonia e Memfi ad Atene ed Alessandria e Roma e Costantinopoli; così via ja Firen ze e Venezia ai giorni nostri la storia è un 'immane e multiforme process o in cui il feudo, la città-Stato, la Nazione, l'Impe ro; ad ora aJ ora la monar - chia, l'aristocrazia, la democrazia portano i loro contributi ed han le loro pagine gloriose p reparando dintorno ad ogni centro di luce, una propagazione di questa che, a distanza di tempo, altri ne suscita, ad a sua volta prepara le forme del grande organismo internaziona le dell' Umanità. Nella dimostraziont! di questa tesi fonda mentale la logica empirica di .Colaianni è irresistibile, implacabile nella sua accumulazione delle prove che smentiscono il monopolio che d' ogni grandezza i vincitori d'oggi si attrib uiscono. Specialmente negli ultimi capitoli in cui si danno le ragioni vere, storiche , economiche, fortuite anche, della d iversa condizione in cui I' Italia si tròva, per rapporto alla Germania o ali' Inghilterra, o quelli in cui studiando gli Italian i nelle Colonie se ne illustra lo straordinario spirito d'iniziativa , sono, io credo, destinati a restare, e degni d'essere letti e meditati. Le osservazioni pertanto , che intendiamo fare , non intaccano la tesi fondamentale ma piuttosto mirano a mettere 11lettore In guardia contro conclusioni incidentali tra tti da fatti citati dall'autore; il quale sono lieto di aggiungere, mi St!mbra errare talora , più che altro, per mancanza de ll'impressione viva di. cose lontane; ed anche qui il suo errore è spesso minimo. Quanto comparativamente ad altre recenti occasioni di facile profetismo italiano sulla decadenza deli 'lnghil ttrra, è bello vtder Colajanni non ammettere, ad ogni modo, la sua decadenza politica, sviluppare i I carattere soltanto relativo di molti aspetti della decadenza economica, per cui non tanto essa decade, quanto altri invece si elt!vano al suo liv elk.; ed anzi, nell'ultimo capitolo, non ammettere esplicitamente alcuna decadenza di nazioni moderne ii. (Tempo, 22 ai:;osto 1907). ORPANIE ORPANOTROPI L' importanza della educazione nazionale nel senso stretto della parola, non è ancora pen~trata nella coscienza pubblica italiana, e la Stato che di questa ne è la risultante e l' interprete, ~o n ha ancora studiato il problema come merita. Per convincerci basta dare uno sguard o all' azione che svolge oggi lo Sta~o. in pr?posi~o. _Dal gruppo di quarantatre Conv1tt1 Naz10nah , importanti una spesa annua di quasi un milione e mezzo per quattromila giovani delle f~miglie più abbienti (spesa di lusso e d1 casta) dobbiamo corre re al gruppo dei riformator'ì, imposti da 'forza ma ggiore per la tranquillità sociale. Nel vasto campo intermedio, fra questi due microscopici punti, t utta la grande famiglia italiqna, anima della nazione e vergine di azione educativa, è preda degli speculatori e dei preti che vi raccolgono oltre ce ntomila giovani al1' anno in un migliaio di stabilimenti_ Suor Filomena e comp., i Salesiani , la Capozzi ed altri scuotendo in questi giorni la co scienza del popol~ con azioni turpi e delittuose, ha n mostrato quanto minaccios? . sovrasti il grave pe ricolo sociale per questa deficienza educativa. Urge che le istituzioni governative attuali, segnanti solo l'inizio della educazione nazionale, un vecchio inizio mai curato perciò rachitico e quasi informe, raccolgano tutt~ la nostra attenzione, siano con intelligenza ed affetto migliorate, convenientemente integrate e sviluppate. Nella doverosa opera educativa dello Stato vi è dunq':1e. una ~non~e lacuna. Ac~ anto agli odierni C:01:v1tt1Naz1onah deve sorgere il gruppo dei convito popol~ri,. economi~i, per i m~no fac_oltosi (1). Accanto a1 nformaton, quale az10ne riparatrice deve sorgere_, emanazione dirett a dello Stato iÌ gruppo d~g~i orfanotrofi, dei qu ali appunto voglio occuparmi 1n questo scritto . . D_ov~eianzitutto dimostrare la n ecessità dei Conv!tt1 d1 f~onte a~le fa~iglie_; .ma me ne dispenso, sia perche or!Da.1gua_s1t~tt1 i p edagogisti ricono- ~con~ la fam1gha latina In genere , e l'italiana in 1spec1e, poco adatta all' educazion e dei figli e intollerante delle loro pic~ole esi~ enze, come appare dalla _grande affl1:1onza_a_1collegi d'ogni specie, sia perch_e,volendomi oggi mtrattener e solo di orfani, ques~1 hanno_ generalmente bisog no indiscutibile di contrnu_a ass1ste1~za affettuosa e disinteressata da parte ~1 ~st:ane1, la_qu~le n~rn si può avere nè dalle famiglie venali ne dagli speculatori. ♦ L'orfano è indubbiamente la creatura che p iù di • tutte attrae la nostra attenzione e scuote le fibre del nostro cu?re. Se poi questo p iccolo essere, oltre la sventura di av~r persi i genitori, caduti anzi tempo s':1lla breccia, non ha av uto altra eredità c?e lagn!De_ ed esempio di faticoso lavoro, ci sentiamo_ spinti a stendergli ~a man o per reggerlo e f~rlo mol!rare, con passo termo, nel cammino della vita. Sentimenti che istintivament e trascinano alla be1:1~~cenzacollettiva per trarre d all'unione la forza suftic1er~te a riparare i colpi del i'avversa fortuna e le defic1~nze degli imperfetti or dinamenti sociali. _ In ltaha queste opere ebbero il loro magoiore 1ncreme_nto nell'ultimo quarto del secolo sc~rso. Pare~ch1e ass<?ciazioni. di profess ionisti , con atto am~ire_vole d1 fratellanza, si quo tarono e raccolsero fondi P.er venir~ in aiuto dei pro prii orfani. Notia- ~o:_- _1Ma~stn elementari che fondaro no i Conv1tt1 d1 ~ss~si e di _Anagni dove trecento giovani sono 0E5gincoverat1, e che doma ni provvederanno ad altri trec.ento per gli effetti dell'art. 29 della l~gge 8 luglio 1904; - i Sanitari che hanno il Convitto a Perugia e distribuiscono borse di studio e sussidii; ~ ~li Impiegati civili delio Stato che mantei:igono ~ g10v_ani nel proprio convitto di Spoleto e 1n altri; - i Militari che distribuiscono bors e di studio e susssidii; - i Marinai che hanno un convitto proJ?rio a F_ire_nze,ecc:. _Og gialtre classi, quali quel~e dei ferrovieri e degli mse gnanti delle scuole medie~ ~tanno organizza~do~i al lo stesso scopo. E' la canta fraterna che mirabilmen te fiorisce. Ma A. Mos~o, di indiscutibile competenza nel campo educativo, ebbe ad affermare: « l' iniziativa d~lla razza latina, che è così grande nelle opere d! beneficen~a, è quasi nulla nelle opere di educaz1~ne_ »; vent~, ques_ta che nella questio ne degli orfani ha la prn luminosa conferma. Le associazioni surriferite, e qualche altra che o ra mi sfuo<Tecome f . . 00 > urono potenti e ±orrun::ite nel ra ccogliere i mezzi altrettanto furono corrive e inge nue· nel copiare i vecchi ordinamenti di assistenza educativa. Vinte da una idea irrazionale di egois mo e di esclusivismo, si racchiusero ~el proprio ambito, orgogliose e gelose della propna opera, pe r quanto ristretta insufficiente e difettosa. ' Diamo uno sguardo ai difetti pr incipali deli' a- (1) In un prossimo numero, se il Di rcnor.: permetterÌ:l, dirò due parole su questi convitti in rela1.iolle con la proposta dell'On. dell'Acqua.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==